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martedì 31 marzo 2020

iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks

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I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon

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KABIR brano tratto da I CENTO CANTI legge Angelo Petrelli

Poetry or not Poetry this is the problem! Intervento di Stefano Donno

Diego Martina legge Fango di Tanikawa Shuntarō tratta da Minimal

MICHEL FOUCAULT #Euridice e le sirene IL PENSIERO DEL FUORI legge A...

Fra te e il mondo di Pifra (Rizzoli)

Fra te e il mondo è il primo romanzo di Pifra, che dopo aver conquistato in poco tempo centinaia di migliaia di follower su Instagram con le sue brevi storie illustrate dolci e malinconiche esordisce in libreria e arriva dritto al cuore di tutti i lettori.
Per quanto tempo una persona che abbiamo amato immensamente può tormentarci dopo la fine di una storia? Restare conficcata nella nostra testa sabotando ogni tentativo di lasciarci alle spalle il passato, torturarci con i ricordi, farci sentire fragili e sbagliati imprigionandoci in un loop senza uscita? Nel caso di Luca, questo incubo a occhi aperti sembra non finire mai. La sua ex ragazza con il trascorrere dei mesi si trasforma in un’ossessione, in una presenza immaginata eppure concreta con la quale dialogare o scontrarsi ferocemente. Lei torna a trovarlo quando Luca è a casa da solo, quando gira per la città, nelle feste alle quali si lascia trascinare per sovrastare il rumore dei suoi pensieri. E resterà con lui anche dopo che avrà conosciuto Lara – a sua volta in fuga da una convivenza diventata soffocante – e iniziato a vivere con lei una passione travolgente.

Il cinghiale bianco di Leonardo Quintavalle (Calibano)

In una sonnolenta cittadina che circonda un grande campo da golf, Giovanni, ventitreenne, conduce una vita oziosa fatta di lavoretti in giardino e droghe leggere, senza prospettive né desideri per il futuro. A sconvolgere questa situazione, due ritorni inattesi: uno strano cinghiale dal manto completamente bianco, che aveva già terrorizzato la città qualche anno addietro, e una ragazza fin troppo conosciuta, vittima del più grande errore che Giovanni abbia mai commesso.

Politiche pubbliche. Analisi e valutazione di Antonio La Spina (Il Mulino)

Questo manuale tratta in modo integrato gli aspetti fondamentali delle politiche pubbliche. A una prima parte dedicata all'analisi (nozioni costitutive, policy cycle, domanda e offerta di politiche) segue una seconda parte che affronta metodi ed evidenza empirica; nella terza parte è trattato il tema della valutazione (concetti essenziali, fasi, valutazione delle strutture e della dirigenza, policy evaluation in Europa e nei paesi extra-europei). Chiude il volume ? che si segnala dunque per la sua esemplare completezza ? un capitolo sulla progettazione istituzionale e la deontologia della valutazione.

La via Francigena in Toscana. Luoghi, storie e sapori di Fausto Filidei (Sarnus)

La Via Francigena, che da Canterbury portava i pellegrini cristiani fino a Roma e poi in Terrasanta, attraversa per un lungo tratto anche la Toscana.L'autore ci accompagna alla scoperta di questi 380 chilometri divisi in sedici tappe: partendo dall'attuale passo della Cisa in direzione di Pontremoli, attraverseremo la Versilia, la Lucchesia, il Valdarno inferiore, la Val d'Elsa e le terre del Chianti, e infine la Val d'Orcia fino al confine con il Lazio. Lungo il cammino potremo conoscere per brevi cenni la storia dei luoghi incontrati, saremo informati sulle chiese e i monumenti più interessanti da visitare e ci terranno compagnia storie di Santi, leggende di fantasmi e lupi mannari, Racconti che hanno origine in epoche antichissime, sospesi tra verità storica e fantasia. E poi le ricette, il "piatto forte": sono cento, tutte curiose e intriganti e legate ai luoghi percorsi. Spesso sono rivisitazioni di piatti medievali, di cui conservano solo il nome. Per ognuna di queste, troveremo puntuali e graditi abbinamenti enologici.

Abisso. Coronavirus: il romanzo della profezia di Dean R. Koontz (TimeCrime)

Dall’autore best seller in tutto il mondo, con oltre 450 milioni di copie vendute, un romanzo definito dalla critica e dai lettori con queste parole:
“Costruito sapientemente, originale e decisamente inquietante. Una lettura imperdibile, suspense ai massimi livelli e un finale assolutamente inatteso.”
E se l’incidente che le ha portato via suo figlio non fosse mai avvenuto? È trascorso un anno da quel giorno fatale in cui Tina Evans ha perso suo figlio Danny e anche se la sua vita è cambiata per sempre, ora sta finalmente iniziando ad accettarlo. Il successo nel lavoro, un incontro di passione e sentimento… tutto sembra rimettersi al posto giusto. Ma le basta confondere il viso di un bambino per quello di suo figlio nell’auto di uno sconosciuto per scatenare in lei un vortice di dubbi ed emozioni incontrollate. E poco dopo, nella camera del suo bambino, sulla lavagna cominciano ad apparire due parole: NON MORTO. Tina ha motivo di credere che quell’incidente con gli scout non si sia mai verificato, e che forse suo figlio viene tenuto lontano da lei, prigioniero di un uomo in nero, e disperatamente bisognoso del suo aiuto. E così, verso un lento e inesorabile destino, il dolore e il dubbio genereranno in lei un’ossessione da cui le sarà impossibile sottrarsi: il bisogno di rivedere suo figlio a costo di sprofondare nell’abisso. Organizzazioni militari segrete e misteriose sperimentazioni sono al centro del romanzo di Dean Koontz, che grazie alla sua straordinaria capacità di descrivere l’animo umano già nel 1981 riuscì a profetizzare una minaccia del nostro tempo in un thriller angosciante e sensazionale.

3 LIBRI DA LEGGERE | Abitudini - Creatività - Felicità

10 LIBRI DA LEGGERE PER MIGLIORARE TE E I TUOI BUSINESS

SOLDI DOMINA IL GIOCO - Money Master the game - Recensione del Libro di ...

I MISTERI DI BORGOLADRO - recensione del libro giallo di Filippo Semplic...

The Roxy Letters by Mary Pauline Lowry | Book Trailer

Booktrailer 2020 | Book Now!

Romanzo per la mano sinistra

Booktrailer �� | "TREDICESIMA - Sulle orme della leggendaria legione roma...

Fabrizio Altieri - La balena in scatola [Booktrailer]

Booktrailer " La Medicina della coscienza "

lunedì 30 marzo 2020

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon

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MICHEL FOUCAULT #Euridice e le sirene IL PENSIERO DEL FUORI legge A...

L' Arte e l' Umanità poetica di Marlene Pasini dal Messico

Annibale Gagliani legge Salvatore Toma e Camilo Pessanha

Fabio Tolledi per la GIORNATA MONDIALE DEL TEATRO 2020 INTERNATIONAL TH...

Andrea Antonello Nacci recensisce di Morte di un matematico napoletano

La legge del sognatore di Daniel Pennac (Feltrinelli)

Tutto è lecito, come di notte, nei sogni. Ma una logica implacabile e finissima regge le architetture oniriche. Un grande omaggio di Pennac a Federico Fellini, un gigante del cinema italiano che con il sogno ha dialogato tutta la vita.
Se solo mia madre mi avesse presentato a Federico Fellini!
Daniel Pennac ha dieci anni, è in vacanza sul massiccio del Vercors con i genitori e l'amico Louis. Sopra il lettino di Daniel troneggia un poster con il disegno di un sogno di Fellini, un regalo del regista quando la madre lavorava a Cinecittà. Forse influenzato da un'intuizione che aveva condiviso poco prima con l'amico, il piccolo Daniel quella notte sogna che la luce è un liquido e che sgorga dalle fonti, e inonda prima l'abitazione e il salotto dove troneggia una statua di san Sebastiano, e poi dilaga per le strade, sommergendo tutta la cittadina, chiesa compresa. Molti anni dopo, ormai due uomini maturi, i due amici si ritrovano nella stessa stanza da letto e Louis propone a Daniel di fare un'escursione e andare a fare il bagno lì vicino, come facevano da bambini. Dopo essersi immerso nell'acqua gelida del lago, sotto il pelo dell'acqua, Daniel riscopre lo stesso paese sommerso del sogno d'infanzia, con la stessa chiesa, la casa con la statua di san Sebastiano, e le due strade dai nomi evocativi, rue du Repos e rue de la Paix. Cosa può aver provocato quel sogno premonitore infantile? Deve essere stata l'influenza di Fellini: allora Daniel decide di mettere in scena al Piccolo di Milano uno spettacolo sui sogni, un omaggio a Fellini, una festa che riunisca tutta la sua famiglia allargata e la popolazione di Milano, in un grande carnevale felliniano che culmina all'Arco di trionfo del Sempione. Ma forse anche questo era un sogno. Infatti, la madre di Daniel amava molto i film di Fellini, ma non ha mai lavorato a Cinecittà. E la città sommersa? E san Sebastiano?
In equilibrio fra sogno e realtà, il libro è un tributo all'amato Fellini e all'amarcord personale dell'autore e della sua tribù immaginaria e reale.

Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (Piemme)

Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi è nell'aldilà. Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall'uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c'è più. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l'amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene. Laura Imai Messina ci conduce in un luogo realmente esistente nel nord-est del Giappone, toccando con delicatezza la tragedia dello tsunami del 2011, e consegnandoci un mondo fragile ma denso di speranza, una storia di resilienza la cui più grande magia risiede nella realtà.
Proposto per il Premio Strega 2020 da Lia Levi: «"Non c'è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto." Mi scuso per la citazione (è di Babel) ma vi assicuro che mi si è veramente affacciata alla mente, mentre leggevo, con crescente emozione, il libro di Laura Imai Messina. La storia parte da un fatto reale. In un giardino situato all'interno di uno dei luoghi più colpiti dallo tsunami del 2011 (siamo ovviamente in Giappone) qualcuno ha installato una cabina telefonica che custodisce un vecchio telefono nero. Non ha fili questo telefono, è collegato con il nulla. È li però che affluiscono migliaia di persone ansiose di parlare attraverso quell'apparecchio con i propri cari scomparsi. Il loro messaggio sarà il vento a trasmetterlo. È da questo commovente fenomeno che Laura Imai Messina ha tratto ispirazione letteraria. Quando si tocca il tema delle cadenze del dolore e della "guarigione" dal dolore si sfiora sempre il rischio che possa uscire una sorta di manuale consolatorio in stile new age. Niente di più lontano dalla prova di finezza psicologica e grande scrittura che ha saputo realizzare questa autrice italo-nipponica. Ne è venuto fuori un testo schivo e poetico, dove la tragedia che ha colpito i due protagonisti e il loro risveglio alla vita, è raccontato attraverso piccoli tocchi incisivi del quotidiano che centrano l'obbiettivo molto più di una sia pur tragica visione di insieme. Imperdibile per "trafiggere" le scene con cui, attraverso rapidi flash ci viene presentato "il mostro", lo tsunami figlio dell'apocalisse che, al passaggio, fa strage indistinta di cose, persone e "voglia di vita" di chi ce l'ha fatta a scampare.»

La signora del martedì di Massimo Carlotto (E/O)

Non esiste oggi in Italia un altro autore che sappia raccontare, come Massimo Carlotto, il dolore e la capacità di resistenza degli esclusi; uno scrittore che sappia descrivere meglio i meccanismi attraverso cui una società civile si trasforma in un’arena dove il pubblico reclama lo spettacolo del “diverso” colpevole e del sangue che scorre.
«Con questo romanzo Carlotto va oltre il noir. Non racconta più solo il lato oscuro e criminale della società. Siamo tutti noi a essere interpellati. Perché oggi le gogne mediatiche, i giornalisti a caccia di scoop e i politici dell'ambizione sfrenata stanno trasformando la società in un'arena dove il pubblico reclama lo spettacolo del "diverso" colpevole e del sangue che scorre»
Tre personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente Fanzago, attore porno dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste angosciato all’ascesa dei giovani concorrenti. Tiene duro aspettando che ogni martedì una donna affascinante dal passato misterioso paghi i suoi servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto poco frequentato dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e perbenista. Tre esseri umani sui quali la società si accanisce proprio perché più deboli, ma che troveranno il coraggio di difendersi. Non sono eroi senza macchia né paura, hanno debolezze, hanno commesso errori e a volte azioni riprovevoli. Ma soprattutto aspirano ad amore e rispetto. Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali, per i nostri tre personaggi diventerà questione di vita o di morte scavare, dentro di sé e nel proprio passato, per trovare le risorse necessarie a tirarsi fuori dai guai. Con questo romanzo Carlotto va oltre il noir. Non racconta più solo il lato oscuro e criminale della società. Siamo tutti noi a essere interpellati. Perché oggi le gogne mediatiche, i giornalisti a caccia di scoop e i politici dall’ambizione sfrenata stanno trasformando la società in un’arena dove il pubblico reclama lo spettacolo del “diverso” colpevole e del sangue che scorre.

La confraternita degli storici curiosi di Jodi Taylor (Corbaccio)

Dietro la facciata apparentemente innocua dell’Istituto di ricerche storiche Saint Mary, si nasconde ben altro genere di lavoro accademico. Guai, però, a parlare di «viaggio nel tempo»: gli storici che lo compiono preferiscono dire che «studiano i maggiori accadimenti nell’epoca in cui sono avvenuti». E, quanto a loro, non pensate che siano solo dei tipi un po' eccentrici: a ben vedere, se li si osserva mentre rimbalzano da un’epoca all’altra, li si potrebbe considerare involontarie calamite-attira-disastri. La prima cosa che imparerete sul lavoro che si svolge al Saint Mary è che al minimo passo falso la Storia vi si rivolterà contro, a volte in modo assai sgradevole. Con una vena di irresistibile ironia, la giovane e intraprendente storica Madeleine Maxwell racconta le caotiche avventure del Saint Mary e dei suoi protagonisti: il direttore Bairstow, il capo Leon Farrell, Markham e tanti altri ancora, che viaggiano nel tempo, salvano il Saint Mary (spesso - anzi sempre - per il rotto della cuffia) e affrontano una banda di pericolosi terroristi della Storia, il tutto senza trascurare mai l’ora del tè. Dalla Londra dell’Undicesimo secolo alla Prima guerra mondiale, dal Cretaceo alla distruzione della Biblioteca di Alessandria, una cosa è certa: ovunque vadano quelli del Saint Mary, scoppierà il finimondo.

Le confessioni di Frannie Langton di Sara Collins (Einaudi)

Una ricostruzione della Londra ottocentesca gotica e sensuale, un thriller labirintico come il cuore umano. Le confessioni di Frannie Langton è stato il libro d'esordio piú letto e premiato dell'anno.
«Un libro cosí nasce quando si mettono insieme Toni Morrison e Jean Rhys» - Margaret Atwood
«Non avrei mai fatto a Madame quanto sostengono che le abbia fatto, perché l'amavo. Eppure dicono che devo essere messa a morte per questo, e vogliono che confessi. Ma come posso confessare un delitto che non credo di avere commesso?»
1826. Londra è in fermento. La folla ha preso d'assalto l'Old Bailey, il tribunale in cui si celebrano i processi piú importanti del Paese. La folla è lí per vedere Frannie Langton, la cameriera incolpata di aver ucciso senza pietà i suoi padroni, Mr e Mrs Benham. L'accusa la dipinge come una sgualdrina, una ex schiava seducente e manipolatrice che ha approfittato del buon cuore dei suoi signori. Ma non è la verità, o almeno non è proprio tutta la verità. Cosí finalmente, dal banco degli imputati, Frannie può urlare al mondo la sua storia. Che inizia in una piantagione, quando da bambina impara a leggere, anche se è incatenata. E finisce nella Londra dei lord e delle dame, dove le catene sono altre, ma non per questo meno dure. In Inghilterra Le confessioni di Frannie Langton è stato un caso letterario: un romanzo gotico e passionale, una ricostruzione storica tanto evocativa quanto precisa, il libro d'esordio piú letto e premiato dell'anno. Sara Collins ci trasporta in una Londra fatta di viali oscuri e di segreti ben custoditi tra le stanze di eleganti palazzi. E ci restituisce l'emozionante battaglia di una donna che vuole riappropriarsi della libertà

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TUTTI I LIBRI DEL MONDO, di Mario De Martino (Formamentis, 2020) - Bookt...

domenica 29 marzo 2020

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I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon

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L'arte di Alma Saporito

E M CIORAN SULLA MALATTIA da LA CADUTA NEL TEMPO parte prima le...

La stanza dei canarini di Giulia Contini (Bompiani)

D'un tratto era dorata. D'un tratto splendeva. D'un tratto l'amavo.
Incredibile come un'infanzia tutta promesse possa sfumare in un'adolescenza tormentosa e tormentata, un'afflizione per sé e per gli altri. Ma Giulia è stata una bambina facile e contenta solo in apparenza: la sua identità mutevole era già viva allora, dolorosamente viva. E gli anni di mezzo, quando il corpo sfugge al controllo e la mente lo segue, acuiscono la sua fatica nel farsi posto nel mondo per quello che è. Poi l'incontro con Adele, vicepreside e professoressa al liceo, una donna indipendente, matura, che "abita gli spazi come la luce del mattino". Per Giulia è da subito l'unica, la forma dell'amore atteso e sognato, da far vero ad ogni costo. Ci vorrà tempo, tempo e pazienza, prima che Adele ceda all'assedio irresistibile di Giulia; e bisognerà rispettare le convenienze, essere caute, astute, delicate, per poter diventare se stesse insieme nonostante le famiglie, la scuola, la cornice opprimente di una piccola città. Dopo, a Roma, tutto è un po' più facile. Ma il tempo separa, si fa nemico, incalza.

Cadere Carlos di Manuel Álvarez (Sur)

Con una prosa chirurgica ma lirica e avvolgente, Álvarez ci regala un grande romanzo d'esordio, che racconta Cuba con il passo di un classico, come non l'abbiamo mai vista.
Questa è la storia di una famiglia: c'è un figlio che non crede nella rivoluzione; c'è un padre che si aggrappa a un sogno ormai sfumato, e cita Che Guevara ogni volta che può; c'è una madre che cade, si ritrova a terra in preda alle convulsioni, e vede la vita sfuggirle dalle mani; c'è una figlia che fa di tutto per tirare avanti, anche se questo vuol dire cedere all'inganno. Ci sono crepe dappertutto, dentro casa e dentro ognuno di loro. C'è una Cuba polverosa, splendida e dolente. Sono quattro le voci che si alternano con estrema naturalezza in questo romanzo, quattro versioni di una stessa storia, una per ogni membro della famiglia. Quattro storie che vanno apparentemente in direzioni diverse, pur raccontando lo stesso percorso. Un'unità che si sfalda, quella della famiglia, e fa da contr'altare all'unità del paese, al sogno per un futuro migliore, alle promesse tanto attese e mai mantenute, comuni a un'intera generazione.

