martedì 31 marzo 2020
Fra te e il mondo di Pifra (Rizzoli)
Fra te e il mondo è il primo romanzo di
Pifra, che dopo aver conquistato in poco tempo centinaia di migliaia di
follower su Instagram con le sue brevi storie illustrate dolci e
malinconiche esordisce in libreria e arriva dritto al cuore di tutti i
lettori.
Per quanto tempo una persona che abbiamo amato
immensamente può tormentarci dopo la fine di una storia? Restare
conficcata nella nostra testa sabotando ogni tentativo di lasciarci alle
spalle il passato, torturarci con i ricordi, farci sentire fragili e
sbagliati imprigionandoci in un loop senza uscita? Nel caso di Luca,
questo incubo a occhi aperti sembra non finire mai. La sua ex ragazza
con il trascorrere dei mesi si trasforma in un’ossessione, in una
presenza immaginata eppure concreta con la quale dialogare o scontrarsi
ferocemente. Lei torna a trovarlo quando Luca è a casa da solo, quando
gira per la città, nelle feste alle quali si lascia trascinare per
sovrastare il rumore dei suoi pensieri. E resterà con lui anche dopo che
avrà conosciuto Lara – a sua volta in fuga da una convivenza diventata
soffocante – e iniziato a vivere con lei una passione travolgente.
Il cinghiale bianco di Leonardo Quintavalle (Calibano)
In una sonnolenta cittadina che circonda un grande campo da golf,
Giovanni, ventitreenne, conduce una vita oziosa fatta di lavoretti in
giardino e droghe leggere, senza prospettive né desideri per il futuro. A
sconvolgere questa situazione, due ritorni inattesi: uno strano
cinghiale dal manto completamente bianco, che aveva già terrorizzato la
città qualche anno addietro, e una ragazza fin troppo conosciuta,
vittima del più grande errore che Giovanni abbia mai commesso.
Politiche pubbliche. Analisi e valutazione di Antonio La Spina (Il Mulino)
Questo manuale tratta in modo integrato gli aspetti
fondamentali delle politiche pubbliche. A una prima parte dedicata
all'analisi (nozioni costitutive, policy cycle, domanda e offerta di
politiche) segue una seconda parte che affronta metodi ed evidenza
empirica; nella terza parte è trattato il tema della valutazione
(concetti essenziali, fasi, valutazione delle strutture e della
dirigenza, policy evaluation in Europa e nei paesi extra-europei).
Chiude il volume ? che si segnala dunque per la sua esemplare
completezza ? un capitolo sulla progettazione istituzionale e la
deontologia della valutazione.
La via Francigena in Toscana. Luoghi, storie e sapori di Fausto Filidei (Sarnus)
La Via Francigena, che da Canterbury portava i pellegrini cristiani fino
a Roma e poi in Terrasanta, attraversa per un lungo tratto anche la
Toscana.L'autore ci accompagna alla scoperta di questi 380 chilometri
divisi in sedici tappe: partendo dall'attuale passo della Cisa in
direzione di Pontremoli, attraverseremo la Versilia, la Lucchesia, il
Valdarno inferiore, la Val d'Elsa e le terre del Chianti, e infine la
Val d'Orcia fino al confine con il Lazio. Lungo il cammino potremo
conoscere per brevi cenni la storia dei luoghi incontrati, saremo
informati sulle chiese e i monumenti più interessanti da visitare e ci
terranno compagnia storie di Santi, leggende di fantasmi e lupi mannari,
Racconti che hanno origine in epoche antichissime, sospesi tra verità
storica e fantasia. E poi le ricette, il "piatto forte": sono cento,
tutte curiose e intriganti e legate ai luoghi percorsi. Spesso sono
rivisitazioni di piatti medievali, di cui conservano solo il nome. Per
ognuna di queste, troveremo puntuali e graditi abbinamenti enologici.
Abisso. Coronavirus: il romanzo della profezia di Dean R. Koontz (TimeCrime)
Dall’autore best seller in tutto il mondo, con oltre 450 milioni
di copie vendute, un romanzo definito dalla critica e dai lettori con
queste parole:
“Costruito sapientemente, originale e
decisamente inquietante. Una lettura imperdibile, suspense ai massimi
livelli e un finale assolutamente inatteso.”
E se l’incidente che
le ha portato via suo figlio non fosse mai avvenuto? È trascorso un
anno da quel giorno fatale in cui Tina Evans ha perso suo figlio Danny e
anche se la sua vita è cambiata per sempre, ora sta finalmente
iniziando ad accettarlo. Il successo nel lavoro, un incontro di passione
e sentimento… tutto sembra rimettersi al posto giusto. Ma le basta
confondere il viso di un bambino per quello di suo figlio nell’auto di
uno sconosciuto per scatenare in lei un vortice di dubbi ed emozioni
incontrollate. E poco dopo, nella camera del suo bambino, sulla lavagna
cominciano ad apparire due parole: NON MORTO. Tina ha motivo di credere
che quell’incidente con gli scout non si sia mai verificato, e che forse
suo figlio viene tenuto lontano da lei, prigioniero di un uomo in nero,
e disperatamente bisognoso del suo aiuto. E così, verso un lento e
inesorabile destino, il dolore e il dubbio genereranno in lei
un’ossessione da cui le sarà impossibile sottrarsi: il bisogno di
rivedere suo figlio a costo di sprofondare nell’abisso. Organizzazioni
militari segrete e misteriose sperimentazioni sono al centro del romanzo
di Dean Koontz, che grazie alla sua straordinaria capacità di
descrivere l’animo umano già nel 1981 riuscì a profetizzare una minaccia
del nostro tempo in un thriller angosciante e sensazionale.
lunedì 30 marzo 2020
iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks
La legge del sognatore di Daniel Pennac (Feltrinelli)
Tutto è lecito, come di notte, nei sogni. Ma una logica
implacabile e finissima regge le architetture oniriche. Un grande
omaggio di Pennac a Federico Fellini, un gigante del cinema italiano che
con il sogno ha dialogato tutta la vita.
Se solo mia madre mi avesse presentato a Federico Fellini!
Daniel Pennac ha dieci anni, è in vacanza sul massiccio del Vercors con
i genitori e l'amico Louis. Sopra il lettino di Daniel troneggia un
poster con il disegno di un sogno di Fellini, un regalo del regista
quando la madre lavorava a Cinecittà. Forse influenzato da un'intuizione
che aveva condiviso poco prima con l'amico, il piccolo Daniel quella
notte sogna che la luce è un liquido e che sgorga dalle fonti, e inonda
prima l'abitazione e il salotto dove troneggia una statua di san
Sebastiano, e poi dilaga per le strade, sommergendo tutta la cittadina,
chiesa compresa. Molti anni dopo, ormai due uomini maturi, i due amici
si ritrovano nella stessa stanza da letto e Louis propone a Daniel di
fare un'escursione e andare a fare il bagno lì vicino, come facevano da
bambini. Dopo essersi immerso nell'acqua gelida del lago, sotto il pelo
dell'acqua, Daniel riscopre lo stesso paese sommerso del sogno
d'infanzia, con la stessa chiesa, la casa con la statua di san
Sebastiano, e le due strade dai nomi evocativi, rue du Repos e rue de la
Paix. Cosa può aver provocato quel sogno premonitore infantile? Deve
essere stata l'influenza di Fellini: allora Daniel decide di mettere in
scena al Piccolo di Milano uno spettacolo sui sogni, un omaggio a
Fellini, una festa che riunisca tutta la sua famiglia allargata e la
popolazione di Milano, in un grande carnevale felliniano che culmina
all'Arco di trionfo del Sempione. Ma forse anche questo era un sogno.
Infatti, la madre di Daniel amava molto i film di Fellini, ma non ha mai
lavorato a Cinecittà. E la città sommersa? E san Sebastiano?
In equilibrio fra sogno e realtà, il libro è un tributo all'amato Fellini e all'amarcord personale dell'autore e della sua tribù immaginaria e reale.
In equilibrio fra sogno e realtà, il libro è un tributo all'amato Fellini e all'amarcord personale dell'autore e della sua tribù immaginaria e reale.
Quel che affidiamo al vento di Laura Imai Messina (Piemme)
Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si
spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata
una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che
trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni
anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la
cornetta per parlare con chi è nell'aldilà. Quando su quella zona si
abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna,
pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui,
ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo
2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava,
inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al
mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a
visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e
ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre.
Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui
dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso
rischia di esserle portato via dall'uragano, Yui decide di affrontare il
vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci
di chi non c'è più. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è
un vero miracolo l'amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per
sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo
avviene. Laura Imai Messina ci conduce in un luogo realmente esistente
nel nord-est del Giappone, toccando con delicatezza la tragedia dello
tsunami del 2011, e consegnandoci un mondo fragile ma denso di speranza,
una storia di resilienza la cui più grande magia risiede nella realtà.
Proposto
per il Premio Strega 2020 da Lia Levi: «"Non c'è ferro che possa
trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto." Mi
scuso per la citazione (è di Babel) ma vi assicuro che mi si è
veramente affacciata alla mente, mentre leggevo, con crescente emozione,
il libro di Laura Imai Messina. La storia parte da un fatto reale. In
un giardino situato all'interno di uno dei luoghi più colpiti dallo
tsunami del 2011 (siamo ovviamente in Giappone) qualcuno ha installato
una cabina telefonica che custodisce un vecchio telefono nero. Non ha
fili questo telefono, è collegato con il nulla. È li però che
affluiscono migliaia di persone ansiose di parlare attraverso
quell'apparecchio con i propri cari scomparsi. Il loro messaggio sarà il
vento a trasmetterlo. È da questo commovente fenomeno che Laura Imai
Messina ha tratto ispirazione letteraria. Quando si tocca il tema delle
cadenze del dolore e della "guarigione" dal dolore si sfiora sempre il
rischio che possa uscire una sorta di manuale consolatorio in stile new
age. Niente di più lontano dalla prova di finezza psicologica e grande
scrittura che ha saputo realizzare questa autrice italo-nipponica. Ne è
venuto fuori un testo schivo e poetico, dove la tragedia che ha colpito i
due protagonisti e il loro risveglio alla vita, è raccontato attraverso
piccoli tocchi incisivi del quotidiano che centrano l'obbiettivo molto
più di una sia pur tragica visione di insieme. Imperdibile per
"trafiggere" le scene con cui, attraverso rapidi flash ci viene
presentato "il mostro", lo tsunami figlio dell'apocalisse che, al
passaggio, fa strage indistinta di cose, persone e "voglia di vita" di
chi ce l'ha fatta a scampare.»
