Mi concederò un lusso, purtroppo,
quello di parlare d'una situazione gravissima prodotta dall'elettrosmog, ovvero
la base reale e umana del libro d'inchiesta "Bomba atomica", con
nella mente ma soprattutto negli occhi e quindi nell'anima le immagini del
campo d'antenne che nella mia piccola lucana Pomarico fa a gara di morte con
Monte Mario: dove oggi restano i ponti di trasmissione militare e in un recente
passato questi reggevano convivendo con un campo di ripetitori televisivi. E
alcune battaglie, per richiedere controlli seri e puntuali, anche nella mia
piccina matria sono state fatte. Senza risultati. Epperò qualcosa, sappiamo, un
giorno deve cambiare. Necessariamente. Però torniamo al libro, all'opera
d'inchiesta scritta a quattro mani dal giornalista Alessio Ramaccioni e
dall'avvocatessa Francesca Romana Fragale; perché questo testo dice di morte,
di morti. (Su questa falsa riga, tra l'altro, e su questa falsa riga forse suo
malgrado, nel mezzo delle pagine potrete trovare la citazione d'un cinico
articolo del Messori). Intanto diciamo che Ramaccioni da anni segue le vicende
di Radio Vaticana. Ché Radio Vaticana è l'oggetto del male. Mentre la penalista
ed esperta di Diritto dell'ambiente Fragale è stata accanto alle vittime in
tutti i processi, e ancora è lì d'altronde, dei cittadini contro la Radio del papa, della Chiesa
Cattolica Romana. Come, infine, Lucci è fotoreporter d'impegno. Questo
"Inchiesta su Radio Vaticana" prende le mosse, direbbero i
politicanti, ovvero quelle stesse personcine che per esempio snobbano le
vicende descritte, dalle parole usate dagli abitanti delle zone di Roma Nord e
dei comuni limiotrofi a Santa Maria di Galeria: "come una bomba
atomica". Le comunità colpite dai raggi della comunicazione chiesista,
infatti, usano questi precisi termini definitivi per sintetizzare gli effetti
delle onde del mastodontico parco di ripetitori che permette alla Radio Romana
per eccellenza di spedire messaggi in tutto il mondo. Circa 430 ettari per 33
antenne. Infligendo malattie, pare proprio, a migliaia d'esseri umani.
Cattolici e non. Nell'area prossima al parco ecclesiale, infatti, la leucemia e
i tumori sono diventati compagni di vita. Un impatto, potremmo precisare, ed è
cosa spiegata dagli studi, che è maggiore rispetto alla media nazionale.
Nonostante, ricordiamo, i medium poche volte si mettano a fare racconto dei
fatti. Pure se in mezzo agli eventi scompaiono bambini e anziani. A differenza
dei comitati civici che mai più avranno paura. Al diritto di cittadinanza che
le vittime di Radio Vaticana - e su questo siamo addirittura confortati da un
primo processo vinto e mettendo tra parentesi la prescrizione fatta scattare -
praticano quotidianamente. Alzando la testa. Mai più somigliando ai servi della
terra che dai preti e cardinali erano solamente comandati e sottomessi. Quando
sappiamo bene perché, sottolineamo, i politici non vivano la lotta delle
vittime. Inoltre, aggiungiamo, queste persone condannate dal Vaticano a essere
sparati da Radio Vaticana, hanno la forza d'essere parte civile, e qui si
guardino le varie perizie insieme alle testimonianze, persino a un processo in
corso che vede appunto Radio Vaticana accusata di "omicidio colposo plurimo".
Chissà se oltre a questo saggio fondamentale e alla ormai storica puntata della
trasmissione della Rai Report, qualche organo d'informazione e di
trasformazione dell'opinione pubblica avrà il merito di fare chiarezza, dandoci
altre narrazioni, su questa costante oppressione - che dura da decenni. Il
libro di Ramaccioni e Fragale è troppo ricco, si termini, per essere recensito
a dovere. Quindi va letto. Che domani di fronte alle bugie, alle ipocrisie,
alle cattiverie, agli atteggiamenti accomodanti, non è più possibile stare
zitti. Magari col timore d'essere tacciati d'Allarmismo. Anzi. S'allarmino
tutti. Qui stiamo morendo.
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