Quanto blu di Percival Everett (La nave di Teseo)

Un romanzo geniale e irresistibile sul mondo dell'arte, raccontanto con uno stile intriso di ironia e acume. Pungente, capriccioso, raffinato, imprevedibile: Quanto blu ci mostra la migliore scrittura di Percival Everett e l'irrinunciabile celebrazione di un romanzo perfetto.
«Uno dei romanzi più eclettici e originali mai scritti in America»Harper's Magazine
«Un romanzo in cui vale la pena tuffarsi»Los Angeles Times
«Ogni singola pagina esprime l'urgenza di continuare, questo romanzo è un capolavoro»The Boston Globe
La parola "peccato" non aveva mai significato così tanto e forse così poco come allora, quando uscì dalle sue labbra.»
Kevin Pace è un artista e lavora da tempo a un dipinto che non lascia vedere a nessuno: non ai figli, non al migliore amico Richard e neppure a sua moglie Linda. Questa enorme tela di quattro metri per sette, interamente ricoperta da strati di vernice blu di diverse sfumature, potrebbe essere infine il suo capolavoro. Kevin non sa ancora dirlo o, meglio, non gli interessa, perso com'è nel suo passato di cui questo quadro sembra essere una sintesi, un'enigmatica e incomprensibile rappresentazione. Perché Kevin custodisce un segreto: dieci anni fa, a Parigi, ha avuto una relazione con una giovane pittrice e, seppur oggi non riesca a spiegarsi cosa lo mosse allora, il fantasma della ragazza e le bugie raccontate per anni non smettono di assediarlo. Mentre combatte con i demoni della sua memoria, Kevin deve difendere i sacrifici fatti in nome dell'arte e proteggere la sua famiglia da ciò che non hai mai avuto il coraggio di rivelare: il suo quadro, che racchiude un'indicibile verità, potrebbe essere la sua salvezza, o la sua condanna definitiva.

Acqua salata di Jessica Andrews (NN Editore)

Brillante, ispirato, poetico, Acqua salata esplora la complessità dei desideri, la voglia di affermarsi e l’impossibilità di farlo rinunciando alle proprie radici; è il diario intimo e sincero di una giovane donna che si è persa inseguendo i sogni degli altri e che decide di fermarsi a recuperare i propri, cercando in se stessa la forza di ricominciare, senza rimpianti.
“Quando il presente comincia a sgretolarsi, c’è spazio per scrivere il futuro”
La vita di Lucy è cambiata molte volte: con le sfuriate e le assenze del padre alcolizzato, con l’ansia e la pena per il fratello sordo, con la bellezza dei viaggi in Irlanda a casa del nonno. E sembra cambiare definitivamente quando si trasferisce a Londra, per studiare e per vivere lontana dalla provincia, libera da ogni legame. Ma appena laureata, Lucy volta le spalle a tutto: va in Irlanda, nel Donegal, nella vecchia casa che il nonno le ha lasciato. Si affida al cielo, al vento, al mare per ritrovare se stessa, e intanto la sua memoria si snoda in racconti brevi e impetuosi come corsi d’acqua. Rivive l’infanzia, il rapporto profondo che la unisce alla madre, gli amori sbadati, le grandi, fameliche ambizioni della giovinezza. Nella sua corsa verso l’età adulta Lucy ha scoperto ciò che non vuole essere. E sceglie di ricostruirsi altrove, su fondamenta fatte di ricordi.

Le transizioni di Pajtim Statovci (Sellerio Editore Palermo)

Una nuova sorprendente voce nella letteratura contemporanea internazionale. A 28 anni Pajtim Statovci è l’autore di uno dei romanzi europei più celebrati degli ultimi anni.
«Questa è l’opera di un romanziere già maturo, in una tradizione che va da Camus a Kafka, da Kadare a Kristeva. Di una bellezza brutale» - The Guardian
«La scrittura di Statovci è di un lirismo toccante, capace di comprimere in una sola frase rabbia e desiderio, la malinconia e il dettaglio più minuto» - The New Yorker
Bujar è un uomo che sa diventare una donna: può essere una meravigliosa ragazza di Sarajevo che attrae uomini di ogni età o un affascinante giovane spagnolo che fa innamorare ragazze alle quali non sa concedersi. Tra Orlando di Virginia Woolf e Tom Ripley di Patricia Highsmith, Bujar crea continuamente se stesso e la propria storia perché può scegliere chi è, la sua nazionalità, il sesso, semplicemente aprendo la bocca e parlando, nel racconto di una vita trascorsa in viaggio e in fuga, dall’Albania all’America, passando per Roma, Madrid, Berlino, Helsinki. Bujar narra la sua storia in prima persona, a partire dall’adolescenza poverissima a Tirana. La morte del padre, il dolore della madre, la scomparsa della sorella, e poi l’amicizia con Agim, coetaneo e vicino di casa, rifiutato dalla famiglia per il suo orientamento sessuale. Entrambi fuori luogo in un paese devastato, sempre più dipendenti l’uno dall’altro, decidono per la fuga, a caccia di un futuro che gli appartenga. Vivono per le strade di Tirana, poi sulla costa, fino al viaggio da clandestini in Italia attraverso l’Adriatico. Dall’isolamento, l’umiliazione, la vergogna, nascerà un nuovo Bujar. Emozionante riflessione letteraria sull’identità condotta con una sensibilità innovativa e spiazzante, il romanzo segna il talento di un autore giovanissimo, capace di raccontare l’appartenenza e l’esclusione, l’amore e la crudeltà in un libro «che come una potente fenice sorge dalle ceneri del secolo precedente» (The Guardian).

Recensione - Storia della nostra scomparsa - Marzo 2020

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Book review: Craig Higginson's new novel 'THE BOOK OF GIFTS' launched

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sabato 28 marzo 2020

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon

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Meister Eckhart SERMONI TEDESCHI Nolite timere eos qui corpus occidunt...

Grazia Piscopo (Pr. Ass Horah) parla di La Cabalà e i 4 Mondi della Guar...

Marilyne Bertoncini legge Paul Verlaine

Paola Lorenzoni legge Vederla é un dipinto di Emily Dickinson

I miei giorni nel Caucaso di Banine (Neri Pozza)

Memoir animato da un irresistibile humor, I miei giorni nel Caucaso ritrae magnificamente la vita e il mondo che rendevano un tempo attraenti le rive del Caspio
«Il delizioso ricordo di una vita movimentata». - Financial Times
«Il comico resoconto di una turbolenta giovinezza trascorsa sulle rive del Caspio» - Spectator
Baku, 1805. Nascere in una famiglia scandalosamente ricca - il capostipite, Assadullah, nato contadino, morì milionario grazie al petrolio zampillato dal suo campo pieno di sassi - ma allo stesso tempo altrettanto stravagante e popolata da loschi individui, porta con sé sicuri privilegi e indubbi grattacapi. Ultima di quattro sorelle, Banine viene alla luce in un giorno d'inverno movimentato da scioperi, pogrom e altre manifestazioni del genio umano. Nonostante questo, la sua infanzia trascorre felice, allietata dalle torte rigonfie di crema di Fräulein Anna, balia tedesca, e dalle perenni recriminazioni in azero della nonna paterna, una creatura stupefacente, un gigante sbucato da una fiaba di Perrault. Ogni anno la famiglia trascorre diversi mesi in campagna. La casa è grande, eppure a malapena sufficiente a ospitare l'orda che la invade in primavera: la temibile nonna con le sue innumerevoli serve; la figlia maggiore con il marito, la minore senza marito; i loro cinque figli, terrore di Fräulein Anna, bugiardi, ladri, spioni e quant'altro; infine, il figlio più piccolo della nonna, l'infantile e allegro zio Ibrahim, ancora celibe. Là dove i doveri diminuiscono, la libertà cresce, il tempo favorisce i giochi - le zie sono tutte avide giocatrici di poker, passione che coltivano insieme a quella per la maldicenza - e, soprattutto, le liti. Nella famiglia Banine i litigi hanno infatti un ruolo fondamentale, e per due ragioni: una è da attribuire al temperamento violento e naturalmente predisposto alla lite di tutti i suoi membri; l'altra è l'eredità. La famosa, eterna, inafferrabile eredità, quella che bisogna dividere dopo la morte del capostipite. Questa vita di splendori e baruffe è tuttavia destinata a subire un drastico mutamento. La Rivoluzione d'Ottobre porterà il caos nel Caucaso, una dittatura militare, dominata dagli armeni, prenderà il potere a Baku e darà la caccia ai ricchi azeri, costringendo Banine e la sua famiglia a una precipitosa fuga...

Non c'ero mai stato di Vladimiro Bottone (Neri Pozza)

Un romanzo avvincente, immerso nella contemporaneità oscura e disturbante della Napoli in cui è ambientato. La nuova, sorprendente prova di un narratore finora conosciuto soprattutto per i suoi racconti storici.
Ernesto Aloja è un ex editor: ha passato l'intera vita professionale a correggere i romanzi degli altri, dopo aver rinunciato a scriverne uno proprio. Da poco è tornato a Napoli, il luogo dei suoi traumi giovanili. Ernesto ne censura il ricordo con gli psicofarmaci e frequentando, stancamente, due amanti che non gli procureranno mai fastidi. Questa routine è spezzata all'arrivo di un dattiloscritto. Si tratta di un romanzo chiaramente autobiografico, il racconto di esperienze disordinate e promiscue. D'istinto Ernesto si sbarazzerebbe di un testo che ha la capacità di turbarlo profondamente. Non può, però, evitare di incontrarne l'autrice. Lena Di Nardo è una trentenne magnetica e disturbante. Una giovane donna che vive nell'hinterland napoletano, dove condivide l'esistenza precaria e senza prospettive della propria generazione. Ernesto, che ha sempre seguito la nascita di romanzi, stavolta ha l'impulso di far sbocciare una romanziera. Hanno così inizio i loro incontri settimanali, nella casa panoramica dove l'editor abita da solo. Quella di Ernesto e Lena si rivelerà, da subito. come un apprendistato reciproco: di Lena alle tecniche della scrittura, di Ernesto a un mondo per lui inedito. Sia con le proprie pagine, sia facendosi accompagnare nelle sue scorribande notturne, Lena conduce l'editor in un mondo per lui estraneo. Un mondo dove la fa da padrona la sessualità usa-e-getta dei coetanei di Lena, consumata durante notti in discoteca per il senso del limite che ha improntato tutta la vita di Aloja. La destabilizzazione psicologica dell'editor, poi, è accentuata da strani episodi di cui lei è vittima. Alcuni pedinamenti; lo speronamento notturno dell'auto di Lena; un diverbio di lei con una misteriosa ragazza nel parcheggio della discoteca; alcune aggressioni verbali sul suo profilo Facebook. Il tutto mentre le notti di Aloja iniziano a venire disturbate da uno stillicidio di telefonate anonime. Troppo tardi Ernesto ha la sensazione di essersi avventurato in territori dove non era mai stato. Territori che riguardano il passato di Lena, ma anche quello personale dell'editor. Al fondo di questa discesa agli Inferi, una doppia rivelazione, spietata come ogni verità rimossa. Ernesto Aloja non potrà che scriverne, finalmente in prima persona.

