Un saggio con un approccio inedito, provocatorio, per adulti, che analizza senza filtri ideologici la questione irrisolta dell’ossessione sessuale di Pasolini, sullo sfondo della drammatica situazione italiana dell’epoca. Luci intense e sinistre ombre proiettate dalle carte del postumo Petrolio, pozzo di oro nero pressoché illeggibile e mai scandagliato con metodo. La personalità duplice dell’intellettuale di portata storica, eclettico e debordante, diventato nel tempo contraddizione morente, viene inquadrata nella cornice psicologica e letteraria della pederastia, riascoltando l’eco lontana della classicità e recuperando le cartoline del turismo sessuale abituale nel Belpaese sino a metà del Novecento. Un arazzo tessuto con i fili del lessico originale del professore poeta e impreziosito con ricami linguistici di autori confratelli (da Proust a Lorca e Kavafis, da Forster a Isherwood e Spender, da Comisso a Penna), a loro volta smarriti nel labirinto di specchi della disparità amorosa. Un ritratto in bianco e nero di un divo a rovescio, pietra miliare e dello scandalo tra limoni e rose, fanciullesco e antico, porcospino e biancospino, lucciola e rondine, agnello e lupo, con un cuore elegiaco, tentato dalla santità, che è la migliore eredità di cui farsi garanti per l’avvenire.
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