martedì 30 novembre 2021
La recensione DEFINITIVA del libro di Russian Watches Review
"Gli Iperborei" di Pietro Castellitto | Recensione | LIBRO DELLA SETTIMANA
Book Review - The Midnight Library | Lives Up to its Hype
In edicola con ILSOLE24ORE per un mese da martedì 30/11 "Il Nuovo Gentleman. Il manuale dello stile e dell'eleganza senza tempo" di Roetzel. 700 illustrazioni aiutano l'uomo nella scelta del vestiario, dell'acconciatura e degli accessori
La vera eleganza, si sa, è senza tempo. Per questo Il Sole 24 Ore propone in edicola per un mese da martedì 30 novembre a 12,90€ la nuova edizione di un grande classico dell’eleganza maschile, diventato un long seller nel suo genere: “Il Nuovo Gentleman. Il manuale dello stile e dell’eleganza senza tempo” di Bernhard Roetzel.
Oltre 700 illustrazioni aiutano nella scelta del vestiario, dall’abito alle calzature, e rendono questo volume un indispensabile compagno per coloro che desiderano affidarsi a un indiscutibile buon gusto. Dallo stile della barba alla scelta della camicia passando per il giusto taglio di capelli e la cravatta fino alla scelta degli accessori come le scarpe e il cappello. In questa nuova edizione del manuale “lo stile classico de Il Gentleman non ha subìto modifiche significative negli ultimi anni – spiega l’autore nell’introduzione - Forse, l’unico cambiamento avvenuto è che oggi lo stile classico è più richiesto di una volta e forse più popolare che mai”.
Il libro rivela i segreti delle icone dello stile maschile, dell'arte di abbinare motivi e materiali classici, tessuti e colori, ed è ricco di suggerimenti, curiosità, aneddoti e indirizzi utili. Avventurarsi fra queste pagine vuol dire anche compiere un viaggio attraverso secoli di eleganza maschile, per scoprire i grandi, intramontabili classici, ma anche le nuove tendenze e le novità degli ultimi anni.
Autore - Bernhard Roetzel. Autore, giornalista ed esperto di moda, è un riconosciuto intenditore dello stile classico maschile. Ha redatto diversi libri e scrive regolarmente per riviste tedesche e internazionali. Nell’ambito del settore tessile è un consulente particolarmente ricercato. Il grande pubblico lo conosce per gli interventi radiofonici e le apparizioni televisive. Vive e lavora a Berlino.
Titolo: IL NUOVO GENTLEMAN
Sottotitolo: Il manuale dello stile e dell’eleganza senza tempo
Autori: Bernhard Roetzel
Editore: Il Sole 24 ORE
lunedì 29 novembre 2021
Il tempo che trova di Pierluigi Lanfranchi (collana Fuochi diretta da Ottavio Rossani per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donn)
Il tempo che trova di Pierluigi Lanfranchi è un libro surreale, e pure tremendamente reale. È il tempo che trova l’uomo, la donna, i figli, la vita, le cose, la storia, i miti che dalla loro lontananza illuminano il presente, il futuro, il passare della vita. In questo libro - storie raccontate in versi o in prosa poetica (potente suggestione è l’incontro con Brodskij in un viaggio onirico), con una lingua esatta, evocativa - entrano tutti i sogni possibili. L’oniricità del pensiero cosparge spesso i momenti esperienziali. Il tempo passa, il tempo si ferma, salta anche la relatività. Il poeta spazia dai miti alla quotidianità, situazioni tutte filtrate dal sogno che può essere incubo o elegia. La geografia, lo spazio, le città (Parigi, Vilnius, Montreal), non sono solo dimensioni fisiche, sono anche ipotesi di tempo. E se il tempo non è misurabile, sono l’uomo, o la donna, o le cose, ad essere tangibili come ipotesi di vita, ma mai come certezze. Eppure, con Properzio, “la morte non tutto finisce”. Tuttavia insiste il niente alla fine della peregrinazione, però “con te anche niente è già qualcosa”. E questo attiene alla speranza, che non ha nulla in comune con il tempo indefinibile. Il filo del pensiero, che vede il nero e il bianco, che sente il suono e il silenzio, non si spezza, e annoda gli sprazzi di malinconia o di esultanza. Esiste quindi ancora una possibilità di vita, ma non da soli. (Ottavio Rossani)
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Pupi Avati
"E se tornasse Gesù?" di Enzo Fortunato | Recensione | Mille e un Libro ...
domenica 28 novembre 2021
Un libro in poche parole: "Long-bow: dalle origini al mito"
E se raccontassi di Giuseppe Zilli (I Quaderni del Bardo Edizioni di Ste...