Discutere con gli zombie. Le idee economiche mai morte che uccidono la buona politica di Paul R. Krugman (Garzanti)

Paul Krugman affronta con chiarezza i temi centrali del dibattito pubblico dei nostri giorni: il ruolo dell'Unione europea, i rischi della Brexit, le nuove strategie commerciali delle potenze mondiali; e senza mancare di offrire soluzioni originali e commenti taglienti, sfata tutti quei i miti e quelle illusioni dure a morire che, come zombie, continuano ad avanzare divorando il cervello di chi dovrebbe guidare il mondo.
«Il più grande divulgatore di complicate teorie economiche» - Il Foglio
«Questo libro racconta la lotta per la verità, la giustizia e la mentalità antizombie. Non so se sarà mai possibile vincere, ma è sicuramente una causa per cui vale la pena combattere»
Quella del Premio Nobel Paul Krugman è una delle voci più autorevoli al mondo in campo economico: i suoi libri e i suoi editoriali sono tradotti in decine di lingue, e ovunque non mancano di suscitare dibattito, polemiche, discussioni. Ma lo studioso è allo stesso tempo un popolare divulgatore capace di spiegare con semplicità le teorie economiche più complesse, e di svelare cosa si cela dietro le scelte a volte poco comprensibili di governi e multinazionali. In questo suo ultimo, atteso libro, Krugman affronta i temi decisivi al centro del dibattito pubblico dei nostri giorni: il ruolo futuro dell’Unione europea, i rischi della Brexit, le nuove strategie commerciali delle potenze mondiali; e senza mancare di offrire soluzioni originali e commenti taglienti, si scaglia contro i sovranismi e i populismi su entrambe le sponde dell’Atlantico, mette in guardia dalle riforme dell’amministrazione Trump nell’anno delle elezioni presidenziali, e con coraggio sfata tutte quelle convinzioni che le evidenze avrebbero dovuto definitivamente far mettere da parte decenni se non secoli fa, e che invece continuano a sopravvivere come zombie e a divorare il cervello di commentatori, intellettuali e di molti, troppi politici.

Il più grande bestseller di tutti i tempi (con questo titolo). Come difendersi da chi ci inganna con i numeri di Sanne Blauw (Garzanti)

Viviamo immersi in un mondo fatto di numeri, e ne siamo quasi ipnotizzati: ci affidiamo totalmente ad algoritmi basati su big data, e sempre più spesso a prendere le decisioni non sono persone ma modelli matematici. Mentre le parole vengono facilmente criticate, le cifre offrono più credibilità, vengono considerate più obiettive, e così determinano ciò che mangiamo, quanto guadagniamo, per chi votiamo.
«Non tutto ciò che può essere contato conta, e non tutto ciò che conta può essere contato». - Albert Einstein
«Il mio compito è mettere i numeri al loro posto. Non su un piedistallo, non nella spazzatura, ma dove devono stare: accanto alle parole»
I numeri hanno anche un lato nascosto, e in questo libro Sanne Blauw ce lo svela con lucidità e passione: psicologi che camuffano il loro razzismo con le statistiche; magnati del tabacco che interpretano a loro vantaggio i dati sulla salute distruggendo milioni di vite; politici in grado di commissionare sondaggi sempre in loro favore. Per prendere sul serio le cifre, infatti, dobbiamo innanzitutto riconoscere che sono tante le cose che non dicono: il PIL, per esempio, è solo una misura della produzione, non del benessere, e il QI non è niente di più che il punteggio ottenuto in un test, e nulla ha a che fare con la nostra vera intelligenza. Le cifre vengono continuamente gonfiate di convinzioni e pregiudizi fino a renderle ciò che non sono, e l’unico modo che abbiamo per non essere vittime dei numeri e delle loro interpretazioni è imparare a dominarli. Come insegna il titolo di questo libro.

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RECENSIONE: Harry Potter e il prigioniero di Azkaban illustrato da Jim Kay

The Birds They Sang: book trailer

BookTrailer - Tạp chí sức khỏe & đời sống (Thư viện tỉnh Bà Rịa - Vũng T...

"Il fratello tedesco" - Book trailer originale (sottotitoli in italiano)

venerdì 27 marzo 2020

iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks

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I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon

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Lettura di Dmytro Chystiak di una poesia di Laura Garavaglia dal libro "...

Re in fuga. La leggenda di Bobby Fischer di Vittorio Giacopini (Il Saggiatore)

«"Voglio soltanto giocare a scacchi" ha detto una volta "non mi importa nient'altro." Però non esistono desideri facili, ambizioni modeste. Le speranze ingannano e le preghiere esaudite sono merce scaduta. Scosse elettriche di confusione e paura, intermittenze, correnti di ansia: il mondo è troppo complicato e in disordine e allora provi a barricarti nel rifugio di un metodo, ti corazzi dentro un'ossessione. Voglio "solo" giocare a scacchi - pensava - voglio vincere, diventare il migliore. Quei diagrammi in bianco e nero, quelle mosse consuete, quelle poche regole. Il resto non esiste, il resto è un'illusione, uno spreco, un imbroglio. Voleva meno anche quando puntava al massimo. Semplificare, togliere, andare dritto al sodo. L'hanno definito in tanti modi - inaffidabile, istrione, buffonesco, geniale, offensivo, paranoico, cattivo, infantile -, ma in verità è stato soprattutto un maestro della rinuncia o un asceta improbabile. Non chiedeva molto. Ridurre al massimo i contatti col mondo, vivere in una bolla mentale, bastare a se stesso. L'ironia è che quasi tutta la sua vita da adulto è l'eterna smentita di questo programma. Strano paradosso. Ti blindi dentro un'ossessione per evitare gli altri e aggirare la Storia e ti ritrovi proprio al centro della scena, sotto gli occhi di tutti.»

Come in un labirinto di specchi di Silvana Mazzocchi (Iacobelli)

Le due protagoniste del romanzo, Emma e Luisa sono cresciute insieme nella Roma quieta dei quartieri borghesi. Quando esplode il '68 le loro esistenze si separano: Luisa studia, va all'estero, lascia la famiglia d'origine con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale, mentre Emma s'immerge completamente nelle logiche della contestazione. Abbandona l'università e sceglie la politica, quella a rischio dei primi anni Settanta, quando la fine dei gruppi extraparlamentari lascia spazio a un processo che coinvolgerà migliaia di giovani in una nebulosa ambigua e pericolosa, una "zona grigia", terreno di coltura del terrorismo ormai alle porte. Nonostante tutto, però l'amicizia tra le due ragazze rimane a lungo solida, abitano insieme, litigano, si ritrovano... Fino alla separazione definitiva, quando le loro scelte, diverse, cambiano per sempre i loro destini. È Luisa, dopo quarant'anni, a raccontare quel comune passato. Tornata nella casa di campagna dei suoi genitori e, grazie a una lettera di Emma mai ricevuta, guarda con occhi inediti alla loro amicizia e alle illusioni perdute della giovinezza e i ricordi e le emozioni del presente si mischiano alla cronaca del passato narrata in terza persona. Lo sfondo è il magma sociale e politico di quegli anni, popolato da giovani resi ciechi da un'ideologia che porterà a un epilogo dannoso e tragico. Un'amicizia che si ricompone in un enigmatico gioco di specchi la cui soluzione è nella lettera di Emma.

Il fantasma dei fatti di Bruno Arpaia (Guanda)

Come sostiene Sciascia, non sono tanto i fatti quanto «i fantasmi dei fatti» a costituire la vera materia della letteratura.
«Arpaia è uno di quelli che affrontano l’arte e la letteratura con l’unica ambizione di essere coerenti con la vita e con l’epoca che gli è toccato vivere.» - Luis Sepúlveda
«Vi hanno mandato loro?» chiede Tom il Greco ai due sconosciuti che bussano alla porta della sua casa di vacanza in Québec. «Loro» sono gli uomini della Cia, l’Agenzia che Thomas Karamessines, detto il Greco, ha servito per tutta la vita. C’era proprio lui, infatti, a capo della stazione di Roma quando, tra il 1961 e il 1963, con la morte di Mario Tchou, l’attentato a Enrico Mattei, le incriminazioni e le condanne di Felice Ippolito e di Domenico Marotta, l’Italia perdeva di colpo ogni competitività in campo scientifico, politico ed energetico, avviandosi verso il declino attuale. Una semplice coincidenza? O dietro quel punto di svolta così drammatico per il nostro paese si nascondeva la longa manus della Cia e di Tom il Greco? Dopo l’Italia, una lunga carriera avrebbe portato Karamessines a giocare un ruolo anche nei misteri più bui della politica internazionale, dall’assassinio di Kennedy alla cattura di Che Guevara e al golpe in Cile. Ci sono, però, intrighi e segreti di stato che nemmeno gli uomini più scaltri riescono a tenere sotto controllo. Segreti che, in ore estreme, quando quei due sconosciuti bussano alla sua porta, non ha più senso nascondere. A partire da questa figura sfuggente, l’ossessione di un protagonista che ha lo stesso nome dell’autore si trasforma in una lunga indagine, e in un romanzo che intreccia i «fatti» con le zone oscure degli eventi, illuminate dall’immaginazione. Perché, come sostiene Sciascia, non sono tanto i fatti quanto «i fantasmi dei fatti» a costituire la vera materia della letteratura.

