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lunedì 29 febbraio 2016

Booktrailer -BEAUTY AND THE CYBORG-

Dietro le Stagioni di Francesco Aprile edito da iQdB edizioni di Stefano Donno (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)























Dietro le Stagioni di Francesco Aprile rappresenta la prima uscita editoriale della nuova casa editrice iQdB edizioni  di Stefano Donno (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno).  Il progetto nasce con il placet morale de  “I Quaderni del Bardo”  il marchio editoriale portato avanti ad oggi da Maurizio Leo (1959, poeta, e grande operatore culturale ) e che gestisce ormai da più di vent’anni anche  “Il Bardo”, (direttore responsabile Antonio Tarsi), una rivista dedicata alla cultura tout court, alle tradizioni storico monumentali del Salento, alla poesia. “Dietro le stagioni rappresenta la costante di Fidia del paradigma mediterraneo, Aprile ha subito il rapporto delle due essenze disuguali della natura e ne ricava una proporzione media ed estrema, per trasformare il patire in agire poetico” Cristiano Caggiula
“Altre tavole fanno le parole, altre pietre // altro rumore, altre parole segnano le mani // la contrada bianca è fumosa di spuma // e chiancato giallo di polvere, dove seguitano // ancora discorsi dismessi, occulti, e persiane // chiuse, sotto i cappotti agita magra resistenza // di carne, di vita. Fiocchi rari di neve, come //pietre preziose si staccano dal ciondolo della //luna, la notte ha occhi bianchi gialli brillanti //accesi, vivi, fra la criniera di un nido e la calca // di un prato. Mille bocche di leone i capelli // gialli sulla tua testa, ma altre accecate mattine // si sfregiano sul mare. Il vento fa i versi dell'amore. // Dopo le rondini, volano alte le nuvole. Ma altre // sono le ragioni e il destino è una lacrima di pizzo //sventolata come freccia di campo nella libertà //del vento.”


Francesco Aprile, poeta, poeta verbo-visivo, critico, nel 2010 ha aderito al movimento letterario New Page, fondato da Francesco S. Dòdaro. Ha fondato il gruppo di ricerca Contrabbando Poetico (2011) e la rivista di critica e linguaggi sperimentali www.utsanga.it   (2014, con Cristiano Caggiula). Nell’ambito dei linguaggi di ricerca sue opere sono archiviate presso istituzioni come il Poetry Library (Londra) e collezioni private, Imago Mundi (Fondazione Benetton). È presente nel volume An Anthology of Asemic Handwriting (2013), e in riviste quali Letteratura e Società, Revista Laboratorio (Universidad Diego Portales, Cile), Infinity’s Kitchen (USA),La Clessidra, Il foglio clandestino, S/V Revue (Lione), Rivista di studi italiani (Toronto).

 iQdB edizioni di Stefano Donno  (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74
73107 Sannicola (LE)
Redazione - Mauro Marino
Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo

sabato 27 febbraio 2016

Fantasmi a Cagliari - Profumo di zolfo

martedì 23 febbraio 2016

Tarantulae – La notte della Taranta di Maurizio Nocera (iQdB Edizioni di Stefano Donno) alla libreria Palmieri di Lecce






















Tarantulae – La notte della Taranta di Maurizio Nocera (iQdB Edizioni di Stefano Donno) sarà presentato presso la Libreria Palmieri in via Salvatore Trinchese n. 62  giovedì 25 febbraio 2016.  Start h. 18,30 . Presenteranno l’autore la giornalista Carla Petrachi e lo scrittore Raffaele Gorgoni