La signora del martedì di Massimo Carlotto (E/O)
Non esiste oggi in Italia un altro autore che sappia raccontare,
come Massimo Carlotto, il dolore e la capacità di resistenza degli
esclusi; uno scrittore che sappia descrivere meglio i meccanismi
attraverso cui una società civile si trasforma in un’arena dove il
pubblico reclama lo spettacolo del “diverso” colpevole e del sangue che
scorre.
«Con questo romanzo Carlotto va oltre il
noir. Non racconta più solo il lato oscuro e criminale della società.
Siamo tutti noi a essere interpellati. Perché oggi le gogne mediatiche, i
giornalisti a caccia di scoop e i politici dell'ambizione sfrenata
stanno trasformando la società in un'arena dove il pubblico reclama lo
spettacolo del "diverso" colpevole e del sangue che scorre»
Tre
personaggi che la vita ha maltrattato. Bonamente Fanzago, attore porno
dal nome improbabile che un ictus ha messo in panchina e che assiste
angosciato all’ascesa dei giovani concorrenti. Tiene duro aspettando che
ogni martedì una donna affascinante dal passato misterioso paghi i suoi
servizi da gigolò alla pensione Lisbona, un alberghetto poco
frequentato dove il proprietario, il signor Alfredo, vive la sua
condizione di travestito nascondendosi da un ambiente ipocrita e
perbenista. Tre esseri umani sui quali la società si accanisce proprio
perché più deboli, ma che troveranno il coraggio di difendersi. Non sono
eroi senza macchia né paura, hanno debolezze, hanno commesso errori e a
volte azioni riprovevoli. Ma soprattutto aspirano ad amore e rispetto.
Quando un imprevisto darà il via a una girandola di effetti collaterali,
per i nostri tre personaggi diventerà questione di vita o di morte
scavare, dentro di sé e nel proprio passato, per trovare le risorse
necessarie a tirarsi fuori dai guai. Con questo romanzo Carlotto va
oltre il noir. Non racconta più solo il lato oscuro e criminale della
società. Siamo tutti noi a essere interpellati. Perché oggi le gogne
mediatiche, i giornalisti a caccia di scoop e i politici dall’ambizione
sfrenata stanno trasformando la società in un’arena dove il pubblico
reclama lo spettacolo del “diverso” colpevole e del sangue che scorre.
La confraternita degli storici curiosi di Jodi Taylor (Corbaccio)
Dietro la facciata apparentemente innocua dell’Istituto di ricerche
storiche Saint Mary, si nasconde ben altro genere di lavoro accademico.
Guai, però, a parlare di «viaggio nel tempo»: gli storici che lo
compiono preferiscono dire che «studiano i maggiori accadimenti
nell’epoca in cui sono avvenuti». E, quanto a loro, non pensate che
siano solo dei tipi un po' eccentrici: a ben vedere, se li si osserva
mentre rimbalzano da un’epoca all’altra, li si potrebbe considerare
involontarie calamite-attira-disastri. La prima cosa che imparerete sul
lavoro che si svolge al Saint Mary è che al minimo passo falso la Storia
vi si rivolterà contro, a volte in modo assai sgradevole. Con una vena
di irresistibile ironia, la giovane e intraprendente storica Madeleine
Maxwell racconta le caotiche avventure del Saint Mary e dei suoi
protagonisti: il direttore Bairstow, il capo Leon Farrell, Markham e
tanti altri ancora, che viaggiano nel tempo, salvano il Saint Mary
(spesso - anzi sempre - per il rotto della cuffia) e affrontano una
banda di pericolosi terroristi della Storia, il tutto senza trascurare
mai l’ora del tè. Dalla Londra dell’Undicesimo secolo alla Prima guerra
mondiale, dal Cretaceo alla distruzione della Biblioteca di Alessandria,
una cosa è certa: ovunque vadano quelli del Saint Mary, scoppierà il
finimondo.
Le confessioni di Frannie Langton di Sara Collins (Einaudi)
Una ricostruzione della Londra ottocentesca gotica e sensuale, un
thriller labirintico come il cuore umano. Le confessioni di Frannie
Langton è stato il libro d'esordio piú letto e premiato dell'anno.
«Un libro cosí nasce quando si mettono insieme Toni Morrison e Jean Rhys» - Margaret Atwood
«Non
avrei mai fatto a Madame quanto sostengono che le abbia fatto, perché
l'amavo. Eppure dicono che devo essere messa a morte per questo, e
vogliono che confessi. Ma come posso confessare un delitto che non credo
di avere commesso?»
1826. Londra è in fermento. La folla ha
preso d'assalto l'Old Bailey, il tribunale in cui si celebrano i
processi piú importanti del Paese. La folla è lí per vedere Frannie
Langton, la cameriera incolpata di aver ucciso senza pietà i suoi
padroni, Mr e Mrs Benham. L'accusa la dipinge come una sgualdrina, una
ex schiava seducente e manipolatrice che ha approfittato del buon cuore
dei suoi signori. Ma non è la verità, o almeno non è proprio tutta la
verità. Cosí finalmente, dal banco degli imputati, Frannie può urlare al
mondo la sua storia. Che inizia in una piantagione, quando da bambina
impara a leggere, anche se è incatenata. E finisce nella Londra dei lord
e delle dame, dove le catene sono altre, ma non per questo meno dure.
In Inghilterra Le confessioni di Frannie Langton è stato un caso
letterario: un romanzo gotico e passionale, una ricostruzione storica
tanto evocativa quanto precisa, il libro d'esordio piú letto e premiato
dell'anno. Sara Collins ci trasporta in una Londra fatta di viali oscuri
e di segreti ben custoditi tra le stanze di eleganti palazzi. E ci
restituisce l'emozionante battaglia di una donna che vuole
riappropriarsi della libertà
domenica 29 marzo 2020
iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks
La stanza dei canarini di Giulia Contini (Bompiani)
D'un tratto era dorata. D'un tratto splendeva. D'un tratto l'amavo.
Incredibile
come un'infanzia tutta promesse possa sfumare in un'adolescenza
tormentosa e tormentata, un'afflizione per sé e per gli altri. Ma Giulia
è stata una bambina facile e contenta solo in apparenza: la sua
identità mutevole era già viva allora, dolorosamente viva. E gli anni di
mezzo, quando il corpo sfugge al controllo e la mente lo segue,
acuiscono la sua fatica nel farsi posto nel mondo per quello che è. Poi
l'incontro con Adele, vicepreside e professoressa al liceo, una donna
indipendente, matura, che "abita gli spazi come la luce del mattino".
Per Giulia è da subito l'unica, la forma dell'amore atteso e sognato, da
far vero ad ogni costo. Ci vorrà tempo, tempo e pazienza, prima che
Adele ceda all'assedio irresistibile di Giulia; e bisognerà rispettare
le convenienze, essere caute, astute, delicate, per poter diventare se
stesse insieme nonostante le famiglie, la scuola, la cornice opprimente
di una piccola città. Dopo, a Roma, tutto è un po' più facile. Ma il
tempo separa, si fa nemico, incalza.
Cadere Carlos di Manuel Álvarez (Sur)
Con una prosa chirurgica ma lirica e avvolgente, Álvarez ci regala
un grande romanzo d'esordio, che racconta Cuba con il passo di un
classico, come non l'abbiamo mai vista.
Questa è la storia di
una famiglia: c'è un figlio che non crede nella rivoluzione; c'è un
padre che si aggrappa a un sogno ormai sfumato, e cita Che Guevara ogni
volta che può; c'è una madre che cade, si ritrova a terra in preda alle
convulsioni, e vede la vita sfuggirle dalle mani; c'è una figlia che fa
di tutto per tirare avanti, anche se questo vuol dire cedere
all'inganno. Ci sono crepe dappertutto, dentro casa e dentro ognuno di
loro. C'è una Cuba polverosa, splendida e dolente. Sono quattro le voci
che si alternano con estrema naturalezza in questo romanzo, quattro
versioni di una stessa storia, una per ogni membro della famiglia.
Quattro storie che vanno apparentemente in direzioni diverse, pur
raccontando lo stesso percorso. Un'unità che si sfalda, quella della
famiglia, e fa da contr'altare all'unità del paese, al sogno per un
futuro migliore, alle promesse tanto attese e mai mantenute, comuni a
un'intera generazione.
Quanto blu di Percival Everett (La nave di Teseo)
Un romanzo geniale e irresistibile sul mondo
dell'arte, raccontanto con uno stile intriso di ironia e acume.
Pungente, capriccioso, raffinato, imprevedibile: Quanto blu ci mostra la migliore scrittura di Percival Everett e l'irrinunciabile celebrazione di un romanzo perfetto.
«Uno dei romanzi più eclettici e originali mai scritti in America» – Harper's Magazine
«Un romanzo in cui vale la pena tuffarsi» – Los Angeles Times
«Ogni singola pagina esprime l'urgenza di continuare, questo romanzo è un capolavoro» – The Boston Globe
La parola "peccato" non aveva mai significato così tanto e forse così poco come allora, quando uscì dalle sue labbra.»
