martedì 30 aprile 2013
Tiny libraries in front yards across Colorado inspire love of books - The Denver Post
lunedì 29 aprile 2013
Azimuth (LietoColle) di Maria Grazia Palazzo alla Feltrinelli Point di Lecce oggi 29 aprile 2013
La libreria "Feltrinelli
Point" di Lecce presenta al pubblico che non può peredere l'occasione di
una serata in compagnia di poesia e musica - un binomio perfetto - Maria Grazia
Palazzo e la raccolta di poesie "Azimuth" (LietoColle) che verrà
introdotta dallo scrittore Antonio Errico, da Ambra Biscuso (Associazione
"Le Ali di Pandora") e con Salvatore Gervasi e il suono coinvolgente
del tamburello. Lunedì 29 aprile 2013, ore 20.00 - "Feltrinelli
Point" - via Cavallotti 7/a - 73100 - LECCE.
«Con questa Opera Prima, Maria
Grazia Palazzo sembra emanciparsi da gran parte della produzione
poetico-femminile degli ultimi anni, dandoci una prova di buono spessore -
afferma Michelangelo Zizzi -. Non che manchi nell’opera una condizione
femminoide e talvolta gorgonica di rappresentazione della pulsione in itinere
(pulsione che va letta persino nelle sue condizioni fisiologiche e
biografiche); tuttavia le caratteristiche di omogeneità della struttura
poematica, di ritmicità, di esiti e chiuse talvolta sorprendenti, organizzano
il magma di una femminilità furibonda e scossa verso un esito di forma
convincente, deposito potente e risultato apprezzabile.
Azimuth è la prova che ogni opera
smussa le discordanze, ogni struttura espressiva ricompone i poli».
INFO
Feltrinelli Point
via Cavallotti 7/a,
tel. 0832/331999
www.lafeltrinelli.it
The New Digital Age by Eric Schmidt and Jared Cohen – review | Books | The Observer
domenica 28 aprile 2013
Kith: The Riddle of the Childscape by Jay Griffiths – review | Books | The Observer
Books for young adults often appeal to the not-so-young: Regina Brett | cleveland.com
sabato 27 aprile 2013
Si chiude domani 28 aprile 2013 “INIQUOTOUR – perché un’altra Italia è possibile” il tour di Giuseppe Cristaldi con il suo Macelleria Equitalia (Lupo editore)
Si
chiama “INIQUOTOUR – perché un’altra
Italia è possibile” la tournée dello scrittore Giuseppe Cristaldi in Puglia
e si chiude domani 28 aprile 2013 con il suo nuovo lavoro edito da Lupo dal
titolo “Macelleria Equitalia”. Ecco gli ultimi due appuntamenti previsti per
domani: 28/04/2013 Giuseppe Cristaldi
sarà a RACALE (LE) all’Associazione APE “Gabriele Toma” alle ore 18.00 in Piazza Feltrano e
sempre il 28/04/2013 a LECCE
all’Ammirato Culture House (Via di Pettorano, 3 - Lecce) alle ore 21.00 dove
coordinerà gli interventi Stefano Donno, di OverecoAgenzia, e dialogheranno con
l’autore la scrittrice Simona Cleopazzo, l'artista Paola Scialpi (leggerà
alcuni brani la poetessa Marta Toraldo).
"Recensire
un libro che parla di sofferenze umane è come scorticare con una lama quella
stessa ferita per farla sanguinare ancora, qualsiasi cosa si vuol dire si cerca
di farlo sommessamente per non urtare la sensibilità di nessuno. Ecco sì, di
sensibilità si tratta nel libro Macelleria Equitalia (Lupo Editore), di
un’acuta sensibilità che hanno i protagonisti delle storie raccontate con acume
intellettuale da Giuseppe Cristaldi, ma di questa singolare caratteristica
umana non è certo provvista la spregiudicata macchina esattoriale italiana
chiamata “Equitalia”. È un mostro gigantesco, simile alle Arpie raccontate da
Omero, Virgilio e Dante o ai tanti mostri mitologici dalle sembianze umane e
animali che uccidono senza pietà.
È
l’incubo di moltissimi italiani del presente. E in queste pagine si tocca con
mano la realtà di gente povera, semplice, contadini, imprenditori agricoli,
operai che per non aver pagato le fatidiche tasse si ritrovano con l’incombenza
Equitalia e le visite di ufficiali giudiziari che sembrano spregiudicati come
racconta Paolino, mentre in realtà eseguono solo il loro lavoro, una
professione come tante che a ben dire non devi possedere certo sensibilità nè
un briciolo di cuore altrimenti sei fregato, altrimenti il lavoro non puoi
eseguirlo, non puoi essere spietato contro chi disarmato si presenta nudo
davanti “senza arte né parte”: nudo - disarmato. Paolino, giovane protagonista
di una storia, cova rabbia parimenti determinazione per diventare un giorno
anche lui funzionario Equitalia e riscattare la povera madre che si occupava di
cucire le suole presso un calzaturificio salentino e il padre che distrutto dal
vino e dalla miseria trascinava ogni giorno a stento il suo corpo.
Nel
silenzio di questa famiglia povera ma ricca di dignità e coraggio di vivere si
perpetua l’amore: un grande amore e riconoscenza che Paolino ha nei riguardi
della madre che vorrebbe un giorno far vivere e non sopravvivere e attendere
magari il proprio turno per diventare carne da macello.
È un
libro straordinariamente reale questo Macelleria Equitalia (Lupo Editore): una
metafora e un accostamento quasi simbiotico che identifica la drammatica
quotidianità che vive moltissima gente attualmente in Italia.
Un’Italia
misera sotto ogni punto di vista. È acuto il linguaggio utilizzato dall’autore
per raccontare storie che ci appartengono, insomma chiunque prima o poi si
imbatte in Equitalia, basta non pagare una tassa. È certo che le tasse è dovere
di tutti i cittadini pagarle per fare andare avanti la macchina dello Stato,
questo Stato però che siamo noi stessi, non dimentichiamolo, membra di un corpo
che spesso tradisce e non perdona. È un libro di denuncia, come anche di
testimonianza, è un libro che racconta le vite di gente sola e dimenticata e
quindi vuole essere anche un modo generoso per dare voce a chi voce non ha.
Macelleria
Equitalia (Lupo Editore) di Giuseppe Cristaldi lascia il segno, come un solco
percorso dal letto del fiume. Così il figlio alla madre dice: «Ascolta, mamma
mia beddra, ci sono cose che uno vive mentre un fiume lo passa dal buco del
culo al cuore. Fiume e ommini sono due cose diverse: ci sono volte in cui lu
fiume cangia ma l’uomo no. Se pure un fiume decidesse di cambiare il corso, di
scorrere da un’altra parte, tralasciando ‘u bucu t’u culu e lu core, l’uomo non
cambierebbe una minchia, si comporterebbe come se quel fiume lo avesse dentro.
Mi capisci, ma’? Ci sono cose che segnano. L’acqua si asciuga, ma il segno rimane».
(pp. 116-117).
Cosa si può dire di fronte a questa lezione
di vita?
