Antonello De Sanctis è un paroliere romano che ha scritto 40 anni di musica italiana vestendo di parole le più belle canzoni, da Padre Davvero di Mia Martini ad Anima mia dei Cugini di Campagna, da Tu mi rubi l’anima dei Collage a Laura non c’è di Nek e molte altre: ultimamente si è dedicato alla scrittura più a lungo respiro senza però perdere di vista il ritmo e le risonanze delle parole che le canzoni pretendono.
Grazie alla mia passione per la musica, conoscevo il suo nome e lo stimavo per tutto ciò che aveva saputo donare con i suoi testi e per come aveva saputo arricchire l’anima degli ascoltatori. Circa tre anni fa, leggendo la sua autobiografia “Non ho mai scritto per Celentano”, scoprii la semplicità di un uomo che si stava mettendo a nudo davanti ai lettori ed è inutile dirlo, la mia stima nei suoi confronti cresceva sempre di più.
Sapevo che l’8 maggio sarebbe uscito il suo primo romanzo “Oltre l’orizzonte” e lo attesi con curiosità ripromettendomi di leggerlo mantenendo però le mie capacità critiche come cerco sempre di fare. La sera che lo acquistai tornai a casa e iniziai a sfogliarlo incuriosita da quel formato quasi tascabile e dall’originale copertina che rappresenta una cassetta dalla quale fuoriesce un nastro aggrovigliato.
Iniziai a leggere e mi sorprese il fatto che una pagina ne tirava dietro un’altra, non riuscivo a staccarmi e lo terminai la sera stessa, avvinta dalla trama e dalle coinvolgenti tematiche che vengono toccate nel romanzo.
Matteo Di Salvo, il protagonista, è un quarantenne che da ragazzo aveva mille sogni. Voleva fare il cantante, lo scrittore, l'attore, ma poi la vita l'ha portato dove ha deciso lei. Adesso fa il direttore di un ristorante alle porte di Roma, ma non ha rinunciato alla voglia di lasciare in giro qualche traccia di sé. Decide allora di raccontare la sua vita a un registratore affidandogli i suoi ricordi e le sue memorie. A scombinare in parte questo progetto, una sera lo va a trovare nella casa dove vive da solo Marta, sua madre, che è affetta da un grave tumore.
Intorno a lei si riunisce l’intera famiglia Di Salvo e insieme, tra delusioni e nuove speranze, cercano di affrontare quei momenti terribili. Il finale, commovente e inatteso, mi ha finalmente restituito il senso del titolo del romanzo e di quel nastro aggrovigliato che sta sulla copertina. “Oltre l’orizzonte” mi ha colpito molto per lo stile fluido ma pieno di concetti importanti, per il rapporto intenso che lega la madre al figlio, per i valori positivi e di speranza che la storia richiama. Il prezzo di 10 euro, volutamente contenuto, è di gran lunga inadeguato alla qualità del romanzo, tra l’altro l’autore ha deciso di devolvere parte del ricavato dalla vendita del libro alla ricerca per i tumori: io ritengo questo un motivo in più per andarlo a comprare. Un libro che consiglio davvero e che certamente vi farà volare oltre l’orizzonte!
Grazie alla mia passione per la musica, conoscevo il suo nome e lo stimavo per tutto ciò che aveva saputo donare con i suoi testi e per come aveva saputo arricchire l’anima degli ascoltatori. Circa tre anni fa, leggendo la sua autobiografia “Non ho mai scritto per Celentano”, scoprii la semplicità di un uomo che si stava mettendo a nudo davanti ai lettori ed è inutile dirlo, la mia stima nei suoi confronti cresceva sempre di più.
Sapevo che l’8 maggio sarebbe uscito il suo primo romanzo “Oltre l’orizzonte” e lo attesi con curiosità ripromettendomi di leggerlo mantenendo però le mie capacità critiche come cerco sempre di fare. La sera che lo acquistai tornai a casa e iniziai a sfogliarlo incuriosita da quel formato quasi tascabile e dall’originale copertina che rappresenta una cassetta dalla quale fuoriesce un nastro aggrovigliato.
Iniziai a leggere e mi sorprese il fatto che una pagina ne tirava dietro un’altra, non riuscivo a staccarmi e lo terminai la sera stessa, avvinta dalla trama e dalle coinvolgenti tematiche che vengono toccate nel romanzo.
Matteo Di Salvo, il protagonista, è un quarantenne che da ragazzo aveva mille sogni. Voleva fare il cantante, lo scrittore, l'attore, ma poi la vita l'ha portato dove ha deciso lei. Adesso fa il direttore di un ristorante alle porte di Roma, ma non ha rinunciato alla voglia di lasciare in giro qualche traccia di sé. Decide allora di raccontare la sua vita a un registratore affidandogli i suoi ricordi e le sue memorie. A scombinare in parte questo progetto, una sera lo va a trovare nella casa dove vive da solo Marta, sua madre, che è affetta da un grave tumore.
Intorno a lei si riunisce l’intera famiglia Di Salvo e insieme, tra delusioni e nuove speranze, cercano di affrontare quei momenti terribili. Il finale, commovente e inatteso, mi ha finalmente restituito il senso del titolo del romanzo e di quel nastro aggrovigliato che sta sulla copertina. “Oltre l’orizzonte” mi ha colpito molto per lo stile fluido ma pieno di concetti importanti, per il rapporto intenso che lega la madre al figlio, per i valori positivi e di speranza che la storia richiama. Il prezzo di 10 euro, volutamente contenuto, è di gran lunga inadeguato alla qualità del romanzo, tra l’altro l’autore ha deciso di devolvere parte del ricavato dalla vendita del libro alla ricerca per i tumori: io ritengo questo un motivo in più per andarlo a comprare. Un libro che consiglio davvero e che certamente vi farà volare oltre l’orizzonte!
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