È da molto tempo che Maurizio Nocera si dedica alla ricerca sul Tarantismo (ne troverete testimonianza nella ricca bibliografia che chiude questo pamphlet), un modo per stare con i piedi, con le mani e con il pensiero nella Terra, con la sua Terra e con tutto il carico simbolico e magico che concima e cresce la particolarità salentina. In questo poema – “scritto a Badisco, forse in una notte d’agosto del 2015, davanti al mare che parlava alla luna”, Maurizio Nocera rende omaggio, a tre grandi personalità: il danzatore Giorgio Di Lecce, il tamburellista Uccio Aloisi, lo studioso Sergio Torsello. Loro, con la complessità del tarantismo, a vario titolo, hanno avuto a che fare, segnando la storia di questo fenomeno nella contemporaneità. Poi, “La Notte della Taranta”, la catarsi collettiva, il fascino e il richiamo di  una forma antica e il suo resistere al e nel Tempo. Il sibilare e il battere delle pelli dei tamburelli muove ancora il cercare… Non c’è quiete, tutto si fa ritmo, musica; quella anima del Salento, essenza del “sentire”, prima arte, sua intima poesia. La Notte di Melpignano di questo “sentire” è manifesto e laboratorio. C'è una Taranta, un “morso” necessario, quello che il tempo provoca con le sue storture: il brutto che invade, la precarietà, il disagio, la guerra sempre presente nelle cronache del Mondo. Un “morso” che chiama alla presenza. La musica di questo deve farsi carico. La catarsi della festa non è evasione, distrazione, dimenticanza, pausa. Nell'incanto della trance è sempre necessario trovare l'energia della consapevolezza. “Bellu l'amore e ci lu sape fare” canta la pizzicarella: un amore largo, vasto per quanta è vasta la terra. Accoglierla per intero significa portarla alla sua essenza di natura, d'Amore, appunto. Abbraccio che si oppone, resiste e tenta di trovare soluzioni, il passo possibile, la necessaria armonia. (Mauro Marino)


Maurizio Nocera è nato a Tuglie, nel Salento, nel 1947. Numerosissime le sue pubblicazioni e le iniziative editoriali che lo vedono coinvolto. E’ socio ordinario della Storia Patria per la Puglia dal 1980.


iQdB edizioni di Stefano Donno  (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)


Redazione - Mauro Marino

Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo

lunedì 22 febbraio 2016

Una morte sola non basta di Daniela Alibrandi



L’affresco di vent’anni di storia sociale e culturale d’Italia, raccontato attraverso la lente di un grande e coinvolgente romanzo (neo)realistico. Nelle librerie dal 17 marzo 2016

Esce per Del Vecchio Editore, Una morte sola non basta di Daniela Alibrandi. E’ la storia commovente e avvincente di una relazione profonda e complessa che porta i segni della violenza e delle fragilità di un’epoca. E’ il racconto del passaggio all’età adulta di due giovani – prima bambine e poi adolescenti – le cui storie nascono si sviluppano e si concludono intrecciandosi con le vicende di un’intera generazione e la Storia di una nazione in fermento, colta nella transizione dalla semplicità degli anni Cinquanta al folgorante e ottimistico sviluppo del boom economico degli anni Sessanta, fino alle contraddizioni, ai contrasti e alle ipocrisie degli anni Settanta. Ilaria e Michela condividono molte cose. Sono nate nella Roma degli anni Cinquanta e hanno affrontato entrambe la violenza di genere e non di chi avrebbe invece dovuto proteggere la loro infanzia. Si incontrano già adolescenti: hanno ormai lasciato alle spalle i sogni del “miracolo italiano” e, anche in conseguenza di ciò che hanno subìto, cominciano a collezionare errori e profonde delusioni. Nel coinvolgente rapporto che si instaura, nascerà il tentativo di un reciproco riscatto che le porterà a un epilogo totalmente imprevedibile. 


L’autrice: nata a Roma, ha vissuto tra l’Italia e gli Stati Uniti. Si è occupata di relazioni internazionali e di scambi culturali con l’estero, nell’ambito dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa.  Ha vinto numerosi premi letterari nazionali, tra questi Il Volo di Pègaso, La Città e Il Mare, il Memorial Miriam Sermoneta e Mani in Volo. E’ rientrata, inoltre, tra i finalisti del concorso nazionale La Memoria. Tra i suoi romanzi, in catalogo presso la Italian & European Bookshop di Londra, Nessun Segno sulla Neve, tradotto anche in inglese, è vincitore del premio letterario nazionale Circe 2013. Nel 2012 ha pubblicato Il Bimbo di Rachele e Un’Ombra sul Fiume Merrimack. Quest’ultimo, anch’esso tradotto in inglese, è tra i vincitori del Premio Letterario Internazionale Novel Writing Month. Nel 2014 è uscito La Fontana delle Rane che ha vinto la seconda edizione del premio letterario nazionale Perseide. E’ stata insignita di numerosi riconoscimenti anche per i suoi racconti, pubblicati in diverse antologie e su diverse riviste e ora raccolti nella pubblicazione I Doni della Mente, disponibile nell’edizione inglese Echoes Of The Soul. Con Una morte sola non basta è al suo quinto romanzo. 


