Rosaria e suo padre, Amer e suo Zio, Delfina e suo padre, quindi il piccolo piccolo Blu. Rosaria e Delfina sono due ragazze che decidono di prender casa, comune, nell’Esquilino dei mille colori e delle diecimila culture, seppure saranno soprattutto, nel nuovo racconto di Mariolina Venezia “Rivelazione all’Esquilino”, il siciliano padre di Rosaria e l’ex siciliana figlia sua Rosaria a parlare. Oltre che a farci sbirciare, ovviamente, la vita difficile e scelta della Delfina figlia di noto architetto con il quale la stessa giovane artista sperimentale è in contrasto, le testimonianze di Rosaria, ma soprattutto quella del padre operaio in cassa integrazione della ex moglie d’Andrea e in special modo mammina di Blu, raccontano d’una serie di pregiudizi che molto facilmente posso essere cancellati dalla vita vissuta. Perché, tanto per cominciare, il padre di Rosaria vorrebbe che la figliola crescesse seppur da sola ma con lui e sua moglie il bambino, nonostante non l’abbia chiamato come spetterebbe, ovvero come il nonno, e pure a questa ragione ha venduto un appezzamento di terra siculo. E sarà decisamente e sempre più incazzato quando scoprirà che Rosaria per sopravvivere, cioè innanzitutto perché davanti al giudice convocato dall’ex marito deve narrar d’avere le possibilità economiche di mantenimento di Blu, sarà costretta a lavorare addirittura in quello che pensa un puzzolente e maschile venditore di kebab. Che poi non è che un ristorante nel quale molte persone perfino s’incontrano a prendere il tè. Quindi destinato a divenire, si vedrà, persino mezza proprietà dell’operaio di Trinacria. Perché una serie d’incroci, condurranno appunto in una vitale risoluzione per tutti quanti. A cominciare dall’artista Delfina. Anzi a cominciare dalla ragazza-madre Rosaria. Oppure, più facilmente, per il futuro del piccolo Blu. Queste storie di donne, ma chiaramente condite da ogni bellezza delle diversità e finanche della povertà ci fanno il piacere, in periodo di ritorno al razzismo e alla xenofobia, di farci nuovamente riflette sulla magia delle migrazioni. Ché più siamo è meglio è. E che è stato, per dire, bellissimo trasformare un quartiere esclusivo in quartiere popolare e multietnico. Senza dubbio c’era il rischio d’entrare nel già visto, tipo le prodezze dell’Orchestra di Piazza Vittorio. Eppure, anche grazie alla scelta del metodo del racconto breve e della scrittura veloce e d’impatto Mariolina Venezia supera l’ostacolo. Anche se, come sappiamo, ogni scritto della Venezia, e a maggior ragione questo, è disponibile per diventare episodio cinematografico e/o televisivo. Della “Rivelazione”, inoltre, non c’aspettavamo. In ogni senso.
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