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sabato 27 novembre 2021
I 4 Codici - I due fronti di Giada Baldassarri (booktrailer)
"CHOCOLATE" BOOK TRAILER | WATTPAD (Nyx_fanfic)
Bajo la Luna | Booktrailer
venerdì 26 novembre 2021
Recensione ◇ È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino
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L'IMPERO DEGLI ITALIANI (1940) il libro della quinta classe elementare -...
giovedì 25 novembre 2021
mercoledì 24 novembre 2021
Positivi al wellness. Come apprezzare il cambiamento con il benessere di Gianni Dei (Gruppo Albatros Il Filo)
Già più di duemila anni fa il poeta latino Giovenale, con il suo motto "mens sana in corpore sano", affermava la necessità di combinare la salute del corpo con la ricerca del benessere mentale. "Positivi al wellness" vuole essere uno strumento per coloro che intendessero fare propria questa filosofia, attraverso un percorso che inizia dal prendere consapevolezza dell'importanza delle nostre scelte di ogni giorno e conduce al raggiungimento di una felicità e un benessere derivanti da una crescita personale.
Su Netflix e in libreria per Salani 'Un bambino chiamato Natale' di Matt Haig
STAI PER LEGGERE LA VERA STORIADI BABBO NATALE.
Se pensi che certe cose siano impossibili, metti subito via questo libro. (Perché questo libro è PIENO di cose impossibili.)
Stai ancora leggendo? Bene. Allora cominciamo…
Adesso lo sanno tutti, chi è Babbo Natale. Ma c’è stato un tempo in cui non lo conosceva proprio nessuno. È stato quando era solo un ragazzino di nome Nikolas, che viveva nella seconda casa più piccola di tutta la Finlandia, con un padre che faceva il taglialegna, una zia che aveva un bruttissimo carattere e una bambola-rapa, che poi è misteriosamente scomparsa. Questa è la sua storia vera, un’avventura piena di neve, rapimenti, renne scontrose, topi sognatori, e poi ancora neve, elfi, troll, sempre neve, di nuovo neve e magia, tanta magia. La magia, se ci si crede, non tradisce mai!
Da uno dei più amati autori inglesi contemporanei, la vera, indimenticabile storia di Babbo Natale, da cui è stato tratto il film di Gil Kenan con Jim Broadbent, Henry Lawfull, Kristen Wiig e Maggie Smith.
Matt Haig è nato a Sheffield nel 1975 e vive a Brighton. È autore di romanzi di successo come Il Club dei Padri Estinti, Il patto dei Labrador, La famiglia Radley e Gli umani. Con Ponte alle Grazie ha pubblicato il suo memoir Ragioni per continuare a vivere e con Salani Essere un gatto, Un bambino chiamato Natale e La bambina che salvò il Natale. Come autore di romanzi per ragazzi Haig ha vinto il Blue Peter Book of the Year Award e il Nestlé Children’s Book Prize Gold Award.
