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domenica 31 dicembre 2023

Il segreto di Amador di Kiko Amat (E/O)

 Il segreto di Amador è un romanzo intenso, violento, vertiginoso, con ampi sprazzi di dolorosa umanità calpestata, amore e vendetta, riscatto impossibile e inaspettata sensibilità, scritto in un gergo in buona parte inventato dall’autore ispirandosi a quello delle bande metropolitane di Barcellona.


Amador milita in un gruppo di naziskin ultras del Barcellona, ma il calcio è l’ultima delle sue passioni: con i suoi picchiatori spaccia droga, estorce somme considerevoli ricorrendo alla violenza più brutale, e giusto per passatempo si scontra con bande di tifosi avversari. Il suo capo è El Cid, psicopatico senz’anima. E tra i tanti segreti inconfessabili che Amador cela agli altri, c’è il più pericoloso: l’omosessualità, e l’amore che lo ha legato al Cid. Un segreto che, nel suo ambiente, gli costerebbe sicuramente la vita, o lo costringerebbe a uccidere chiunque se ne avveda. La sordida esistenza di Amador incrocia quella silente e cupa di César, ex giocatore di rugby e killer su commissione: un sequestro, un bottino scomparso, e le due vite a perdere di Amador e César entrano in collisione… senza esclusione di colpi.



La nave fantasma di Kate Mosse (Newton Compton)

 Una storia di donne ribelli in un mondo di uomini. Avventura, pirati e segreti nelle profondità del mare.

Francia, XVII secolo. Louise, che da anni vive con i nonni materni a seguito della morte dei genitori, sta per entrare in possesso della cospicua eredità del padre, con la quale intende comprare una nave e darsi al commercio. Ma i suoi progetti rischiano di non realizzarsi, perché corre voce che suo padre avesse un altro figlio, che potrebbe reclamare per sé l'eredità. Nello stesso periodo, la giovane Gilles viene costretta dalla madre a fingersi un maschio per entrare nelle grazie dello zio, un ricco mercante di vini, e farsi nominare erede della sua fortuna. Quando però l'uomo muore in circostanze tragiche, la ragazza si ritrova a poter contare solo su sé stessa... e su Louise, che decide di prenderla sotto la sua ala. Assieme ai marinai della Old Moon, la nave di Louise, le due donne si imbarcheranno in un'impresa che tra varie traversie le porterà a dare la caccia alle navi pirata che rapiscono uomini da vendere come schiavi in giro per il mondo. Mentre l'intesa tra loro si fa sempre più profonda, scopriranno che i pirati non sono il pericolo maggiore che le aspetta...



Soledad. Un dicembre del commissario Ricciardi di Maurizio de Giovanni (Einaudi)

1939. L’Italia si prepara a vivere l’ultimo Natale di pace, ma un omicidio squassa il ventre della città.

Quanta solitudine che c’è. In Europa la guerra è cominciata, eppure da noi qualcuno si illude ancora che sia possibile tenerla fuori della porta. E poi sta arrivando la più bella delle feste, quella dove si mangia, si beve, ci si abbraccia, quella in cui ci si scambiano doni con le persone care; non bisogna avere pensieri tristi. La solitudine, però, la solitudine vera, è difficile da scacciare. Puoi essere solo perfino se stai in mezzo alla gente, se hai una famiglia, degli amici. Soprattutto puoi essere solo se decidono che sei diverso, magari perché non sai parlare, o perché ami persone del tuo stesso sesso. O perché, dicono, sei di un’altra razza. Anche Erminia Cascetta era diversa, a modo suo. Aveva troppa voglia di vivere, perciò l’hanno uccisa. In questo tempo che accelera verso l’abisso, spetta al commissario Ricciardi e al brigadiere Maione scoprire chi è stato. La chiave di tutto, però, è sempre la solitudine. Che, a volte nemmeno lo sappiamo, ci siede accanto.

«Potessi parlarti, ti parlerei della solitudine del cuore. E della condanna che hai comminato, senza nessuna pietà, e senza avere idea di quello che stavi facendo. Potessi parlarti, ti direi che alla fine la colpa è tua. Ma non posso parlarti, giusto? No, non posso. Perché sei morta».

 


 

Poesie di Giorgio Vigolo a cura di Andrea Gialloreto (Le Lettere)

Questa antologia, introdotta e curata da Andrea Gialloreto, attraversa tutta l’opera poetica di Giorgio Vigolo, dagli esordi vociani alle sorprendenti quanto trascurate raccolte della vecchiaia (come I fantasmi di pietra e La fame degli occhi, edite rispettivamente nel 1977 e nel 1982).

Vigolo coniuga alla disperata pronuncia di un male di vivere non eradicabile l’ascolto delle voci del trascendente. Sono questi messaggeri e visitatori notturni (ombre familiari, angeli e dèmoni che prendono dimora nella mente di Vigolo) a dettare i ritmi febbrili di una poesia connotata da interferenze della memoria, inganni onirici, visioni infere e scorci celesti. Trasfigurazioni fantastiche di strade, palazzi e chiese suscitano i fantasmi di pietra della topografia irreale di una Roma eterna, riletta alla luce del Barocco, del Romanticismo e della pittura metafisica.

