Non ci
sono scuse. Il parallelismo tra Francia e Italia che Roberto Ferrucci mette in
scena in questo suo ultimmo “Sentimenti sovversi” è urticante. Sappiamo, dopo
la lettura, ancor meglio quanto il Belpaese sia da molto ex Belpaese. Il
romanzo, già benedetto da Tiziano Scarpa, racconta la residenza francesce dello
scrittore che è ospitato a Saint-Nazaire come prima di lui tante altre penne.
Ferrucci oppone il fascino di certi luoghi francesi a una Iesolo in
devastazione. Per cemento. Nonostante il passato. E un po' di nostalgia che
allo scrittore fa ricordare di quando era piccino e in quel mare senza tutti
questi palazzoni c'erano corteggiamenti lunghissimi. Oppone, l'autore, un certo
tipo di cordialità, francese e non, gusto dell'accoglienza e dell'integrazione
con la i non necessariamente maiuscola ed evocativa con il linguaggio della
nuova e morta Italia che deve incazzarsi necessariamente coi migranti. A
Venezia, rammenta Roberto Ferrucci in righe sconvolgenti persino più d'altre,
in pratica il filoso ed sindaco d'allora Massimo Cacciari invento un
provvedimento razzista contro gli ambulanti: in quanto nelle fughe dai vigili
dotati di repressione urtavano i cittadini. Assurdo. Viene di vomitare. Di
certo la Lega
gioisce e noi per un pezzo ancora moriamo di nuovo. La narrazione di Ferrucci
parte dall'insediamento in terra straniera, salutato da un vero brindisi, passa
nelle elezioni italiote che incoronarno e 're-incoronano' Berlusconi, si fa
incantare da paesaggi soffiati dal vento. Roberto Ferrucci, in questo romanzo
sentimentale assai e carico di meraviglie e forza della meraviglia, per quanto
ancora sia possibile, per mezzo d'una lingua gentile e semplice, dialoghi minimi
e simbolici, cerca di sconfiggere l'odio dell'italiano che italiano non si
sente con l'Amore verso le cose e quindi in faccia alle persone. Non si può, e
non si potrà, di certo, sovvertire con dolcezza. Ma, in fondo, Sentimenti
sovversivi, lo voglia o no l'autore, di dolcezza è carico. A carica esplosiva.
Pubblicato per la prima volta proprio in Francia, finalmente questo testo di
Ferrucci si confronta con i resti dell'Italia.
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