I siti internet dell’autrice:



Pagine: 350 - euro 16 - ISBN 9788861 101593

Del Vecchio Editore via dei Giardini, 2  - 00062 Bracciano (RM) www.delvecchioeditore.com

giovedì 18 febbraio 2016

Disamine e altre variazioni con Francesco Aprile, Ninfa Giannuzzi, Egidio Marullo all’Arci Eutopia di Galatina

























Disamine e altre variazioni con Francesco Aprile, Ninfa Giannuzzi, Egidio Marullo è il titolo della serata del 19 febbraio 2016 presso l’Arci Eutopia, a Galatina  in Corte S. Stefano 4  a partire  dalle ore 20:30. Un dialogo fra segni di diversa estrazione a partire dalla raccolta poetica Dietro le stagioni (iQdB Edizioni di Stefano Donno, 2015) di Francesco Aprile, che sarà oggetto del  reading, e dal ciclo pittorico Canti alla macchia di Egidio Marullo che accompagnerà l’azione di Francesco Aprile, Ninfa Giannuzzi, Egidio Marullo. La raccolta poetica Dietro le stagioni e il ciclo pittorico Canti alla macchia nascono fra dicembre 2014 e gennaio 2015, da una serie di discussioni e indagini critiche svolte da Francesco Aprile ed Egidio Marullo attorno all’opera del pittore Edoardo De Candia e la componente mediterranea che ne attraversa il segno. Il risultato è traducibile nelle linee di ricerca che i due autori, in maniera autonoma, hanno poi condotto sulle loro opere, cercando di tradurre le ricerche svolte in un codice linguistico mediterraneo, alveo di disamine contemporanee e altre variazioni, nucleo di una contemporaneità in dialogo eppure conflittuale, centro di domande che sedimentano l’ora. Dietro le Stagioni di Francesco Aprile rappresenta la prima uscita editoriale della nuova casa editrice iQdB edizioni  di Stefano Donno (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno).  Il progetto nasce con il placet morale de  “I Quaderni del Bardo”  il marchio editoriale portato avanti ad oggi da Maurizio Leo (1959, poeta, e grande operatore culturale ) e che gestisce ormai da più di vent’anni anche  “Il Bardo”, (direttore responsabile Antonio Tarsi), una rivista dedicata alla cultura tout court, alle tradizioni storico monumentali del Salento, alla poesia. “Dietro le stagioni rappresenta la costante di Fidia del paradigma mediterraneo, Aprile ha subito il rapporto delle due essenze disuguali della natura e ne ricava una proporzione media ed estrema, per trasformare il patire in agire poetico” Cristiano Caggiula
“Altre tavole fanno le parole, altre pietre // altro rumore, altre parole segnano le mani // la contrada bianca è fumosa di spuma // e chiancato giallo di polvere, dove seguitano // ancora discorsi dismessi, occulti, e persiane // chiuse, sotto i cappotti agita magra resistenza // di carne, di vita. Fiocchi rari di neve, come //pietre preziose si staccano dal ciondolo della //luna, la notte ha occhi bianchi gialli brillanti //accesi, vivi, fra la criniera di un nido e la calca // di un prato. Mille bocche di leone i capelli // gialli sulla tua testa, ma altre accecate mattine // si sfregiano sul mare. Il vento fa i versi dell'amore. // Dopo le rondini, volano alte le nuvole. Ma altre // sono le ragioni e il destino è una lacrima di pizzo //sventolata come freccia di campo nella libertà //del vento.”

Francesco Aprile, poeta, poeta verbo-visivo, critico, nel 2010 ha aderito al movimento letterario New Page, fondato da Francesco S. Dòdaro. Ha fondato il gruppo di ricerca Contrabbando Poetico (2011) e la rivista di critica e linguaggi sperimentali www.utsanga.it   (2014, con Cristiano Caggiula). Nell’ambito dei linguaggi di ricerca sue opere sono archiviate presso istituzioni come il Poetry Library (Londra) e collezioni private, Imago Mundi (Fondazione Benetton). È presente nel volume An Anthology of Asemic Handwriting (2013), e in riviste quali Letteratura e Società, Revista Laboratorio (Universidad Diego Portales, Cile), Infinity’s Kitchen (USA),La Clessidra, Il foglio clandestino, S/V Revue (Lione), Rivista di studi italiani (Toronto).