Critico, poeta, narratore, traduttore, acuto esegeta dell’opera di Belli, Giorgio Vigolo (Roma 1894-1983) ha manifestato una personalità artistica poliedrica e nutrita di una cultura sterminata. Oggi la sua fama è legata soprattutto al romanzo breve La Virgilia, scritto nei primi anni Venti ma edito solo nel 1982 e alla raccolta di racconti Le notti romane (1960). Tuttavia, è sull’opera in versi – da Canto fermo del 1931 a La fame degli occhi del 1982 – che Vigolo faceva affidamento per dare espressione alla sua scrittura evocativa e a quella tensione all’assoluto che fissava nel mito le ansie, gli stupori e le angosce oniriche di un’anima tormentata, sospesa tra gli inferni pagani e un cielo sentito come patria originaria. Restio a percorrere la via del compromesso con la propria epoca e con l’establishment letterario italiano, Vigolo ha intrecciato nei suoi versi una limpida misura classica, come ritorno al canto, inquietudini formali e il chiaroscuro di una parola scabra e “petrosa”, connotata da una sensibilità ulcerata, che Mario Luzi ha accostato al barocco «interpretato insieme nella luce un po’ straziata dell’affabulazione espressionistica e sul taglio della folgorazione romantica come estremo dibattito e dramma dell’anima e dei suoi demoni».

In poche parole. “La figlia unica” il libro di Guadalupe Nettel - InLiberaUscita

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Il Libro dei Morti de La Mummia: tra storia e finzione | Lega Nerd

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Pubblicato il libro dell'astigiano Piercarlo Baldizzone "Per trenta khmer in più"  - Lavocediasti.it

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Bambini in carcere: lo scandalo dei piccoli in cella nel libro "Senza colpe" di Paolo Sian

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Benedetto XVI e Francesco raccontati in un libro - Libri - Ansa.it

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Monica Maggi, le missioni salva libri della libraia felice | iO Donna

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"Proteggiamo l'oceano" è il nuovo libro di Giancarlo Pedote - RTL 102.5 Play

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sabato 30 dicembre 2023

Un lungo capodanno in noir (Guanda)

Dieci grandi scrittori italiani, ognuno con la propria voce e la propria musica narrativa, raccontano una storia noir.


Tra un brindisi e uno scambio di auguri, incontriamo alcuni fra i personaggi più amati del noir italiano, come l'ispettore Ferraro, l'investigatore Elia Contini, il commissario De Vincenzi e il colonnello Bruno Arcieri. E viaggiamo per l'Italia: dalla Roma corrotta e violenta degli anni Settanta fino a quella insanguinata dei giorni nostri; dalla Firenze del 1944, teatro di una doppia storia d'amore messa a dura prova dalla guerra, alla campagna toscana con la vicenda attuale di due fratellini sulle tracce di un uomo nel bosco: dove starà andando? E poi Milano, con i suoi quartieri e la sua gente; Milano che negli anni Venti ospitava Antonio Gramsci a San Vittore, uno che il Capodanno lo odiava proprio. E ancora un borgo del centro Italia, all'apparenza tranquillo, che nasconde una realtà sanguinosa. Fuori dai confini nazionali, marito e moglie fanno un viaggio a Barcellona che avrà un esito imprevisto; mentre in Svizzera, paese sempre all'avanguardia, pare che persino le intelligenze artificiali possano uccidere. È il periodo dell'anno in cui promettiamo di lasciarci il passato alle spalle affidandoci ai buoni propositi, almeno così si dice. Ma i protagonisti di questo libro non vogliono affatto abbandonare le vecchie abitudini e il conto alla rovescia probabilmente li sorprenderà sulla scena del crimine. Sono i rischi del mestiere, quando sei un killer o un poliziotto in servizio la notte di San Silvestro...





Prezzario della rinomata casa del piacere a cura di Anna Chiriatti e Stefano Donno (Kurumuny)

Una galleria di foto che sembrano scatti di moderne versioni della meravigliosa e carnale Afrodite di Milo e che ritraggono donne di un'eleganza apollinea i cui corpi sono un sensuale trionfo della carne: belli, torniti, lisci, morbidi, niente a che vedere con le bellezze filiformi e patinate di tante riviste, di tanta televisione, che rispondono a un canone inautentico e triste, che sembra punitivo e quasi violento nei confronti del corpo di donna, quasi una negazione del femminile, del femminino nel senso più ancestrale. Non immagini stereotipate di una irraggiungibile e irreale perfezione omologante, che rende visi e corpi incapaci di trasmettere emozioni, ma ritratti di donne vere, reali, corporee, da toccare, consapevoli di diventare la resa carnale delle fantasie sessuali altrui, che offrono generosamente il loro corpo alla macchina fotografica che le ha immortalate nella loro misteriosa carnalità.

Le foto, quasi un catalogo ideale della bellezza, che è imperfezione e perciò infinitamente più eccitante e crea vita, sono immagini di una femminilità dirompente, di una voluttà disarmante e allo stesso tempo hanno un non so che di tenerezza che le rende assolutamente reali e alla portata di tutti.
E anche se chiaramente si possono intravedere già i prodromi del sistema ipermediatico e pervasivo della pubblicità odierna ad alta definizione, si può con una certa tranquillità affermare che fondamentalmente possiamo godere attraverso le pagine di questo libro di un pasto pantagruelico - confezionato a dovere - di pelle, sudore e desiderio che sazia in maniera inverosimile qualsivoglia appetito. In ogni pagina si parla di estratti di normalità; ovvero di porzioni plausibili di visioni appartenenti al gioco dell’Eros fatto di puro disordine e pura pulsione. La grazia di alcune inquadrature proposte in questa sede è la stessa, amara e forte, che scappa in ritratti nati per rivendicare il diritto alla dimensione intimistica. Ed è appunto su questo livello, in mezzo a questo terreno fremente che il libro si muove rivelando come alla fine è il percorso più intimo quello che riesce meglio a dimostrare le cose più belle, che riesce a portare alla luce della notte e al buio dell’illuminazione il fiato d’una parola dermicamente indispensabile al nostro essere.
E dal momento che il corpo è il segno più eloquente della nostra umana finitezza, sembra esserci in queste immagini un monito perché la bellezza come la vita è un’apparizione momentanea che bisogna saper afferrare, cogliere e godere.