Nessuna
parola sublime, eufemismo, enjambement, raffinatezza letteraria avrebbe
senso e potrebbe parlare al lettore meglio della saggezza popolare. Quella sana
saggezza che forse soltanto Aristotele conosce bene, una virtù che sembra
appartenere ai nostri avi che hanno vissuto lasciandoci un’eredità abbondante
con sacrifici anche umani e noi ahimè la stiamo sperperando. Poco è rimasto di
una saggezza che insegna se pur purtroppo nel dolore, perchè è quando c’è il
bisogno e si conosce la sofferenza - come dice anche il protagonista di un
racconto del libro - che si aguzza l’ingegno e si impara a vivere. Leggere
Macelleria Equitalia è necessario, perchè fa rivivere quei diritti e valori che
appartengono ad ogni essere umano, ma che cadono nel dimenticatoio della
macchina maledetta della burocrazia, della finanza e delle banche che uccidono
come carne da macello e dove dignità e lavoro - chiaramente scritti nella
Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e nella cara Costituzione
italiana - non esistono più e restano voci mute o peggio azzittite.
(Alessandra Peluso su “Affari Italiani”)
Giuseppe
CRISTALDI
Nato
nel 1983 a
Parabita. Vive nelle campagne di Sassari. Ha pubblicato “Storia di un metronomo
capovolto” (2007), con nota di Franco Battiato; Un rumore di gabbiani -
Orazione per i martiri dei petrolchimici (2008), con cameo filmico di Franco
Battiato e prefazione di Caparezza; Belli di papillon verso il sacrificio
(2010), con nota di Teresa De Sio; Nefrhotel. Mi hanno venduto un rene (2011).
Ha ricevuto il “Premio Kallistos – 2009” e il “Primo premio al concorso nazionale
di drammaturgia contemporanea Under 30 di Roma – 2012”
Info:
Lupo Editore
Tel. 0832.94.95.10
venerdì 26 aprile 2013
FUR EWIG 3 di Elio CORIANO (Lupo editore)
È stata sufficiente la lettura di
alcuni versi, appena oltre l’incipit di questo poderoso poema – Für Ewig 3 – di Elio Coriano, perché
tutt’intera divenisse coscienza viva la dimensione politico-letteraria di
Antonio Gramsci. Personalmente non pensavo, e di ciò chiedo venia, che nel già
tanto fertile pensiero del poeta di Martignano, ci fosse anche lo spazio per
una visione così ampia e profonda del vissuto di una stagione politica quale fu
quella della triste pagina della storia italiana macchiata dal fascismo. Pagina
che il popolo italiano subì con conseguenze inenarrabili e che il poeta ha
inscritto nella vicenda politica e umana di Antonio Gramsci, incarcerato da
Mussolini affinché non pensasse e non agisse per un bel po’ di tempo. (Maurizio
Nocera)
Elio CORIANO - Nato a Martignano (Salento) nel 1955. Poeta ed
operatore culturale, insegna italiano e storia presso l’Istituto Professionale
“Egidio Lanoce” di Maglie. Con Conte Editore ha pubblicato “A tre deserti
dall’ombra dell’ultimo sorriso” (Three deserts from the shadow of the last
mechhanical smile – Premio Venezia Poesia 1996), nella collana Internet Poetry,
fondata da Francesco Saverio Dodaro. Con le“Pianure del silenzio” tradotto in
cinque lingue, ha inaugurato sempre per Conte Editore E 800 – European
literature, collana diretta e ideata da Francesco Saverio Dodaro. Nel 2005 ha pubblicato per “I Quaderni
del Bardo”, “Dolorosa Impotenza” e “Il Mestiere delle Parole”con dieci disegni
di Maurizio Leo e la prefazione di Antonio Errico. Nel 2006 per Luca Pensa
Editore, nella collana Alfaomega, ha pubblicato “Scitture Randagie”con la
prefazione del filosofo cileno Sergio Vuskovic Rojo. Del 2007 è “H Letture
Pubbliche (poesie 1996-2001)” Icaro editore. Nel 2004 fonda assieme a Stella Grande e Francesco
Saverio Dodaro il gruppo di musica popolare Stella Grande e Anime Bianche di
cui è curatore dei testi e direttore artistico. Inoltre, negli ultimi due anni,
ha curato e messo in scena una sua orazione su Gramsci, chiamata FUR EWIG,
accompagnato dal pianista Vito Aloisi.
Festa del Primo Maggio a Kurumuny | Martano – XII edizione – 2013
FOTO VINCITRICE DEL CONCORSO UNO
SCATTO PER IL PRIMO MAGGIO;
TEMA DEL CONCORSO: RACCONTA IL
LAVORO OGGI.
“Prima del fischio di inizio” di
Roberto Quaranta è stata premiata per la sua straordinaria forza iconica,
perché per il suo contenuto e il suo potere visivo si imprime nella coscienza,
simbolo delle speranze e delle paure di milioni di persone. L’immagine riassume e riproduce la
contraddizione fra un mondo a sempre minore indice di umanità e l’urgenza
dell’uomo stesso di tornare al centro del mondo.
Kurumuny in collaborazione con
l’Associazione Ambrò e con il patrocino del Comune di Martano presenta la XII edizione del Primo Maggio
La festa si svolge a Martano, in
campagna, località Kurumuny, con una lunga giornata tra germogli di vino e
braci di canti selvatici e balli spargi-sale, artisti extra-vaganti giocolieri
di luce, diritti in mostra ai colori della primavera. Il lavoro dovrebbe essere
la festa di tutti perché “un uomo che vuol lavorare e non trova lavoro è forse
lo spettacolo più triste che l’ineguaglianza della fortuna possa offrire sulla
terra” (T. Carlyle).
PROGRAMMA
La giornata sarà scandita dalla musica, con la partecipazione di molti
artisti.
PARTECIPERANNO
ALMORAIMA – un viaggio gitano verso radici lontane
Gli Almoraima sono un gruppo
multietnico che dal 2007 si dedica alla ricerca della tradizione musicale
gitana ed in particolare alle varie connessioni musicali che si sono create con
essa in terra andalusa e araba. Il gruppo che ruota intorno alla figura del
chitarrista Massi Almoraima, autore delle musiche e dei testi, ha visto in
tempi più recenti l’ingresso nella formazione della talentuosa voce gitana di
Antonio Corba, che per la sua grande padronanza degli stili tradizionali e
moderni di canto flamenco e il suo interesse per la musica etno-world sta
riscontrando una grande affinità con l’estetica musicale del gruppo. Oltre a
loro la formazione è composta dal percussionista etnico Roberto Chiga, dal
violista di origini pakistane Saleem Anichini, dal contrabassista jazz Angelo
Urso e dal fisarmonicista Rocco Nigro. Di ritorno dal tour primaverile che gli
ha visti impegnati in una serie di concerti in Rajasthan, il gruppo presenta in
anteprima a Kurumuny il suo nuovo lavoro discografico – Banjara – realizzato
grazie al sostegno di Puglia sounds e dall’etichetta salentina Animamundi. Un
lavoro denso di suoni e tradizioni nomadi, di energia e spiritualità, di riti,
movenze e ritmi che richiamano mondi lontani. Sentieri d’Oriente tracciati
attraverso le orme lasciate nella sabbia da una carovana gypsy che dal deserto
dei Thar attraversa il Mediterraneo approdando in Andalucia; un viaggio gitano
verso radici lontane.