Maria Maddalena. Equivoci, storie, rappresentazioni di Adriana Valerio (Il Mulino)

Che ne è oggi della discepola prediletta, della donna autorevole, dell’apostola che ha creduto e seguito Gesù? Un lungo processo di alterazione e di ridimensionamento ci consegna una figura di peccatrice e di pentita, nella quale si fondono bellezza sensuale e mortificazione del corpo. Riflettere sul «caso Maddalena», addentrarsi nelle pieghe della storia e delle arti, significa rimuovere equivoci e manipolazioni, ritrovando, nel cuore del cristianesimo, i ruoli determinanti che le donne aspettano ancora di svolgere pur avendoli avuti fin dalle origini.

In verità di Dario Buzzolan (Mondadori)

Dario Buzzolan scrive un grande romanzo corale, una storia familiare che progressivamente si fa viluppo e mistero, e ci getta nel mezzo di un accadere che ci tocca: scrive di noi, di come non vorremmo essere ma rischiamo di diventare – e forse di come già siamo.
Cernedo, profondo Nord. I Trovato, titolari della Stella, leggendaria azienda di alta orologeria, devono fare i conti con un buco finanziario che li sprofonda in una crisi ingovernabile e porta a galla tensioni familiari irrisolte, nevrosi, segreti. Il capofamiglia Ruggero scompare misteriosamente; il primogenito Pietro si affanna a cercare soluzioni; il più giovane, Nicola, si nutre di ossessioni scientifiche (essere tra i primi a mettere piede su Marte); la madre Lucia ha un corrispondente immateriale con il quale cerca di sottrarsi ai vuoti della propria esistenza. La LiebenKraft Company, multinazionale del lusso, si fa avanti per acquisire la Stella; ma il meccanismo innescato da due dirigenti, Tom e Amelia, avvoltoi professionisti nonché amanti segreti, si rivela meno oliato del previsto, mentre la pugnace giovanissima Cloe, analista finanziaria del gruppo, scopre alcune magagne di bilancio che, se svelate, potrebbero diventare imbarazzanti. Le torbide spire familiari dei Trovato, la compromessa trasparenza della LiebenKraft, la rivolta dei migranti di Cernedo contro Pietro Trovato – il quale in un accesso di rabbia ha malmenato una delle loro bambine – sono tutti chiari sintomi di un malessere di cui soffrono dal primo all'ultimo i personaggi in scena. Ivi compreso HP, calciatore italo-camerunese che avrebbe dovuto essere il grande investimento della multinazionale, e invece si danna in una condotta di vita senza governo. Dove portano tutto questo caos, questa tensione, queste menzogne? Dario Buzzolan scrive un grande romanzo corale, una storia familiare che progressivamente si fa viluppo e mistero, e ci getta nel mezzo di un accadere che ci tocca: scrive di noi, di come non vorremmo essere ma rischiamo di diventare – e forse di come già siamo.

M° Miriam Jaskierowicz Arman : "THE VOICE: REVEALED!" - Booktrailer

SOMEONE LIKE YOU - Karen Kingsbury - Book Trailer

Booktrailer de CHAMP, de Diego Cuéllar

giovedì 26 marzo 2020

iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks

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I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon

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Ippolito Chiarello dedica Felicità di Trilussa per #iostoacasaequestas...

L'arte di Mary (Le Thuy Ai) per #iostoacasaequestaseravileggounapoesia

La riscoperta di un capolavoro ft Luis Sal

Mirella Cenni di Argante Studio legge Renzo Pezzani per #iostoacasaeques...

Booktrailer - Les Enfants perdus de St. Margaret

Il Book Trailer di "Donne da sfogliare. Le vite singolari di due attivis...

Book trailer for 'nineteen'

Miriam Jaskierowicz Arman: "LA VOCE : GIRO VOCAL MOTION ©" - Booktrailer

Olive, ancora lei di Elizabeth Strout (Einaudi)

Olive Kitteridge. Insegnante di matematica in pensione, vedova di Henry, il buon farmacista della cittadina fittizia di Crosby nel Maine, madre di Christopher, podologo a New York, figlio lontano in ogni senso, solo una «vecchia ciabatta» scorbutica per molti in paese; una donna scontrosa, irascibile, sconveniente, fin troppo franca, eppure infallibilmente sintonizzata sui movimenti dell'animo umano e intensamente sensibile alle sorti dei suoi consimili: è questa la creatura straordinaria che abbiamo conosciuto un decennio fa, quando la pubblicazione del volume di storie collegate che porta il suo nome l'ha consacrata a eroina letteraria fra le piú amate di ogni tempo ed è valsa alla sua artefice il Premio Pulitzer per la narrativa. In Olive, ancora lei , Elizabeth Strout riprende il filo da dove l'aveva lasciato e in questo nuovo «romanzo in racconti» ci narra il successivo decennio, l'estrema maturità di Olive, dunque. Ma in questa sua vecchiaia c'è una vita intera. Un nuovo amore, innanzitutto. Jack Kennison è un docente di Harvard ora in pensione, vedovo come Olive. A parte questo i due non hanno granché in comune, eppure la loro relazione ha la forza di chi si aggrappa alla vita, e le passioni che muovono i due amanti – la complicità e il desiderio raccontati in Travaglio , la rivalsa e la gelosia di Pedicure – ne trascendono i molti anni. Trascendere il tempo è però una battaglia che non si può vincere e racconto dopo racconto, anno dopo anno, Olive si trova ad affrontare nuove forme di perdita. Deve fare i conti con la propria maternità fallace in Bambini senza madre , con la decadenza fisica in Cuore , con la solitudine in Poeta . Ma contemporaneamente, e senza rinunciare al suo piglio irridente, leva, quasi a ogni racconto, una specie di quieta, tutta terrena speranza. La vita riserva qui piccoli momenti di rivelazione, istanti di comunione, brevi felicità. Succede, magicamente, in Luce , succede in Amica , dove l'incontro insperato con l'ultima compagna di strada è insieme un'appagante occasione di rincontro per i lettori di Elizabeth Strout.

Tempo variabile di Jenny Offill (NN Editore)

Lizzie fa la bibliotecaria. Le persone si confidano con lei, affidandole piccole parti di loro stesse. Generosa e un po' sperduta, con suo marito Ben condivide attimi fatti di complicità e spazi vuoti; si occupa con amorevole e caotica energia di suo figlio, di un fratello con un problema di dipendenza, di una madre dall'ingombrante religiosità. Un giorno la sua amica Sylvia, esperta di cambiamento climatico, le chiede di rispondere alle mail degli ascoltatori del suo podcast Cascasse il mondo. E Lizzie riceve messaggi allarmati sulla fine dell'umanità, su come sopravvivere a una catastrofe, sul controllo globale, che amplificano le sue preoccupazioni fino a mettere in dubbio ogni certezza, compreso l'amore per Ben. Eppure Lizzie resiste, opponendosi alla deriva dei sentimenti, alla paura per il futuro, con un umorismo asciutto e irresistibile solo a tratti venato di sconforto. Dopo "Sembrava una felicità" e "Le cose che restano", Jenny Offill torna con un romanzo sull'America di oggi, in balìa degli stravolgimenti climatici e dell'arroganza della politica. In frammenti brevi e illuminanti, "Tempo variabile" è un distillato di emozioni che ci avvolge come un'onda tiepida, in cui ci tuffiamo con la gioia e la paura che cresca fino a sommergerci.

Inventario di un cuore in allarme di Lorenzo Marone (Einaudi)

Le confessioni comiche, poetiche, paradossali di un «cuore in allarme». Che prende in giro sé stesso mettendo in scena quello che, da Molière a Woody Allen, è sempre stato il piú irresistibile dei personaggi tragici.
Per un ipocondriaco che vuole smettere di tormentare chi gli sta accanto con le proprie ossessioni, trovare una valvola di sfogo è una questione vitale. Ma come si impara ad affrontare la paura da soli? Forse raccontandosi. È quello che fa Lorenzo Marone, senza timore di mostrarsi vulnerabile, con una voce che all'ansia preferisce lo stupore e il divertimento. Scorrendo l'inventario delle sue fobie ognuno può incontrare un pezzo di sé e partecipare all'affannosa, autoironica ricerca di una via di fuga in discipline e pratiche disparate: dalla medicina alla fisica all'astronomia, dalla psicologia alla religione, dai tarocchi all'astrologia. Alla fine, se esorcizzare del tutto l'angoscia resta un miraggio, possiamo comunque reagire alla fragilità ammettendola. E magari accogliere, con un po' di leggerezza, le imperfezioni che ci rendono unici.

Il sogno cattivo di Francesca D'Aloja (Mondadori)

Penelope Anselmi, la protagonista di questo romanzo all'inizio della storia è a Roma, nel 1978, ha diciassette anni ed è l'unica figlia di una famiglia borghese. Tre traumi, in lancinante sequenza squassano la sua vita e Penelope, per sopravvivere, deve autoescludersi dal mondo. Molti anni dopo, quando la sua esistenza sembra aprirsi grazie all'amore di Edoardo, Penelope torna al più misterioso tra gli eventi che hanno segnato la sua adolescenza, l'unico che sia ancora possibile affrontare: la scomparsa di Margherita, la sua amica del cuore, inghiottita dal gorgo della lotta armata dopo aver chiesto un aiuto che Penelope ha rifiutato di darle. E per Penelope inizia un lungo viaggio tra il passato e il presente, il bene e il male, la fedeltà e il tradimento.