Kokoro. Il Giappone tra pop e disincanto di Noemi Pelagalli (Corbaccio)

«Ho viaggiato tanto in Giappone, ho accompagnato persone fuori dai consueti tour turistici, ma in Kokoro non vi propongo un itinerario geografico, bensì un’immersione esclusiva in un mondo che non finisce di sorprenderci.»


Per me il Giappone è il paese intellettualmente e artisticamente più stimolante, con il quale ho un rapporto viscerale. È l’unico posto al mondo in cui mi sento a «casa», termine che implica una moltitudine di significati anche contrastanti, giacché non sempre casa è un posto felice e sicuro. Il Giappone è un luogo estremamente complesso, e che proprio per questo vale la pena conoscere andando oltre le immagini tradizionali e a volte patinate che spesso noi occidentali cerchiamo e vogliamo vedere. Kokoro prende le mosse da lontano, dalle radici del Giappone moderno, ma precipita nella contemporaneità attraverso un caleidoscopio coloratissimo di luoghi, quartieri, locali, mode, cucina, manga, anime, teatro, film, musica, libri e videogiochi che dalla seconda metà del Novecento hanno contribuito a creare l’anima pop di un paese incredibile, ipertecnologico e tradizionalista, gerarchizzato e ribelle, misurato ed eccessivo.

Nella prima tiratura è presente un contenuto speciale




Dominique Roques: libro Il profumo delle foreste, intervista | Amica

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In un libro la Genova inedita vista con gli occhi di Dickens

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Un ’Putin immaginario’ nel libro di Cucchi

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Il mondo dell’aldilà e una storia di riscatto nel libro di Braggion - La Sentinella del Canavese

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Le 99 vie massoniche di Napoli nel nuovo libro di Antonio Emanuele Piedimonte

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Bellezza da leggere: libri a tema beauty, da sfogliare tra un trattamento e l’altro di skin routine - Corriere.it

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Dalla chiacchiera all'essenziale: da dove deve ripartire la Chiesa. Un libro | Il Foglio

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I LEONI DI SICILIA e L'INVERNO DEI LEONI, la saga dei Florio | Recension...

venerdì 29 dicembre 2023

Alla fine della storia di Dovid Bergelson (Marsilio)

Un dramma di provincia, una donna in rivolta. Erede di una storia al tramonto, Mirele è – al pari di Madame Bovary e Anna Karenina – un’eroina incantevole, spigolosa, affascinante che ha segnato in modo indelebile la letteratura moderna.


All’inizio del Novecento, la bella Mirele Hurvitz vive in uno shtetl dell’Europa orientale. Anche se intorno a lei tutto sta cambiando, le sue giornate scorrono monotone: la vita di provincia, opprimente e restrittiva, è una costrizione intollerabile da cui sogna di fuggire, pensando di poter stare meglio altrove. E così si lascia corteggiare da uomini perdutamente innamorati, illudendosi che siano in grado di indicarle la strada e dare un senso alla sua esistenza. Ma agli occhi di Mirele aspirazioni e realtà non coincidono, e l’interruzione sistematica delle sue relazioni è inevitabile. Mentre la borghesia ebraico-russa attraversa un vertiginoso momento di passaggio, lei continua indifferente a interrogarsi su quando cominci “la vita vera”, incapace di trovare consolazione nel passato come pure di immaginare un futuro. È una donna in rivolta, intelligente e istruita, malinconica, sensibile, che si dibatte fra memoria e progresso. Come scrive Daniela Mantovan nella postfazione, Mirele è una figura in bilico tra un mondo scomparso e uno ancora in divenire. E la sua instabilità, il suo essere fuori da schemi e modelli tradizionali, il suo rifiuto dei compromessi, il suo essere disposta a tutto, fanno di lei una protagonista dei nostri tempi.



108 rintocchi di Yoshimura Keiko (PIEMME)

Yoshimura Keiko, al suo esordio letterario, ci incanta con una favola moderna ma dalle radici antiche. Con la semplicità delle grandi penne giapponesi ci restituisce il significato dell'esistenza, che non sta nell'addizione ma nella sottrazione, nella serenità che tanto ha a che fare con i senza.


«Ma io aggiusto solo finestre, tetti... oggetti qualunque.» Il maestro sorrise: «Credo tu faccia molto di più, Mamoru. In tanti momenti ci hai restituito il coraggio di continuare questa vita. Ci hai comunicato la fiducia nel fatto che le cose potessero andare a posto, che tutto, in un modo o in un altro, si potesse aggiustare». Tutto si guasta, si incrina, invecchia, si rompe. Sohara Mamoru, che è nato sull'isola più piccola dell'arcipelago di Izu ed è il tuttofare della comunità, lo sa. Durante i tre giorni che precedono il Capodanno, si svolge la storia di un uomo che ha sempre messo davanti alla propria realizzazione la felicità altrui. In quella goccia di terra sovrastata da un vulcano dormiente e coperta da boschi di camelie, Sohara sogna (e di nascosto realizza) piccoli atti magici. Aggiusta case, guardrail, lampioni e, insieme, persone. Sono i giorni in cui in Giappone tutti si affaccendano per pulire, mettere a nuovo le stanze e accogliere così l'anno che viene, accompagnato dai 108 rintocchi delle campane dei templi. Sono le 108 passioni umane da cui liberarsi per raggiungere il Nirvana, secondo la religione buddhista: 107 rintocchi prima della mezzanotte, uno subito dopo. Mentre le stradine dell'isola si riempiono del profumo dei cibi tradizionali, le uova di aringa, i fagioli dalla buccia nera e brillante, il riso dai grani rossi delle grandi occasioni, Sohara incontra Kodama e i tasti guasti del suo pianoforte, Nozato che si sa immaginare solo a bordo di una bicicletta, il maestro Kawakami cui scivolano dalle mani oggetti che Sohara, suo allievo, di nascosto aggiusta e restituisce alla casa. Ciò che Sohara non sospetta però è che, in quei giorni profumati di pino e pasticcio di pesce, giungerà per lui dal mare una lettera: porterà con sé una tremenda notizia da Yamada, figlio dannato dell'isola. Accadrà proprio nell'attesa di un Capodanno che, per la prima volta, gli racconterà chi sia lui per la comunità e quanto il senso della vita non stia in tutte le possibilità che essa offre ma nella scelta di una sola. Nella notte dei 108 rintocchi, arriverà per Sohara il tempo non più di dare ma di ricevere.