Kevin
Pace è un artista e lavora da tempo a un dipinto che non lascia vedere a
nessuno: non ai figli, non al migliore amico Richard e neppure a sua
moglie Linda. Questa enorme tela di quattro metri per sette, interamente
ricoperta da strati di vernice blu di diverse sfumature, potrebbe
essere infine il suo capolavoro. Kevin non sa ancora dirlo o, meglio,
non gli interessa, perso com'è nel suo passato di cui questo quadro
sembra essere una sintesi, un'enigmatica e incomprensibile
rappresentazione. Perché Kevin custodisce un segreto: dieci anni fa, a
Parigi, ha avuto una relazione con una giovane pittrice e, seppur oggi
non riesca a spiegarsi cosa lo mosse allora, il fantasma della ragazza e
le bugie raccontate per anni non smettono di assediarlo. Mentre
combatte con i demoni della sua memoria, Kevin deve difendere i
sacrifici fatti in nome dell'arte e proteggere la sua famiglia da ciò
che non hai mai avuto il coraggio di rivelare: il suo quadro, che
racchiude un'indicibile verità, potrebbe essere la sua salvezza, o la
sua condanna definitiva.
Acqua salata di Jessica Andrews (NN Editore)
Brillante, ispirato, poetico, Acqua salata esplora la
complessità dei desideri, la voglia di affermarsi e l’impossibilità di
farlo rinunciando alle proprie radici; è il diario intimo e sincero di
una giovane donna che si è persa inseguendo i sogni degli altri e che
decide di fermarsi a recuperare i propri, cercando in se stessa la forza
di ricominciare, senza rimpianti.
“Quando il presente comincia a sgretolarsi, c’è spazio per scrivere il futuro”
La vita di Lucy è cambiata molte volte: con le sfuriate e le assenze
del padre alcolizzato, con l’ansia e la pena per il fratello sordo, con
la bellezza dei viaggi in Irlanda a casa del nonno. E sembra cambiare
definitivamente quando si trasferisce a Londra, per studiare e per
vivere lontana dalla provincia, libera da ogni legame. Ma appena
laureata, Lucy volta le spalle a tutto: va in Irlanda, nel Donegal,
nella vecchia casa che il nonno le ha lasciato. Si affida al cielo, al
vento, al mare per ritrovare se stessa, e intanto la sua memoria si
snoda in racconti brevi e impetuosi come corsi d’acqua. Rivive
l’infanzia, il rapporto profondo che la unisce alla madre, gli amori
sbadati, le grandi, fameliche ambizioni della giovinezza. Nella sua
corsa verso l’età adulta Lucy ha scoperto ciò che non vuole essere. E
sceglie di ricostruirsi altrove, su fondamenta fatte di ricordi.
Le transizioni di Pajtim Statovci (Sellerio Editore Palermo)
Una nuova sorprendente voce nella letteratura contemporanea
internazionale. A 28 anni Pajtim Statovci è l’autore di uno dei romanzi
europei più celebrati degli ultimi anni.
«Questa è l’opera
di un romanziere già maturo, in una tradizione che va da Camus a Kafka,
da Kadare a Kristeva. Di una bellezza brutale» - The Guardian
«La
scrittura di Statovci è di un lirismo toccante, capace di comprimere in
una sola frase rabbia e desiderio, la malinconia e il dettaglio più
minuto» - The New Yorker
Bujar è un uomo che sa diventare
una donna: può essere una meravigliosa ragazza di Sarajevo che attrae
uomini di ogni età o un affascinante giovane spagnolo che fa innamorare
ragazze alle quali non sa concedersi. Tra Orlando di Virginia Woolf e
Tom Ripley di Patricia Highsmith, Bujar crea continuamente se stesso e
la propria storia perché può scegliere chi è, la sua nazionalità, il
sesso, semplicemente aprendo la bocca e parlando, nel racconto di una
vita trascorsa in viaggio e in fuga, dall’Albania all’America, passando
per Roma, Madrid, Berlino, Helsinki. Bujar narra la sua storia in prima
persona, a partire dall’adolescenza poverissima a Tirana. La morte del
padre, il dolore della madre, la scomparsa della sorella, e poi
l’amicizia con Agim, coetaneo e vicino di casa, rifiutato dalla famiglia
per il suo orientamento sessuale. Entrambi fuori luogo in un paese
devastato, sempre più dipendenti l’uno dall’altro, decidono per la fuga,
a caccia di un futuro che gli appartenga. Vivono per le strade di
Tirana, poi sulla costa, fino al viaggio da clandestini in Italia
attraverso l’Adriatico. Dall’isolamento, l’umiliazione, la vergogna,
nascerà un nuovo Bujar. Emozionante riflessione letteraria sull’identità
condotta con una sensibilità innovativa e spiazzante, il romanzo segna
il talento di un autore giovanissimo, capace di raccontare
l’appartenenza e l’esclusione, l’amore e la crudeltà in un libro «che
come una potente fenice sorge dalle ceneri del secolo precedente» (The
Guardian).
sabato 28 marzo 2020
iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks
iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks
I miei giorni nel Caucaso di Banine (Neri Pozza)
Memoir animato da un irresistibile humor, I miei giorni nel Caucaso ritrae magnificamente la vita e il mondo che rendevano un tempo attraenti le rive del Caspio
«Il delizioso ricordo di una vita movimentata». - Financial Times
«Il comico resoconto di una turbolenta giovinezza trascorsa sulle rive del Caspio» - Spectator
Baku, 1805. Nascere in una famiglia scandalosamente ricca - il
capostipite, Assadullah, nato contadino, morì milionario grazie al
petrolio zampillato dal suo campo pieno di sassi - ma allo stesso tempo
altrettanto stravagante e popolata da loschi individui, porta con sé
sicuri privilegi e indubbi grattacapi. Ultima di quattro sorelle, Banine
viene alla luce in un giorno d'inverno movimentato da scioperi, pogrom e
altre manifestazioni del genio umano. Nonostante questo, la sua
infanzia trascorre felice, allietata dalle torte rigonfie di crema di
Fräulein Anna, balia tedesca, e dalle perenni recriminazioni in azero
della nonna paterna, una creatura stupefacente, un gigante sbucato da
una fiaba di Perrault. Ogni anno la famiglia trascorre diversi mesi in
campagna. La casa è grande, eppure a malapena sufficiente a ospitare
l'orda che la invade in primavera: la temibile nonna con le sue
innumerevoli serve; la figlia maggiore con il marito, la minore senza
marito; i loro cinque figli, terrore di Fräulein Anna, bugiardi, ladri,
spioni e quant'altro; infine, il figlio più piccolo della nonna,
l'infantile e allegro zio Ibrahim, ancora celibe. Là dove i doveri
diminuiscono, la libertà cresce, il tempo favorisce i giochi - le zie
sono tutte avide giocatrici di poker, passione che coltivano insieme a
quella per la maldicenza - e, soprattutto, le liti. Nella famiglia
Banine i litigi hanno infatti un ruolo fondamentale, e per due ragioni:
una è da attribuire al temperamento violento e naturalmente predisposto
alla lite di tutti i suoi membri; l'altra è l'eredità. La famosa,
eterna, inafferrabile eredità, quella che bisogna dividere dopo la morte
del capostipite. Questa vita di splendori e baruffe è tuttavia
destinata a subire un drastico mutamento. La Rivoluzione d'Ottobre
porterà il caos nel Caucaso, una dittatura militare, dominata dagli
armeni, prenderà il potere a Baku e darà la caccia ai ricchi azeri,
costringendo Banine e la sua famiglia a una precipitosa fuga...
Non c'ero mai stato di Vladimiro Bottone (Neri Pozza)
Un romanzo avvincente, immerso nella contemporaneità oscura e
disturbante della Napoli in cui è ambientato. La nuova, sorprendente
prova di un narratore finora conosciuto soprattutto per i suoi racconti
storici.
Ernesto Aloja è un ex editor: ha passato l'intera vita
professionale a correggere i romanzi degli altri, dopo aver rinunciato a
scriverne uno proprio. Da poco è tornato a Napoli, il luogo dei suoi
traumi giovanili. Ernesto ne censura il ricordo con gli psicofarmaci e
frequentando, stancamente, due amanti che non gli procureranno mai
fastidi. Questa routine è spezzata all'arrivo di un dattiloscritto. Si
tratta di un romanzo chiaramente autobiografico, il racconto di
esperienze disordinate e promiscue. D'istinto Ernesto si sbarazzerebbe
di un testo che ha la capacità di turbarlo profondamente. Non può, però,
evitare di incontrarne l'autrice. Lena Di Nardo è una trentenne
magnetica e disturbante. Una giovane donna che vive nell'hinterland
napoletano, dove condivide l'esistenza precaria e senza prospettive
della propria generazione. Ernesto, che ha sempre seguito la nascita di
romanzi, stavolta ha l'impulso di far sbocciare una romanziera. Hanno
così inizio i loro incontri settimanali, nella casa panoramica dove
l'editor abita da solo. Quella di Ernesto e Lena si rivelerà, da subito.
come un apprendistato reciproco: di Lena alle tecniche della scrittura,
di Ernesto a un mondo per lui inedito. Sia con le proprie pagine, sia
facendosi accompagnare nelle sue scorribande notturne, Lena conduce
l'editor in un mondo per lui estraneo. Un mondo dove la fa da padrona la
sessualità usa-e-getta dei coetanei di Lena, consumata durante notti in
discoteca per il senso del limite che ha improntato tutta la vita di
Aloja. La destabilizzazione psicologica dell'editor, poi, è accentuata
da strani episodi di cui lei è vittima. Alcuni pedinamenti; lo
speronamento notturno dell'auto di Lena; un diverbio di lei con una
misteriosa ragazza nel parcheggio della discoteca; alcune aggressioni
verbali sul suo profilo Facebook. Il tutto mentre le notti di Aloja
iniziano a venire disturbate da uno stillicidio di telefonate anonime.
