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martedì 6 marzo 2012

Sacra Corona Unita. I camaleonti della criminalità italiana, di Maria Chiarelli, prefazione di Marco Dinapoli, con un'intervista esclusiva a Nichi Vendola (Editori Internazionali Riuniti). Intervento di Nunzio Festa

A pochi chilometri dalla Puglia, abita il medio-piccolo Montescaglioso, che non fu solamente la terra della lotte per la terra, delle battaglie che videro morire Giuseppe Novello, ma è più recentemente stato persino il paese della "quinta mafia". Un'illegalità assoluta e organizzatasi a pieno che accanto a Ginosa e quindi a poche ondate di respiro e traffici da Taranto e da Brindisi si confrontava e confabulava con la Sacra Corona Unita. Ed è la storia e il volto odierno della Scu che la giornalista, redattrice di Repubblica, Maria Chiarelli spiega nel potente e spietato saggio dedicato proprio ai "camaleonti della criminalità italiana". Perché se la storia di questa "quarta mafia" ci dice che a inventarla quale contraltare e 'difesa' dalle visitine della camorra al suolo sociale pugliese fu "nonno" Giuseppe Rogoli, l'attualità ci dice che come per ogni forma d'oppressione organizzata non è possibile tendere il velo della tranquillità nell'osservazione - magari semplicemente pensando che il calo dei morti ammazzati voglia dir calo delle attività illecite. Ma questo è niente. In quanto dovrebbe essere un'acquisizione almeno di quanti hanno letto documenti e materiali decisivi che illustrano passaggi vitali di camorra, 'ndrangheta e cosa nostra: si pensi, per fare piccolissimi esempi, al citatissimo "Gomorra" del Saviano nazionale, ad "Alveare" dell'impeccabile Giuseppe Catozzella e al viaggio "Sulla strada per Corleone" della tedesca Petra Reski; giornalisti, ognuno di questi, che tanto hanno dato alla conoscenza di molti ingombranti dettagli ed elementi costitutivi delle mafie. Come sempre e accaduto, infatti, la Scu e le altre sue sorelle territoriali sono partite e ripartire dal traffico di droga senza dimenticare l'importanza delle sigarette a contrabbando. Dove, insomma, si deve fare la base solida, in aggiunta e associazione con la gestione di video-poker e similari, di carta-moneta da investire e ripulire nelle aste giudiziarie drogate dalla corruzione e nella modernissima corsa per lo smercio della laccata green economy (pale eoliche, pannelli solari ect.).        La bravura maggiore di Chiarelli e di non stordire il racconto per il tramite delle invasioni della materia giudiziaria. Anzi le carte danno altra narrazione, se possibile. Quindi l'asciuttezza della prosa giornalistica ottimante s'accorda alle tensioni sentimentali che alcune brutalità di contenuto offrono. Si legga, per dire, quel passaggio descrittivo dell'abbattimento d'un pargolo dalle braccia della madre. Altro che mafia poco pericolosa.


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