La gioia di danzare di Nicoletta Manni (Garzanti)

Alzando il sipario su un’arte che da sempre affascina e incanta, la prima ballerina del Teatro alla Scala dà voce alla propria storia attraverso le molte vite che ha vissuto sul palcoscenico.


Nella prima fotografia che la ritrae con le scarpette da ballo, Nicoletta Manni non ha ancora compiuto tre anni. La madre Anna è insegnante di danza e da sempre la porta con sé al lavoro, così che l’abitudine di esercitarsi alla sbarra entra nella vita di Nicoletta con la naturalezza di un gioco. Questo libro racconta le tappe e gli incontri che hanno segnato il suo percorso e la sua carriera, fino a proiettarla tra le stelle più luminose della scena internazionale: l’infanzia trascorsa a Santa Barbara di Galatina, in provincia di Lecce, l’ammissione all’Accademia del Teatro alla Scala, l’esperienza allo Staatsballett di Berlino; e poi la collaborazione con Carla Fracci e Alessandra Ferri, l’amicizia con Roberto Bolle, la complicità con il collega e marito Timofej Andrijashenko. Senza tacere la fatica e i sacrifici, La gioia di danzare è però innanzitutto l’espressione di un amore sconfinato per il ballo, inteso come autentico atto di libertà e come intimo, inesauribile viaggio alla scoperta di sé. Alzando il sipario su un’arte che da sempre affascina e incanta, la prima ballerina del Teatro alla Scala dà voce alla propria storia attraverso le molte vite che ha vissuto sul palcoscenico: dal Lago dei cigni allo Schiaccianoci, dalla Bella addormentata nel bosco a Giselle, le grandi protagoniste del repertorio classico hanno infatti contribuito a fare di lei l’interprete che oggi tutto il mondo applaude.



I migliori libri musicali del 2023 - Billboard Italia

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Alien è ufficialmente diventato un libro per bambini dell'asilo

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Alessandra Saldi scrive e pubblica il suo primo libro di poesie “Nebbia sul sentiero del sole”

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Il nuovo (irresistibile) libro di Woody Allen | Sky Arte

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"Brindisi On Air": boom di vendite pr il libro dedicato alla storia delle radio locali

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“Prendimi sono un mini-libro”, l’idea dell’editor Matilde Presotto: lascia in giro a Bologna volumetti di 2 centimetri per avvicinare alla lettura - la Repubblica

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I libri di fotografia del 2023 - Internazionale

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giovedì 28 dicembre 2023

ANNELISA ADDOLORATO E ANTONELLA RIZZO A LECCE VENERDI’ 29 DICEMBRE 2023

 Per la Rassegna Le Mani e l’Ascolto il 29 dicembre 2023 ore 19,00 presso il Fondo Verri, via S. Maria del Paradiso 8 (Lecce) Annelisa Addolorato (foto sopra) autrice per i Quaderni del Bardo Edizioni del volume “I Mandala di Luce” e Antonella Rizzo (foto sotto) autrice per i Quaderni del Bardo Edizioni de “L’ora del sole medio”  dialogheranno sul loro modo di fare e intendere poesia.


Introduce e coordina l’editore Stefano Donno.

Letture a cura di Paola Leone  ( regista e pedagogista teatrale). 

Due poetesse, due visioni per versi del mondo, un dialogo poetico autentico. È il progetto che vedrà protagoniste Annelisa Addolorato e Antonella Rizzo, che si alterneranno nella reciproca presentazione delle rispettive raccolte poetiche, “I Mandala di Luce” e “L’ora del sole medio”.

Annelisa Addolorato, artista internazionale, titolare del marchio italiano NPS: navigli poetry slam, ha pubblicato “I Mandala di Luce” per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno. La raccolta è composta da poesie e prose che catturano la meraviglia e la percezione di simboli, immagini e colori, in un ritmo del fare, del dire e dell’agire poetico magico, mistico, ancestrale.. Antonella Rizzo, autrice di “L’ora del sole medio”, sempre per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, scrive: “L’ora del sole medio è il momento della scrittura senza ombra durante il quale è impossibile nascondersi. È la fine di ogni fine, un’apocalisse di luce in cui i dettagli sono al pari del tutto e dicono di più. La raccolta è la resa di uno stato di fine che si ripete ogni giorno, all’ora del sole medio”. Le due poetesse, pur non conoscendosi, hanno accettato di presentare l’una il libro dell’altra, dando vita a un dialogo poetico intenso e autentico.