IL TESORO DI MARADONA L’eredità del pibe de oro: ricchezze, miserie e nobiltà di Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi (Il Sole 24 ore)
La vita di Diego Armando Maradona è un’iperbole. Tutto in lui è esagerato. Per difetto o per eccesso. La nascita, il percorso di uomo e calciatore, le cadute, le risalite, la fine. Ad un anno dalla morte del calciatore più famoso di tutti i tempi Il Sole 24 Ore propone in edicola per un mese da martedì 23 novembre e in libreria dal 2 dicembre “Il tesoro di Maradona”, secondo volume della collana “Fiume di denaro”, evoluzione del format multimediale d’inchiesta dei giornalisti del Sole 24 Ore Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi, avviato nel 2017 sul quotidiano e sul sito con video e poi nel 2020 anche con podcast e che da settembre 2021 si è arricchito con questa collana di libri del Sole 24 Ore. Il volume racconta la carriera che ha portato Maradona a lasciarsi rapidamente alle spalle gli anni della povertà in Argentina ma anche il volto meno noto del campione del calcio mondiale: quello dell’uomo d’affari che, con tutte le sue contraddizioni, dopo una vita di ingaggi e di sponsorizzazioni milionarie, ha finito per essere travolto dalla cascata di denaro che si è moltiplicato intorno alla sua figura. Fino alla lotta senza esclusione di colpi per la sua eredità che – a un anno dalla morte – vede contrapposti figli, amici ed ex amici del pibe de oro. Il tesoro di Maradona non è solo ciò che l’ex campione del Napoli ha lasciato ai suoi figli ma è soprattutto un brand le cui potenzialità commerciali sono infinite. Di lui – nato poverissimo, diventato ricchissimo, uscito dalla vita in modo eccessivo – si raccontano e si continueranno a raccontare storie, aneddoti e leggende che lo hanno accompagnato dal primo giorno in cui l’Argentina ne ha scoperto il talento, fino all’ultimo giorno di vita, quando il mondo ha cominciato a conoscere le miserie di un patrimonio da ereditare, contrapposte alla nobile grandezza del calciatore che ha estasiato il mondo con Argentinos Juniors e Boca, prima di passare a Barcellona, Napoli e Siviglia, fare ritorno in Argentina al Newell’s Old Boys per poi chiudere con il Boca Juniors. Venti anni di calcio vissuti a mille, come a mille ha trascorso un’intera vita baciata dal genio e viziata dalla sregolatezza. Il libro “Il tesoro di Maradona”, che è anche un podcast in esclusiva su Apple Podcasts Premium, indaga quindi il successo imprenditoriale del calciatore e del denaro che si è moltiplicato intorno a lui attraverso 9 capitoli che ripercorrono la sua vita: “El pibe de oro figlio povero del barrio”; “Barcellona e Napoli: dall’altare alla polvere”; “La lenta fine con gli avvoltoi sulle spalle”; “Mondiale e poi testimonial pagato a peso d’oro”; “Il Fisco morde el diez alle caviglie”; “I ricchi affari di Diego da Buenos Aires a Dubai”; “Maradona, brand miliardario per molti o per tutti?”; “Argentina: guerra per centinaia di marchi tra eredi e gli (ex) amici”; “L’eredità contesa: fortuna sospesa nel tempo”.
“Fiume di denaro – I soldi che non lasciano né traccia né odore” nasce come format multimediale del Sole 24 Ore nel 2017 da un’idea degli inviati Roberto Galullo e Angelo Mincuzzi per documentare i flussi di denaro leciti e illeciti che scorrono nell’economia e nella finanza globale e racconta i meccanismi meno evidenti della società e gli aspetti più nascosti di personaggi pubblici. Dal 2020, come naturale conseguenza, hanno debuttato anche i podcast di “Fiume di denaro”, che oggi si possono ascoltare su 24+, l’offerta premium del sito del Sole 24 Ore, e in abbonamento sulla piattaforma Apple Podcasts Premium. Il 1° volume della collana di libri “Fiume di denaro è “I Re Mida del calcio. Da Ronaldo a Totti, da Ibra a Messi, gli affari delle star del football”, uscito in edicola e libreria a settembre 2021.
Gli autori
Roberto Galullo. Nato a Roma nel 1963, giornalista dall’83, laureato in Giurisprudenza. Al Sole 24 Ore dal ‘94, caporedattore e inviato da 17 anni. In precedenza, a capo dei dorsi regionali del Gruppo. Economia criminale e finanziaria, criminalità organizzata, massoneria, fisco e Pa alcuni dei temi seguiti negli anni. Per sette anni autore e conduttore per Radio 24 dei programmi Guardie o ladri (anche blog), Un abuso al giorno e Sotto tiro. Quattro libri pubblicati con il Gruppo 24 Ore: Federalismo minimo, Economia criminale, Vicini di mafia e Finanza criminale.
