In un mondo che ridisegna continuamente spazi e confini, mettersi in viaggio significa immergersi nel tempo. Robert Kaplan percorre le sponde dell’Adriatico da Rimini a Trieste, da Rijeka a Corfù, in un originale itinerario che mescola ricostruzione storica e reportage giornalistico, memoir letterario e analisi geopolitica, per raccontare un mare e una frontiera che oggi tornano al centro della scena mondiale.
«Il viaggio è una sfida che non finisce mai. È
sintesi estrema della vita, dove una settimana di strada può
corrispondere a un'epopea.» Di città in città, lasciandosi guidare dalle
suggestioni evocate dai libri che lo hanno accompagnato durante la sua
attività di esploratore e di studioso e dai tanti incontri che
colleziona nel corso di questo suo itinerario, Robert Kaplan traccia una
serie di connessioni originali e ardite che dalla contemplazione di un
affresco a Rimini lo porterà a Corfù, perfetta «sintesi di Italia e
Grecia e quindi dell'Adriatico». Non c'è un luogo migliore per cercare
le risposte ai mille interrogativi che emergono sul nostro tempo, in cui
lo Stato nazionale è ormai in declino e le identità tornano a farsi
multiple e fluide, un processo di cui l'Adriatico è stato e continua a
essere il prototipo. Qui infatti la metamorfosi di confini, popoli e
alleanze va avanti da secoli, con l'incessante dissolversi di comunità,
poi riaggregatesi in forme nuove e oggi alle prese con un futuro
incerto, minacciato dal populismo reazionario, dalla destabilizzazione
politica e dalla lotta per il controllo delle fonti energetiche. In
dialogo con grandi autori, tra cui Claudio Magris e Boris Pahor, ed
esponenti dei governi locali e delle istituzioni internazionali, come
l'ex presidente albanese Sali Berisha, rivivono vicende più vicine a noi
o dimenticate. Ravenna, Venezia, Trieste, Lubiana, Rijeka, Zagabria,
Dubrovnik, Tirana e Durazzo sono alcune delle tappe che l'autore tocca
ripercorrendo un'area oggi più che mai crocevia dei destini del mondo.
Uno scenario che spinge a chiederci che cosa è l'Europa, dove inizia e
dove finisce, e soprattutto che cosa diventerà, e davanti al quale
Kaplan confessa, con il coraggio e lo slancio del viaggiatore: «Sono
certo solo della perdita di certezze».
Nessun commento:
Posta un commento