Troppo tardi Ernesto ha la sensazione di essersi avventurato in
territori dove non era mai stato. Territori che riguardano il passato di
Lena, ma anche quello personale dell'editor. Al fondo di questa discesa
agli Inferi, una doppia rivelazione, spietata come ogni verità rimossa.
Ernesto Aloja non potrà che scriverne, finalmente in prima persona.
Discutere con gli zombie. Le idee economiche mai morte che uccidono la buona politica di Paul R. Krugman (Garzanti)
Paul Krugman affronta con chiarezza i temi centrali del dibattito
pubblico dei nostri giorni: il ruolo dell'Unione europea, i rischi della
Brexit, le nuove strategie commerciali delle potenze mondiali; e senza
mancare di offrire soluzioni originali e commenti taglienti, sfata tutti
quei i miti e quelle illusioni dure a morire che, come zombie,
continuano ad avanzare divorando il cervello di chi dovrebbe guidare il
mondo.
«Il più grande divulgatore di complicate teorie economiche» - Il Foglio
«Questo
libro racconta la lotta per la verità, la giustizia e la mentalità
antizombie. Non so se sarà mai possibile vincere, ma è sicuramente una
causa per cui vale la pena combattere»
Quella del Premio Nobel
Paul Krugman è una delle voci più autorevoli al mondo in campo
economico: i suoi libri e i suoi editoriali sono tradotti in decine di
lingue, e ovunque non mancano di suscitare dibattito, polemiche,
discussioni. Ma lo studioso è allo stesso tempo un popolare divulgatore
capace di spiegare con semplicità le teorie economiche più complesse, e
di svelare cosa si cela dietro le scelte a volte poco comprensibili di
governi e multinazionali. In questo suo ultimo, atteso libro, Krugman
affronta i temi decisivi al centro del dibattito pubblico dei nostri
giorni: il ruolo futuro dell’Unione europea, i rischi della Brexit, le
nuove strategie commerciali delle potenze mondiali; e senza mancare di
offrire soluzioni originali e commenti taglienti, si scaglia contro i
sovranismi e i populismi su entrambe le sponde dell’Atlantico, mette in
guardia dalle riforme dell’amministrazione Trump nell’anno delle
elezioni presidenziali, e con coraggio sfata tutte quelle convinzioni
che le evidenze avrebbero dovuto definitivamente far mettere da parte
decenni se non secoli fa, e che invece continuano a sopravvivere come
zombie e a divorare il cervello di commentatori, intellettuali e di
molti, troppi politici.
Il più grande bestseller di tutti i tempi (con questo titolo). Come difendersi da chi ci inganna con i numeri di Sanne Blauw (Garzanti)
Viviamo immersi in un mondo fatto di numeri, e ne siamo quasi
ipnotizzati: ci affidiamo totalmente ad algoritmi basati su big data, e
sempre più spesso a prendere le decisioni non sono persone ma modelli
matematici. Mentre le parole vengono facilmente criticate, le cifre
offrono più credibilità, vengono considerate più obiettive, e così
determinano ciò che mangiamo, quanto guadagniamo, per chi votiamo.
«Non tutto ciò che può essere contato conta, e non tutto ciò che conta può essere contato». - Albert Einstein
«Il
mio compito è mettere i numeri al loro posto. Non su un piedistallo,
non nella spazzatura, ma dove devono stare: accanto alle parole»
I numeri hanno anche un lato nascosto, e in questo libro Sanne Blauw ce
lo svela con lucidità e passione: psicologi che camuffano il loro
razzismo con le statistiche; magnati del tabacco che interpretano a loro
vantaggio i dati sulla salute distruggendo milioni di vite; politici in
grado di commissionare sondaggi sempre in loro favore. Per prendere sul
serio le cifre, infatti, dobbiamo innanzitutto riconoscere che sono
tante le cose che non dicono: il PIL, per esempio, è solo una misura
della produzione, non del benessere, e il QI non è niente di più che il
punteggio ottenuto in un test, e nulla ha a che fare con la nostra vera
intelligenza. Le cifre vengono continuamente gonfiate di convinzioni e
pregiudizi fino a renderle ciò che non sono, e l’unico modo che abbiamo
per non essere vittime dei numeri e delle loro interpretazioni è
imparare a dominarli. Come insegna il titolo di questo libro.
venerdì 27 marzo 2020
iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks
Re in fuga. La leggenda di Bobby Fischer di Vittorio Giacopini (Il Saggiatore)
«"Voglio soltanto giocare a scacchi" ha detto una volta "non mi importa
nient'altro." Però non esistono desideri facili, ambizioni modeste. Le
speranze ingannano e le preghiere esaudite sono merce scaduta. Scosse
elettriche di confusione e paura, intermittenze, correnti di ansia: il
mondo è troppo complicato e in disordine e allora provi a barricarti nel
rifugio di un metodo, ti corazzi dentro un'ossessione. Voglio "solo"
giocare a scacchi - pensava - voglio vincere, diventare il migliore.
Quei diagrammi in bianco e nero, quelle mosse consuete, quelle poche
regole. Il resto non esiste, il resto è un'illusione, uno spreco, un
imbroglio. Voleva meno anche quando puntava al massimo. Semplificare,
togliere, andare dritto al sodo. L'hanno definito in tanti modi -
inaffidabile, istrione, buffonesco, geniale, offensivo, paranoico,
cattivo, infantile -, ma in verità è stato soprattutto un maestro della
rinuncia o un asceta improbabile. Non chiedeva molto. Ridurre al massimo
i contatti col mondo, vivere in una bolla mentale, bastare a se stesso.
L'ironia è che quasi tutta la sua vita da adulto è l'eterna smentita di
questo programma. Strano paradosso. Ti blindi dentro un'ossessione per
evitare gli altri e aggirare la Storia e ti ritrovi proprio al centro
della scena, sotto gli occhi di tutti.»
Come in un labirinto di specchi di Silvana Mazzocchi (Iacobelli)
Le due protagoniste del romanzo, Emma e Luisa sono cresciute insieme
nella Roma quieta dei quartieri borghesi. Quando esplode il '68 le loro
esistenze si separano: Luisa studia, va all'estero, lascia la famiglia
d'origine con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale, mentre Emma
s'immerge completamente nelle logiche della contestazione. Abbandona
l'università e sceglie la politica, quella a rischio dei primi anni
Settanta, quando la fine dei gruppi extraparlamentari lascia spazio a un
processo che coinvolgerà migliaia di giovani in una nebulosa ambigua e
pericolosa, una "zona grigia", terreno di coltura del terrorismo ormai
alle porte. Nonostante tutto, però l'amicizia tra le due ragazze rimane a
lungo solida, abitano insieme, litigano, si ritrovano... Fino alla
separazione definitiva, quando le loro scelte, diverse, cambiano per
sempre i loro destini. È Luisa, dopo quarant'anni, a raccontare quel
comune passato. Tornata nella casa di campagna dei suoi genitori e,
grazie a una lettera di Emma mai ricevuta, guarda con occhi inediti alla
loro amicizia e alle illusioni perdute della giovinezza e i ricordi e
le emozioni del presente si mischiano alla cronaca del passato narrata
in terza persona. Lo sfondo è il magma sociale e politico di quegli
anni, popolato da giovani resi ciechi da un'ideologia che porterà a un
epilogo dannoso e tragico. Un'amicizia che si ricompone in un enigmatico
gioco di specchi la cui soluzione è nella lettera di Emma.
Il fantasma dei fatti di Bruno Arpaia (Guanda)
Come sostiene Sciascia, non sono tanto i fatti quanto «i fantasmi dei fatti» a costituire la vera materia della letteratura.
«Arpaia
è uno di quelli che affrontano l’arte e la letteratura con l’unica
ambizione di essere coerenti con la vita e con l’epoca che gli è toccato
vivere.» - Luis Sepúlveda
«Vi hanno mandato loro?»
chiede Tom il Greco ai due sconosciuti che bussano alla porta della sua
casa di vacanza in Québec. «Loro» sono gli uomini della Cia, l’Agenzia
che Thomas Karamessines, detto il Greco, ha servito per tutta la vita.
C’era proprio lui, infatti, a capo della stazione di Roma quando, tra il
1961 e il 1963, con la morte di Mario Tchou, l’attentato a Enrico
Mattei, le incriminazioni e le condanne di Felice Ippolito e di Domenico
Marotta, l’Italia perdeva di colpo ogni competitività in campo
scientifico, politico ed energetico, avviandosi verso il declino
attuale. Una semplice coincidenza? O dietro quel punto di svolta così
drammatico per il nostro paese si nascondeva la longa manus della Cia e
di Tom il Greco? Dopo l’Italia, una lunga carriera avrebbe portato
Karamessines a giocare un ruolo anche nei misteri più bui della politica
internazionale, dall’assassinio di Kennedy alla cattura di Che Guevara e
al golpe in Cile. Ci sono, però, intrighi e segreti di stato che
nemmeno gli uomini più scaltri riescono a tenere sotto controllo.
Segreti che, in ore estreme, quando quei due sconosciuti bussano alla
sua porta, non ha più senso nascondere. A partire da questa figura
sfuggente, l’ossessione di un protagonista che ha lo stesso nome
dell’autore si trasforma in una lunga indagine, e in un romanzo che
intreccia i «fatti» con le zone oscure degli eventi, illuminate
dall’immaginazione. Perché, come sostiene Sciascia, non sono tanto i
fatti quanto «i fantasmi dei fatti» a costituire la vera materia della
letteratura.
