Donne, bambini, anziani: sono gli attori di un dramma ormai al centro di nuova attenzione, protagonisti di un fermo-immagine che comunica incredulità, rassegnazione, dignità. Quadro-icona dell’esilio ottocentesco, I Profughi di Parga di Francesco Hayez racconta l’abbandono forzato del luogo natale e il trauma collettivo e individuale dello sradicamento. Ma i gesti, gli sguardi smarriti che ci catturano in questo dipinto si fanno oggi carne viva, coinvolgendo lo spettatore dei nostri giorni come quello di allora, poiché sono gli stessi, di quelli a noi così familiari, dei profughi afghani e ucraini, e di coloro che a centinaia sbarcano sulle coste delle nostre isole.
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