“Ci impegniamo noi, e non gli
altri; unicamente noi... ci impegniamo, senza pretendere che gli altri
s’impegnino... ci impegniamo senza giudicare chi non s’impegna... il mondo si
muove se noi ci muoviamo, si muta se noi mutiamo.” (Don Primo Mazzolari)
“Non siate tristi, continuate in ciò che era
giusto.” (Dal biglietto d’addio di Alexander Langer)
Diritti, doveri, libertà,
giustizia sono valori da sperimentare sul campo e difendere ogni giorno. Nella
scuola di Corlazzoli la vita non è fuori, ma dentro l’aula, e i bambini non
devono adeguarsi ai programmi, ma provare loro stessi i modi giusti di
apprendere. Vedere, leggere, ascoltare, sperimentare: il bambino rom non è più
uno straniero e la geografia non è più quella cosa astratta da imparare sulle
cartine mute se fai il giro del mondo con la musica e ascolti le canzoni dei
gitani. E la storia diventa credibile se la vivi attraverso la testimonianza di
chi la racconta in prima persona. Come dimostra Corlazzoli, la scuola è viva
grazie all’impegno di tanti insegnanti e genitori che la difendono come bene
pubblico. Da qui si può ripartire per porre le basi di un futuro migliore e
calare nella pratica la parola democrazia in modo che tutti i bambini diventino
innanzitutto cittadini responsabili.
In appendice una selezione di
appunti scritti dagli alunni.
Alex Corlazzoli, oltre a essere
giornalista, è un maestro di scuola primaria precario. Collabora con “il Fatto
Quotidiano” e “Altreconomia”. I suoi libri più conosciuti sono RIPRENDIAMOCI LA SCUOLA (Altreconomia 2011)
e L’EREDITÀ (Altraeconomia 2012).
Nessun commento:
Posta un commento