STRITTULI – suoni musica e canti popolari
Il gruppo “Li Strittuli” nasce
nell’inverno nel ’98 dal bisogno di riconoscersi in una identità di popolo, in
esso vi confluiscono giovani musicisti che si propongono di diffondere il patrimonio
musicale del Salento e della Grecìa salentina. L’impegno culturale è quello di
far veicolare la musica popolare non come mera comunicazione consumistica ma
come recupero ed inizio di un procedimento culturale ritrovato. I componenti,
che sono maturati nelle feste di “curte” a contatto diretto con i portatori,
nei raduni spontanei e gruppi di ricerca, iniziano a recuperare sonorità ormai
quasi dimenticate e a utilizzare gli strumenti tipici di questa musica:
violino, organetto, fisarmonica, chitarra e tamburo a cornice. L’obiettivo
principale del gruppo è quello di riproporre un viaggio nella musica popolare
salentina, fatto di pizzica pizzica, pizzica tarantata, stornelli d’amore,
canti di lavoro e di protesta. Il gruppo, inoltre, conduce una ricerca sulla
musica di tradizione orale, interessandosi soprattutto alla zona nord del
Salento, riscoprendo canti che vengono riproposti nei loro concerti.
SONAMIX – il nuovo progetto di Papa Ricky
È il nuovo progetto di Papa
Ricky, che propone un nuovo viaggio nel mondo della musica in una versione semi
acustica, con una formazione composta da Giada Giovanile al violoncello, Sasà
Spennato alla batteria e percussioni e Roberto Romano alla chitarra acustica e
basso.
RINO’S GARDEN – molto più di una cover band
Nati nell’estate del 2008, dalla
passione per le canzoni di Rino Gaetano, attratti dalla stravaganza e dalla
ecletticità trasversale del compianto artista calabrese, i Garden non si sono
affermati solo come una cover band ma hanno allargato il loro repertorio
perfezionandosi nello stile e potenzialità. Rino’s Garden con oltre 400 live
all’attivo, ha animato le piazze e i locali di tutto il Salento, esibendosi con
la sua musica anche oltre i confini provinciali e regionali, con molte tappe in
tutta Italia. La band è composta da Andrea Melileo alla voce, Matteo
Cannavacciuolo alla batteria, Francesco Fersini ai synth e ai cori, Giuseppe
Ciullo al basso, Giacomo Carlino alla chitarra e Francesco Verdicchia al
pianoforte. Da pochissimo è uscito il nuovo singolo “Resto in linea”, che
anticipa il nuovo album in lavorazione, che uscirà prima dell’estate.
Il programma può essere suscettibile di variazioni.
IL PESO DELLA CULTURA – Leggo per legittima difesa. (Woody Allen)
Per l’edizione 2013 Kurumuny
ripropone l’iniziativa “Il peso della cultura: libri al chilo”. In occasione
della festa del Primo Maggio sarà possibile acquistare una sporta di libri al
chilo. Per l’iniziativa sono state create dal marchio B22 delle sportine ad hoc
che saranno anche un simpatico gadget della festa. In questo momento di crisi
in cui più si avverte la necessità di sapere, in questo Paese in cui tutto è
effimero, Kurumuny vuol ripartire dal peso dei libri, da una certezza che è
quella fisica e materiale del peso della conoscenza e dell’informazione perché
chi legge ha un senso in più, perché leggere rendere liberi, perché vogliamo
che i libri siano compagni irrinunciabili.
PIZZICANDO IN BICICLETTA – un viaggio di sole, cielo, mare e musica.
Viaggio in bicicletta, di Nunzia
e Lucia, sul corridoio verde adriatico, partendo da Bologna, fino ad arrivare
il Primo Maggio a Kurumuny. Pizzicando in bicicletta, nasce in un piovoso
autunno bolognese alla periferia nord di Bologna, dove le strade di Lucia e
Nunzia si incontrano attorno ai corsi di riparazione biciclette
dell’associazione “L’Altra Babele”. Lucia e Nunzia hanno vite e temperamenti
diversi, ma molte cose in comune, in cima, la passione per la bicicletta.
Nessun posto è lontano in bicicletta, nessun ostacolo è insormontabile alla sua
leggerezza. Nunzia è affascinata dalla musica popolare, soprattutto dalla
pizzica pizzica e sogna l’energia del Salento e i suoi ritmi ipnotici. Lucia
pedala e sogna di aprirsi a pedali le vie delle lingue e delle culture del
Mediterraneo. Una sfida per entrambe, alla prima esperienza di cicloviaggio,
poca attrezzatura tecnica, pochi appigli logistici; molta carica di entusiasmo,
molta voglia di provarci, molta volontà di dimostrare il potenziale della bici
e della passione ciclistica. “La bicicletta è stata in primo piano, fin dalle
sue origini, nelle battaglie per la liberazione di comunità e categorie sociali
da oppressioni e ingiustizie. La troviamo protagonista nelle Quattro Giornate
milanesi (1898) e negli altri moti popolari, nei momenti cruciali della Grande
Guerra, nella Resistenza partigiana. Odiata e temuta dai dittatori e dalle
classi dominanti, la bici è l’unico mezzo di trasporto che non trasporta solo
persone o cose, ma anche ideali. Alfonsina Strada, la prima ed unica donna a
partecipare nel 1924 al Giro d’Italia (quello dei maschi), non era una
femminista né un’attivista politica. Era una ragazza che amava la bici e
pedalava come solo una campionessa sa fare. Eppure, grazie alla bici, è
diventata un’icona dell’emancipazione femminile. Ha infranto il più tenace dei
pregiudizi maschilistici, quello della superiorità fisica dell’uomo sulla
donna, del suo dominio muscolare, inteso come suggello naturale (e quindi
divino) dello squilibrio sociale, economico, familiare e culturale tra i due
sessi. Novant’anni dopo due ragazze, Nunzia e Lucia, affrontano il loro
personale Giro d’Italia, e senza saperlo mandano in frantumi altri tabù, altri
pregiudizi. Come Alfonsina, anche Lucia e Nunzia non pedalano per dimostrare
qualcosa o per rivendicare ideali femministi. Pedalano per passione. Impegnate
da sempre nell’attivismo sociale e ambientalista, hanno iniziato il loro
viaggio in bicicletta da Bologna a Martano (Lecce) per amore della bicicletta e
per amore della cultura popolare di cui anche la bicicletta fa parte.
Arriveranno a Martano per partecipare alla Festa dei Lavoratori di Kurumuny,
una giornata dedicata alla celebrazione della civiltà contadina e della
"fatìa" (lavoro, in dialetto salentino), nel momento in cui la
disoccupazione in questo martoriato paese tocca livelli drammatici come mai
prima d’ora. Come non associare la loro splendida follia a due ruote con le
imprese di Alfonsina, con la voglia di ribaltare i preconcetti sessistici, e
con l’impegno per restituire dignità e lavoro a cittadine e cittadini costrette
a sopportare per intero il peso di una crisi di cui non sono colpevoli? Come
non pensare che il loro viaggio è un po’ il viaggio di tutti noi verso
un’Italia migliore, in cui la leggerezza (bicicletta, femminilità, dignità del
lavoro) possa finalmente prevalere sulla pesantezza (dominio dei mezzi a
motore, maschilismo, privilegi e ingiustizie economiche)? Il viaggio di Nunzia
e Lucia è un semplice atto d’amore per una penisola straziata da avidità e
prepotenze. A Kurumuny danzeremo con loro.”
