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sabato 27 agosto 2011

"Metti il diavolo a ballare" di Teresa De Sio (Einaudi) il 30 agosto a Nardò














Spiagge d’autore e Presidio del libro di Nardò hanno dato un senso tangibile alla programmazione estiva della cultura del Comune di Nardò con una serie di appuntamenti che si sono avvicendati da luglio fino alla fine di agosto.

Martedì 30 Agosto, alle ore 21.00 in Piazza Salandra a Nardò, sarà ospite Teresa De Sio, musicista di fama internazionale e autrice del romanzo “Metti il diavolo a ballare” (Einaudi), con il quale ha confermato le sue doti di interprete in parole e canto dello spirito del Sud.

Una terra inizia ad acquistare consapevolezza di sé quando incomincia a essere raccontata, quando cioè i suoi miti ancestrali prendono corpo e si mescolano al sangue e alla società delle persone che la abitano. Il Salento, che dopo le indagini di Ernesto De Martino non fu più lo stesso, subisce un nuovo mutamento grazie all’opera di Teresa De Sio, che restituisce con il suo “Metti il diavolo a ballare” una storia struggente e attuale. Ambientato negli anni cinquanta il libro della De Sio ci riporta con prepotenza alle radici di un fenomeno che è anzitutto portavoce di una terra e delle sue genti. “Un romanzo di sorprendente forza narrativa, costruito come una tela di ragno.”

“Metti il diavolo a ballare” - «Nessuno saprebbe dirlo a parole, ma tutti sentono che dentro quel battere, quello scordamento di corde e tamburi, dentro il ballo di quella piccola anima senza scarpe, attraverso il corpo macilento di Archina che comincia a muoversi in modo sempre più convulso, si sta riassumendo ogni loro singolo progetto di salvezza terrena». La terra è quella aspra e impenetrabile del Salento. Il tempo è quello in cui le tarante mordevano nelle campagne inoculando il veleno nei corpi dei pizzicati, e bisognava metterli «a ballare» per liberarli dal male.

Con il suo primo romanzo, Teresa De Sio ci porta nel cuore del Salento premoderno degli anni Cinquanta e del suo orizzonte mitico fatto di credenze ataviche, di erbe miracolose e fatali, diavoli ragni, ma anche di miseria, arroganza di casta e saggezza insospettata. Ci racconta una storia in cui l'amore è una dolcezza preclusa, e la felicità «una zattera» che non arriva mai, o quasi. È la storia di Archina Solimene, una bambina morsicata, di sua sorella Filomena, «mansueta come una mucca», del loro padre Nunzio, di donna Aurelia la vammàna, che ha suoi modi antichi per scacciare il male. Al centro c'è una notte maledetta di Carnevale, una vicenda che finirà per travolgere la vita di molti e scompaginare l'esistenza stessa del paese di Mangiamuso. Intorno c'è una trama fatta di tanti destini, tanti personaggi. Come se fosse necessario lo sguardo di tutti (il pavido don Filino, la parrucchiera-maga-etilista La Saputa, le avare gemelle Santo, Severino ragazzo-lupo), per riuscire a evocare quel male segreto, senza consolazione, che né i suoni magici della pizzica né le diavolerie che arrivano «dritte dritte dal futuro» possono guarire. Dopo aver suonato la musica della taranta, con il suo tempo «fuori portata», dopo aver a lungo studiato quel mondo, Teresa De Sio ne ha fatto un potente romanzo per voci sole, che finisce per sciogliersi in nerissima storia corale.

Teresa De Sio Teresa De Sio incomincia la sua attività artistica di cantautrice negli anni Settanta, pubblicando album da solista e in collaborazione con alcuni dei musicisti più importanti del panorama italiano, con lavori tesi al recupero della tradizione e allo stesso tempo all’avvicendamento musicale con i nuovi ritmi e le sonorità della world-music. Ha lavorato con artisti del calibro di Eugenio Bennato, Brian Eno, Fabrizio De Andrè, Fiorella Mannoia, Matteo Salvatore. Nel duemila è iniziato il suo interessante percorso di approfondimento delle tematiche legate al Sud e alla musica del mediterraneo, una terra che è sempre stata sfondo del suo “racconto” anche musicale. Teresa De Sio ha sempre messo a disposizione la sua musica nel’impegno sociale e nelle tematiche più urgenti, della libertà di espressione e del lavoro, dimostrandosi capace di reinventare i canoni della musica tradizionale con lavori recenti come “Riddim a Sud” (2008) e in occasione della sua partecipazione a "Rai Per Una Notte" (25 Marzo 2010) e della serata “Tutti in piedi: signori, entra il lavoro” organizzata il 17 giugno in occasione dei 110 anni della Fiom.

Gino Leonardo Di Mitri, storico e ricercatore dell'Istituto "Diego Carpitella", riconsiderando l'ignorato capitolo del tramonto della civiltà bizantina in Terra d'Otranto, perviene ad una definizione del tarantismo più complessa e meno angusta di quella che si sarebbe potuta supporre, in un contrappunto fra antiche danze mediterranee e indizi di religiosità sincretica racchiusi in un autentico dramma sacramentale.

Suoi studi sono pubblicati nei volumi “Quarant’anni dopo De Martino”, “Transe, guarigione, mito”, e sulla Rivista Melissi, tutti editi da Besa Editrice; per lo stesso editore ha pubblicato con M. Agamennone il volume “L’eredità di Diego Carpitella”.

Giuseppe Tarantino giornalista, dal 1993 al 2004 ha "praticato" la musica popolare con gli "Xanti Yaca" e appassionato di musica e tradizioni popolari. Per l’occasione lettore a Km 0

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