Maria Maddalena. Equivoci, storie, rappresentazioni di Adriana Valerio (Il Mulino)
Che ne è oggi della discepola prediletta, della donna autorevole,
dell’apostola che ha creduto e seguito Gesù? Un lungo processo di
alterazione e di ridimensionamento ci consegna una figura di peccatrice e
di pentita, nella quale si fondono bellezza sensuale e mortificazione
del corpo. Riflettere sul «caso Maddalena», addentrarsi nelle pieghe
della storia e delle arti, significa rimuovere equivoci e manipolazioni,
ritrovando, nel cuore del cristianesimo, i ruoli determinanti che le
donne aspettano ancora di svolgere pur avendoli avuti fin dalle origini.
In verità di Dario Buzzolan (Mondadori)
Dario Buzzolan scrive un grande romanzo corale, una storia
familiare che progressivamente si fa viluppo e mistero, e ci getta nel
mezzo di un accadere che ci tocca: scrive di noi, di come non vorremmo
essere ma rischiamo di diventare – e forse di come già siamo.
Cernedo, profondo Nord. I Trovato, titolari della Stella, leggendaria
azienda di alta orologeria, devono fare i conti con un buco finanziario
che li sprofonda in una crisi ingovernabile e porta a galla tensioni
familiari irrisolte, nevrosi, segreti. Il capofamiglia Ruggero scompare
misteriosamente; il primogenito Pietro si affanna a cercare soluzioni;
il più giovane, Nicola, si nutre di ossessioni scientifiche (essere tra i
primi a mettere piede su Marte); la madre Lucia ha un corrispondente
immateriale con il quale cerca di sottrarsi ai vuoti della propria
esistenza. La LiebenKraft Company, multinazionale del lusso, si fa
avanti per acquisire la Stella; ma il meccanismo innescato da due
dirigenti, Tom e Amelia, avvoltoi professionisti nonché amanti segreti,
si rivela meno oliato del previsto, mentre la pugnace giovanissima Cloe,
analista finanziaria del gruppo, scopre alcune magagne di bilancio che,
se svelate, potrebbero diventare imbarazzanti. Le torbide spire
familiari dei Trovato, la compromessa trasparenza della LiebenKraft, la
rivolta dei migranti di Cernedo contro Pietro Trovato – il quale in un
accesso di rabbia ha malmenato una delle loro bambine – sono tutti
chiari sintomi di un malessere di cui soffrono dal primo all'ultimo i
personaggi in scena. Ivi compreso HP, calciatore italo-camerunese che
avrebbe dovuto essere il grande investimento della multinazionale, e
invece si danna in una condotta di vita senza governo. Dove portano
tutto questo caos, questa tensione, queste menzogne? Dario Buzzolan
scrive un grande romanzo corale, una storia familiare che
progressivamente si fa viluppo e mistero, e ci getta nel mezzo di un
accadere che ci tocca: scrive di noi, di come non vorremmo essere ma
rischiamo di diventare – e forse di come già siamo.
giovedì 26 marzo 2020
iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks
Olive, ancora lei di Elizabeth Strout (Einaudi)
Olive Kitteridge. Insegnante di matematica in pensione, vedova di Henry,
il buon farmacista della cittadina fittizia di Crosby nel Maine, madre
di Christopher, podologo a New York, figlio lontano in ogni senso, solo
una «vecchia ciabatta» scorbutica per molti in paese; una donna
scontrosa, irascibile, sconveniente, fin troppo franca, eppure
infallibilmente sintonizzata sui movimenti dell'animo umano e
intensamente sensibile alle sorti dei suoi consimili: è questa la
creatura straordinaria che abbiamo conosciuto un decennio fa, quando la
pubblicazione del volume di storie collegate che porta il suo nome l'ha
consacrata a eroina letteraria fra le piú amate di ogni tempo ed è valsa
alla sua artefice il Premio Pulitzer per la narrativa. In Olive, ancora
lei , Elizabeth Strout riprende il filo da dove l'aveva lasciato e in
questo nuovo «romanzo in racconti» ci narra il successivo decennio,
l'estrema maturità di Olive, dunque. Ma in questa sua vecchiaia c'è una
vita intera. Un nuovo amore, innanzitutto. Jack Kennison è un docente di
Harvard ora in pensione, vedovo come Olive. A parte questo i due non
hanno granché in comune, eppure la loro relazione ha la forza di chi si
aggrappa alla vita, e le passioni che muovono i due amanti – la
complicità e il desiderio raccontati in Travaglio , la rivalsa e la
gelosia di Pedicure – ne trascendono i molti anni. Trascendere il tempo è
però una battaglia che non si può vincere e racconto dopo racconto,
anno dopo anno, Olive si trova ad affrontare nuove forme di perdita.
Deve fare i conti con la propria maternità fallace in Bambini senza
madre , con la decadenza fisica in Cuore , con la solitudine in Poeta .
Ma contemporaneamente, e senza rinunciare al suo piglio irridente, leva,
quasi a ogni racconto, una specie di quieta, tutta terrena speranza. La
vita riserva qui piccoli momenti di rivelazione, istanti di comunione,
brevi felicità. Succede, magicamente, in Luce , succede in Amica , dove
l'incontro insperato con l'ultima compagna di strada è insieme
un'appagante occasione di rincontro per i lettori di Elizabeth Strout.
Tempo variabile di Jenny Offill (NN Editore)
Lizzie fa la bibliotecaria. Le persone si confidano con lei, affidandole
piccole parti di loro stesse. Generosa e un po' sperduta, con suo
marito Ben condivide attimi fatti di complicità e spazi vuoti; si occupa
con amorevole e caotica energia di suo figlio, di un fratello con un
problema di dipendenza, di una madre dall'ingombrante religiosità. Un
giorno la sua amica Sylvia, esperta di cambiamento climatico, le chiede
di rispondere alle mail degli ascoltatori del suo podcast Cascasse il
mondo. E Lizzie riceve messaggi allarmati sulla fine dell'umanità, su
come sopravvivere a una catastrofe, sul controllo globale, che
amplificano le sue preoccupazioni fino a mettere in dubbio ogni
certezza, compreso l'amore per Ben. Eppure Lizzie resiste, opponendosi
alla deriva dei sentimenti, alla paura per il futuro, con un umorismo
asciutto e irresistibile solo a tratti venato di sconforto. Dopo
"Sembrava una felicità" e "Le cose che restano", Jenny Offill torna con
un romanzo sull'America di oggi, in balìa degli stravolgimenti climatici
e dell'arroganza della politica. In frammenti brevi e illuminanti,
"Tempo variabile" è un distillato di emozioni che ci avvolge come
un'onda tiepida, in cui ci tuffiamo con la gioia e la paura che cresca
fino a sommergerci.
Inventario di un cuore in allarme di Lorenzo Marone (Einaudi)
Le confessioni comiche, poetiche, paradossali di un «cuore in
allarme». Che prende in giro sé stesso mettendo in scena quello che, da
Molière a Woody Allen, è sempre stato il piú irresistibile dei
personaggi tragici.
Per un ipocondriaco che vuole smettere di
tormentare chi gli sta accanto con le proprie ossessioni, trovare una
valvola di sfogo è una questione vitale. Ma come si impara ad affrontare
la paura da soli? Forse raccontandosi. È quello che fa Lorenzo Marone,
senza timore di mostrarsi vulnerabile, con una voce che all'ansia
preferisce lo stupore e il divertimento. Scorrendo l'inventario delle
sue fobie ognuno può incontrare un pezzo di sé e partecipare
all'affannosa, autoironica ricerca di una via di fuga in discipline e
pratiche disparate: dalla medicina alla fisica all'astronomia, dalla
psicologia alla religione, dai tarocchi all'astrologia. Alla fine, se
esorcizzare del tutto l'angoscia resta un miraggio, possiamo comunque
reagire alla fragilità ammettendola. E magari accogliere, con un po' di
leggerezza, le imperfezioni che ci rendono unici.
Il sogno cattivo di Francesca D'Aloja (Mondadori)
Penelope Anselmi, la protagonista di questo romanzo all'inizio della
storia è a Roma, nel 1978, ha diciassette anni ed è l'unica figlia di
una famiglia borghese. Tre traumi, in lancinante sequenza squassano la
sua vita e Penelope, per sopravvivere, deve autoescludersi dal mondo.
Molti anni dopo, quando la sua esistenza sembra aprirsi grazie all'amore
di Edoardo, Penelope torna al più misterioso tra gli eventi che hanno
segnato la sua adolescenza, l'unico che sia ancora possibile affrontare:
la scomparsa di Margherita, la sua amica del cuore, inghiottita dal
gorgo della lotta armata dopo aver chiesto un aiuto che Penelope ha
rifiutato di darle. E per Penelope inizia un lungo viaggio tra il
passato e il presente, il bene e il male, la fedeltà e il tradimento.
Desiderio di Giorgio Montefoschi (La nave di Teseo)
"Il vero protagonista del libro è il desiderio allo stato puro,
irragionevole e cieco, senza età e senza amore. Desiderio tra un uomo e
una donna che saranno amanti sempre e comunque, anche nelle vite in cui
si reincarneranno. Matteo e Livia sono due personaggi che rimangono
nell'anima, con un languore, una scia di dolorosa malinconia, come la
Micol di Bassani, come certi amanti di Moravia. Come capita con i
classici, che diventano esperienze nella vita del lettore. Livia è un
sogno sfuggente che appare e scompare, seduttiva come seduttivo è Matteo
nella sua fedeltà assoluta e cieca al desiderio di Livia, per cui è
pronto a mettere tutto in discussione, anche la stessa Livia che non è
all'altezza della sua passione. Nei tre tempi del romanzo risalta la
permanenza del desiderio contro l'impermanenza della vita 'ufficiale':
non che quest'ultima sia falsa e l'altra vera. Ma la vita ufficiale
cambia e passa, il desiderio, immutato, rimane identico a sé..." (E. S.)
