L’ermellino di porpora, opera prima, è stato coronato dal
Prix du Quai des Orfèvres 2012. L’autore scrive sotto pseudonimo, ed è un
avvocato di quarant’anni che vive e lavora nella provincia francese. La
scrittura misurata e solida, l’accurato ritratto di una provincia che amplifica
e inasprisce inimicizie e frustrazioni, la caustica ricostruzione dei rapporti di
potere che oppongono autorità giudiziaria e forze dell’ordine e un intrigo che
sfida il lettore ad ogni svolta investigativa candidano l’esordio di Pierre
Borromée a divenire un classico del noir francese contemporaneo.
Villecomte, Borgogna. Il cadavere di una giovane donna,
Juliette Robin, affonda tra le lenzuola insanguinate del proprio letto: il
ventre è stato squarciato, decine di colpi di martello le sono stati inflitti
sul viso. I sospetti cadono inizialmente sul marito, Pierre Robin, un avvocato piuttosto
rinomato nella regione. C’è un elemento inspiegabile che aggrava la posizione
dell’uomo: incredibilmente, dopo cinque anni di matrimonio, la vittima era
ancora vergine. Polizia e tribunale sono costretti a collaborare, in un
ginepraio di scontri e veleni, per tentare di scoprire il colpevole. Il
procuratore incarica dell’inchiesta il commissario Baudry, un poliziotto
all’antica, ruvido e scaltro, che inizia a indagare nella vita della coppia. Le
piste, nel frattempo, si moltiplicano: sette anni prima è stato compiuto un
altro terribile omicidio, il cadavere mutilato di una quindicenne è stato
ritrovato nei pressi di un paese vicino. I due crimini portano forse la stessa
firma, e l’assassino potrebbe colpire di nuovo…
Pierre Borromée è lo pseudonimo di un avvocato quarantenne
che vive e lavora nella provincia francese.
L’ermellino di porpora, opera prima, è stato coronato dal prestigioso
Prix du Quai des Orfèvres 2012, la cui giuria, presieduta da Christian Flaesch,
direttore della polizia giudiziaria della prefettura di Parigi, è composta da poliziotti, magistrati e
giornalisti.
«Mi hanno chiesto come abbia fatto a descrivere con tale
esattezza e realismo l’ambiente giudiziario. Semplice : è un ambiente che
conosco dall’interno. Quello che racconto è un mondo con il quale mi confronto
e mi scontro ogni giorno.» Pierre Borromée.
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