I Mandala di Luce di Annelisa Addolorato (I Quaderni  del Bardo Edizioni di Stefano Donno) – La cura della casa è come la costruzione di un meraviglioso Mandala, un giardino mutante di cui prendersi cura. Curiosa, viaggiatrice, cura la natura con amore viscerale: la Terra siamo noi, energia vitale e cosmica. La pagina diventa sessione di arte marziale pratica con alternanza esatta di racconti, frasi poetiche e riflessioni. Il libro scorre con la caratteristica leggera nota di melanconia esistenziale giapponese, stile Mieko Kawakami, ben descrivendo la struggente presenza dell’essere e dell’amare. (Serena Rossi)

Annelisa Addolorato nei suoi testi cattura Meraviglia e Percezione di simboli, immagini, colori, in un ritmo del fare, del dire e dell’agire poetico magico, mistico, ancestrale. Un dimensionare l’esprit poétique in raffinate poesie e prose che si nutrono di un mondo interiore multipolare e decentralizzato, ma vivissimo in un Silenzio abissale, che splende e risplende di luce propria. (Stefano Donno)

Pubblica da anni libri di poesia&arte, tra cui: Guardando la mar – Il nostro Chi (IQdB/Amazon, Lecce 2022); i tre libri con testo a fronte: My voice seeks You (italiano/inglese, New York), La palabra ‘lasca’ (italiano/spagnolo, Madrid) e Mariposas y falenas (italiano/spagnolo, Madrid); libri adottati come testi di studio universitario Viaje entre palabras (Madrid), Generación Tuteo e La parola danzante (Milano), tra altri titoli. Ha tradotto molti testi e libri di poesia. On line si possono ascoltare sue poesie, le tracce dei suoi audiolibri in italiano e spagnolo LA FORMA DELLA TIGRE. Suoi scritti di narrativa e sull’arte sono presenti in rete e, su antologie varie tradotti in molte lingue, tra cui: hindi, coreano, giapponese, inglese, spagnolo, rumeno, tedesco, turco. Partecipa e contribuisce come artista e creativa a progetti&festival letterari/artistici/culturali in Italia e nel mondo. Scrive post di attualità e poesia PAESAGGI DELL’ANIMA. PAESAGGI DEL SUD (nella rivista on line Il pensiero mediterraneo); scrive i post mensili della rubrica LA SPAGNA IN LETTERE (nel blog poetico La Poesia e lo Spirito); è co-ideatrice del progetto creativo Migra.Azioni, insieme alla artista S. Rossi; forma parte della redazione della collana poetica De luz, piedra y espejo (edita dall’Università di Al- calá di Henares); Premio Letterario Internazionale Città di Pomezia; Festival Kritya.

Info link

https://iqdbcasaeditrice.blogspot.com/2023/10/i-mandala-di-luce-di-annelisa-addolorato.html

L’ora del sole medio: raccolta di apocalissi minime (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) – “L’ora del sole medio è il momento della scrittura senza ombra durante il quale è impossibile nascondersi. È la fine di ogni fine, un’apocalisse di luce in cui i dettagli sono al pari del tutto e dicono di più. La raccolta è la resa di uno stato di fine che si ripete ogni giorno, all’ora del sole medio.

(Antonella Rizzo)



Non ti manchi mai la gioia. Breve itinerario di liberazione di Vito Mancuso (Garzanti)

Una filosofia della liberazione per aprirci a un'esistenza più autentica.

«Non ti manchi mai la gioia. Voglio, però, che ti nasca in casa: e ti nascerà, se sorge dentro di te.» - Seneca


A ognuno di noi capita di vivere momenti di stallo, quando non riusciamo a trovare la forza per andare avanti né sappiamo quale direzione prendere. La letteratura ci insegna che da sempre siamo in lotta con questa sensazione d'impotenza, ciò che è cambiato è solo il nostro modo di reagire. Se in passato cercavamo una via di fuga nella religione, oggi la troviamo in una nuova fede che celebra il culto dell'Io. L'inganno, però, è dietro l'angolo, perché nel credere soltanto in sé il narcisismo non fa altro che aggravare la propria prigionia. Nel suo nuovo libro, Vito Mancuso propone una filosofia della liberazione per riconoscere e smantellare le trappole che attanagliano le nostre vite e aprirci a un'esistenza più autentica, fino a sperimentare la gioia profonda di vivere. Seguendo un cammino di piccoli ma costanti passi liberatori, scopriamo così che il destino di ciascuno si gioca nel mondo che portiamo dentro: perché se noi siamo la trappola, siamo anche il nostro liberatore. Approdando a questa consapevolezza saremo in grado di trovare equilibrio e generare limpida energia mentale, il più efficace strumento per la serenità e per la sorgente della gioia.



Cinque domande che agitano la Chiesa di Ignazio Ingrao (San Paolo)

Il pontificato di Papa Francesco ha proiettato la Chiesa in avanti, in uscita verso le periferie geografiche ed esistenziali, un ospedale da campo pronto ad accogliere le domande di coloro che sono più lontani. E le risposte? Perché tardano ad arrivare? Quanto la Chiesa, nonostante gli sforzi, è lontana dalla realtà? I giovani, le famiglie, le donne, i lavoratori, gli anziani: perché la Chiesa parla solo ad alcuni di essi? In alcune aree geografiche (Europa, Nord America) la pratica religiosa continua a scendere, in altre (America Latina, Africa) è insidiata da nuove chiese e confessioni. Chi si fa carico di questa emergenza? L'apertura ai laici e alle donne è reale o solo "di facciata"? L'inizio e la fine della vita, la cura della vecchiaia e le nuove frontiere della medicina. La Chiesa oggi è in grado di dare risposte ai nuovi interrogativi? Ingrao risponde a queste domande con l'aiuto di esperti e di personalità, espressione di varie sensibilità, vicine e lontane dalla Chiesa, perché il silenzio è la peggiore risposta agli interrogativi che salgono dal presente e ipotecano il futuro della cristianità. Prefazione di Alessandro Zaccuri.