Doggerland di Élisabeth Filhol (Neri Pozza)
Doggerland, la terra che, migliaia di anni fa, univa l’Inghilterra alla
Germania e alla Danimarca, è piú di un oggetto di studio per Margaret
Hamilton, ricercatrice dell’Università di St Andrews. Territorio
immenso, un tempo cosí ricco di flora e fauna da essere stato un habitat
ideale per la caccia e la pesca, questa parte d’Europa, travolta circa
ottomila anni fa da un gigantesco tsunami, è divenuta una vera e propria
ragione di vita per lei. La dedizione con cui, giorno dopo giorno,
Margaret ha esumato dal fondo dell’oceano i preziosi frammenti di questa
terra sommersa l’ha portata a sacrificare alla ricerca ogni cosa, anche
l’amore per Marc Berthelot, ingegnere petrolifero. Entrambi animati
dalla medesima passione per il Mare del Nord, non ne hanno fatto lo
stesso uso e ciò che avrebbe dovuto avvicinarli li ha allontanati l’uno
dall’altra. Ora, però, Margaret si accinge con trepidazione a prendere
un volo che da Aberdeen la condurrà a Esbjerg, il grande porto sul Mare
del Nord. Nella città danese, in occasione del congresso annuale di
archeologia sottomarina, si ritroverà, infatti, dopo vent’anni, di nuovo
al cospetto di Marc Berthelot, invitato come lei a tenere una relazione
al convegno. Sulle coste di quel mare, tuttavia, e sull’intero Nord
Europa è in arrivo Xaver, un catastrofico evento climatico, un uragano
che risveglierà i fantasmi di Doggerland e riporterà a galla ricordi e
sensazioni da tempo dimenticate.
mercoledì 25 marzo 2020
iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks
Un soffio di vita di Clarice Lispector (Adelphi)
Libro postumo, libro testamento – ma anche «intrepido e scherzoso libro
di vita», debordante di «frasi sconnesse come in sogno», di «idee allo
stato grezzo», formato di «resti della demolizione di un'anima» e di
«estasi provvisorie» –, Un soffio di vita mette in scena due
personaggi (l'Autore e la sua creazione, o creatura, Ângela) che
dialogano affrontando tutti i temi sui quali la Lispector si è
incessantemente interrogata: le parole, il tempo, il mondo, la storia,
la preghiera, gli esseri viventi e quelli inanimati. Infine: la grazia.
La scrittrice non nasconde affatto le sue intenzioni e, perentoria come
sempre, esordisce: «Voglio scrivere movimento puro». Quel che si
propone, infatti, non è una stesura coerente, una trama qualsivoglia,
bensì il definitivo esorcismo dell'indicibile. Quando compone gli ultimi
frammenti, le è stata diagnosticata una malattia mortale, e la morte
pervade questo testo, che lei stessa confessava essere stato «scritto
nella sofferenza». Olga Borelli, l'amica-assistente che per otto anni le
è stata vicina, annotando i suoi pensieri e battendo a macchina i suoi
manoscritti, ha affermato che Un soffio di vita doveva essere il suo «libro definitivo», scaturito com'è «da uno slancio doloroso che lei non era in grado di trattenere».
L' arte di correre sotto la pioggia di Garth Stein (Piemme)
«Mi chiamo Enzo. Adoro guardare la TV, soprattutto i documentari del
National Geographic, e sono ossessionato dai pollici opponibili. Amo il
mio nome, lo stesso del grande Ferrari, anche se d'aspetto non gli
assomiglio per niente. Però, come lui, adoro le macchine. So tutto: i
modelli, le scuderie, i piloti, le stagioni... Me lo ha insegnato Denny.
Denny è come un fratello per me. Per sbarcare il lunario lavora in
un'autofficina, ma in realtà è un pilota automobilistico, un asso, anche
se per ora siamo in pochi a saperlo. Perché lui ha delle
responsabilità: deve prendersi cura della sua famiglia e di me, perciò
non può dedicarsi interamente alle gare. Eppure è un vero campione,
l'unico che sappia correre in modo impeccabile sotto la pioggia. E,
credetemi, è davvero difficile guidare quando c'è un tempo da cani: io
me ne intendo. Tra noi è stato amore a prima vista. Ne abbiamo passate
tante, negli anni che abbiamo trascorso insieme. Ci sono stati
l'incontro con Eve, la nascita di Zoë, il processo per il suo
affidamento... Ah, ho dimenticato di dirvi una cosa importante: sono il
cane di Denny, e questa è la mia storia.»
La casa degli angeli spezzati di Luis Alberto Urrea (Einaudi)
Tacos, pollo fritto e frijoles, birra e tequila, i tavoli sono carichi
di roba da bere e da mangiare. I De La Cruz indossano i loro abiti
migliori e gli ospiti sono in arrivo. Cosa può andare storto? Tutto il
vasto e intricato clan guidato da Miguel Angel de La Cruz, detto Big
Angel, è stato invitato a un grande party per il suo compleanno. Peccato
che la madre di Big Angel, Mamá América, abbia deciso di morire proprio
quella settimana. Cosí, la festa e la veglia, la celebrazione e il
commiato finiscono per confondersi. Tra gli ospiti giunti dal barrio e
da mezzo paese, c'è anche il fratellastro di Miguel Angel, Little Angel.
Figlio di una yankee, troppo messicano per i bianchi e troppo americano
per i suoi parenti, è deciso a capire finalmente qual è il suo posto
nel mondo.
Il tamburo di latta di Günter Grass (Feltrinelli)
Romanzo epocale, "Il tamburo di latta" compie cinquant'anni e conserva
tutta la sua carica provocatoria. In modo umoristico e grottesco, narra
la vicenda del protagonista Oskar Matzerath, il tamburino inseparabile
dal suo tamburo e con una voce potentissima che manda in frantumi i
vetri. Dal manicomio dove è rinchiuso Oskar rievoca la propria storia,
indissolubilmente intrecciata alla storia tedesca della prima metà del
Novecento. Scorrono così nel fiume del suo racconto immagini memorabili,
a partire da fatti leggendari come il concepimento e la nascita della
madre sotto le quattro gonne della nonna, passando per la sua venuta al
mondo ricca di presagi, fino all'ascesa irresistibile del nazismo e al
crollo della Germania. È stato nel giorno del suo terzo compleanno che
Oskar, in odio alla famiglia, al padre, alla società ipocrita, ha deciso
di non crescere più. Da quell'osservatorio particolare che è la città
polacco-tedesca di Danzica e poi da Düsseldorf, grazie alla sua
prospettiva anomala di nano, può guardare al mondo degli uomini dal
basso e scorgerne così meglio le miserie e gli orrori, mentre la sua
deformità si staglia contro la ripugnanza della normalità
piccolo-borghese. Con occhi disincantati e spalancati sulla ferocia e
violenza del mondo grida una rabbia che non risparmia la viltà e la
corruzione di nessuno, neppure le proprie. Di questa pietra miliare
della letteratura contemporanea viene ora proposta una nuova traduzione.
Caino di José Saramago (Feltrinelli)
A vent'anni dal "Vangelo secondo Gesù Cristo", José Saramago torna a
occuparsi di religione. Se in passato il premio Nobel portoghese ci
aveva dato la sua versione del Nuovo Testamento, ora si cimenta con
l'Antico. E sceglie il personaggio più negativo, la personificazione
biblica del male, colui che uccide suo fratello: Caino. Capovolgendo la
prospettiva tradizionale, Saramago ne fa un essere umano né migliore né
peggiore degli altri. Il dio che viene fuori dalla narrazione è un dio
malvagio, ingiusto e invidioso, che non sa veramente quello che vuole e
soprattutto non ama gli uomini. È un dio che rifiuta, apparentemente
solo per capriccio e indifferenza l'offerta di Caino, provocando così
l'assassinio di Abele. Il destino di Caino è quello di un picaro che
viaggia a cavallo di una mula attraverso lo spazio e il tempo, in una
landa desolata agli albori dell'umanità. Ora da protagonista, ora da
semplice spettatore, questo avventuriero un po' mascalzone attraversa
tutti gli episodi più significativi della narrazione biblica: la
cacciata dall'Eden, le avventure con l'insaziabile Lilith, il sacrificio
di Isacco, la costruzione della Torre di Babele, la distruzione di
Sodoma, l'episodio del vitello d'oro, le prove inflitte a Giobbe, e
infine la vicenda dell'arca di Noè. Riscrittura ironica e personale
della Bibbia, invenzione letteraria di uno scrittore nel pieno della
maturità, compone un'allegoria che mette in scena l'assurdo di un dio
che appare più crudele del peggiore degli uomini.
martedì 24 marzo 2020
Le cicogne sono immortali di Alain Mabanckou ( 66th and 2nd)
Le cicogne sono immortali è il romanzo più politico di
Mabanckou, quello in cui l’universo famigliare si allarga rapidamente
fino a diventare un affresco del colonialismo, della decolonizzazione e
dei vicoli ciechi del continente africano, di cui il Congo è una potente
e dolorosa metafora.
