1.
Addolorata
nella parola
nella
convalescenza della luce
ridai
alla cornice del capo
una
parvenza di paradiso
aureole
come aloni di sporco
e
tutto vola
nel
turbinio
del
tuo soffio mesto
mentre
Itaca è in fiamme
e
attende corpi grondanti
che abbraccino
le fiamme
e
spengano il dolore dell’incendio
2.
Stipulato
il patto
tra
il sogno
e la
sveglia
apro
un occhio
ti
chiedo solo di nasconderti bene
e
illudere il passaparola
della
consistenza del solco che lascia
il
pensiero nel mio alveolo
e la
riverenza del perdono
soffoca
dubbi e dinieghi
scoppia
la crisi della presenza
3.
Ero
solita ricordarmi a memoria
il
sentiero verso la radura
verso
i mattoni rotti
la
casa vecchia
la
forma dell’abbandono è indefinita
il
suo contorno irregolare
come
il neo che pungolo
l’isola
che accoglie le mie paturnie nuove
impregnate
fra le mura
correvo
come bambina
i
capelli erano tentativi di paracadute
ma
la gravità mi era amica
volavano
solo i miei umori strani
spendevo
parole come centesimi
le
compravo care
scavavo
in profondità e ritrovavo i diamanti
un
capriolo zampettava nei suoi passi di danza
vedevo
nel suo essere
tutto
il peso del mio corpo stanco
che
trascinavo come fagotto
-
- coperta e bastone e qualcosa di più, il
tesoro dei pirati -
4.
Sembri
di cartapesta
se
cadi
le
tue briciole minuscole
impossibili
da spazzare
contaminano
il gelo della piastrella
si
mimetizzano con i pulviscoli
di
polvere
coi
quali s’involano
nella
gravità della resurrezione
il
bue e l’agnello riscaldano col fiato
il
tuo corpo nudo
le
tue braccia aperte
la
tua crocefissione mortale
è ora
di dormire
chiudere
gli occhi arresi al buio
che
non conosce ombre
ma
sfumature scure di fogli sbavati col gomito
5.
Un
barcone di identità
naufraga
nel
mare sporco
nell’inospitale
onda che spegne il fuoco
e
ammazza la brutalità del pesce
il
gregge bela
e il
sale brucia sugli affanni
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