Sono circa cinquecento gli ebrei presenti sul territorio modenese quando, il 30 novembre 1943, viene emanato l'ordine di polizia n° 5 che impone il loro arresto e la loro deportazione. Sono donne e uomini di ogni età e condizione sociale. Molti di loro sono italiani, appartenenti a una comunità da sempre ben integrata nel tessuto cittadino, ma sono presenti anche ebrei stranieri o apolidi, che studiano o si sono laureati a Modena, o che si sono trasferiti nella nostra penisola per sfuggire alle persecuzioni e alla guerra. Questi ultimi, per un periodo significativo della loro vita, vivono in provincia di Modena come «internati liberi» o «non internati», ma comunque sempre in condizione di estrema precarietà e stretta sorveglianza. Avvalendosi di una grande mole di documenti provenienti da una pluralità di fonti, il volume ripercorre in modo puntuale le vicende di questi ebrei stranieri che a Modena vivono, per periodi più o meno lunghi, tra il 1933 e il 1945. La ricerca affronta anche le storie degli ebrei italiani - soprattutto quando queste si intersecano a quelle dei primi - in occasione dei salvataggi, degli arresti e delle deportazioni. Una attenta ricostruzione di una vicenda e di un periodo complesso in cui a Modena hanno convissuto gesti di grande generosità e concrete pratiche di collaborazione al disegno nazista di sterminio degli ebrei.
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