Chi è, come ragiona e come governa l’uomo che ha trasformato il suo
paese nel primo laboratorio illiberale dell’Unione Europea? Che cosa ha
permesso a un politico di formazione progressista di diventare il
simbolo delle destre sovraniste? Viktor Orbán si presenta come leader
alternativo per l’Europa e sfida la classe dirigente occidentale sul
tema del multiculturalismo. Al tempo stesso, ha costruito e gestisce un
sistema corrotto e dai tratti feudali, autoritario ma basato su un ampio
consenso popolare. Un sistema oggetto di critiche internazionali ma
tollerato e anzi finanziato dall’Unione Europea. La parabola del primo
ministro ungherese dagli anni Ottanta a oggi trascende la dimensione
biografica del personaggio. La sua storia riflette la crisi generale
della rappresentanza democratica e illustra gli errori di prospettiva
commessi dalle élites liberali e dalle politiche di Bruxelles,
corresponsabili del deragliamento autoritario nell’Europa dell’Est, dove
il populismo pragmatico ha un nome e un volto: quello del despota
Orbán.
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