Intellettuale amante delle trasgressioni alla tradizione, Anna Freud (Vienna 1895 - Hampstead 1982) fu la caposcuola della "psicologia dell'io". Si dedicò a tempo pieno alla psicoanalisi, che dal suo contributo ricevette nuovi impulsi vitali, in particolare nella direzione della cura dei disturbi infantili. Sul piano sentimentale, è noto il suo legame con la collega statunitense Dorothy Burlingham, ovviamente inviso alla mentalità del tempo. Lucrezia Lombardo cede la parola alla stessa Anna, che si racconta in una lettera immaginaria (indirizzata a Dorothy) ma fedele alla biografia storica, per ripercorrere le tappe cruciali della vita di una donna lungimirante, indipendente e capace di grandi gesti di empatia, che ha ancora molto da insegnare: un modello da scoprire e riscoprire. Un romanzo da accogliere come un atto d’amore verso una figura femminile che in vita non accettò mai il ruolo in cui la società del tempo avrebbe voluto costringerla, eppure post mortem è rimasta intrappolata nell’ombra del cognome paterno. Il ritratto di una mente creativa, in grado di penetrare l’anima del lettore.
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