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sabato 7 luglio 2012

“In viaggio con Che Guevara. Come partire, perché, quando” di Andrea Semplici (Terre di Mezzo) e “In viaggio con Kapuscinski. Dialoghi sull'arte di partire” di Andrea Semplici (Terre di Mezzo). Intervento di Nunzio Festa


In questi giorni, a Matera, nella città dei Sassi zeppa di lentezza meridiana e, sembrerà strano, anche d'indifferenza e velocità più che post-moderne, per così dire, il giornalista e scrittore, ma soprattutto viaggiatore-viaggiante Andrea Semplici, appassionato di foto e fotografia, sta portando a spasso le sue tante e diverse pubblicazioni uscite per Terre di Mezzo insieme a una compagine artistico-musicale guidata dalla voce gentile e calda di Adele Caputo. La manifestazione itinerante, che va tra terrazze e luoghi un po' meno intimi, pur partendo sempre dal principio d'appartenenza quasi famigliare e sentimentale, oltre che ovviamente politica, si chiama "Libri Semplici". E s'è trovata, per dire, tra lo sfascio del carro di cartapesta e cartapestato della Bruna materana e l'ultimo round degli Europei di calcio, intanto. Però attirando un successo da pesare col tono della condivisione. Non solo numeri. Non solamente le case riempite per l'occasione. Quindi ne abbiamo approfittato per incontrare, grazie alla cortesie delle piccole e combattive edizioni, due testi di Semplici. Premesso che non è l'originalità della lingua che ci convince maggiormente, possiamo già affermare che la volontà di Andrea Semplici, coccolato dal sogno solito e utilizzato da secoli del realismo magico di stampo sudamericano e dunque soprattutto postatoci dall'intramontabile e nostalgico sempre Gabo, è quella d'invitare alla partenza costante. Portando pezzi d'altro mondo - altri mondi - nelle latitudini meno sperimentate dalle magie della forza primitiva (e lasciamo veramente tra parentesi le lande che stanno divenendo piano piano nuovo Occidente di marca orientale): le nostre; s'entri, per fare un esempio, senza imprudenza, nell'ultimo "In viaggio con Che Guevara" e "In viaggio con Kapuscinski", questo nello specifico pubblicato per la prima volta nel 2010 e ripubblicato l'anno scorso. La dichiarazione d'amore, non al "mito" ma all'uomo e combattente-viaggiatore Che, è quella che consente a Semplici di ridarci un viaggio nei luoghi argentini che il guerrigliero, con "Alberto e con la moto", fece prima di diventare liberatore di Cuba. Da questo libricino, tra l'altro, apprendiamo che oggi, a Menem fatto, il presidente della parità peso-dollaro e del peggioramento esponenziale delle condizioni di vita del suo Paese, non è più possibile entrare col treno nel cuore dell'Argentina. Ma sono necessarie ore e ore di pullman. Comunque la pubblicazione, ovvero il viaggio di Semplici, rifà le tappe del Che Guevara che stava per diventare medico. Fornendo, in fondo al testo, una serie di consigli a chi volesse re-inventare le visite d'Argentina e della sua pampa. Ryszard Kapuscinski, che spesso nel libro l'autore omaggia col soprannome amichevole "Kapu", potremmo dire che è il maestro del giornalista fiorentino. Qui, infatti, lo scrittore, per dire, ricorda come aveva invitato Kapu anche nella sua Firenze prima della scomparsa di quest'ultimo. Semplici ci spiega, in poche pagine, R. Kapuscinski. Le sue origini fra Urss e Bielorussia, potremmo sintetizzare. Visto che Kapu nacque in mezzo al dominio sovietico, prima che il suo luogo natale divenisse altra geografia politica insomma, e soprattutto molto prima che facesse le prime sperate partenze verso quelle che saranno in tutto "ventisette rivoluzioni" nel mondo. Tutte seguite. Sentite. Perché, è bravo Semplici a rimembrarci, il reporter Kapuscinski studiava molto prima di salpare e sapeva sempre, poi, che pezzo d'Africa in subbuglio andare a raccontare. Come poi ha fatto e farà Andrea Semplici, in ogni posto Kapu diventava cittadino di quel posto. L'unica maniera per narrarlo al meglio.

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