Desiderio di Giorgio Montefoschi (La nave di Teseo)

"Il vero protagonista del libro è il desiderio allo stato puro, irragionevole e cieco, senza età e senza amore. Desiderio tra un uomo e una donna che saranno amanti sempre e comunque, anche nelle vite in cui si reincarneranno. Matteo e Livia sono due personaggi che rimangono nell'anima, con un languore, una scia di dolorosa malinconia, come la Micol di Bassani, come certi amanti di Moravia. Come capita con i classici, che diventano esperienze nella vita del lettore. Livia è un sogno sfuggente che appare e scompare, seduttiva come seduttivo è Matteo nella sua fedeltà assoluta e cieca al desiderio di Livia, per cui è pronto a mettere tutto in discussione, anche la stessa Livia che non è all'altezza della sua passione. Nei tre tempi del romanzo risalta la permanenza del desiderio contro l'impermanenza della vita 'ufficiale': non che quest'ultima sia falsa e l'altra vera. Ma la vita ufficiale cambia e passa, il desiderio, immutato, rimane identico a sé..." (E. S.)

Doggerland di Élisabeth Filhol (Neri Pozza)

Doggerland, la terra che, migliaia di anni fa, univa l’Inghilterra alla Germania e alla Danimarca, è piú di un oggetto di studio per Margaret Hamilton, ricercatrice dell’Università di St Andrews. Territorio immenso, un tempo cosí ricco di flora e fauna da essere stato un habitat ideale per la caccia e la pesca, questa parte d’Europa, travolta circa ottomila anni fa da un gigantesco tsunami, è divenuta una vera e propria ragione di vita per lei. La dedizione con cui, giorno dopo giorno, Margaret ha esumato dal fondo dell’oceano i preziosi frammenti di questa terra sommersa l’ha portata a sacrificare alla ricerca ogni cosa, anche l’amore per Marc Berthelot, ingegnere petrolifero. Entrambi animati dalla medesima passione per il Mare del Nord, non ne hanno fatto lo stesso uso e ciò che avrebbe dovuto avvicinarli li ha allontanati l’uno dall’altra. Ora, però, Margaret si accinge con trepidazione a prendere un volo che da Aberdeen la condurrà a Esbjerg, il grande porto sul Mare del Nord. Nella città danese, in occasione del congresso annuale di archeologia sottomarina, si ritroverà, infatti, dopo vent’anni, di nuovo al cospetto di Marc Berthelot, invitato come lei a tenere una relazione al convegno. Sulle coste di quel mare, tuttavia, e sull’intero Nord Europa è in arrivo Xaver, un catastrofico evento climatico, un uragano che risveglierà i fantasmi di Doggerland e riporterà a galla ricordi e sensazioni da tempo dimenticate.

mercoledì 25 marzo 2020

iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks

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Mirella Cenni di Argante Studio legge Renzo Pezzani per #iostoacasaeques...

Non è mai un errore ... trailer per l'Associazione La Girandola

L'arte enoica di Arianna Greco

Alma Saporito legge Chandra Livia Candiani "Come nasce un pensiero"

FOOT WORK - What Your Shoes Are Doing To The World (Book Trailer)

Book Trailer

Booktrailer - Bande annonce du livre "Kisetsu, les quatre saisons".

Booktrailer del libro "Cuore d'Inchiostro"

BOOKTRAILER "EL EXTRAÑO CASO DEL ASESINO DEL RAVAL"

The Vision Palate - video book trailer - Power Publishers

Un soffio di vita di Clarice Lispector (Adelphi)

Libro postumo, libro testamento – ma anche «intrepido e scherzoso libro di vita», debordante di «frasi sconnesse come in sogno», di «idee allo stato grezzo», formato di «resti della demolizione di un'anima» e di «estasi provvisorie» –, Un soffio di vita mette in scena due personaggi (l'Autore e la sua creazione, o creatura, Ângela) che dialogano affrontando tutti i temi sui quali la Lispector si è incessantemente interrogata: le parole, il tempo, il mondo, la storia, la preghiera, gli esseri viventi e quelli inanimati. Infine: la grazia. La scrittrice non nasconde affatto le sue intenzioni e, perentoria come sempre, esordisce: «Voglio scrivere movimento puro». Quel che si propone, infatti, non è una stesura coerente, una trama qualsivoglia, bensì il definitivo esorcismo dell'indicibile. Quando compone gli ultimi frammenti, le è stata diagnosticata una malattia mortale, e la morte pervade questo testo, che lei stessa confessava essere stato «scritto nella sofferenza». Olga Borelli, l'amica-assistente che per otto anni le è stata vicina, annotando i suoi pensieri e battendo a macchina i suoi manoscritti, ha affermato che Un soffio di vita doveva essere il suo «libro definitivo», scaturito com'è «da uno slancio doloroso che lei non era in grado di trattenere».

L' arte di correre sotto la pioggia di Garth Stein (Piemme)

«Mi chiamo Enzo. Adoro guardare la TV, soprattutto i documentari del National Geographic, e sono ossessionato dai pollici opponibili. Amo il mio nome, lo stesso del grande Ferrari, anche se d'aspetto non gli assomiglio per niente. Però, come lui, adoro le macchine. So tutto: i modelli, le scuderie, i piloti, le stagioni... Me lo ha insegnato Denny. Denny è come un fratello per me. Per sbarcare il lunario lavora in un'autofficina, ma in realtà è un pilota automobilistico, un asso, anche se per ora siamo in pochi a saperlo. Perché lui ha delle responsabilità: deve prendersi cura della sua famiglia e di me, perciò non può dedicarsi interamente alle gare. Eppure è un vero campione, l'unico che sappia correre in modo impeccabile sotto la pioggia. E, credetemi, è davvero difficile guidare quando c'è un tempo da cani: io me ne intendo. Tra noi è stato amore a prima vista. Ne abbiamo passate tante, negli anni che abbiamo trascorso insieme. Ci sono stati l'incontro con Eve, la nascita di Zoë, il processo per il suo affidamento... Ah, ho dimenticato di dirvi una cosa importante: sono il cane di Denny, e questa è la mia storia.»

La casa degli angeli spezzati di Luis Alberto Urrea (Einaudi)

Tacos, pollo fritto e frijoles, birra e tequila, i tavoli sono carichi di roba da bere e da mangiare. I De La Cruz indossano i loro abiti migliori e gli ospiti sono in arrivo. Cosa può andare storto? Tutto il vasto e intricato clan guidato da Miguel Angel de La Cruz, detto Big Angel, è stato invitato a un grande party per il suo compleanno. Peccato che la madre di Big Angel, Mamá América, abbia deciso di morire proprio quella settimana. Cosí, la festa e la veglia, la celebrazione e il commiato finiscono per confondersi. Tra gli ospiti giunti dal barrio e da mezzo paese, c'è anche il fratellastro di Miguel Angel, Little Angel. Figlio di una yankee, troppo messicano per i bianchi e troppo americano per i suoi parenti, è deciso a capire finalmente qual è il suo posto nel mondo.

Il tamburo di latta di Günter Grass (Feltrinelli)

Romanzo epocale, "Il tamburo di latta" compie cinquant'anni e conserva tutta la sua carica provocatoria. In modo umoristico e grottesco, narra la vicenda del protagonista Oskar Matzerath, il tamburino inseparabile dal suo tamburo e con una voce potentissima che manda in frantumi i vetri. Dal manicomio dove è rinchiuso Oskar rievoca la propria storia, indissolubilmente intrecciata alla storia tedesca della prima metà del Novecento. Scorrono così nel fiume del suo racconto immagini memorabili, a partire da fatti leggendari come il concepimento e la nascita della madre sotto le quattro gonne della nonna, passando per la sua venuta al mondo ricca di presagi, fino all'ascesa irresistibile del nazismo e al crollo della Germania. È stato nel giorno del suo terzo compleanno che Oskar, in odio alla famiglia, al padre, alla società ipocrita, ha deciso di non crescere più. Da quell'osservatorio particolare che è la città polacco-tedesca di Danzica e poi da Düsseldorf, grazie alla sua prospettiva anomala di nano, può guardare al mondo degli uomini dal basso e scorgerne così meglio le miserie e gli orrori, mentre la sua deformità si staglia contro la ripugnanza della normalità piccolo-borghese. Con occhi disincantati e spalancati sulla ferocia e violenza del mondo grida una rabbia che non risparmia la viltà e la corruzione di nessuno, neppure le proprie. Di questa pietra miliare della letteratura contemporanea viene ora proposta una nuova traduzione.

Caino di José Saramago (Feltrinelli)

A vent'anni dal "Vangelo secondo Gesù Cristo", José Saramago torna a occuparsi di religione. Se in passato il premio Nobel portoghese ci aveva dato la sua versione del Nuovo Testamento, ora si cimenta con l'Antico. E sceglie il personaggio più negativo, la personificazione biblica del male, colui che uccide suo fratello: Caino. Capovolgendo la prospettiva tradizionale, Saramago ne fa un essere umano né migliore né peggiore degli altri. Il dio che viene fuori dalla narrazione è un dio malvagio, ingiusto e invidioso, che non sa veramente quello che vuole e soprattutto non ama gli uomini. È un dio che rifiuta, apparentemente solo per capriccio e indifferenza l'offerta di Caino, provocando così l'assassinio di Abele. Il destino di Caino è quello di un picaro che viaggia a cavallo di una mula attraverso lo spazio e il tempo, in una landa desolata agli albori dell'umanità. Ora da protagonista, ora da semplice spettatore, questo avventuriero un po' mascalzone attraversa tutti gli episodi più significativi della narrazione biblica: la cacciata dall'Eden, le avventure con l'insaziabile Lilith, il sacrificio di Isacco, la costruzione della Torre di Babele, la distruzione di Sodoma, l'episodio del vitello d'oro, le prove inflitte a Giobbe, e infine la vicenda dell'arca di Noè. Riscrittura ironica e personale della Bibbia, invenzione letteraria di uno scrittore nel pieno della maturità, compone un'allegoria che mette in scena l'assurdo di un dio che appare più crudele del peggiore degli uomini.

martedì 24 marzo 2020

Disruptive approach - un modo innovativo per vivere il cambiamento sul ...