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XERION - La Leggenda del Cavaliere senza Croce (Booktrailer)

sabato 13 febbraio 2016

Il poeta Maurizio Leo e il suo nuovo lavoro per iQdB Edizioni alla Libreria Palmieri di Lecce



















Ho dimenticato il cappotto di pannonero vecchio alla fermata del pesce di Maurizio Leo (iQdB edizioni di Stefano Donno) verrà presentato dallo scrittore e poeta Maurizio Nocera lunedì 15 febbraio 2016 ore 18,30 presso la Libreria Palmieri di Lecce in via S. Trinchese 62
“Ho dimenticato il cappotto di pannonero vecchio alla fermata del pesce, ovvero dell'andamento discendente del verso nello sconfinamento nel nulla. È la tensione del vuoto come campo esperienziale che si rivela nella pratica di queste poesie di Maurizio Leo. Alla luce di un discorso antologico che ospita opere, che spaziano dalla poesia alla critica, dalla prosa poetica alla modulazione cronachistica, raccolte fra il settembre del 1991 e il maggio del 2015 sulla rivista Il Bardo, fondata dallo stesso Leo, occorre considerare come l’incasellamento delle parole produca e/o risponda ad un effetto di vuoto che permette l’allestimento della parola sulla pagina. Dare corpo e forma a questo vuoto, da una parte, lasciare che le parole ci sprofondino, dall’altra, è la condizione liminale di una poesia che passando dall’esperienza della Beat Generation americana percorre in lungo e in largo certe istanze, a questa sempre legate, tipiche del pensiero orientale – che va ad interessare appunto l’intelaiatura della parola – fino a modulazioni di matrice surrealista e, ancora, germinate in progress dalla poesia francese in un senso più ampio e nei cui territori l’autore sembra muoversi con disinvoltura. Maurizio Leo raccoglie a piene mani gli stimoli dei poeti Beat, dalle istanze culturali e quelle ritmiche, dalle geografie spazio-temporali a quelle esistenziali. L’incedere jazzistico della parola poetica, il ritmo incalzante del verso, una poetica fluidificata nell’automatismo del pensiero (di chiara discendenza surrealista, con riferimento puntuale a Breton) che aggira il blocco diurno della ragione e sposta l’asse dell’azione poetica su di un piano liminale, poi precoscienziale, che pare strizzare l’occhio agli strumenti offerti dal Kerouac teorico nei Fondamenti della prosa spontanea (1957). L’attenzione verso la sonorità della parola poetica affonda le proprie radici, in modo ampio e organico, nella letteratura francese. È secondo un percorso che dal “gergo nuovo” del Kerouac de I Sotterranei arriva dritto al verso asintattico surrealista, spostando e ampliando il raggio d’azione dalla letteratura americana alla tradizione francese. Delle successioni sillabiche, sconnesse, modulate nelle esperienze fonetiche del movimento Dada e poi ne I Sotterranei di Kerouac, Maurizio Leo conserva l’attenzione per la sonorità della parola letta fin nelle sue sillabe, senza sconfinare nel nonsense estremo, mantenendo viva e integra la parola. Questa è giocata nel verso come fosse un’isola, una costellazione di mondi che in diverse prove deriva dall’assenza di una consecutio logica volta a determinare una apertura di immagini eteroclite e plurivoche.” (dall’introduzione di Francesco Aprile)

