Lo scrittore ligure Marino
Magliani, è specifichiamo della Liguria perché le radici di Magliani, come
sempre s'ascolta dai suoi romanzi, son profondissime, con "Amsterdam è una
farfalla" visita una città partendo da due altri luoghi, appunto i
mozziconi liguri rimasti e che rimarranno nella memoria e la piccola patria
incontrata da una ventina d'anni in terra d'Olanda. Una visita, è da precisare
con cura, che grazie al traduttore ex editore e amico Roland Fagel e non solo,
Magliani con in tasca Gregorio Sanderi e nel petto Makliani approfondisce
scovando le viscere d'Amsterdam. Dopo aver spiato dall'alto, quasi dal cielo:
da una tetto. Cioé più esattamente Magliani continuerà facendosi un bel tratto
di sottosuolo della Farfalla, dove mai Marino Magliani,
questo il nome infatti del protagonista del romanzo, non pensava di trovare
tutto quello che poi trova. E l'autore comincia, ma continuerà capiremo per
tutte le pagine, cercando il sole. Perché l'obiettivo è dire d'un momento ben
preciso del prossimo 2100. Che Sanderi vivrà facendo meridiana a ogni angolo
della capitale olandese. Nonostante alla guida Fagel quest'idea proprio non
piaccia, ché il rischio sarebbe di fare una guida invece di dare un libro
importante all'Editore (Ediciclo) che ha commissionato l'impresa.
L'autore-personaggio Marino Magliani comunque dovrebbe far appassionare
all'inseguimento della necessità della bicicletta, del suo uso; quindi si
piazza in sella. Sempre meno agile degli abitanti dell'Amsterdam-farfalla e
persino con più lentezza del cane Bolero. Quindi è normale che il romanzo
diventi una zuppa sofisticata dentro la quale s'immergono ottime mangiate e
ipotesi, soprattutto, di mangiate ottime. Mentre lo stesso R. Fagel, e questo
similmente al vero traduttore di Magliani in lingua olandese, consegna notizie
su notizie e citazioni su citazioni e incontri seri su incontri serissimi al
Magliani che deve portare a termine l'impegno lavorativo. E Marino Magliani
raccoglie e appunta. Per poi ridirci. O dirci entro. E l'empatia dello
scrittore con chi l'ha accolto, arriva quando più volte s'osserva e si descrive
dei continui abbattimenti edili sopportati dalla città. Eppure c'è grande
spazio e attenzione sulla storia e le battaglie civili riguardanti i cantieri
ideali e reali della metropolitana, altro che cimiteri di biciclette e fettine
di sole buone a spingerci tra le storie sotterrane d'Amsterdam... Fino a
quando, addirittura, di nuovo dal cielo appare la sorpresa: il gesto/frase che
ci dice del titolo epperò molto ma molto di più. Iniettando dosi di mistero
nella misterica gitarella. Infatti sappiamo che questa visita di Magliani è
apparentemente semplice, insomma quasi da turista un po' più attento della
media, però si dimostra carica di significati nascosti. Il protagonista Marino
Magliani, senza timori di smentite o accanimenti esterni all'opera letteraria,
si serve dello scrittore Marino Magliani persino per una lettura urgente e
comunque competente - perché in un certo qual senso sentimentale -
dell'Amsterdam non sempre o troppo amata. Grazie allo spicchio di mistero
detto, tra l'altro, non possiamo svelare particine della trama. Sarebbe in
effetti toccare l'ultimo lembo della storia. Questo nuovo libro di Magliani è
pieno delle letture di Magliani, diciamo, cosa molte volte platealmente
sottolineata persino nelle pagine e certe altre fatta scorrere come sangue del
sangue. Poi la memoria geografica in estinzione, si diceva, quasi costringe
l'autore a rifugiarsi nelle sue origini. Per ritrovare le condizioni materiali,
vedi la roccia, che si scopre somigliano e non somigliano alle olandesi. Magliani
vuole affinità elettive eppure non le trova, tra Amsterdam e la Liguria. Senza
pensare che sua moglie lo aspetta, o aspetterebbe, nella casetta della costa
nord dell'Olanda di Ijmuiden. Nel frattempo, tra l'altro, il sedere che
Magliani poggia spesso a malincuore sulla bicicletta - metro di lettura degli
spazi - , è tallonato da un'altra, questa giunonica, donna. Ma nel libro non
c'è tempo e spazio per sesso eccetera. Magliani allora può tranquillamente
sfuggire alle insidie. Ha un altro compito, lui. E siamo sicuri che l'abbia
compiuto per intero. Perché lo capiamo quando ci mettiano (al pari dei pargoli)
a seguire per la vita passata e le vie del presente d'Amsterdam la due ruote
dello scrittore.
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