Bruno Di Pietro legge La vigna vecchia di Leonardo Sinisgalli #iostoacas...

Le cicogne sono immortali di Alain Mabanckou ( 66th and 2nd)

Le cicogne sono immortali è il romanzo più politico di Mabanckou, quello in cui l’universo famigliare si allarga rapidamente fino a diventare un affresco del colonialismo, della decolonizzazione e dei vicoli ciechi del continente africano, di cui il Congo è una potente e dolorosa metafora.
«Michael racconta con leggerezza le sorti una famiglia africana nel momento in cui si scontra con la grande Storia. Un testo autobiografico e un romanzo storico allo stesso tempo» - La Lettura
Continuazione ideale di Domani avrò vent’anni, Le cicogne sono immortali ci riporta nella Pointe-Noire di fine anni Settanta, in tre giorni cruciali nella storia del Congo-Brazzaville. Ritroviamo Michel, il piccolo sognatore, oggi un ragazzino di tredici anni con la testa sempre tra le nuvole; papà Roger, attaccato ventiquattro ore su ventiquattro alla radio per ascoltare le ultime notizie dal mondo; mamma Pauline, la venditrice di caschi di banane, forte, impavida; insieme a una spassosa carrellata di personaggi. Non mancano i cinema Rex e Duo, che trasmettono sempre i soliti film, il quartiere Trois-Cent, quello delle prostitute, e tutti i luoghi cari alla memoria di Mabanckou e dei suoi lettori. I tre giorni in cui si svolge la vicenda sono appunto giornate cruciali: il presidente Marien Ngouabi, capo della rivoluzione socialista congolese, è appena stato assassinato e la gente segue con apprensione l’evolversi degli eventi. Tre giorni che cambieranno la vita del protagonista. Ed è proprio attraverso le parole piene di ingenuità di Michel che Mabanckou torna a raccontare, con il consueto umorismo e il gusto per il grottesco, il proprio paese, con tutte le sue contraddizioni ma anche la sua bellezza nostalgica.

Inferno verde di Gert Nygårdshaug (SEM)

Con questo eco-thriller acclamato in tutto il mondo Gert Nygårdshaug combina magistralmente capacità narrativa e immaginazione, in un dramma ad alta tensione che affronta i temi di ambientalismo e imperialismo. Il lettore, trascinato in un turbine di violenza, non può far altro che schierarsi con questi eco-terroristi ricercati su tutto il pianeta.
«È considerato il Camilleri norvegese per quanto è letto e amato nel suo paese, ma Gert Nygardshaug non scrive gialli classici, il suo personaggio lotta contro deforestazione e sfruttamento» - La Repubblica
«L’impegno politico di Gert Nygardshaug trova qui la sua forma letteraria più riuscita. Il percorso seguito da Mino, il protagonista, sembra un’educazione alla lotta armata. Inferno verde, accolto con successo ovunque, risulta più che mai attuale con i suoi temi di globalizzazione, ecoterrorismo e lotta ecologista» - BiFrost
«Nygardshaug regala alla prima parte del suo romanzo il fascino di una favola, preferendo il sogno al crudo realismo. La seconda parte invece risulta potente e di attualità politica. È un grido di vendetta della Terra contro le azioni spregiudicate dell’uomo» - Transfuge
«Nygardshaug accende i riflettori su un problema globale, ponendo le basi per una riflessione fondamentale sull’utilizzo delle risorse naturali, attraverso una storia che ha elementi fantastici oltre alla presenza di temi crudi come sfruttamento, omicidi e vendetta» - Le Temps
«Ho vissuto per mesi con gli indios dell’Amazzonia. La violenza ai danni della foresta pluviale e dei suoi abitanti è inimmaginabile. La realtà è molto peggiore di quanto possa raccontare qualsiasi romanzo. E nessuno riesce a comprenderne le conseguenze»
Mino Portoguesa ha dieci anni ed è nato in un villaggio nella foresta pluviale sudamericana. Ama gli animali, i profumi, i suoni e vive semplicemente con la famiglia nel suo paradiso naturale. Per guadagnarsi da vivere caccia delle rare e splendide farfalle che suo padre fissa con gli spilli e vende in città. La loro piccola e pacifica comunità viene disturbata dall’arrivo di una delle maggiori compagnie petrolifere, interessata a sfruttare la foresta amazzonica. Un giorno, tornando dalla sua battuta di caccia quotidiana, Mino trova la famiglia e tutti gli abitanti del villaggio massacrati. Fugge da solo nelle parti più nascoste della foresta, senza mangiare per giorni. Isidoro, un mago itinerante, lo trova e lo adotta; sceglie Mino come apprendista. Insieme preparano uno spettacolo strabiliante che portano per anni nei piccoli villaggi del Sud America. Mino, tempo dopo, diventa uno studente di biologia ed eco-filosofia. All'università trova degli alleati e insieme creano il movimento Mariposa, che mira a dirigere l'attenzione del mondo sulla distruzione della natura causata da compagnie internazionali. I componenti del gruppo segreto cominciano ad assassinare i leader delle aziende responsabili di crimini contro l'ambiente e il sistematico impoverimento del sud del mondo.

Delitto Neruda. Il poeta premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet di Roberto Ippolito (Chiarelettere)

Il libro è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.
“Chi uccide un poeta uccide la libertà. Roberto Ippolito firma un’inchiesta stringente e appassionante sulla misteriosa morte di Pablo Neruda.” - Giancarlo De Cataldo
“Ippolito raccoglie i fatti e li processa, li ricompone, li inchioda. Sembra di essere davanti a una fedele applicazione del principio pasoliniano del sapere fondato sulla ricerca intellettuale. Solo che qui ci sono anche le prove.” - Diego De Silva
Cile, 11 settembre 1973, l’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, la fine di un sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è considerata sovversiva. A dodici giorni dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clínica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico, ufficialmente per un cancro alla prostata. Ma la cartella clinica è scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente falso. Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, l’autore si è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e online, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.

Una segreta complicità. Lettere 1933-1983 di Emil M. Cioran e Mircea Eliade (Adelphi)

«Benché io provi per te un’infinita e non smentita simpatia, a volte sento il desiderio di attaccarti, senza argomenti, senza prove e senza idee. Ogniqualvolta ho avuto l’occasione di scrivere qualcosa contro di te, il mio affetto è aumentato» - E. Cioran a Mircea Eliade
Nella fotografia riprodotta sulla copertina di questo libro, che ritrae Mircea Eliade e Cioran insieme a Parigi, negli anni Settanta, colpisce il contrasto tra le due fisionomie. Un contrasto che sembra rispecchiare la distanza che umanamente e intellettualmente separava i due grandi romeni: il fecondo e ammirato studioso, in grado di maneggiare con scioltezza le concezioni religiose di tutte le culture; e il sulfureo flâneur del pensiero, l’antiaccademico ancorato a poche e lancinanti ossessioni. Da subito, del resto, non erano mancati gli scontri visto che, all’inizio degli anni Trenta, Eliade aveva attaccato Cioran per via della sua tanatologia, che gli faceva prediligere le tenebre e la negazione alla luce e alla creazione; e Cioran, da parte sua, aveva demolito Eliade in un articolo che sin dal titolo aveva tutto il sapore di una sentenza inappellabile: L’uomo senza destino. Ma, dietro le divergenze, si celava anche un’intesa, una complicità che alimentò una fervida, inossidabile amicizia, come testimonia questo volume in cui sono raccolte le lettere che i due si scrissero nell’arco di un cinquantennio, scambiando riflessioni, pareri letterari, impressioni di viaggio, osservazioni politiche, ricordi. Lettere a volte accese da vampate di humour, non senza contraddizioni e paradossi – ma sempre contrassegnate da quella sincerità che spingeva Cioran a confessare: «Benché io provi per te un’infinita e non smentita simpatia, a volte sento il desiderio di attaccarti, senza argomenti, senza prove e senza idee. Ogniqualvolta ho avuto l’occasione di scrivere qualcosa contro di te, il mio affetto è aumentato ».

Andrew Minto: " Liturgy and Scripture " - Booktrailer

Conflict over the Conflict | Book Trailer | University of Toronto Press

Turismo in quarantena. Il Booktrailer del saggio di Raffaele Rio

Loris Palmieri - Saat Baar - una vita, sette morti - paper trailer

lunedì 23 marzo 2020

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno per Amazon

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Camminando fra i boschi e l'acqua. Da Hoek van Holland al Corno d'Oro sulle tracce di Patrick Leigh Fermar di Nick Hunt (

Nel dicembre del 1933 il diciottenne Patrick Leigh Fermor partì alla ventura con un paio di scarponi chiodati per attraversare l'Europa «come un vagabondo, un pellegrino o un chierico vagante», a piedi da Hoek van Holland a Istanbul. Quando, anni dopo, il diciottenne Nick Hunt scopre i libri di Patrick Leigh Fermor, non può fare a meno di identificarsi con quel coraggioso giovanotto partito alla ricerca del suo posto nel mondo. Già allora Hunt sente, con assoluta certezza, che un giorno seguirà i passi di Fermor, ripercorrendo lo stesso itinerario attraverso Olanda, Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria e Turchia, per scoprire quanto di selvaggio sia rimasto in quelle terre. Del resto, quale modo migliore di conoscere l'Europa dell'esporsi completamente a essa, cosciente di ogni goccia di pioggia, di ogni sasso sotto i piedi? Come comprendere meglio i processi di perdita e cambiamento, se non viaggiando all'ombra delle parole di Patrick Leigh Fermor? E soprattutto, quale miglior sistema per vivere una buona, vecchia avventura? In un'epoca di informazione globale, Hunt evita deliberatamente di fare ricerche sui luoghi che intende attraversare, portando con sé solo i libri di Fermor, con le loro informazioni superate da ottant'anni. Con quell'unica testimonianza a fare da sfondo, attraverso i boschi e l'acqua, il vento e la pioggia, i campi, le foreste, le città, i sobborghi, le montagne e le autostrade, Hunt verificherà di persona quanto resta dell'ospitalità, della cortesia verso gli stranieri, della libertà, della vita selvaggia, dell'avventura, del mistero, dell'ignoto, delle correnti più profonde del mito e della storia che scorrono ancora sotto la superficie dell'Europa.