COME ARRIVARE
Kurumuny è sita nelle campagne di
Martano (nei pressi dell’uscita per Castrignano de’ Greci). Per trovarci
seguire le indicazioni presso tutti gli ingressi del paese.
Ingresso per tessera
sociale di 4,00 euro valida per la sola giornata del Primo Maggio. La colazione
è autogestita dai singoli partecipanti, l’organizzazione offre vino e pane
finché ce n’è. A disposizione di tutti bracieri per gli arrosti.
Per info
Uff. 0832801528
Mob. 3299886391
Kurumuny è un luogo dell’anima,
un luogo di memoria e trasformazione, dove antichi valori umani e sociali
convivono con la realtà contemporanea. L’associazione Ernesto de
Martino-Salento e le Edizioni Kurumuny hanno cominciato a festeggiare il Primo
Maggio nella contrada Kurumuny a Martano nel 2002. L’idea di questa giornata di
festa nasce dal desiderio di riannodare i fili della memoria di un luogo
particolare, non molto distante dal paese, dove sono vissute persone
depositarie di saperi antichi e che svolgevano ruoli comunitari. Qui vivevano
alcune delle ultime repute di Martano e alcuni cantori già protagonisti delle
storiche ricerche etnomusicali realizzate da Alan Lomax nel 1954 e da Gianni
Bosio nel 1968 e da altri ricercatori dopo il 1970. L’intento è stato quello di
legare questo filo della memoria a un avvenimento che presenta tutti i
requisiti di una grande festa popolare in cui si festeggia la fatica quotidiana
dei lavoratori. Festa del lavoro e dei lavoratori che naturalmente si apre sino
a comprendere il tema della multiculturalità, dei diritti dell’altro, la
necessità della salvaguardia delle radici, in qualunque parte del mondo
affondino. Riferimento ideale per l’organizzazione della festa a Kurumuny sono
state le stesse modalità con cui inizialmente si svolgeva il Primo Maggio a
Bari. L’incontro per i festeggiamenti avveniva in qualche località fuori porta
con bandiere, formaggio, fave, vino e musica. Un incontro per festeggiare il
diritto al lavoro: la sicurezza e tutti i diritti garantiti dallo statuto dei
lavoratori. Altro obiettivo che inizialmente si sono posti gli organizzatori
del Primo Maggio a Kurumuny era quello di offrire un punto di incontro locale
in cui essere protagonisti: un luogo in cui diverse generazioni, anziani, giovani
e bambini, potessero incontrarsi e pacificamente e creativamente socializzare
non solo il companatico ma anche le idee, i desideri, i bisogni. E così la
festa del Primo Maggio a Kurumuny è diventata con il passare degli anni di
riferimento per tutto il territorio salentino e non solo. A ogni manifestazione
la partecipazione si è allargata e diversificata, ma restano caratteri salienti
la tolleranza, la condivisione della musica e delle idee, l’integrazione fra le
diverse fasce di età, il rispetto delle diversità, in una dinamica fatta di
maggiore consapevolezza del proprio background senza la quale non ci può essere
equo scambio. In una giornata di riflessione e di festa, come il Primo Maggio,
la pratica della multiculturalità assume i connotati di inclusione sociale
delle minoranze, siano esse linguistiche, religiose o etniche, e dunque si
concretizza nell’esercizio delle buone pratiche della condivisione, della
partecipazione e dello scambio.
Student Opinion | What Were Your Favorite Picture Books When You Were Little? - NYTimes.com
giovedì 25 aprile 2013
CATTIVERÌA di Rosario Palazzolo (Perdisa Pop)
Una donna, maniaca dei rituali
sociali e dell'ordine domestico, costringe i figli a ripetere preghiere e
filastrocche rassicuranti, minaccia punizioni fantasiose, strepita di vite
immaginarie di santi, mischiandole a quelle dei personaggi della sua soap
preferita. In parallelo, un uomo rinchiuso in un ospedale psichiatrico impasta
episodi colmi di dislivelli di senso, di autoinganni, di esilaranti peripezie
lessicali che dettano i tempi di una follia inquietante. Chi sono costoro? Qual
è la loro storia? E perché Cattiverìa ha l'accento sulla i?
Un labirinto narrativo, in cui
l'irriverenza si mescola all'inquietudine in modo indissolubile, porta i
lettori verso un finale inatteso e potente come pochi.
Ciò che i personaggi raccontano è
il loro passato: la storia di una famiglia che nasconde un segreto, forse un
crimine, forse qualcos'altro. Intorno a questa oscura vicenda domestica,
prenderà forma ciò che infine si rivelerà come «la nuova tragedia greca», con
personaggi grotteschi che sembrano aver perso il senso stesso delle parole,
prediligendo il mascheramento, l'immobilismo del pasto garantito, l'iperbole
del buon senso.
A trascinare i lettori verso la
scoperta della verità c'è infatti anche il mistero delle loro voci, perché chi
parla fa dubitare della sua stessa narrazione, usando un linguaggio incoerente
e sgrammaticato, a tratti spinto verso una comicità irresistibile, ma anche
sintomo di un' epoca al collasso culturale: la nostra, l'epoca della
comunicazione televisiva inumana, autoreferenziale e malata.
Cattiverìa è senza dubbio l'opera
più matura e multiforme di Palazzolo: un romanzo intriso di umorismo ma nel
contempo violento e spietato, che esprime «l'impossibilità di essere» mettendo
in discussione anche le nostre certezze di lettori.
Rosario Palazzolo è nato a
Palermo nel 1972. Drammaturgo, scrittore, regista e attore, per il teatro ha
scritto e diretto: "Ciò che accadde all'improvviso", "I tempi
stanno per cambiare" (con Luigi Bernardi), i tre spettacoli che compongono
la Trilugia
dell'impossibilità: "Ouminicch'", "'A Cirimonia",
"Manichìni" e il Dittico Del Disincanto ("Visita guidata" e
"Tauromachia"). Vincitore del Fringe al 18° Festival Internazionale
del Teatro di Lugano, i suoi spettacoli sono stati rappresentati nei maggiori
teatri di ricerca nazionali. Ospitato a più riprese dall'Università di Liverpool
nell'ambito degli Studi di Italianistica, di recente al suo lavoro sono stati
dedicati studi monografici e tesi di laurea, in Italia e all'estero. Per la
narrativa ha scritto: "L'ammazzatore" (Perdisa Pop, 2007) e
"Concetto al buio" (Perdisa Pop, 2010)..
mercoledì 24 aprile 2013
Più suono di Lara Carrozzo (Lupo Editore)
La raccolta poetica di Lara
Carrozzo si snoda delicatamente nella ricerca di quel senso sensibile che
appare smarrito in una società che guarda la poesia e quindi le emozioni da un
punto di vista piuttosto “angolare”. Il titolo stesso dell’intera opera poetica
sottolinea in sè un surplus “Più” che rappresenta un’invocazione alle emozioni
e quindi all’arte, come d’altronde già aveva fatto nella precedente silloge
"Più Luce", nella quale l’autrice faceva appello al sovrappiù di
luce, che rivela quell’eccedenza emotiva, l’ispirazione luminosa, da cui nasce
la poesia. In "Più Suono" la nuova ricerca e l’appello sono alla
musica, al suono, in qualsiasi forma si presentino. Ora, è l’eco continuo della
vita, il suono fortemente passionale, che si traduce in poesia. In un gioco
armonico di versi la scrittrice riesce a fondere la luce al suono in un
viscerale continuum poetico: da ‘più luce’ a ‘più suono’, aprendo la strada
all’arte nella sua manifestazione più profonda, per Lara, la poesia.
