La scoperta che la cosa più grande di Cesare erano i suoi debiti, e che
questi furono la causa reale del suo successo politico, suscita una
reazione di incredulità e fastidio nel personaggio che parla in prima
persona in questo romanzo: uno storico giovane e idealista che - a
vent'anni dalla morte di Cesare - raccoglie materiali per scriverne la
biografia. Brecht, narrando i colloqui del giovane col banchiere Spicro,
e riproducendo gli immaginari diari del segretario di Cesare, Raro,
riscrive la storia di Roma nel I secolo a.C., col risultato di
restituirla, con sorprendente verosimiglianza, alla sua dimensione
"affaristica".
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