Su ali di farfalla-On butterfly wings di Federica Ventola (Aletti)

«Immediatamente siamo travolti da parole evocanti mondi del presente e del passato, attraverso un sinestetico uso di immagini e colori, simboli e segni. Siamo come pellegrini assetati, ci lasciamo travolgere dal suo mondo e dal suo elegante modo di essere donna, amante, figlia, amica. Ne siamo inebriati, quasi storditi. Ci fermiamo per prendere fiato, per lasciare che ogni impulso creativo diventi nostro, per diventare parte del racconto stesso e divenire. Dinanzi a noi, come nelle fiabe, per magia, le parole schiudono il loro significato, a volte duro e sofferto, a volte sensuale e materno». (dalla Prefazione di Mirella Raganato)



Pubblicato il libro "Per trenta Khmer in più" del montabonese Piercarlo Baldizzone - ATNews.it

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Mai senza un libro, con Liliana Faccioli Pintozzi, “Figlie di Eva” | in3minuti.it

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Daniela Pispico per I Quaderni del Bardo Edizioni : ANNELISA ADDOLORATO E ANTONELLA RIZZO A LECCE VENERDI’ 29 DICEMBRE 2023

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’Le sette noci d’oro’: l’ultimo libro di fiabe di De Signoribus

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Mari infiniti e immaginari nell’ultimo libro dello scrittore Menaldino - La Sentinella del Canavese

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Birra scura e cipolle dolci di John Cheever: la recensione del libro

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I Comaschi Visionari e la Citt del 2035 Sei Interviste in un Libro Futuristico tra Bagni sul Lungolago e Mobilit - Como

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MARY CRESSARI. LA DONNA DEI RECORD

MARY CRESSARI. LA DONNA DEI RECORD: Paolo Venturini racconta l'epopea di una campionessa straordinaria

mercoledì 27 dicembre 2023

Il Polacco di J. M. Coetzee (Einaudi)

Punteggiata di ironia, questa breve storia di amore e differenze coinvolge la poesia, la musica, il linguaggio, il trasporto – quello dei sentimenti e quello indotto da Chopin – e la sua traduzione in parole, e offre un inconsueto ribaltamento del punto di vista, dando voce al «provvido scetticismo» di una moderna Beatrice.

J. M. Coetzee, con Il Polacco, ci consegna una storia breve ma potente che in sole 128 pagine sonda l’animo complesso di un uomo toccandone le corde più profonde, che vibrano al ritmo del suo pianoforte e dell’amore per una donna tanto bella quanto lontana. - Corinne D'Aloe per Maremosso

«Un libro tagliente, bruciante che si gioca sulla dicotomia tra aridità e ardore.» - Paolo Di Paolo per Maremosso


Il Polacco, un pianista noto per le sue interpretazioni austere, sviluppa per la più giovane Beatriz un amore lirico e irragionevole. Lei, che ama farsi trasportare dalla musica, è riluttante a farsi trasportare dal lirismo, e si oppone all’idea di diventare una musa, un oggetto del desiderio, la sua Beatrice. Rivelarsi l’uno all’altra è un’arte sottile, destinata forse a rimanere inattingibile, che solo la scrittura esatta e imprevedibilmente ironica di J. M. Coetzee riesce a catturare. «Con “Il Polacco” Coetzee torna a vecchie e feconde ossessioni – gli opposti segreti di una vita, la tensione tra implicito ed esplicito, tra predestinazione e volontà – e si inserisce nella famiglia dei romanzi con pianista, come "Il soccombente" di Thomas Bernhard, “Gli inconsolabili” di Kazuo Ishiguro e “Ravel” di Jean Echenoz» («Clarín»). Lei è una donna elegante, della buona società di Barcellona. Lui è un pianista settantenne, austero interprete di Chopin. Il nome di lei è Beatriz, quello di lui è così pieno di w e di z che lo chiamano semplicemente «il Polacco». Dopo il concerto organizzato dal circolo musicale del Barri Gòtic e la successiva cena, non paiono destinati a rivedersi. A lei, in fondo, il concerto non è neppure piaciuto: troppo secco e severo. Eppure, a distanza di mesi, il Polacco torna in Spagna: «Sono qui per te». Da quando l’ha incontrata, la sua memoria è piena di lei. Beatriz, assicura il Polacco, è per lui ciò che Beatrice era per Dante: il suo destino, la risposta all’enigma della sua vita. Beatriz non è d’accordo – «Io sono colei che sono!» –, non apprezza i complimenti di lui, lo trova arido, cadaverico, privo di ardore. Qualche giorno insieme a Maiorca, un’avventura incerta in una lingua, l’inglese, che non è quella di nessuno dei due. È tutto ciò che Beatriz concede al Polacco, alla sua ammirazione per lei. Poi più nulla. Ciò che rimane della loro storia, del cieco amore del pianista per la donna «dalle domande profonde» sposata con un banchiere, è in ottantaquattro poesie scritte in polacco. Farle tradurre anziché bruciarle, o anziché lasciarle in un appartamento di Varsavia, è l’unico modo che Beatriz ha per avvicinarsi per l’ultima volta a lui, al suo esasperante, nobile, indecifrabile amore. Ciò che ne risulta è un accesso mediato a un’opera imperfetta, al lascito di un uomo a cui «manca l’arte che ravviva la parola». Punteggiata di ironia, questa breve storia di amore e differenze coinvolge la poesia, la musica, il linguaggio, il trasporto – quello dei sentimenti e quello indotto da Chopin – e la sua traduzione in parole, e offre un inconsueto ribaltamento del punto di vista, dando voce al «provvido scetticismo» di una moderna Beatrice.