Lara Carrozzo, è nata a
Melendugno nel 1979. E' laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli
Studi del Salento. Svolge un'intensa attività culturale che spazia dall'ambito
letterario a quello civile e collabora nei diversi settori del sociale nei
quali organizza e coordina eventi e convegni. Artista a tutto campo, interprete
fine, coniuga musica poesia letteratura.
martedì 23 aprile 2013
CoratoLive.it - Arci Books, Simone Ghelli legge e presenta “Voi, onesti farabutti”
lunedì 22 aprile 2013
AI CANTIERI TEATRALI KOREJA DI LECCE “POST-13 STORIE DOPO L'89 CHE NON SAPEVANO DI DIVENTARE UN MITO” a cura di PAOLO PATICCHIO (Lupo Editore)
Mercoledì 24 aprile (ore 18.30 -
ingresso gratuito) i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce ospitano la
presentazione ufficiale del libro POST - 13 storie dopo l'89 che non sapevano
di diventare mito (Lupo Editore) a cura del ventisettenne Paolo Paticchio. Un
evento a metà tra il teatro e il live musicale, con video proiezioni,
performance e reading. Un incontro con i 13 autori e il curatore, una
presentazione che emozionerà e farà riflettere con genuinità.
"La nostra generazione,
quella che ha compiuto i vent'anni ed è prossima ai quaranta, è spesso accusata
di disorientamento, di assenza di punti di riferimento", sottolinea Paolo
Paticchio, impegnato nel sociale, attivo in politica, coraggioso connettore di
giovani esperienze diverse tra loro ma accomunate da un sentimento: la
speranza. "Ma è proprio vero che questi giovani adulti sono privi di
spunti a cui attingere per interpretare, criticare, cambiare il proprio tempo?
O di maestri da assumere a modello per agire? Queste tredici storie – le
nostre, le prime di un libro non finito, un input da raccogliere e sviluppare –
sembrano dimostrare il contrario".
Post è, infatti, un libro scritto
a più mani, 13 storie raccontate da 13 under 40 di diversa formazione e con
diversi ambiti d’interesse, accomunate dall’essere pugliesi e tutte cresciute
nel “mondo nuovo” dopo l’89. Il progetto raccoglie, in questo primo volume, le
prime 13 storie. Dalla caduta di quel muro, abitudini, visioni, schieramenti
hanno dovuto fare i conti con una realtà improvvisamente mutata. Un mondo
diverso, non più caratterizzato dalla costante presenza di un necessario nemico
comune che fungeva anche da fattore aggregativo, si affacciò all’improvviso. Ed
è da lì che si vuole partire, da quei cittadini di Berlino che finalmente si
son potuti riabbracciare, da quella città che ritornava ad essere un corpo
unico, simbolo di una armonica ricomposizione di un mondo.
Storie di eccellente normalità
che, partendo dalla credibilità dei loro percorsi, possono permettersi il lusso
di insegnare con grande umiltà che si può far politica seguendo i propri
ideali, che ci può essere lo sport pulito, storie che sono state un pretesto
per interrogarsi su politiche migratorie, fenomeni televisivi, inchieste
giornalistiche, nuove arti, social
media, innovazione, medicina, speranza, bioetica e tanto altro ancora che
questa premessa non può svelare. “Storie Post ‘89, Post boom economico,
raccontate da “quelli” che non
usano il Post solo sul web per
aggiornarsi ed aggiornare. Perché questa, in fondo, è una Generazione Post e
può essere un’entusiasmante sfida; basta iniziare a conoscersi”.
Dal giornalista salentino Michele
Frascaro a Don Luigi Ciotti, dal “giudice ragazzino” assassinato dalla mafia
Rosario Livatino a Rita Levi Montalcini, passando per gli hacker, il regista
Mario Monicelli, il writer Banksy, l'esperienza di Blob, la musica di Kurt
Cobain, la politica di Dubceck, la malattia "condivisa" di Salvatore
Iaconesi, le Non Archi-Star e l'incredibile e struggente vicenda dell'atleta
somala Saamya Yusuf Omar, "un’eroina che sfida la geopolitica, lo scenario
della povertà e del conflitto in nome della passione per lo sport e della
voglia di riscatto". Un libro edito da Lupo Editore che attraversa diversi
mezzi di comunicazione: il cartaceo, il web con il blog in fase di
realizzazione (www.generazionepost.it) e
i social network (una pagina Facebook, Generazione Post, già molto frequentata
e attiva). È il primo passo verso il racconto di una generazione che non solo
vuole cambiare le cose ma è anche in grado di farlo.
Molto variegata anche la squadra
degli autori composta da Alberto Cazzato (esperto di marketing e
comunicazione), Giovanni De Stefano (giornalista esperto di social media e
pratico di comunicazione), Tatiana Giannone (giovane salentina che attualmente
lavora a Roma presso la sede nazionale di "Libera - Nomi e Numeri contro
le mafie"), Osvaldo Piliego (giornalista, musicista e scrittore), Patrizia
Carratta (dottoranda dell'Università nel Salento nel Dipartimento di Storia,
Società e Studi sull'Uomo), Alfredo Polito (giornalista e attivista nell'Arci),
Matteo Serra (comunicatore e cooperatore, tra i fondatori di Pazlab e L'impaziente),
Gabriella Morelli (esperta di comunicazione sociale), Juri Battaglini
(architetto e fondatore dell'associazione LUA, Laboratorio Urbano aperto),
Ilaria Colazzo (laureata in matematica e tra gli esponenti più attivi
dell'associazione universitaria "Link - Udu Lecce"), Angelo Pansini e
Stefano Fumarulo (responsabili dell'Agenzia per la lotta non repressiva alla
criminalità organizzata di Bari), Laura Preite (presidente dell'associazione
Culturarte e responsabile del progetto Treno della memoria), Alessandra Lupo
(giornalista che si occupa anche della diffusione di pratiche partecipate per
la gestione della cosa pubblica).
"Queste sono le nostre
tredici storie. Le prime tredici storie. Non una hit parade, non una
classifica, non un libro “finito”. Sono solo le tredici storie da cui siamo
voluti partire, importanti per i percorsi di ciascuno degli autori, che hanno
deciso di spendere il proprio tempo e le loro energie per questo progetto
corale. Inutile dire che è solo un inizio del nostro Post", sottolinea
Paticchio nel libro. "Generazione Post. Post perché i latinismi ci
piacciono, soprattutto quando li usiamo su un tablet ultrasottile. Post perché
non vogliamo cancellare nulla, ma semplicemente aggiungere, cercare, trovare e
proseguire. Post perché abbiamo voglia di correre e non più di inseguire".
