Mille cervelli in uno annuncia una vera e propria rivoluzione nel modo di avvicinarci alla conoscenza, umana e artificiale. È un libro che pensa in grande, in tutti i sensi.
Che cosa significa essere intelligenti? In che
modo le cellule del nostro cervello danno origine alla comprensione del
mondo? Come viene trasformata la percezione dei sensi in conoscenza? La
verità è che non lo sappiamo. Per quanto si parli costantemente degli
enormi progressi delle neuroscienze, abbiamo ancora più domande che
risposte. Jeff Hawkins ha trascorso quasi vent'anni provando a colmare
questa lacuna e, come spesso succede per le grandi scoperte, si è
accorto che è sufficiente cambiare il nostro approccio per farci
sorprendere dalla realtà. La sua Teoria dei mille cervelli, esposta qui
per la prima volta, nasce infatti da una nuova prospettiva sulla
neocorteccia. L'intuizione chiave riguarda le sue unità di base,
chiamate colonne corticali, che imparano singolarmente un modello del
mondo e lo tengono in continuo aggiornamento. All'interno della scatola
cranica non c'è però una sala di controllo che decide a quale singolo
modello dare ascolto: la nostra percezione è un consenso che le colonne
raggiungono votando. Una vera e propria democrazia di neuroni nella
testa. Ma Hawkins, ingegnere oltre che neuroscienziato, fa un passo in
più: una volta che abbiamo capito davvero come funziona il cervello,
sarà più facile costruirne uno. Combinando le neuroscienze con uno
studio ambizioso sullo sviluppo delle intelligenze artificiali del
futuro, "Mille cervelli in uno" annuncia una vera e propria rivoluzione
nel modo di avvicinarci alla conoscenza, umana e artificiale. È un libro
che pensa in grande, in tutti i sensi.
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