«Michael racconta con
leggerezza le sorti una famiglia africana nel momento in cui si scontra
con la grande Storia. Un testo autobiografico e un romanzo storico allo
stesso tempo» - La Lettura
Continuazione ideale di Domani avrò vent’anni, Le cicogne sono immortali
ci riporta nella Pointe-Noire di fine anni Settanta, in tre giorni
cruciali nella storia del Congo-Brazzaville. Ritroviamo Michel, il
piccolo sognatore, oggi un ragazzino di tredici anni con la testa sempre
tra le nuvole; papà Roger, attaccato ventiquattro ore su ventiquattro
alla radio per ascoltare le ultime notizie dal mondo; mamma Pauline, la
venditrice di caschi di banane, forte, impavida; insieme a una spassosa
carrellata di personaggi. Non mancano i cinema Rex e Duo, che
trasmettono sempre i soliti film, il quartiere Trois-Cent, quello delle
prostitute, e tutti i luoghi cari alla memoria di Mabanckou e dei suoi
lettori. I tre giorni in cui si svolge la vicenda sono appunto giornate
cruciali: il presidente Marien Ngouabi, capo della rivoluzione
socialista congolese, è appena stato assassinato e la gente segue con
apprensione l’evolversi degli eventi. Tre giorni che cambieranno la vita
del protagonista. Ed è proprio attraverso le parole piene di ingenuità
di Michel che Mabanckou torna a raccontare, con il consueto umorismo e
il gusto per il grottesco, il proprio paese, con tutte le sue
contraddizioni ma anche la sua bellezza nostalgica.
Inferno verde di Gert Nygårdshaug (SEM)
Con questo eco-thriller acclamato in tutto il mondo Gert
Nygårdshaug combina magistralmente capacità narrativa e immaginazione,
in un dramma ad alta tensione che affronta i temi di ambientalismo e
imperialismo. Il lettore, trascinato in un turbine di violenza, non può
far altro che schierarsi con questi eco-terroristi ricercati su tutto il
pianeta.
«È considerato il Camilleri norvegese
per quanto è letto e amato nel suo paese, ma Gert Nygardshaug non scrive
gialli classici, il suo personaggio lotta contro deforestazione e
sfruttamento» - La Repubblica
«L’impegno
politico di Gert Nygardshaug trova qui la sua forma letteraria più
riuscita. Il percorso seguito da Mino, il protagonista, sembra
un’educazione alla lotta armata. Inferno verde, accolto con successo
ovunque, risulta più che mai attuale con i suoi temi di globalizzazione,
ecoterrorismo e lotta ecologista» - BiFrost
«Nygardshaug
regala alla prima parte del suo romanzo il fascino di una favola,
preferendo il sogno al crudo realismo. La seconda parte invece risulta
potente e di attualità politica. È un grido di vendetta della Terra
contro le azioni spregiudicate dell’uomo» - Transfuge
«Nygardshaug
accende i riflettori su un problema globale, ponendo le basi per una
riflessione fondamentale sull’utilizzo delle risorse naturali,
attraverso una storia che ha elementi fantastici oltre alla presenza di
temi crudi come sfruttamento, omicidi e vendetta» - Le Temps
«Ho
vissuto per mesi con gli indios dell’Amazzonia. La violenza ai danni
della foresta pluviale e dei suoi abitanti è inimmaginabile. La realtà è
molto peggiore di quanto possa raccontare qualsiasi romanzo. E nessuno
riesce a comprenderne le conseguenze»
Mino Portoguesa ha dieci
anni ed è nato in un villaggio nella foresta pluviale sudamericana. Ama
gli animali, i profumi, i suoni e vive semplicemente con la famiglia nel
suo paradiso naturale. Per guadagnarsi da vivere caccia delle rare e
splendide farfalle che suo padre fissa con gli spilli e vende in città.
La loro piccola e pacifica comunità viene disturbata dall’arrivo di una
delle maggiori compagnie petrolifere, interessata a sfruttare la foresta
amazzonica. Un giorno, tornando dalla sua battuta di caccia
quotidiana, Mino trova la famiglia e tutti gli abitanti del villaggio
massacrati. Fugge da solo nelle parti più nascoste della foresta, senza
mangiare per giorni. Isidoro, un mago itinerante, lo trova e lo adotta;
sceglie Mino come apprendista. Insieme preparano uno spettacolo
strabiliante che portano per anni nei piccoli villaggi del Sud America.
Mino, tempo dopo, diventa uno studente di biologia ed eco-filosofia.
All'università trova degli alleati e insieme creano il movimento
Mariposa, che mira a dirigere l'attenzione del mondo sulla distruzione
della natura causata da compagnie internazionali. I componenti del
gruppo segreto cominciano ad assassinare i leader delle aziende
responsabili di crimini contro l'ambiente e il sistematico impoverimento
del sud del mondo.
Delitto Neruda. Il poeta premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet di Roberto Ippolito (Chiarelettere)
Il libro è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un
thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la
libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande
amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista.
“Chi
uccide un poeta uccide la libertà. Roberto Ippolito firma un’inchiesta
stringente e appassionante sulla misteriosa morte di Pablo Neruda.” - Giancarlo De Cataldo
“Ippolito
raccoglie i fatti e li processa, li ricompone, li inchioda. Sembra di
essere davanti a una fedele applicazione del principio pasoliniano del
sapere fondato sulla ricerca intellettuale. Solo che qui ci sono anche
le prove.” - Diego De Silva
Cile, 11 settembre 1973,
l’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, la fine di un
sogno. Le case di Pablo Neruda devastate, i suoi libri incendiati nei
falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Anche la poesia è
considerata sovversiva. A dodici giorni dal golpe che depone l’amico
Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, il poeta dell’amore e
dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clínica Santa
María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche
l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime. Il decesso di
Neruda avviene alla vigilia della sua partenza per il Messico,
ufficialmente per un cancro alla prostata. Ma la cartella clinica è
scomparsa, manca l’autopsia, il certificato di morte è sicuramente
falso. Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il
movente della fine non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta
giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo
contrastata in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua
drammatica ricostruzione, l’autore si è avvalso di una vasta
documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie
scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e online, radio,
televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati
Uniti, Germania, Regno Unito e Italia.
Una segreta complicità. Lettere 1933-1983 di Emil M. Cioran e Mircea Eliade (Adelphi)
«Benché io provi per te un’infinita e non smentita simpatia, a
volte sento il desiderio di attaccarti, senza argomenti, senza prove e
senza idee. Ogniqualvolta ho avuto l’occasione di scrivere qualcosa
contro di te, il mio affetto è aumentato» - E. Cioran a Mircea Eliade
Nella fotografia riprodotta sulla copertina di questo libro, che ritrae
Mircea Eliade e Cioran insieme a Parigi, negli anni Settanta, colpisce
il contrasto tra le due fisionomie. Un contrasto che sembra rispecchiare
la distanza che umanamente e intellettualmente separava i due grandi
romeni: il fecondo e ammirato studioso, in grado di maneggiare con
scioltezza le concezioni religiose di tutte le culture; e il sulfureo
flâneur del pensiero, l’antiaccademico ancorato a poche e lancinanti
ossessioni. Da subito, del resto, non erano mancati gli scontri visto
che, all’inizio degli anni Trenta, Eliade aveva attaccato Cioran per via
della sua tanatologia, che gli faceva prediligere le tenebre e la
negazione alla luce e alla creazione; e Cioran, da parte sua, aveva
demolito Eliade in un articolo che sin dal titolo aveva tutto il sapore
di una sentenza inappellabile: L’uomo senza destino. Ma, dietro le
divergenze, si celava anche un’intesa, una complicità che alimentò una
fervida, inossidabile amicizia, come testimonia questo volume in cui
sono raccolte le lettere che i due si scrissero nell’arco di un
cinquantennio, scambiando riflessioni, pareri letterari, impressioni di
viaggio, osservazioni politiche, ricordi. Lettere a volte accese da
vampate di humour, non senza contraddizioni e paradossi – ma sempre
contrassegnate da quella sincerità che spingeva Cioran a confessare:
«Benché io provi per te un’infinita e non smentita simpatia, a volte
sento il desiderio di attaccarti, senza argomenti, senza prove e senza
idee. Ogniqualvolta ho avuto l’occasione di scrivere qualcosa contro di
te, il mio affetto è aumentato ».
lunedì 23 marzo 2020
iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks
Camminando fra i boschi e l'acqua. Da Hoek van Holland al Corno d'Oro sulle tracce di Patrick Leigh Fermar di Nick Hunt (
Nel dicembre del 1933 il diciottenne Patrick Leigh Fermor partì alla
ventura con un paio di scarponi chiodati per attraversare l'Europa «come
un vagabondo, un pellegrino o un chierico vagante», a piedi da Hoek van
Holland a Istanbul. Quando, anni dopo, il diciottenne Nick Hunt scopre i
libri di Patrick Leigh Fermor, non può fare a meno di identificarsi con
quel coraggioso giovanotto partito alla ricerca del suo posto nel
mondo. Già allora Hunt sente, con assoluta certezza, che un giorno
seguirà i passi di Fermor, ripercorrendo lo stesso itinerario attraverso
Olanda, Germania, Austria, Slovacchia, Ungheria, Romania, Bulgaria e
Turchia, per scoprire quanto di selvaggio sia rimasto in quelle terre.
Del resto, quale modo migliore di conoscere l'Europa dell'esporsi
completamente a essa, cosciente di ogni goccia di pioggia, di ogni sasso
sotto i piedi? Come comprendere meglio i processi di perdita e
cambiamento, se non viaggiando all'ombra delle parole di Patrick Leigh
Fermor? E soprattutto, quale miglior sistema per vivere una buona,
vecchia avventura? In un'epoca di informazione globale, Hunt evita
deliberatamente di fare ricerche sui luoghi che intende attraversare,
portando con sé solo i libri di Fermor, con le loro informazioni
superate da ottant'anni. Con quell'unica testimonianza a fare da sfondo,
attraverso i boschi e l'acqua, il vento e la pioggia, i campi, le
foreste, le città, i sobborghi, le montagne e le autostrade, Hunt
verificherà di persona quanto resta dell'ospitalità, della cortesia
verso gli stranieri, della libertà, della vita selvaggia,
dell'avventura, del mistero, dell'ignoto, delle correnti più profonde
del mito e della storia che scorrono ancora sotto la superficie
dell'Europa.
