Una genealogia della modernità italiana. Un percorso che da Vico a Cuoco, cioè dalla critica del razionalismo cartesiano alla critica dell'utopismo giacobino, definisce un peculiare rapporto tra filosofia e politica, cultura e storia.
Partendo dai classici, dalla riflessione politica di Platone ed Aristotele, il saggio individua nel Vico della Scienza nuova i termini di una concezione della "classe politica" tendenzialmente democratica che, nel Cuoco critico della rivoluzione napoletana, prenderà invece un'inflessione elitista destinata a pesare sulla vicenda politica risorgimentale. I capitoli finali su Gioberti, Gramsci e la "rivoluzione passiva" tendono proprio a confermare la esaustività, entro il nostro panorama politico, di determinate analisi e categorie.
Un iter italicum, per dirla come Kristeller, che spiega tanto della nostra storia nazionale più recente: dalle tare dello spirito pubblico e delle classsi dirigenti, ad una democrazia nel profondo debole, imperfetta, continuamente esposta alle insorgenze delle forze anti-sistema.
martedì 4 gennaio 2011
De Philosohia italica Modernità e politica in Vico e Cuoco di Fabio Vander (Pensa MultiMedia)
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