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mercoledì 6 novembre 2013

"Tredici storie amare e spietate sul lento e inesorabile declino della società occidentale"



Un’immensa periferia globale e stereotipata, fatta di svincoli autostradali, capannoni prefabbricati e cartelloni pubblicitari. Un panorama desolante e spietato, popolato da persone disilluse e incattivite, caratterizzato dalla precarietà e da una pesante crisi economica.  In un luogo anonimo e omologante.  Quello di Giovanni Battista Menzani è un esordio narrativo potente in cui l’autore, con humour spietato e preveggente, racconta le sorti del nostro tempo con una cifra stilistica disincantata, mai cinica o crudele, dotata di grande sensibilità e carica umana.
"L’odore della plastica bruciata" è una raccolta di tredici racconti surreali e grotteschi, piccoli frammenti di una vicenda umana più ampia, assurda e commovente.
Un mondo che è il nostro e allo stesso tempo è altro. Un mondo all’eccesso, in cui cose che conosciamo crescono enormemente e giganteggiano, accettate dai personaggi come normali, senza ribellioni o fughe. Perché il loro è un mondo gigante, invisibile, che sta dentro il nostro.

• L'odore della plastica bruciata (Giovanni Battista Menzani)
• 170 pagine
• 12 €
• collana Meduse
• in libreria dal 14 novembre (LiberAria Editrice s.r.l.)

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