La genesi di un racconto, di un romanzo è l’idea. Tutto ruota intorno
ad essa, i personaggi, l’ambiente, la struttura, l’intreccio narrativo, lo
stile, gli eventi, i dialoghi, tutti elementi che vengono scelti con cura, con
esercizio, anche perché l’idea dello scrittore che compone di getto guidato
dall’impulso dell’ispirazione è solo una proiezione romantica. Raccontaci come
è nato il tuo libro?
Quanto alla mia narrazione in
lingua italiana il primo volume della Trilogia dalmatica, La casa in pietra
grigia, è nato dalla mia intima necessità di rimuovere certi fardelli di
nostalgiche memorie attraverso la catarsi
della scrittura, appropriarmi della quotidianità, liberandomi del passato.
Semplici scritti senza alcuna
intenzione di renderli pubblici, anche perché la mia condizione di traduttrice
di madrelingua e studi slavi, mi
tratteneva dal ritenermi capace di scrivere in italiano.
Negli anni ‘90 i miei amici F.
Tomizza e L. Romano, ospiti nella mia casa estiva nelle Isole Spalmadori, per
caso, lessero i miei appunti e mi convinsero di ordinarli. È così il romanzo approdò in libreria. Mi chiedi come scrive uno scrittore?! Non
saprei, ma credo che il modo di scrivere è proprio di ogni singolo individuo; è
la sua natura. Un argomento sul quale si potrebbe disquisire a lungo. Io posso
solo dire come scrivo io, se mi si crede una ‘scrittrice’. Scrivo quando ho necessità di farlo; a
periodi, di getto, spesso senza conoscere in anticipo il prosieguo. Nata
l’idea, cresce l’azione, si crea la struttura e il giusto uso del lessico che
poi, è lo stile. Tutto ciò ha origine
dalla ispirazione e dalla storia letteraria. Non credo che si possa imparare a
scrivere se manca l’intuito e la sincerità. La forzatura non paga. Il lettore
avverte la scrittura che tende alla cattura di consensi.
Certe recensioni hanno collocato il tuo romanzo nel genere storico,
altre in quello biografico. Lo ritieni esatto?
No! Un’affermazione del genere
appartiene a una lettura semplicistica, per nulla speculare. Non ho scritto un
romanzo storico, nemmeno biografico, tant’è vero che lo ho sottolineato nella
prefazione del volume. Infatti, nessuno dei due generi entra nelle mie ‘corde
narrative’. Il primo relegato com’è in compartimenti stagni di eventi nei
periodi stabiliti, il secondo nel solito linguaggio elogiativo inadatto alla
mia necessità della misura nei sottintesi.
Pertanto anche la mia scelta della narrazione in ‘prima persona’ e il
modo immediato di rendere le descrizioni palpabili, autentiche sensazioni di
attente osservazioni.
Quanto realismo e quanta invenzione c’è nella tua scrittura?
Nella mia scrittura non esiste
l’invenzione in senso del ‘nulla esistito’.
I luoghi sono reali, almeno come ho voluto che rimanessero nella mia
memoria, gli eventi accaduti, i personaggi, invece, per la maggiore, sono
appositamente creati sull’intense osservazioni di peculiarità diffuse come
distinzione del descritto substrato, oppure in antitesi come condensazione di
occultate virtù. Nel tuo romanzo la scrittura è la memoria che fa rivivere
luoghi, storie, culture e personaggi nel tempo. “La Casa in pietra in grigia”
diventa simbolo di unità familiare davanti ai vari scismi ciclici provocati
dall’uomo. Sotto quest’ottica il tuo lavoro acquisisce una valenza civica,
storica e umana per le future generazioni, non solo slave. Sei d’accordo con
questo mio pensiero? Attraverso la scrittura della memoria io non ho potuto
evocare quello che mi era stato sottratto. La immaginazione mi ha aiutato a
crearlo. La ‘pietra grigia’ dell’antica casa con la sua durevolezza è la
contrapposizione alla transitorietà del comportamento umano. Non so quale valenza può avere il mio romanzo.
È un racconto sui piccoli destini umani che hanno sconvolti molti. La Casa in pietra grigia è
simbolo d’amore come Terra d’Amore e Rigetto…
Perché la forma romanzata?
Perché il romanzo è metafora. In
esso la storia può essere retorica, i tempi simulati, i luoghi immaginifici, i
personaggi simbolici. La libertà di narrazione diventa assoluta, guidata dalla
capacità intuitiva nel ritmo d’azione. Tre motivi per spingere il lettore ad
acquistare il tuo romanzo.
Per curiosità intellettuale del
nuovo, diverso com’è questo libro, poi per sapere cosa succede oltre la porta
di casa nostra e perché – è un libro sincero, dicono – scritto bene.
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