Oggi sono tua. (solitudine, passioni, piaghe) – Books and other sorrows - Blog - Repubblica.it
sabato 20 aprile 2013
Immagina la gioia, di Vittoria Coppola (Lupo); Tramontana. Un'indagine di Michelangelo Romani di Giuseppe Cologiuri (Lupo); Ananas e zenzero, di Jacqueline Gentile (Besa). Intervento di Nunzio Festa
Gli
editori pugliesi fanno fermentare molto il vino della loro narrativa. A
differenza dell'editoria lucana, infatti, spesso, come si dice, al palo, nel
settore delle nuove proposte di narrativa, i marchi pugliesi offrono
normalmente la possibilità di scegliere fra diverse voci di questo spazio
particolare del mondo letterario, di questo ampio anfratto adesso
accucciolatosi fra altri generi (seppur dovrebbe esser forse il principale -
specie dietro le spalle della saggistica e della manualistica: per quanto
riguarda le pubblicazione nate e accettate tipograficamente in Basilicata). Ma
ecco qualche esempio, dell'editoria pugliese diciamo. (Dove, intanto, i rumor
dicono salperà il nostro poeta Alfonso Guida). Pensiamo, infatti, proprio a
Lupo, il quale ha recentemente mandato in liberia il nuovo romanzo della
scrittrice salentina Vittoria Coppola, "Immagina la gioia". Coppola,
salita alla ribalta già con l'opera d'esordio selezionata in una rubrica delle
trasmissioni di Rai Uno, "Gli occhi di mia figlia", sceglie
nuovamente un terreno semplice per la promozione e difficile alla prova
dell'originalità. E' molto difficile, in sostanza, "descrivere l'amore fraterno"
ma carico d'incomprensioni, in maniera originale. Inoltre, Vittoria Coppola
approfitta delle ambientazioni inventate per mettere in comunicazione il Veneto
e la Sicilia. La
storia, in effetti, comincia nella nota Mira che guarda tanto a Venezia quanto
a Marghera. Ed è, pensate bene, lo stesso editore che manda in libreria
"Tramontana", del giallista Giuseppe Calogiuri. "Un'indagine di
Michelangelo Romani" che si sviluppa fra morti e sparizioni, tutte
avvenute tra l'altro nel Mezzogiorno. Una trama fatta apposta per il
giornalista Romani, del Messaggero Quotidiano, e del suo collega, direttore
questi di TeleCittàUno, Sandro Gennari. Frasi d'un giallo che non può non tener
conto delle politica politicata, visto che gli editori dei giornalisti di fiuto
vivono di servilismo alle classi dirigenti. Le edizioni Besa, invece, trovano
nella newyorkese d'origine e barese d'approdo, Jacqueline Gentile la forza di
tenere insieme ironia e valori, comicità ed elementi fondamentali della vita.
La giovane Marta Sabia, curatrice d'una delle tante rubriche di posta del
cuore, s'innamora della persona che piace alla sua convivente. Fino al punto
che: "Giorni di buio isolamento nella sua casa vuota la trascinano a
toccare il fondo costringendola a stare in contatto con la sua sofferenza e con
la sua vita oramai svuotata. Ma proprio lì, nella tristezza del niente, Marta
ritrova se stessa e il suo amore per Andrea (l'amato dell'amica, ndr): primi
passi di una nuova esistenza tutta da inventare". Con tanto di prima
persona, a narrare. Tre libri
profondamente diversi fra loro. Tre romanzi che, come si diceva, parlano d'un
brio presente nell'editoria made in Puglia. E che quella fatta in Basilicata
non sempre dimostra.
venerdì 19 aprile 2013
INIQUOTOUR perché un’altra Italia è possibile. Dal 20 al 28 aprile 2013 in Puglia Giuseppe Cristaldi con il suo Macelleria Equitalia (Lupo editore)
“Conosco Cristaldi da tempo, e da
tempo conosco il suo modo di far scorrere la penna su carta bianca, dando vita
ad una lingua "altra". Un giovane che scrive e che, scrivendo, unisce
un italiano impeccabile a quel dialetto che sa di "terra", che sa di
"casa". Credo che il talento
di Giuseppe sia proprio il saper raccontare, permettendo a chiunque di sentirsi
a casa, anche a chi, il dialetto pugliese, non sa nemmeno che cosa sia. 5 racconti,
5 storie, 5 vite; è il mondo al contrario, siamo noi adesso la carne equina,
siamo noi la vera carne da macello.” (MICHELE
PLACIDO)
Si chiama “INIQUOTOUR – perché
un’altra Italia è possibile” la tournée dello scrittore Giuseppe Cristaldi in
Puglia dal 20 al 28 aprile 2013 con il suo nuovo lavoro edito da Lupo dal
titolo “Macelleria Equitalia”. Ecco le date degli appuntamenti: Il
20/04/2013 a BARI presso la Libreria Roma
(Piazza Aldo Moro, 13 - Bari) alle ore 18.00 con Mingo (da "Striscia la
notizia"); il 22/04/2013 alle ore 18,30 a FOGGIA alla Libreria Ubik (Piazza Giordano, 75 - Foggia) dove
presenterà il giornalista e direttore artistico della Libreria Ubik, Michele
Trecca, e dialogheranno con l'autore la
scrittrice Roberta Pilar Jarussi e lo scrittore e ricercatore Giovanni Rinaldi,
il 24/04/2013 a LECCE all’Ammirato Culture House (Via di Pettorano, 3 - Lecce)
alle ore 19.30 dove coordinerà gli interventi Stefano Donno, di OverecoAgenzia,
e dialogheranno con l’autore il Dott. Maurizio Toraldo, la scrittrice Simona
Cleopazzo, l'artista Paola Scialpi
(leggerà alcuni brani la poetessa Marta Toraldo); il 25/04/2013 Giuseppe
Cristaldi, alle ore 16.00, sarà ospite di un “dopopranzo d'autore” presso la MASSERIA STALI a
CAPRARICA e dopo, sempre il 25/04/2013 a LECCE Giuseppe Cristaldi sarà ospite
negli studi di Radio System Network alle
ore 21.00 con interventi dei lettori in diretta su Facebook, sms, twitter,
whatsapp; il 26/04/2013 sarà a TAURISANO (LE) Casa Vanini, Via Roma 44 alle ore
19.30 dove ci sarà l’introduzione di
Claudio Scordella - vice Sindaco e la presentazione sarà a cura del
prof. Luigi Guidano - insegnante di storia e italiano; il 27/04/2013 sarà a
CASARANO (LE) alla Libreria Dante, Via Matino 10 alle ore 19.30 con Antonio
Memmi, giornalista de IL GALLO; il 28/04/2013 Giuseppe Cristaldi sarà a RACALE
(LE) all’Associazione APE “Gabriele Toma”alle ore 18.30 in Piazza Beltrano
"Recensire un libro che
parla di sofferenze umane è come scorticare con una lama quella stessa ferita
per farla sanguinare ancora, qualsiasi cosa si vuol dire si cerca di farlo
sommessamente per non urtare la sensibilità di nessuno. Ecco sì, di sensibilità
si tratta nel libro Macelleria Equitalia (Lupo Editore), di un’acuta
sensibilità che hanno i protagonisti delle storie raccontate con acume
intellettuale da Giuseppe Cristaldi, ma di questa singolare caratteristica
umana non è certo provvista la spregiudicata macchina esattoriale italiana
chiamata “Equitalia”. È un mostro gigantesco, simile alle Arpie raccontate da Omero,
Virgilio e Dante o ai tanti mostri mitologici dalle sembianze umane e animali
che uccidono senza pietà.
