L'autobiografia intellettuale del grande psichiatra, un racconto
straordinario che mostra l'intreccio struggente tra la vita e il
pensiero.
“A tredici anni una prima svolta nella mia vita: dopo l’8 settembre 1943, mio padre entrava nella Resistenza"
In questo libro Eugenio Borgna ricostruisce la propria storia, in un
grande racconto dell'esperienza vissuta della psichiatria, vera
protagonista di quest'opera, che rivolge il proprio sguardo
all'interiorità di chi cura e a quella di chi è curato, l'una
intrecciata all'altra in un dialogo infinito. Emergono ricordi nitidi
dell'infanzia e dell'adolescenza: il ritorno alla grande casa paterna
devastata dai tedeschi durante l'occupazione, la prima lettura di Thomas
Mann e le poesie di Leopardi, il fascino della letteratura tedesca
durante gli anni del liceo dai salesiani. La scoperta della neurologia a
Milano, il lavoro al manicomio femminile di Novara. Poi la legge
Basaglia cambia tutto e Borgna diviene il primario di psichiatria
all'Ospedale Maggiore di Novara. Via via si spalanca davanti agli occhi
dello studioso la vastità arcana e insondabile di esperienze umane di
tristezza e angoscia, di attese e di speranze infrante, di ricerca di un
infinito mai raggiungibile. La psichiatria diventa uno sguardo sulla
vita delle emozioni e delle passioni, sulla fenomenologia del mondo
sociale. E il racconto di una vita si rivela una narrazione che mostra
l'intreccio tra l'esperienza quotidiana e il pensiero, tra le vicende
vissute e le idee.
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