Sguardi sul presente che hanno
valore di tagli e ferite, dove il fatto sentimentale si snoda come un pericolo
attorcigliato sulle reciproche e irriducibili alterità degli amanti e dove la
costruzione dei rapporti affettivi passa per materiali irrazionali –
premonizioni, percezioni, immedesimazioni istantanee, deja vu – che solo i
versi poetici hanno una speranza di poter trattare. Stefano Cristante investe
nel dialogo a distanza con i classici della poesia italiana le proprie chance
di scrittura. Verso libero ed endecasillabo rappresentano la sostanza formale
dei versi di Cristante che, nella parte finale, trasmigrano nella prosa poetica
(agganciata alla creazione di una personale cosmogonia), prima di congedarsi
con un inno alla solitudine che chiarisce il suo tragitto narrativo e il suo
obiettivo esistenziale.
Stefano Cristante (Venezia, 1961) è sociologo
dei processi culturali e comunicativi presso l’Università del Salento. Anima
lunga è la sua terza raccolta di versi, dopo Il rosso dell’oblio (1991) e
Visite inattese (2007).
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