La poesia è un diamante grezzo
La poesia è un diamante grezzo
Sembra un normale sasso
A cui nessuno presta attenzione
Eppure emana una luce intermittente
A seconda di chi lo guarda.
A volte non siamo noi a raccogliere il sasso
Ma è il sasso che illumina i nostri pensieri
E scalda il cuore solitario di un poeta
Che cammina con le pietre grezze in tasca
E come il verme che diventa farfalla
Il diamante si libera del buio superfluo
E brilla in tutte le direzioni
Il libro è suddiviso in tre parti dai titoli : LA POESIA E’ UN DIAMANTE GREZZO / S.O.S. DALLA ZONA ROSSA / FREQUENZE MULTIPLE
Il libro LA POESIA E’ UN DIAMANTE GREZZO, è la continuazione di un discorso iniziato con il precedente libro L’ALTRO DIRE, ed è un’ennesima testimonianza dell’originale e consolidata esperienza poetica dell’autore, (che ricordiamo è anche critico letterario e d’Arte e che ha recentemente pubblicato due ottimi libri di critica su Giordano Bruno e P.P.Pasolini). Di Poce padroneggia un suo stile civile e rarefatto insieme, filosofico e lirico, metapoetico e multiplo, in cui si alternano e integrano tratti intimisti e visionari, il male di vivere e la speranza della gioia futura, un discorso sempre teso ad una riflessione cosmica e attenta ai destini comuni dell’umanità.
Nel suo stile ritroviamo tracce del cosmopolitismo filantropico Leopardiano e di un Novecento Italiano ed Europeo amatissimo, che va dall’esistenzialismo lirico alla Sandro Penna, alla matrice eretico-civile e corsara di Pasolini, da suggestioni di Ungaretti, Caproni, Flaiano e Ceronetti, ma anche echi di un’esperienza della letteratura francese molto forte che va da Apollinaire ad Artaud a Breton, da Rimbaud a Baudelaire a Bonnefoy, da Blanchot a Bataille, da Bachelard a Barthes. Ma un occhio critico attento non si lascia sfuggire la contaminazione e la lezione di autori Internazionali come Pessoa e Rilke, Kemeny e Jabes, Celan e Adonis e Mandelstam e Cvetaeva, Withman, Ginsberg, Ferlinghetti e Hirschman.
In una danza mnemonica-creativa e ritmico-sintattica di grande suggestione si alternano epigrammi, e quartine rimate, canzoni e verso libero, endecasillabi e metafore, poemetti e poesimetri. Il poeta rivela le sue capacità sciamaniche e mediatiche con Incipit sorprendenti che fanno d’apertura a un discorso etico e delle chiuse da navigato aforista e filosofo. E’ come se su una matrice realistica piena di dolore e sofferenza, scava e trova germogli di speranza e di bellezza, e all’abbrutimento nichilistico in atto, di No Vax e Nazionalisti, oppone un noi solidale, multiculturale e consapevole (soprattutto nella sezione S.O.S. dalla zona rossa), una visione cosmica e plurale, come ad esempio in questa lirica:
L’amore ai tempi del corona virus
È bastato un rigo di febbre
Per dirci addio senza nemmeno guardarci
Senza toglierci le maschere inutili
Mi sarebbe bastato almeno uno sternuto d’addio
Ma ora solo nella zona rossa
Sconto la mia quarantena d’amore
Nessuno ci vuole più
Ora che i “cinesi” siamo noi
Ora che soli assistiamo impotenti alle nostre ferite
L’anima fa male e la poesia
È un virus più forte del disamore.
Di Poce azzera i limiti e i confini dell’umano e del poetico, i muri tra le parole e le cose e se nella prima sezione(La poesia è un diamante grezzo), si interroga sui destini della poesia, regalandoci un discorso metapoetico di grande effetto, nell’ultima sezione(Frequenze multiple) si lascia completamente andare ad una sineciosi della diaspora, per dare voce alle cose e persone invisibili, alla la grazia di un pensiero multiplo, all’abbraccio fraterno e umano di un amico o di un padre morente, e usa le parole come vortici tornati da un abisso, come spade di luce e virgole di senso.
Virgole di senso
Lo sciabordio della vita
Ci porta sulle rive abbandonate
Parole rotte come conchiglie
Alghe impigliate ai piedi
Mentre i poeti scavano abissi nella sabbia
Per interrare i loro ultimi silenzi
Tra ciòtoli trovati per caso
E qualche virgola di senso.
Ne scaturiscono versi eretici e clandestini ma sempre in empatia con il respiro e il silenzio del mondo. La riflessione di Di Poce è sempre in bilico tra l’essere e l’altro, le parole e le cose, in un noi percepito come cuore dell’universo, in cui la rivelazione dell’altro, del diverso, dell’invisibile, è al centro della speculazione filosofica e poetica, in una visione Rinascimentale di contaminazione di mondi sommersi e paralleli, di umanità e di bellezza che splende a tratti tra lampi di verità e onde gravitazionali, tra frequenze multiple che vanno a depositarsi in una biblioteca d’amore e di vento.
A Tratti l’autore ci fa sentire un silenzio indicibile ma desiderante, che si fa parola, inchiostro e sangue implacabile che chiama all’amore universale e alla vita, una vita libera ma solidale, eretica ma creativa. Insomma la parola e la poesia che non nascondono il male e il dolore di vivere, ma che vengono viste anche come un diamante grezzo, futura bellezza da pulire da cesellare e ammirare nelle sue infinite rifrazioni di luce.
LA POESIA E’ UN DIAMANTE GREZZO, Helicon Edizioni, Arezzo, 2022. ISBN: 978 88 6466 836 9.
Donato Di Poce, ama definirsi un ex poeta che gioca a scacchi per spaventare i critici. (Nato a Sora - FR - nel 1958, residente dal 1982 a Milano ). Poeta, Critico d’Arte, Scrittore di Poesismi, Fotografo, Studioso del Rinascimento. Artista poliedrico, innovativo ed ironico, dotato di grande umanità, e CreAttività.
Ha al suo attivo 43 libri pubblicati (tradotti anche in Inglese, Arabo, Rumeno, Esperanto e Spagnolo), 20 ebook e 40 libri d’arte Pulcinoelefante. Dal 1998 è teorico, promotore e collezionista di Taccuini d’Artista. Ha realizzato ©L’Archivio Internazionale di TACCUINI D’ARTISTA e Poetry Box di Donato Di Poce, progetto espositivo itinerante.
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