E’ chiaro come oramai l’Italia, abbia dimenticato con estrema facilità le sofferenze dei suoi migranti, quando partivano verso il Nord della nostra patria, e a volte anche al di là dei suoi confini, per andare a spaccarsi la schiena nelle miniere del Belgio o lavorare in Svizzera per poter inviare qualche soldo in più indispensabile a colmare i bisogni di mera sopravvivenza delle loro famiglie. E sembra che ora la geografia antropica del bisogno non sia cambiata più di tanto, o meglio non sia cambiata per alcuni paesi dell’est europa. Hanna Korszla è una delle 1.700.000 badanti presenti in Italia, ed ha trovato lavoro in Salento a Ruffano, oramai da tre anni, condividendo la sua vita con quella di Gina e Antonio, un anziano, quest’ultimo, alle soglie dei novant’anni, malato di Alzheimer, del quale si occupa quasi 24 ore su 24. Violka, sua figlia, di appena diciannove anni, polacca e senza lavoro arriva nella casa di ‘Ntoni dalla Polonia, e da l’opportunità a sua madre di ritornare a Chlem, la sua città, per riabbracciare i suoi familiari e a riallacciare i fili della loro memoria e del loro vissuto. Rossella Piccinno, rappresenta sicuramente una rivelazione nel panorama delle giovani registe italiane, soprattutto perché è riuscita a raccontare con forza e audacia, attraverso delle immagini, la trasformazione sociale di un paese come il nostro, che sta invecchiando a ritmi paurosi, che sta mettendo in discussione le strutture e i ruoli all’interno della famiglia, che è oggetto di costanti flussi migratori. “Hanna e Violka” è una grande lezione di vita, sulla capacità e la forza delle donne di affrontare le avversità della vita, con un pizzico di ironia e leggerezza “Hanna e Violka” è un puntuale e calibrato lavoro antropologico attraverso un video che ricontestualizza delle vite che altrimenti passerebbero nell’oblio della nostra quotidianità
giovedì 24 giugno 2010
Hanna e Violka di Rossella Piccinno (dvd, Kurumuny edizioni). Intervento di Stefano Donno
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