Sei un mistero blu di Giorgia Leuratti (Controluna)

 "Sei un mistero blu" elegge la poesia come mezzo per una deflagrazione del tempo dove la "parola si tramuta in materia magmatica e malleabile, entità a sé stante che indaga il mistero del linguaggio, il suo catapultarsi e l’accadimento che ne è l’origine. Una poesia-urto, scaturita dalla pienezza, landa estrema e spazio di irriducibile lotta fra l’io che deforma e l’io invaso dalla commozione.

La Questione meridionale dall'Unità d'Italia alla disintegrazione europea. Contributo alla teoria del socialismo di mercato di Angelo Calemme (Guida)

Con l’Unità d’Italia il Mezzogiorno divenne una Questione, in quanto allo sviluppo del Centro-Nord corrispose il sottosviluppo del Sud. Analogamente, con l’entrata in vigore del Trattato di Maastricht, l’integrazione europea ha provocato non solo la deindustrializzazione dell’Italia centro-settentrionale, ma anche l’aggravamento ulteriore del divario tra la Toscopadana e il Meridione. Quali sono le ragioni e le soluzioni alle suddette Questioni, questo libro illustra in maniera efficace. Con e oltre Marx, l’autore indica, infine, la strada verso un meridionalismo socialista di mercato.

Nel libro di Rossi i mille contrasti del Vietnam

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Raccontare il passato e creare futuro: il libro "Fatti d’arte e fantasia" a Lamezia Terme

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Mari infiniti e immaginari nell’ultimo libro dello scrittore Menaldino - La Sentinella del Canavese

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Michela Murgia, il 9 gennaio arriva in libreria il libro postumo- Corriere.it

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martedì 26 dicembre 2023

Nuovi poeti italiani. Vol. 7 a cura di Maurizio Cucchi (Einaudi)

 La collana «bianca» offre periodicamente uno sguardo sulle nuove generazioni della poesia italiana. E ogni volta la scelta dei poeti antologizzati è affidata a un curatore diverso: questo è il turno di Maurizio Cucchi, una delle più affermate voci poetiche italiane e acutissimo critico. La sua scelta è stata quella di selezionare pochi autori, solo cinque e tutti nati fra il 1968 e il 1973, assegnando loro uno spazio cospicuo con sillogi di ampio respiro, che possono testimoniare la solida maturità espressiva raggiunta da questi poeti.

23 dicembre 1998. Strage di Natale. Perché non dobbiamo e non possiamo dimenticare di Antonio Formosa (Bastogi)

Questo saggio ripercorre quanto scritto in un libro pubblicato nel 2007 che trattava della cosiddetta Strage di Natale avvenuta a Udine il 23 dicembre del 1998 nella quale persero la vita tre poliziotti, a seguito della esplosione di una bomba posta davanti ad un negozio. Quando nel maggio del 2003 fu emessa la sentenza che assolveva alcuni imputati dal reato di strage, alla rabbia subentrò una sensazione di sconfitta. Possibile che dopo tanti anni tutto finisse in una assoluzione? Nel dicembre del 2003 Antonio Formosa chiese al Tribunale di Udine copia della sentenza sulla strage. Dopo averla letta, la conclusione fu che i Giudici della Corte d'Assise di Udine non potevano decidere diversamente. Oggi a distanza di anni e altri due processi, ancora non si è appurata la verità, ma il caso viene esaminato dall'autore con altri particolari in questo nuovo libro.


Festival di Sanremo: un nuovo libro di Marco Rettani e Nico Donvito -

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Il libro che racconta Giorgio De Gaspari: ecco la storia de "el foresto" - laPiazzaWeb

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La storia dei Queen in un libro con cento foto di Denis O'Regan - la Repubblica

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“Mamma, ho fatto un sogno”: così nasce un libro illustrato scritto insieme alla figlia - Lavocedigenova.it

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Per fede essi chiusero le fauci dei leoni, il nuovo libro di Nitti Capone

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Simonetta Agnello Hornby, troppa ambizione in famiglia in "Era un bravo ragazzo" | iO Donna

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Da Pontida al Metropol: il libro di Savoini (e le sue contraddizioni) sulla Lega e la Russia - la Repubblica

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lunedì 25 dicembre 2023

Il potere di uccidere di Fabrizio Roncone (Marsilio)

Un inquietante intreccio di ricatti e tradimenti che si rivelerà tanto complesso quanto pericoloso da sbrogliare.


È la vigilia di Natale e a Roma si annuncia una storica nevicata. L’ex giornalista Marco Paraldi riceve nella sua vineria dietro Campo de’ Fiori la visita di Nazareno Balani, l’anziano capo della tipografia del giornale dove, tanti anni prima, ha cominciato a esercitare la professione. L’uomo è disperato per la scomparsa del figlio Max: i carabinieri, con malcelato scetticismo, hanno raccolto la sua denuncia promettendo di indagare, ma Balani, non fidandosi, chiede aiuto a Paraldi. Max fa l’autista per un deputato dalla reputazione dubbia, Pino Pignataro, che milita nel piccolo partito fondato da Gianfranco Cannone, vecchio pescecane della politica italiana. Per Paraldi è l’occasione di tornare a fare il cronista, anche stavolta accompagnato da Chicca, la principessina romana di vent’anni più giovane innamorata di lui. Insieme attraversano una Roma popolata da cardinali che bevono solo champagne e ministri corrotti, cinici faccendieri, killer spietati e romantici clochard. In questa nuova, appassionante inchiesta del cronista vinaio, Roncone guida il lettore tra i luoghi più oscuri della Capitale, dove il bene e il male sono amministrati dalla stessa violenza.




