Una donna, maniaca dei rituali
sociali e dell'ordine domestico, costringe i figli a ripetere preghiere e
filastrocche rassicuranti, minaccia punizioni fantasiose, strepita di vite
immaginarie di santi, mischiandole a quelle dei personaggi della sua soap
preferita. In parallelo, un uomo rinchiuso in un ospedale psichiatrico impasta
episodi colmi di dislivelli di senso, di autoinganni, di esilaranti peripezie
lessicali che dettano i tempi di una follia inquietante. Chi sono costoro? Qual
è la loro storia? E perché Cattiverìa ha l'accento sulla i?
Un labirinto narrativo, in cui
l'irriverenza si mescola all'inquietudine in modo indissolubile, porta i
lettori verso un finale inatteso e potente come pochi.
Ciò che i personaggi raccontano è
il loro passato: la storia di una famiglia che nasconde un segreto, forse un
crimine, forse qualcos'altro. Intorno a questa oscura vicenda domestica,
prenderà forma ciò che infine si rivelerà come «la nuova tragedia greca», con
personaggi grotteschi che sembrano aver perso il senso stesso delle parole,
prediligendo il mascheramento, l'immobilismo del pasto garantito, l'iperbole
del buon senso.
A trascinare i lettori verso la
scoperta della verità c'è infatti anche il mistero delle loro voci, perché chi
parla fa dubitare della sua stessa narrazione, usando un linguaggio incoerente
e sgrammaticato, a tratti spinto verso una comicità irresistibile, ma anche
sintomo di un' epoca al collasso culturale: la nostra, l'epoca della
comunicazione televisiva inumana, autoreferenziale e malata.
Cattiverìa è senza dubbio l'opera
più matura e multiforme di Palazzolo: un romanzo intriso di umorismo ma nel
contempo violento e spietato, che esprime «l'impossibilità di essere» mettendo
in discussione anche le nostre certezze di lettori.
Rosario Palazzolo è nato a
Palermo nel 1972. Drammaturgo, scrittore, regista e attore, per il teatro ha
scritto e diretto: "Ciò che accadde all'improvviso", "I tempi
stanno per cambiare" (con Luigi Bernardi), i tre spettacoli che compongono
la Trilugia
dell'impossibilità: "Ouminicch'", "'A Cirimonia",
"Manichìni" e il Dittico Del Disincanto ("Visita guidata" e
"Tauromachia"). Vincitore del Fringe al 18° Festival Internazionale
del Teatro di Lugano, i suoi spettacoli sono stati rappresentati nei maggiori
teatri di ricerca nazionali. Ospitato a più riprese dall'Università di Liverpool
nell'ambito degli Studi di Italianistica, di recente al suo lavoro sono stati
dedicati studi monografici e tesi di laurea, in Italia e all'estero. Per la
narrativa ha scritto: "L'ammazzatore" (Perdisa Pop, 2007) e
"Concetto al buio" (Perdisa Pop, 2010)..
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