I
Dove inclina la curva vana,
impronunciabile
della tenerezza
(smisurata parola)
Dove fiatano battito di palpebre, inesauste ciglia
(e ancora)
Si raggrumava il mio ora e l’allora, e il
Poi e il per sempre (in ewig)
In eterno.
I
Where the vain curve inclines,
Unpronounceable
Of tenderness
(immeasurable word)
Where dare breathe beating of eyelids,
Non-exhausted lashes
(and yet)
Clotted my now and before, and the
Then and forever (in ewig)
For eternity.
Caterina Davinio (Foggia, 1957). Ha vissuto a Roma dal 1961 al 1996, dove dopo la laurea in Lettere si è occupata d’arte contemporanea e poesia dei nuovi media come autrice, curatrice e teorica. Tra i pionieri della poesia digitale nel 1990, è stata l’iniziatrice della Net-poetry in Italia nel 1998. Fra le sue pubblicazioni: Còlor còlor (romanzo, Campanotto, 1998), Tecno-Poesia e realtà virtuali (saggio, Sometti, Mantova 2002, con prefazione di Eugenio Miccini. Nella collana Archivio della poesia del 900). Il suo lavoro multimediale è stato esposto in molti paesi in Europa, Nord e Sud America, Asia, Australia, sei volte in progetti nella Biennale di Venezia ed eventi collaterali dal 1997. Tra le biennali internazionali: Atene (2007), Sidney (on line, 2008), Biennales de Lyon (1999, 2007), Liverpool (Indipendents, 2006, 2008), Biennale dei nuovi media (Merida, Messico 2003) e altre. Vive a Monza e a Lecco.
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