Un’immensa periferia globale e
stereotipata, fatta di svincoli autostradali, capannoni prefabbricati e
cartelloni pubblicitari. Un panorama desolante e spietato, popolato da persone
disilluse e incattivite, caratterizzato dalla precarietà e da una pesante crisi
economica. In un luogo anonimo e
omologante. Quello di Giovanni Battista
Menzani è un esordio narrativo potente in cui l’autore, con humour spietato e
preveggente, racconta le sorti del nostro tempo con una cifra stilistica
disincantata, mai cinica o crudele, dotata di grande sensibilità e carica
umana.
"L’odore della plastica
bruciata" è una raccolta di tredici racconti surreali e grotteschi,
piccoli frammenti di una vicenda umana più ampia, assurda e commovente.
Un mondo che è il nostro e allo
stesso tempo è altro. Un mondo all’eccesso, in cui cose che conosciamo crescono
enormemente e giganteggiano, accettate dai personaggi come normali, senza
ribellioni o fughe. Perché il loro è un mondo gigante, invisibile, che sta
dentro il nostro.
• L'odore della plastica bruciata
(Giovanni Battista Menzani)
• 170 pagine
• 12 €
• collana Meduse
• in libreria dal 14 novembre (LiberAria
Editrice s.r.l.)
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