Paul Hanebrink esplora la nascita, i caratteri e le conseguenze
di questo mito pregno di odio e paura: dalle sue origini negli anni
convulsi successivi alla grande guerra all'avvento del nazismo,
dall'intreccio con la memoria dell'Olocausto fino alla sopravvivenza
nelle fantasie cospirative dell'estrema destra europea e americana.
«Questa interpretazione magistrale delle origini e della traiettoria
del mito del bolscevismo giudaico è molto piú di un nuovo classico della
storia del XX secolo. Alla luce della politica dell'esclusione e
dell'islamofobia che investe oggi l'Europa, questo libro è un monito
necessario per il nostro tempo»
. Per gran parte del XX secolo,
l'Europa è stata perseguitata da una minaccia scaturita dalla propria
immaginazione: il bolscevismo giudaico. Questo mito – che riteneva il
comunismo un complotto ebraico volto a distruggere le nazioni d'Europa –
era una fantasia paranoica, eppure i timori di una cospirazione
giudaico-bolscevica si affermarono dopo la Rivoluzione russa e si
diffusero in tutta Europa. E durante la Seconda guerra mondiale tali
paure contribuirono a seminare la morte, l'odio e l'orrore. Il racconto
di Paul Hanebrink inizia con i movimenti controrivoluzionari che
turbavano l'Europa alla fine della Prima guerra mondiale. Fascisti,
nazisti, cristiani conservatori e molti altri europei, terrorizzati dal
comunismo, immaginavano i bolscevichi ebrei come nemici sul punto di
varcare i confini per sovvertire l'ordine dall'interno con le loro idee
devastanti. Negli anni che seguirono, il bolscevismo giudaico fu un'arma
politica potente e facile da usare. Dopo l'Olocausto, quello spettro,
lungi dal morire, semplicemente si modificò, diventando uno dei
componenti della guerra fredda. Dopo un'ennesima trasformazione,
persiste ancora oggi su entrambe le sponde dell'Atlantico nella politica
tossica del nazionalismo di destra rivitalizzato. La funesta invenzione
che il comunismo fosse in realtà un complotto ebraico volto a
conquistare e distruggere l'Europa ebbe nel secolo scorso il suo tragico
culmine nello sterminio di milioni di esseri umani. Un'idea che,
rielaborata a piú riprese nel corso dell'intero secolo, non ha mai
cessato di alimentare varie ideologie e programmi politici. Paul
Hanebrink esplora la nascita, i caratteri e le conseguenze di questo
mito pregno di odio e paura: dalle sue origini negli anni convulsi
successivi alla grande guerra all'avvento del nazismo, dall'intreccio
con la memoria dell'Olocausto fino alla sopravvivenza nelle fantasie
cospirative dell'estrema destra europea e americana.
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