Si preannuncia un romanzo dal
sapore noir, nelle prime pagine, mentre si prospetta un thriller psicologico
all'orizzonte.
In realtà stupisce “Ordinary” di
Emiliano Reali senza alcun dubbio, nulla che dia l'idea di qualcosa di
apparentemente ordinario, sembra quasi una storia dalle molteplici dimensioni,
coinvolge la trama, i personaggi, tutto ciò che ruota ad una vita tormentata e
sconvolta da un conflitto psicologico.
L'autore coglie elementi
avvincenti che rendono “Ordinary” una narrazione interessante. Sconvolge la straordinaria storia comune ai nostri
giorni di un progetto mentale che si cela dietro al palcoscenico della vita.
L'esistenza di Andrea, Lorenzo,
Diego, Leandro si intersecano per poi dividersi da Buenos Aires a Roma e poi
Bangkok appare un viaggio più che reale, che condurrà Diego ad una tragica
esistenza. Emiliano Reali dimostra con una scrittura semplice una trama
complessa, un'inventiva che sorprenderebbe anche Stanley Kubrick sia per la
psiche che per la suspense che crea, lasciando attonito il lettore.
Tuttavia proseguendo nella
lettura si inciampa in una storia di “ordinaria follia”: la paura di mostrare la
propria identità, la propria tendenza sessuale, il timore di essere ciò che si
è. Si tratta di un pregiudizio purtroppo evidente e per nulla nascosto nei
riguardi degli omosessuali considerati diversi. Una diversità che a Diego
comporterà lo stravolgimento di una vita.
L'autore racconta sapientemente
un tema difficile, delicato ma tremendamente reale, riguarda da vicino ogni
individuo - l'omosessualità - come il terribile virus dell'Aids. Si può
certamente apprendere una lezione di vita, si può imparare a correggere gli
errori prima che diventino insormontabili. «Viviamo in un mondo di individui
(…) che non si accettano per quello che sono e indossano vesti non proprie,
recitano un ruolo, una costante pantomima solo per ottenere il consenso
altrui». (p. 38).
Ciò che conferisce valore a
“Ordinary” è anche il tema dell'amicizia che emerge dignitosamente ed è
opportuno che sia esaltato in un'epoca nella quale l'amicizia dovrebbe assumere
un ruolo primario, ovviamente si intende l'amicizia aristotelica, quella pura,
vissuta quotidianamente, quella che non guarda in faccia le differenze con
disprezzo o fastidio ma con amore. Non certo è la cosiddetta amicizia osannata
in Facebook. Aristotele scrive nel Libro VIII dell'“Etica a Nicomaco” una
trattazione sull'amicizia come virtù necessaria: «Un uomo potrebbe possedere
tutte le ricchezze del mondo, ma se non ha amici con cui condividerle, è come
se non avesse nulla».
Ma poichè niente è come sembra:
«Come Penelope ha usato l'arte dell'inganno per allontanare falsi pretendenti,
disfacendo di notte la tela che di giorno tesseva e prolungando il tempo per la
sua liberazione, al pari si atteggia il Fato che manovra la vita: distrugge, se
vuole tutto ciò che l'umano costruisce con fatica». (p. 115). E allora all'uomo
non gli resta che gestire - dietro l'illusione di esserne capace - la propria
esistenza di opporsi con la propria volontà, così come faranno i protagonisti
dell'avvincente storia.
Leggere “Ordinary” di Emiliano
Reali amplia gli orizzonti della vita, aiuta a riflettere e a tutelare se
stesso finché ciò sia possibile, perché nulla possa impedirci di vivere
serenamente e dignitosamente, affermando la propria identità come diritto senza
paure di essere additati o etichettati.
La vita è un'affascinante dono,
una misteriosa creazione d'amore e non va sprecata, per tal motivo è opportuno
non fidarsi troppo di ciò che sembra ma andare al di là delle apparenze.
È
indispensabile cogliere la realtà smascherandola dal velo delle false
morali per salvaguardarsi e non arrivare ad un punto di non ritorno che
potrebbe segnare drammaticamente l'esistenza.
Nessun commento:
Posta un commento