Non potevo che cominciare citando le parole della postfazione, perché riescono a esprimere perfettamente le emozioni che ho provato leggendo per la prima volta i componimenti di Mauro de Candia.
La sua raccolta poetica, Sundara (Edizioni Ensemble, soli 12€), è stata una vera e propria scoperta, tanto che da quando ho ricevuto il suo libricino ho dovuto richiedere tempo, tempo per riflettere e metabolizzare. Questo sia chiaro subito ai lettori: la poesia di Mauro de Candia è densa, ipervisiva, fluida.
Densa, per la profondità culturale che riesce a raggiungere, toccando mondi e livelli culturali distantissimi.
Ipervisiva, perché è attraverso un susseguirsi continuo di immagini che il discorso poetico si articola, si sfalda, e si ricostituisce in un nuovo significato.
Fluida, perché la parola, al di là del lessema, si carica di significati e muta, ad ogni nuova lettura, in qualcos’altro di imprevisto e nuovo, di nuovo.
Non potevo dunque lasciarmi sfuggire l’occasione di intervistare (e con l’occasione, conoscere un poco) questo giovane poeta.
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