È l’incubo di moltissimi italiani
del presente. E in queste pagine si tocca con mano la realtà di gente povera,
semplice, contadini, imprenditori agricoli, operai che per non aver pagato le
fatidiche tasse si ritrovano con l’incombenza Equitalia e le visite di
ufficiali giudiziari che sembrano spregiudicati come racconta Paolino, mentre
in realtà eseguono solo il loro lavoro, una professione come tante che a ben
dire non devi possedere certo sensibilità nè un briciolo di cuore altrimenti
sei fregato, altrimenti il lavoro non puoi eseguirlo, non puoi essere spietato
contro chi disarmato si presenta nudo davanti “senza arte né parte”: nudo -
disarmato. Paolino, giovane protagonista di una storia, cova rabbia parimenti
determinazione per diventare un giorno anche lui funzionario Equitalia e
riscattare la povera madre che si occupava di cucire le suole presso un
calzaturificio salentino e il padre che distrutto dal vino e dalla miseria
trascinava ogni giorno a stento il suo corpo.
Nel silenzio di questa famiglia
povera ma ricca di dignità e coraggio di vivere si perpetua l’amore: un grande
amore e riconoscenza che Paolino ha nei riguardi della madre che vorrebbe un
giorno far vivere e non sopravvivere e attendere magari il proprio turno per
diventare carne da macello.
È un libro straordinariamente
reale questo Macelleria Equitalia (Lupo Editore): una metafora e un
accostamento quasi simbiotico che identifica la drammatica quotidianità che
vive moltissima gente attualmente in Italia.
Un’Italia misera sotto ogni punto
di vista. È acuto il linguaggio utilizzato dall’autore per raccontare storie
che ci appartengono, insomma chiunque prima o poi si imbatte in Equitalia,
basta non pagare una tassa. È certo che le tasse è dovere di tutti i cittadini
pagarle per fare andare avanti la macchina dello Stato, questo Stato però che
siamo noi stessi, non dimentichiamolo, membra di un corpo che spesso tradisce e
non perdona. È un libro di denuncia, come anche di testimonianza, è un libro
che racconta le vite di gente sola e dimenticata e quindi vuole essere anche un
modo generoso per dare voce a chi voce non ha.
Macelleria Equitalia (Lupo
Editore) di Giuseppe Cristaldi lascia il segno, come un solco percorso dal
letto del fiume. Così il figlio alla madre dice: «Ascolta, mamma mia beddra, ci
sono cose che uno vive mentre un fiume lo passa dal buco del culo al cuore.
Fiume e ommini sono due cose diverse: ci sono volte in cui lu fiume cangia ma
l’uomo no. Se pure un fiume decidesse di cambiare il corso, di scorrere da
un’altra parte, tralasciando ‘u bucu t’u culu e lu core, l’uomo non cambierebbe
una minchia, si comporterebbe come se quel fiume lo avesse dentro. Mi capisci,
ma’? Ci sono cose che segnano. L’acqua si asciuga, ma il segno rimane». (pp.
116-117).
Cosa si può dire di fronte a
questa lezione di vita?
Nessuna parola sublime,
eufemismo, enjambement, raffinatezza letteraria avrebbe senso e potrebbe
parlare al lettore meglio della saggezza popolare. Quella sana saggezza che
forse soltanto Aristotele conosce bene, una virtù che sembra appartenere ai
nostri avi che hanno vissuto lasciandoci un’eredità abbondante con sacrifici
anche umani e noi ahimè la stiamo sperperando. Poco è rimasto di una saggezza
che insegna se pur purtroppo nel dolore, perchè è quando c’è il bisogno e si
conosce la sofferenza - come dice anche il protagonista di un racconto del
libro - che si aguzza l’ingegno e si impara a vivere. Leggere Macelleria
Equitalia è necessario, perchè fa rivivere quei diritti e valori che appartengono
ad ogni essere umano, ma che cadono nel dimenticatoio della macchina maledetta
della burocrazia, della finanza e delle banche che uccidono come carne da
macello e dove dignità e lavoro - chiaramente scritti nella Dichiarazione
Universale dei diritti dell’Uomo e nella cara Costituzione italiana - non
esistono più e restano voci mute o peggio azzittite.
(Alessandra Peluso su “Affari Italiani”)
Giuseppe CRISTALDI - Nato nel 1983 a Parabita. Vive nelle
campagne di Sassari. Ha pubblicato “Storia di un metronomo capovolto” (2007),
con nota di Franco Battiato; Un rumore di gabbiani - Orazione per i martiri dei
petrolchimici (2008), con cameo filmico di Franco Battiato e prefazione di
Caparezza; Belli di papillon verso il sacrificio (2010), con nota di Teresa De
Sio; Nefrhotel. Mi hanno venduto un rene (2011). Ha ricevuto il “Premio
Kallistos – 2009”
e il “Primo premio al concorso nazionale di drammaturgia contemporanea Under 30
di Roma – 2012”
Info:
Lupo Editore
Tel. 0832.94.95.10
www.lupoeditore.it
Local librarians, bookstore manager say print books are here to stay | The Collegian
giovedì 18 aprile 2013
La riscrittura oltrepassante. ERNESTO DE MARTINO E LE DIALETTICHE DEL «RITORNO». CINQUE STUDI di Placido Cherchi (Kurumuny Edizioni)
Potente polo di attrazione intellettuale,
l’opera di Ernesto De Martino, dopo la «riscoperta» provocata dalla comparsa de
La fine del mondo, non ha più cessato di dominare la scena ermeneutica e di
esigere cospicui investimenti di energia da parte dei suoi interpreti. Nel
terreno della critica antropologica, il settore della «demartinologia» è ormai
uno dei più estesi e non si contano più i contributi destinati ad accrescerlo.
L’autore del presente volume ne è una prova:
dopo i quattro libri demartiniani fatti uscire tra la fine degli anni
Ottanta e l’anno scorso, egli ci presenta ora questi Cinque studi, anch’essi
demartiniani e anch’essi ostinatamente interessati a indagare oltre l’immediato
apparire.
Il tema è stavolta quello del
«ritorno» al Mondo magico realizzato a poco a poco dalle opere della fine, in
una sorta di riappropriazione-rilancio degli allargamenti storicistici
sacrificati allora. La sostanziale riscrittura delle tesi messe in crisi dai
«maestri» e demolite dall’«autocritica» viene letta ancora una volta come un
gesto di necessaria fedeltà alle antiche convinzioni, ma anche come la più
compiuta e oltrepassante rifondazione della loro modernità. Confermando la
natura quasi inesauribile della miniera-De Martino, i cinque scritti proposti
qui continuano a scavare nelle sue viscere e a inseguire filoni perduti o
tracce rimaste inosservate. Ne risultano approdi imprevisti e rovesciamenti di
prospettiva che riescono a restituire a De Martino qualche tratto importante
tra quelli lasciati in ombra dalla vulgata.