Aria di novità di Carmen Korn (Fazi)
Dopo Figlie di una nuova era ed È tempo di ricominciare, la trilogia di Carmen Korn trova in questo volume la sua commovente conclusione.
«L’hanno definita la Elena Ferrante della Germania, e non hanno avuto tutti i torti» - Romana Petri, «Io Donna»
«La saga della Korn sa immergerci nella Germania del secolo scorso coi suoi traumi oscuri e le sue zone rimosse…» - Leonetta Bentivoglio, «Robinson – la Repubblica»
«La
scrittura di Carmen Korn è fluida, leggera, ma anche attenta a quei
particolari che riescono con efficacia a trasmettere il giusto livello
di commozione». - Luigi Forte, «TTL – La Stampa»
È il
1970 e Henny, che ha «l’età del secolo» ed è concentrata sui preparativi
per il suo settantesimo compleanno, chiede divertita all’amica di
sempre: «Hai mai tradito tuo marito?». Guardarsi allo specchio è più
difficile, ma dentro si sente ancora una ragazzina; perché cos’è il
tempo, in fin dei conti? A festeggiare con lei, insieme alle immancabili
amiche, al marito e ai figli, ci sarà una nuova generazione appena
entrata nell’età adulta: Katja, una fotografa che decide di mettere in
secondo piano la sua vita per documentare con le immagini quel che
accade nei focolai di guerra sparsi per il mondo; Florentine, modella di
fama internazionale tornata a sorpresa ad Amburgo con una notizia che
lascerà parenti e amici a bocca aperta; e poi Ruth, giornalista e
militante, che fatica a liberarsi dalla travagliata relazione con un
uomo violento pericolosamente vicino alle frange più estreme. Fra le tre
giovani donne si ricrea lo stretto sodalizio che ha unito le loro madri
e nonne e, con grande felicità di Henny, la generazione successiva alla
sua porta avanti la tradizione: condivide felicità e sfortune, i
momenti insignificanti e quelli importanti. A fare da sfondo, le grandi
vicende politiche e sociali degli anni Settanta e Ottanta: la Germania
divisa, la guerra in Vietnam, il terrorismo, l’immigrazione; e poi gli
scandali della Casa Bianca visti dall’Europa, lo scioglimento del blocco
orientale e infine l’evento risolutore per eccellenza: il crollo del
Muro nel 1989. Ma prima che la storia intervenga ad abbattere questa
barriera, chiudendo un’epoca e aprendone una nuova, le vite delle
protagoniste subiranno diversi scossoni.
Prima di noi di Giorgio Fontana (Sellerio Editore Palermo)
Il romanzo più importante e ambizioso di Giorgio Fontana,
vincitore del Premio Campiello 2014. La povertà e il riscatto, la fede e
la politica, l’urlo della rabbia e il silenzio delle parole. Una saga
del Novecento, raccontata con la sensibilità del XXI secolo.
«Questo
romanzo è un proiettile che entra nel Novecento italiano, passa la
storia da parte a parte e fuoriesce dal presente, trasformando il
lettore, dopo essergli entrato nella testa quanto nel cuore» - Claudia Durastanti
«Si
parla tanto del Grande Romanzo Americano. E quello italiano? Un grande
romanzo italiano l’ha scritto Giorgio Fontana. Eccolo. C’è la forza del
passato, l’avventura, ci sono gli amori che siamo stati: è il libro di
questa nostra vita. Leggerlo è sapere chi siamo oggi» - Marco Missiroli
Una famiglia del Nord Italia, tra l’inizio di un secolo e l’avvento di
un altro. La metamorfosi continua della specie, che nasce contadina,
diventa proletaria e poi borghese, e poi chissà. L’esodo e la deriva,
dalla montagna alla pianura, dal borgo alla periferia, dalla provincia
alla metropoli. Il tempo che scorre, il passato che impasta il destino,
la nebbia che sale dal futuro; in mezzo un presente che sembra durare
per sempre, l’unico orizzonte visibile, teatro delle possibilità e
gabbia dei desideri. È questo il paesaggio in cui vivono e muoiono i
Sartori da quando il primo di loro fugge dall’esercito dopo la ritirata
di Caporetto e incontra una ragazza in un casale di campagna. Fino ai
giorni nostri, quelli di una giovane donna che visita la tomba del suo
bisnonno. Quattro generazioni, dal 1917 al 2012, dal Friuli rurale alla
Milano contemporanea, dalle guerre mondiali alla ricostruzione alla
globalizzazione, dal lavoro nei campi alle scrivanie delle
multinazionali. È circa un secolo, che mai diventa breve: per i Sartori
contiene tutto, la colpa, la vergogna, la rabbia, la frenesia, la stasi.
Sempre la lotta e quasi mai la calma, o la sensazione definitiva della
felicità. Ma i Sartori non ne hanno bisogno, e forse non ci credono
neppure nella felicità. Perché se ogni posto nel mondo è una merda, è
meglio imparare a vivere, e stare lì dove la vita ci manda.
Romanzo storico e corale, vasto ritratto narrativo del Novecento italiano, forse il primo di uno scrittore sotto i quarant’anni, il racconto dei Sartori affronta il fardello di un’eredità che sembra andata in malora. Se gli errori e le sfortune dei padri ricadono sui figli, come liberarsene? Esiste una forza originaria capace di condannare una stirpe alla solitudine? La risposta a queste domande è nella voce di un secolo nuovo, e nello sguardo di chi si accinge a viverlo.
Romanzo storico e corale, vasto ritratto narrativo del Novecento italiano, forse il primo di uno scrittore sotto i quarant’anni, il racconto dei Sartori affronta il fardello di un’eredità che sembra andata in malora. Se gli errori e le sfortune dei padri ricadono sui figli, come liberarsene? Esiste una forza originaria capace di condannare una stirpe alla solitudine? La risposta a queste domande è nella voce di un secolo nuovo, e nello sguardo di chi si accinge a viverlo.
Mangiaterra di Dolores Reyes (Solferino)
Lei può nutrire un’attesa, lei può annunciare una morte. La abita
una voce viscerale che nasce dal suolo e dai suoi segreti, dal sangue e
dalla violenza, ma ha in sé la determinazione e la selvaggia fierezza di
un’eroina tragica.
«L’hanno picchiata. Vedo le botte,
anche se non le sento. La furia dei pugni che sprofondano come pozzi
nella carne. Vedo papà, le sue mani uguali alle mie, braccia forti per
quel pugno che si è agganciato al tuo cuore e alla tua carne con la
forza di un amo. E qualcosa, come un fiume, che inizia ad andarsene.»
È una ragazzina, Mangiaterra, quando scopre il suo potere misterioso:
le basta inghiottire un pugno di terra perché la verità sulle persone
disperse e su quelle che, ormai, popolano l’aldilà le si dipinga nella
mente e le sconvolga l’anima. Il suo corpo si contrae, nel disgusto e
nella repulsione per se stessa, ma il suo sguardo penetra la notte che
circonda gli scomparsi, legge i segni nascosti nelle visioni, vibra
delle storie terribili che la terra nasconde. Le sue apparizioni la
condannano al sospetto dei vicini, al disagio con i coetanei, ma la
notizia del suo dono si spande per i sobborghi di una Buenos Aires dove
le vie non hanno nome e le case muoiono ingoiate dalla passiflora. Qui
donne e bambini spariscono ogni giorno, in un silenzio disperato e
inviolabile, mentre il giardino della piccola veggente si popola di
bottiglie piene di terra: messaggi di un altro mondo cui solo lei ha
accesso. Lei può nutrire un’attesa, lei può annunciare una morte. La
abita una voce viscerale che nasce dal suolo e dai suoi segreti, dal
sangue e dalla violenza, ma ha in sé la determinazione e la selvaggia
fierezza di un’eroina tragica: trovare la strada, misteriosa e
allucinata, verso una possibile giustizia.
Il fiume della vita. Una storia interiore di Eugenio Borgna (Feltrinelli)
L'autobiografia intellettuale del grande psichiatra, un racconto
straordinario che mostra l'intreccio struggente tra la vita e il
pensiero.
“A tredici anni una prima svolta nella mia vita: dopo l’8 settembre 1943, mio padre entrava nella Resistenza"
In questo libro Eugenio Borgna ricostruisce la propria storia, in un
grande racconto dell'esperienza vissuta della psichiatria, vera
protagonista di quest'opera, che rivolge il proprio sguardo
all'interiorità di chi cura e a quella di chi è curato, l'una
intrecciata all'altra in un dialogo infinito. Emergono ricordi nitidi
dell'infanzia e dell'adolescenza: il ritorno alla grande casa paterna
devastata dai tedeschi durante l'occupazione, la prima lettura di Thomas
Mann e le poesie di Leopardi, il fascino della letteratura tedesca
durante gli anni del liceo dai salesiani. La scoperta della neurologia a
Milano, il lavoro al manicomio femminile di Novara. Poi la legge
Basaglia cambia tutto e Borgna diviene il primario di psichiatria
all'Ospedale Maggiore di Novara. Via via si spalanca davanti agli occhi
dello studioso la vastità arcana e insondabile di esperienze umane di
tristezza e angoscia, di attese e di speranze infrante, di ricerca di un
infinito mai raggiungibile. La psichiatria diventa uno sguardo sulla
vita delle emozioni e delle passioni, sulla fenomenologia del mondo
sociale. E il racconto di una vita si rivela una narrazione che mostra
l'intreccio tra l'esperienza quotidiana e il pensiero, tra le vicende
vissute e le idee.
domenica 22 marzo 2020
iQdB Casa editrice i Quaderni del Bardo di Stefano Donno Editore - Books, ebooks
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