L’intelligence. Questa sconosciuta.....
- È uscito per i tipi di Città del Sole Edizioni l'interessante volume
"Manuale d'Intelligence", primo manuale dedicato all'argomento
scritto al femminile. Si tratta di un testo indirizzato non solo agli addetti
ai lavori ma soprattutto a chiunque desideri capire come funziona
l'Intelligence. Manuale di Intelligence: è un testo fondamentale che analizza
le finalità dell'Intelligence nelle moderne democrazie occidentali. Tratta il
processo e la selezione delle informazioni utili al decisore finale. L'introduzione
è a cura di Stefano Folli, e la prefazione del Direttore dei Servizi Esterni
Francesi (DGSE). Un'intervista all'ex Direttore dell'Ufficio Analisi dell'AISI
completa l'opera.
Servizi segreti e sicurezza
dello stato - È opinione largamente condivisa che i servizi d’intelligence
siano sinonimo di mistero, di operazioni oscure messe in pratica dai potenti
del mondo che, come in un teatrino dei burattini, muovono i fili per manipolare
le sorti del mondo. Sono richiamati alla memoria periodi politicamente bui
della recente storia italiana durante i quali la raccolta d’informazioni e ciò
che viene comunemente chiamato spionaggio erano utilizzati a fini politici.
Oppure, in una società multiculturale e multietnica come quella odierna, si
ritiene siano indispensabili per prevenire qualsiasi forma di terrorismo. La
sicurezza dello stato è, dunque, indispensabile soprattutto negli anni duemila,
dove le nuove forme di terrorismo espongono il mondo a nuovi rischi e pericoli.
Ma dietro il lavoro dei servizi d’intelligence c’è un mondo complesso, un
volume indefinito d’informazioni da raccogliere, analizzare e selezionare.
Per demolire l'aura negativa che
caratterizza l’intelligence bisogna eliminare tante scorie pseudo-ideologiche e
far comprendere quanto siano importanti le funzioni che un servizio bene
organizzato ed efficiente può svolgere a favore della collettività. Fare a meno
dell’intelligence non si può, in un mondo in cui persino gli Stati faticano a
sopravvivere alle nuove minacce che li incalzano.
Prima di tutto bisogna tornare
alla definizione, non sempre scontata, del termine inglese “intelligence” che
traducendolo letteralmente in italiano, significa “intelligenza” nell’accezione
di raccolta d’informazioni utili, o “spionaggio” espressione che però induce a
pensare a una funzione illegale o immorale dei servizi segreti, oltre che a
imprese stile James Bonde. La traduzione del termine inglese non è, quindi, la
migliore possibile in quanto esprime gli aspetti più che altro negativi delle
attività di sicurezza. Volendo fornire una spiegazione che sia la più oggettiva
possibile del termine intelligence, potremmo definirla come “l’insieme delle
attività finalizzate all’acquisizione d’informazioni rilevanti per la sicurezza
dello Stato”, sia che la si voglia intendere come una branca dell’attività
governativa, sia che la si intenda come uno specifico campo di studio
accademico che si occupa di rapporti internazionali, di politica estera e di
sicurezza nazionale. Ma considerando l’aura di mistero e complotto che ruota
intorno a questa tematica è facile comprendere quanto sia poco conosciuta dai
cittadini e, se da un lato manca la comunicazione istituzionale da parte degli
organismi dei servizi segreti, dall’altro è scarso o totalmente assente
l’interesse dell’opinione pubblica verso i temi della sicurezza nazionale. In
un mondo come quello odierno, globalizzato, multiculturale, multietnico e in
continua evoluzione gli stati si trovano ad affrontare sempre nuove minacce:
alla sicurezza del territorio, alla stabilità dello stato, agli interessi
nazionali. E anche il modo di perseguire la sicurezza è cambiato. I meccanismi
che regolano le azioni d’intelligence sono paragonabili a quelli di qualsiasi
altra scienza: viene privilegiato il metodo scientifico al fine di prevedere il
futuro tramite lo studio minuzioso del materiale raccolto e l’ambiente
circostante. L’analisi d’intelligence inizia con i dati, ma è finalizzata a
formulare previsioni. L’intelligence, insomma, è funzionale all’attività di
previsione che, a sua volta, è preliminare all’attività di pianificazione.
Anzi, si può sostenere che non si ha intelligence senza previsione, e
previsione senza intelligence. Fondamentali sono tre fasi principali secondo le
quali s’articola tutto il processo: fase della descrizione, fase della
spiegazione e fase della previsione.
Le nuove frontiere
dell’intelligence - Il panorama
economico, politico, sociale e culturale mondiale, dopo il 1989 con la caduta
del muro di Berlino, è completamente mutato con un conseguente rimodellamento
delle attività dell’intelligence. Il bipolarismo, che vedeva la
contrapposizione delle due super potenze Urss e Usa, ha lasciato spazio al
multipolarismo con l’avanzata sulla scena di nuovi stati che fino ad allora
avevano orbitato intorno a uno dei due protagonisti. A ciò si sono aggiunte
nuove tensioni etniche e razziali che hanno alimentato ideologie terroristiche
e d’odio verso l’Occidente sfociate nell’attacco alle Torri Gemelle di New
York. Gli avvenimenti che hanno segnato gli anni tra il 1989 ed il 1991 hanno
modificato il precedente scenario di riferimento internazionale: le situazioni
tipiche di un sistema bipolare, gli interessi nazionali, le minacce e i fattori
di rischio interagenti sulla sicurezza dello Stato sono crollati per subire una
completa metamorfosi in riferimento ai nuovi rapporti del multipolarismo.
Conseguentemente le attività d’intelligence hanno dovuto adeguarsi ed
adattarsi.
Nella nostra epoca incentrata
sulla rivoluzione digitale, gli organismi d’intelligence devono essere in grado
d’affrontare nuove sfide incentrate soprattutto sullo sviluppo e sulla gestione
dell'immensa mole di informazioni in loro possesso.
Lunedì 7 Novembre 2011 presso Cibus
Mazzini in Via Lamarmora, 4 - Lecce alle
ore 19.30la scrittrice Antonella Colonna Vilasi presenta il suo libro "Manuale
d'Intelligence" (Città del Sole Edizioni). Presenterà l'Autrice il giudice
Salvatore Cosentino Modera il dott. Gianluca Pasca (Presidente dell’ass. Kalos
Manfredi Pasca)
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