I personaggi di Cuna ti accolgono in silenzio e ti chiedono
di sostenere quel silenzio mentre li osservi. Un silenzio fatto di simmetrie
bizantine, prospettive inattese, canoni proporzionali aggirati, deformità
sfuggenti, volti imperscrutabili e poi ocra, sabbia, terre, grigi,
sovrapposizioni di materiale pittorico che invece di dare un opprimente senso
di stratificazione, lasciano intuire quello dell’immaterialità. Quello che
l’artista intrattiene con la
Pittura è un rapporto viscerale, che non smette di riservare
sorprese, ma è fatto anche di certezze e familiarità, dovute alla padronanza
conquistata attraverso un’ininterrotta esplorazione del mezzo. Al contrario la
relazione di Cuna con la Storia
dell’Arte si rivela complessa, intricata, ricca di apparenti contraddizioni. Lo
sguardo inquieto dell’artista si rivolge in direzioni diverse, come se
scorgesse ad ogni angolo l’ombra di un grande maestro del passato e volesse
afferrarla e trattenerla nel suo presente. Non c’è un filtro tra la realtà e le
opere di Cuna: non credo che i processi che egli attua debbano essere intesi
come una manipolazione di quello che ci appare, ma come una ricerca di verità,
in quello che ci appare. Verità che l’artista riesce a cogliere proprio negli
strappi, nelle maglie della realtà, materializzati nelle incongruenze da lui
messe in evidenza e nelle deformazioni e ibridazioni da lui messe in atto. La
pittura come processo di estrazione di verità.
FRANCESCO CUNA Nasce nel 1978 a Galatina (LE), dove
si diploma all’Istituto d’Arte in grafica pubblicitaria e fotografia nel 1997.
Nel 1998 si trasferisce a Bologna per frequentare l’Accademia di Belle Arti
arrivando ad esporre alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna prima di
diplomarsi in pittura nel 2005. Successivamente (2006) è a Marseille in Francia
dove entra in contatto con l’attività artistica locale esponendo i propri
lavori presso l’Ecole des Beaux Arts. Nel 2007 è chiamato negli Stati Uniti d’America
a realizzare un affresco di grandi dimensioni all’interno del “The Prizery
Museum” Art Center of South Boston (VA) per celebrare il 400esimo anniversario
dei primi insediamenti Europei nell’ambito del progetto “Virginia 2007 Italy
rediscover America” commissionato dal Virginia Museum and Virginia Commission
by Art di Richmond. Rientra in Salento e figura tra gli organizzatori del
“Locomotive Jazz Festival” di Sogliano Cavour (LE) curandone, con Luigi Cesari,
il progetto Arti Visive, realizza i concept della comunicazione e performance
pittoriche durante i concerti nelle edizioni che vanno dal 2007 al 2010. Si è
così esibito sul palco insieme a molti musicisti tra i quali Paolo Fresu,
Antonello Salis, Furio Di Castri, Philipe Catherine, Giovanni Imparato,
Pierpaolo Bisogno, Gianluca Petrella, Raffaele Casarano, Luca Aquino, Franco
Califano, Trovesi ed altri. Nel 2011, dà vita con Alessandro Sicuro, a “B22”,
progetto grafico di natura imprecisata, e nel 2012 aderisce al gruppo “OZIO”
con una prima collettiva curata da Lorenzo Madaro.
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