UNA FRITTATA PER DUE ALLA TENUTA MONACELLI CON MINO DE SANTIS E PIERPAOLO LALA INSIEME A LUPO EDITORE
Alla Tenuta Monacelli &
Masseria Giampaolo in via Giacomo Ponticelli in località Cerrate (Lecce) il 20
aprile 2013 alle ore 20,30 ci sarà un evento speciale assolutamente da non
perdere. C’è un filo che unisce il
giovane ideatore di “Fornelli Indecisi” Pierpaolo Lala al cantautore salentino
Mino De Santis. Un Filo d’Olio: l’olio
del Piccolo Manuale Untologico e l’olio
di “Arbu Te Ulie” il testo simbolo della produzione artistica del “poeta
rurale”. La forza vitale del dialetto
salentino di ”Caminante” (Ululati, Lupo editore), l’ultimo cd di De Santis,
incontra le “50 sfumature di fritto” di Pierpaolo Lala (Lupo
editore), un’ode dedicata al più gustoso
sistema di cottura. L’evento, in programma il 20 aprile a Tenuta Monacelli,
sarà l’occasione per valorizzare la produzione dell’Olio Extravergine di Oliva
che da sempre ha un ruolo fondamentale nella cucina e nella tradizione
gastronomica salentina. Un filo
continuo tra parole, musica ed emozioni
per dialogare assaporando i prodotti della nostra terra. Tra fritti,
fritture e frittate, i giornalisti Pino De Luca e Azzurra De Razza, l’editore
Cosimo Lupo, dialogano con Pierpaolo Lala e Mino De Santis:
dall’alchimia dell’olio bollente allo “Scarcagnizzu”, dalle ricette
indecise alla “Prucissione”, dalla
pastella al “Fidanzamentu”. Nell’ipogeo di Tenuta Monacelli l’incontro
tra l’elisir di salute e genuinità e le produzioni di Lupo Editore. Appuntamento dunque alle 20.30. Nella prima
parte della serata la presentazione di “50 sfumature di fritto”, nella seconda
il Concerto di Mino De Santis accompagnato da Pantaleo Colazzo alla fisarmonica
e Pasquale Gianfreda al contrabbasso. A firmare i piatti selezionati per
assaporare l’Olio extravergine, lo chef di Tenuta Monacelli Gianfranco Tanzi:
dagli antipasti con la parmigianina ai sapori di fumo alla cascata di frittini
tra mare e terra, per passare alle
Tacozze fritte di grano saraceno in zuppetta rinascimentale, dagli spaghetti
fritti al Bon Bon fritto al profumo di mela verde. Il tutto accompagnato dai
Vini della Cantina SAMPIETRANA.
CAMINANTE di Mino DE SANTIS (etichetta Ululati, Lupo Editore) - Testimone di usi e tradizioni del meridione
e del Salento, di storie di vita tra il triste ed il comico, senza perdere mai
l’ironia e la musicalità tipica dei cantautori italiani come De Andrè o Stefano
Rosso, è questo Mino De Santis. Il suo nuovo album “Caminante”, prodotto e
messo in commercio dalla neonata etichetta musicale ULULATI della Lupo Editore,
è un insieme di istantanee di personaggi, vizi e virtù di un’Italia e un Sud
alla continua rincorsa di un’identità. Allora si parte, come sempre, verso il
nord, con il treno delle venti, in cerca di fortuna, emigrando verso la Lombardia ricca di gran
lavoratori ma povera di bellezza. Basta poco a rifarsi la valigia per ritornare
“al paese” anche se nulla cambia pertanto “resta la sopravvivenza e la non
appartenenza” e la voglia di essere “Sempre in viaggio”. Si ritorna, quindi,
tra strade delle processioni, della falsa disperazione dei funerali,
dell’arsura e de “La zoccula”, una escort che difende il suo lavoro e che, come
la più famosa “Bocca di Rosa”, sconvolge la quiete del paesino mettendo alla
berlina i falsi moralismi a favore della sua genuina passionalità. Un dipinto a
mille tinte a suon di valzer, stornelli e fanfare. È senza dubbio un disco pieno di poesia,
dove il dialetto viene facilmente tramutato in rime e versi senza mai scadere
nell’ingenua poesia popolare. E allora pare di sentire un po’ di Gaber, De
Andrè, Bressaine, quei cantanti-poeti che hanno influenzato la formazione musicale
di Mino De Santis. La “Caminante” di Mino gira per i vicoli, per le strade, tra
la gente ed è curiosità di scoprire senza più sentirsi legata a una cultura
famigliare che mozza il suo sguardo. È sud: terra e bellezza.
50 SFUMATURE DI FRITTO a cura di
Pierpaolo Lala (Lupo editore) - Vi piace la frittura nonostante il parere
negativo del vostro medico? Vi piace la pastella? Vi piace impanare e “calare”
qualunque cosa nell’olio bollente? Siete fan di “P per Purpetta”? Pensate che
per preparare la parmigiana di melanzane servano le dovute autorizzazioni
edilizie? Pensate che la frittura sia sensuale e afrodisiaca? Avete trovato il
libro giusto. Il 15 dicembre esce in tutte le librerie d’Italia e in edicola
con quiSalento,“50 sfumature di fritto. Piccolo manuale untologico” (Lupo
Editore). Il libro, nato da un’idea del giornalista Pierpaolo Lala, patron del
concorso di cucina dozzinale “Fornelli Indecisi”, raccoglie cinquanta ricette
(rigorosamente fritte) pensate e scritte da una pattuglia di giornalisti e
docenti universitari, casalinghe e pensionate, professori e professioniste,
nonne e nipoti, mamme e figli. Cinque categorie (antipasti, primi, secondi,
dolci e cibo di strada) per assaporare verdure e pesce, carne e cremose
leccornie. Completano il manuale, un’introduzione di donpasta, i consigli di
frittura di Giuseppe Barretta e il tentativo di Pino De Luca di rispondere
all’eterno dilemma tra vino e birra. E se la frittura è un orgasmo (a volte
anche multiplo) pericoloso, il libro vuole concedersi alla passione e
all’eccesso con due racconti molto intensi di Osvaldo Piliego e Manila
Benedetto.
Circa 100 pagine per assaporare
l’olio e le sue sfumature. Fornelli Indecisi è un concorso di cucina dozzinale,
nato dall’esperienza dell’omonimo gruppo su Facebook. Casalinghe disperate,
single buongustai, nonne con la frittura nel sangue, mamme con la polpetta
facile, zii con il vizio della crostata, nonni avvezzi alla pasta con le cozze,
quelli che dicono “non so chi sia Antonella Clerici”, quelle che pensano che “la Parodi era meglio cotta e
mangiata” sono i concorrenti ideali di questo concorso dedicato a tutti. La
terza edizione, anticipata dalle Primarie del Centrotavola, è attesa per la
primavera 2013.
Info - 0832. 382037
Mobile - 329. 8375434
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