Maurizio Leo è nato nel 1959. Vive e opera a Copertino in provincia di Lecce. Da circa 25 anni porta avanti con immensi sacrifici di impegno e di tempo una piccola casa editrice I Quaderni del Bardo. Ha pubblicato: L’Uac (Il Muro, Sondrio, 1984); Fobia (Odes Ed., Lecce, 1990); Nel volo del proprio inconscio (Ed. di Immaginale, Copertino, 1992); Dogmaginazione (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1994); L’Albergo di Latta (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1995); Fobia (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1998); Non suona più il jukebox nell’appartamento di Allen (I Quaderni del Bardo, Copertino, 2002); Il bazar delle parole scomposte (I Quaderni del Bardo, Copertino, 2005); Il cimitero di memoria (Luca Pensa Ed., Cavallino, 2005); Ha rinchiuso le parole (Ed. Il Raggio Verde, Lecce); Del gatto delle fusa e del suo strusciamento (Lupo ed. , Copertino, 2007). Nel luglio 2014 ha ricevuto per i suoi meriti editoriali il premio Millenium nell'evento ''L'Olio della poesia''

iQdB edizioni di Stefano Donno  (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
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lunedì 8 febbraio 2016

L'oro di Troia. La storia di Heinrich Schliemann e delle città sepolte dell'Antica Grecia di Robert Payne dal 26 febbraio 2016 in libreria per Odoya



Questa è la storia di un uomo che «Aveva realizzato tre fortune, visitato mezzo mondo, generato tre figli da una moglie di ghiaccio, [la russa Ekaterine] imparato dodici o tredici lingue, radunato una vasta biblioteca, eppure ora, coi capelli grigi e stanco, non sapeva che cosa fare della propria vita». Heinrich Schliemann, fortunato uomo d’affari aveva però un sogno potente: trovare i resti dell’antica civiltà raccontata nell’Iliade. Abile viaggiatore e ricchissimo affarista, Schliemann si informò sulla porzione di territorio turco che gli indizi omerici indicavano come sito della città di Troia. A differenza dei precedenti archeologi, si concentrò sulla collina di Hissarlik, in accordo con i testi di Charles Maclaren e di Frank Calvert, un inglese che fungeva da vice console americano nei Dardanelli, che gli fu complice in tutta l’impresa. L’ambizioso progetto lo vide impegnato per svariati anni, al termine dei quali raggiunse lo scopo desiderato. Sposatosi in seconde nozze con la greca Sofia, bellissima donna che lo accompagnò in tutto il periodo degli scavi, Schliemann seppe mostrarsi (“con la scaltrezza di Ulisse”) ai governi che ospitarono la sua impresa come un benefattore in cerca soltanto di fama. In realtà il giorno in cui sotto la collina (sbancata ai limiti della legalità) gli scavi rivelarono un forziere di preziosi, Schliemann mandò a casa tutti gli operai e chiese alla moglie di occultare il presunto tesoro di Priamo nel suo scialle. Grazie a questo espediente, e alla rapidità con cui Calvert trasportò «uno scudo di rame, un vaso d’argento e uno di rame, una fiasca d’oro, due tazze d’oro e una piccola tazza di una lega d’oro e d’argento; un bicchiere d’argento, 3 grandi vasi d’argento, 7 spade di rame con lama a doppio taglio, 6 lame di coltello d’argento e 13 punte di lancia, in rame.[…] 2 diademi d’oro, una benda, 4 orecchini d’oro con pendenti, 56 orecchini d’oro e 8750 anelli e bottoni» fuori dai confini turchi Schliemann sottrasse la prova tangibile, “sicura come l’oro”, del ritrovamento di Troia al governo di Costantinopoli. I testi di Heinrich Schliemann sono molto affascinanti: il suo famosissimo memoir La scoperta di Troia è uno dei testi di archeologia più frequentati. Leggendo però la ricostruzione di Payne, ricchissima di note biografiche sull’archeologo/affarista, si può fare la tara della mitizzazione insita in tutte le opere autobiografiche e in particolare dei toni eroici con i quali Schliemann si dipinse. L’impresa fu infatti sì miracolosa, ma anche ricca di forzature di mano alle autorità e ai proprietari della collina e volta al ritrovamento dell’oro più che alla semplice gloria per il ritrovamento da tramandare ai posteri.

Robert Payne (1911-1983) ha pubblicato oltre un centinaio di libri su una vasta gamma di argomenti. I critici hanno detto di lui: “La sua vasta erudizione e il suo potere magico sulle parole hanno la straordinaria capacità di catturare il lettore”. Tra le sue opere, pubblicate in varie lingue, ricordiamo le biografie di Lenin, di Ivan il Terribile e di Stalin.