Appetricchio di Fabienne Agliardi (Fazi)

Un ritorno alle origini alla ricerca delle radici. Un viaggio dal Nord al Sud dell’Italia, per ritrovare un luogo magico e ideale.

Con la sua penna brillante e un’ironia tutta speciale, Fabienne Agliardi crea un mondo nuovo dando vita a un inedito racconto corale costruito con una lingua ricca di sfumature, dalla notevole forza narrativa.

«Un libro lieto e prezioso che protegge la realtà dei paesi e dei suoi ultimi abitanti animandola con una lingua sorprendente». - Franco Arminio


Situato sul fianco di una montagna, non lontano dal mare, separato dal resto della vallata da un ponte malfermo che gli abitanti non attraversano mai, Appetricchio è il posto dove tornare per far pace con noi stessi e capire chi siamo. È qui che è nata Rosa, la madre di Mapi e Lupo, gemelli di Brescia che ad Appetricchio hanno trascorso tutte le vacanze della loro infanzia. In paese vivono personaggi stravaganti: la maggior parte di loro si chiama Rocco, in onore del santo patrono, nessuno ha un cognome e ognuno parla un dialetto che sembra una lingua straniera, strana e imprevedibile. Andando in auto verso Appetricchio, i protagonisti ricordano con nostalgia le avventure semplici e i rapporti genuini vissuti in quel posto che è sempre rimasto nei loro cuori, fino a svelare, con un inaspettato colpo di scena, il motivo che li ha tenuti lontani per un periodo così lungo della loro esistenza. Un romanzo unico e originalissimo, dall’atmosfera avvolgente e piena di rimandi, capace di creare un sentimento nostalgico di forte immedesimazione con la descrizione del paese sospeso nel tempo che qui assume una valenza quasi universale. Diverso a ogni pagina, in grado di sorprendere il lettore con il suo stile pirotecnico e le sue vivaci trovate linguistiche, Appetricchio è un libro spiazzante e soprattutto una lettura appassionante in cui chiunque potrà ritrovarsi.



Una storia lunga 60 anni di attività, il lavoro del cavalier Sabbioni diventa un libro - Umbria 7

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'Falso d'autore', in uscita il nuovo libro di Riccardo Roversi

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Roma, in un libro la storia del Ponte del Soldino: si doveva pagare un pedaggio per attraversarlo | Corriere.it

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Come vivere bene e più a lungo, ecco la ricetta nel libro del luminare Indolfi

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Editoria: "Altre terre di fiume" il libro di Roberto Fiorentini - Cremonaoggi

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Il cielo di Rivisondoli nel nuovo libro di Galotta  - Spettacoli - Il Centro

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Omelie lunghe e noiose, in un libro l’appello: “Basta inutili torture ai fedeli: citate fatti di cronaca, i testi di Gino Paoli e Hemingway” - la Repubblica

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domenica 24 dicembre 2023

993. Il tentativo di reinventare lo Stato. Attualità e prospettive di una riforma di Maurizio Sacconi, Francesco Verbaro (Studium)

Gli autori ricostruiscono il contesto, i contenuti, il lascito e le possibilità di rilancio del più coraggioso tentativo di reinventare il fragile Stato italiano secondo il modello delle scienze aziendali: separazione tra indirizzo (politico) e attuazione (amministrativa), autonomia e responsabilità della dirigenza, contabilità economica analitica per centri di costo, reingegnerizzazione digitale e uso dei big data, “privatizzazione” del rapporto di lavoro, normali relazioni sindacali fondate sul “buon datore di lavoro”.

Booktrailer ABBRACCIAMI di Gianfranco Iovino

DÈI DEL CIELO, DÈI DELLA TERRA di Giorgio Pastore | Book Trailer

Booktrailer HD C'era una volta in Liguria...

sabato 23 dicembre 2023

La centenaria con la pistola di Benôit Philippon (Ponte Alle Grazie)

Berthe Gavignol, centodue anni, un fucile a tracolla e qualche cadavere sepolto in cantina. Quella che l'ispettore Ventura si appresta a interrogare non è una vecchietta qualsiasi. Un enorme successo del passaparola arriva finalmente in Italia.

«Poetico, realistico, cinico, commovente e avvincente. Un testo di alta intensità, divertente e emozionante. » - Lire

«La centenaria con la pistola ci parla del destino di una donna che ha attraversato il ventesimo secolo come molte altre donne, con il suo carico di costrizioni, violenze coniugali, stupri, umiliazioni. Solo che Berthe ha deciso di non subire.» - France Info


Un piccolo villaggio nel Massiccio Centrale francese. L'alba. Risuonano degli spari. Un'anziana signora ha imbracciato la doppietta e si è messa a far fuoco contro il vicino di casa, poi contro i poliziotti sopraggiunti. È così che l'ispettore André Ventura incontra la centoduenne Berthe Gavignol, cinque volte vedova, ancora piuttosto arzilla e ancora dotata di buona mira. Nell'interrogatorio che segue, l'ispettore e il lettore impareranno a conoscere la vivace vecchietta dalla lingua affilata e dal grilletto facile, indotta a ripercorrere gli episodi principali della sua lunga vita e della sua carriera criminale. Chi è stata davvero Berthe: una serial killer, una sorta di Barbablù al femminile o una donna libera, una femminista ante litteram, capace di conquistarsi l'emancipazione a colpi di pistola?