Aria di novità di Carmen Korn (Fazi)

Dopo Figlie di una nuova era ed È tempo di ricominciare, la trilogia di Carmen Korn trova in questo volume la sua commovente conclusione.
«L’hanno definita la Elena Ferrante della Germania, e non hanno avuto tutti i torti» - Romana Petri, «Io Donna»
«La saga della Korn sa immergerci nella Germania del secolo scorso coi suoi traumi oscuri e le sue zone rimosse…» - Leonetta Bentivoglio, «Robinson – la Repubblica»
«La scrittura di Carmen Korn è fluida, leggera, ma anche attenta a quei particolari che riescono con efficacia a trasmettere il giusto livello di commozione». - Luigi Forte, «TTL – La Stampa»
È il 1970 e Henny, che ha «l’età del secolo» ed è concentrata sui preparativi per il suo settantesimo compleanno, chiede divertita all’amica di sempre: «Hai mai tradito tuo marito?». Guardarsi allo specchio è più difficile, ma dentro si sente ancora una ragazzina; perché cos’è il tempo, in fin dei conti? A festeggiare con lei, insieme alle immancabili amiche, al marito e ai figli, ci sarà una nuova generazione appena entrata nell’età adulta: Katja, una fotografa che decide di mettere in secondo piano la sua vita per documentare con le immagini quel che accade nei focolai di guerra sparsi per il mondo; Florentine, modella di fama internazionale tornata a sorpresa ad Amburgo con una notizia che lascerà parenti e amici a bocca aperta; e poi Ruth, giornalista e militante, che fatica a liberarsi dalla travagliata relazione con un uomo violento pericolosamente vicino alle frange più estreme. Fra le tre giovani donne si ricrea lo stretto sodalizio che ha unito le loro madri e nonne e, con grande felicità di Henny, la generazione successiva alla sua porta avanti la tradizione: condivide felicità e sfortune, i momenti insignificanti e quelli importanti. A fare da sfondo, le grandi vicende politiche e sociali degli anni Settanta e Ottanta: la Germania divisa, la guerra in Vietnam, il terrorismo, l’immigrazione; e poi gli scandali della Casa Bianca visti dall’Europa, lo scioglimento del blocco orientale e infine l’evento risolutore per eccellenza: il crollo del Muro nel 1989. Ma prima che la storia intervenga ad abbattere questa barriera, chiudendo un’epoca e aprendone una nuova, le vite delle protagoniste subiranno diversi scossoni.

Prima di noi di Giorgio Fontana (Sellerio Editore Palermo)

Il romanzo più importante e ambizioso di Giorgio Fontana, vincitore del Premio Campiello 2014. La povertà e il riscatto, la fede e la politica, l’urlo della rabbia e il silenzio delle parole. Una saga del Novecento, raccontata con la sensibilità del XXI secolo.
«Questo romanzo è un proiettile che entra nel Novecento italiano, passa la storia da parte a parte e fuoriesce dal presente, trasformando il lettore, dopo essergli entrato nella testa quanto nel cuore» - Claudia Durastanti
«Si parla tanto del Grande Romanzo Americano. E quello italiano? Un grande romanzo italiano l’ha scritto Giorgio Fontana. Eccolo. C’è la forza del passato, l’avventura, ci sono gli amori che siamo stati: è il libro di questa nostra vita. Leggerlo è sapere chi siamo oggi» - Marco Missiroli
Una famiglia del Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di un altro. La metamorfosi continua della specie, che nasce contadina, diventa proletaria e poi borghese, e poi chissà. L’esodo e la deriva, dalla montagna alla pianura, dal borgo alla periferia, dalla provincia alla metropoli. Il tempo che scorre, il passato che impasta il destino, la nebbia che sale dal futuro; in mezzo un presente che sembra durare per sempre, l’unico orizzonte visibile, teatro delle possibilità e gabbia dei desideri. È questo il paesaggio in cui vivono e muoiono i Sartori da quando il primo di loro fugge dall’esercito dopo la ritirata di Caporetto e incontra una ragazza in un casale di campagna. Fino ai giorni nostri, quelli di una giovane donna che visita la tomba del suo bisnonno. Quattro generazioni, dal 1917 al 2012, dal Friuli rurale alla Milano contemporanea, dalle guerre mondiali alla ricostruzione alla globalizzazione, dal lavoro nei campi alle scrivanie delle multinazionali. È circa un secolo, che mai diventa breve: per i Sartori contiene tutto, la colpa, la vergogna, la rabbia, la frenesia, la stasi. Sempre la lotta e quasi mai la calma, o la sensazione definitiva della felicità. Ma i Sartori non ne hanno bisogno, e forse non ci credono neppure nella felicità. Perché se ogni posto nel mondo è una merda, è meglio imparare a vivere, e stare lì dove la vita ci manda.
Romanzo storico e corale, vasto ritratto narrativo del Novecento italiano, forse il primo di uno scrittore sotto i quarant’anni, il racconto dei Sartori affronta il fardello di un’eredità che sembra andata in malora. Se gli errori e le sfortune dei padri ricadono sui figli, come liberarsene? Esiste una forza originaria capace di condannare una stirpe alla solitudine? La risposta a queste domande è nella voce di un secolo nuovo, e nello sguardo di chi si accinge a viverlo.

Mangiaterra di Dolores Reyes (Solferino)

Lei può nutrire un’attesa, lei può annunciare una morte. La abita una voce viscerale che nasce dal suolo e dai suoi segreti, dal sangue e dalla violenza, ma ha in sé la determinazione e la selvaggia fierezza di un’eroina tragica.
«L’hanno picchiata. Vedo le botte, anche se non le sento. La furia dei pugni che sprofondano come pozzi nella carne. Vedo papà, le sue mani uguali alle mie, braccia forti per quel pugno che si è agganciato al tuo cuore e alla tua carne con la forza di un amo. E qualcosa, come un fiume, che inizia ad andarsene.»
È una ragazzina, Mangiaterra, quando scopre il suo potere misterioso: le basta inghiottire un pugno di terra perché la verità sulle persone disperse e su quelle che, ormai, popolano l’aldilà le si dipinga nella mente e le sconvolga l’anima. Il suo corpo si contrae, nel disgusto e nella repulsione per se stessa, ma il suo sguardo penetra la notte che circonda gli scomparsi, legge i segni nascosti nelle visioni, vibra delle storie terribili che la terra nasconde. Le sue apparizioni la condannano al sospetto dei vicini, al disagio con i coetanei, ma la notizia del suo dono si spande per i sobborghi di una Buenos Aires dove le vie non hanno nome e le case muoiono ingoiate dalla passiflora. Qui donne e bambini spariscono ogni giorno, in un silenzio disperato e inviolabile, mentre il giardino della piccola veggente si popola di bottiglie piene di terra: messaggi di un altro mondo cui solo lei ha accesso. Lei può nutrire un’attesa, lei può annunciare una morte. La abita una voce viscerale che nasce dal suolo e dai suoi segreti, dal sangue e dalla violenza, ma ha in sé la determinazione e la selvaggia fierezza di un’eroina tragica: trovare la strada, misteriosa e allucinata, verso una possibile giustizia.

Il fiume della vita. Una storia interiore di Eugenio Borgna (Feltrinelli)

L'autobiografia intellettuale del grande psichiatra, un racconto straordinario che mostra l'intreccio struggente tra la vita e il pensiero.
“A tredici anni una prima svolta nella mia vita: dopo l’8 settembre 1943, mio padre entrava nella Resistenza"
In questo libro Eugenio Borgna ricostruisce la propria storia, in un grande racconto dell'esperienza vissuta della psichiatria, vera protagonista di quest'opera, che rivolge il proprio sguardo all'interiorità di chi cura e a quella di chi è curato, l'una intrecciata all'altra in un dialogo infinito. Emergono ricordi nitidi dell'infanzia e dell'adolescenza: il ritorno alla grande casa paterna devastata dai tedeschi durante l'occupazione, la prima lettura di Thomas Mann e le poesie di Leopardi, il fascino della letteratura tedesca durante gli anni del liceo dai salesiani. La scoperta della neurologia a Milano, il lavoro al manicomio femminile di Novara. Poi la legge Basaglia cambia tutto e Borgna diviene il primario di psichiatria all'Ospedale Maggiore di Novara. Via via si spalanca davanti agli occhi dello studioso la vastità arcana e insondabile di esperienze umane di tristezza e angoscia, di attese e di speranze infrante, di ricerca di un infinito mai raggiungibile. La psichiatria diventa uno sguardo sulla vita delle emozioni e delle passioni, sulla fenomenologia del mondo sociale. E il racconto di una vita si rivela una narrazione che mostra l'intreccio tra l'esperienza quotidiana e il pensiero, tra le vicende vissute e le idee.