Angelo Mincuzzi. Nato a Bari nel 1964, giornalista dal 1984. Al Sole 24 Ore dal 1986, inviato e caporedattore, in passato responsabile delle pagine di Economia italiana. Autore di Opus Dei, il segreto dei soldi (Feltrinelli) e La cassaforte degli evasori (Chiarelettere). Nel 1989 ha seguito da Berlino Est e Bucarest la caduta dei regimi comunisti e in seguito l’inchiesta “Mani pulite” e il crack Parmalat. Ha frequentato i corsi di giornalismo investigativo alla City University di Londra. Evasione fiscale internazionale e criminalità finanziaria i temi più seguiti.
Il Sole 24 Ore propone in edicola per un mese da martedì 23 novembre e in libreria dal 2 dicembre il libro
martedì 23 novembre 2021
lunedì 22 novembre 2021
Amici della terra di Federica Gasbarro (Electa Junior)
Dai cortei verdi nelle piazze ai più importanti vertici sul clima delle Nazioni Unite, Federica Gasbarro, nota come "la Greta Thunberg italiana", insegna alle nuove generazioni cosa significa davvero il rispetto del nostro Pianeta, giorno dopo giorno, in un ideale viaggio tra le stagioni. Perché amare la Terra e tutti i suoi doni non basta: bisogna anche saper prendersene cura.
Green Influencer e attivista contro i cambiamenti climatici, in futuro vorrebbe dare il proprio contributo come scienziata per trovare nuove soluzioni e arrivare a un pianeta a emissioni zero. Dal febbraio 2019 milita nel movimento Fridays For Future, con cui ha organizzato i "venerdì per il futuro". Ha conosciuto personalmente Greta Thunberg, l'ha accompagnata in piazza per lo strike che si è tenuto ad aprile 2019 a Roma e ha condiviso con lei l'esperienza del summit ONU per il clima tenutosi a New York a settembre 2019; in diverse occasioni ha incontrato gli attivisti del movimento di altri stati europei. Ha rilasciato interviste per le principali televisioni nazionali e testate giornalistiche e ha avuto l'opportunità di incontrare, insieme ad altri strikers, le massime...
Più libri più liberi, la fiera della piccola e media editoria compie vent’anni | il manifesto
Bookcity Milano si chiude con 120mila presenze - Libri - Il libro in piazza - ANSA
domenica 21 novembre 2021
sabato 20 novembre 2021
“E adesso un libro: rubrica di libri”. Le nostre imperfezioni di Luca Trapanese - SulPanaro | News
Più libri: Luca Zingaretti legge lettere inedite di Camilleri - Libri - Il libro in piazza - ANSA
venerdì 19 novembre 2021
‘‘Posso aiutarti?’’ di Juan René Yanqui Apaza (Europa Edizioni)
“L’uomo è un essere bisognoso sin dalla sua nascita fino al tramonto della sua vita”.
Mettendo a disposizione il suo bagaglio umano e professionale l’autore ci dona un saggio appassionato sulle reali possibilità di un cambiamento positivo.
Juan René Yanqui Apaza si è laureato in Pedagogia nell’Università Marcelino Champagnat di Lima, e in Psicologia nella Pontifica Università Salesiana di Roma. Diplomato in Teologia nella Pontificia Università Gregoriana di Roma. Si occupa da anni dell’aspetto motivazionale della persona, della sociometria e delle relazioni umane. Sviluppa la “Psicologia Interculturale” intesa come la concezione dell’uomo come risultato e fattore della sua propria cultura. È di origine indigena Inka e assiduo cultore della lingua Kechua.
È uscito per Il Mulino il libro sulla storia di Inaz, la più longeva impresa italiana dell’IT per le Risorse Umane. La ricetta: essere impresa “di persone per le persone” nell’economia sostenibile
Come può una media impresa italiana riuscire a prosperare per più di settant’anni, attraverso tutte le svolte della storia economica del nostro Paese e superando anche momenti difficili come la crisi portata dalla pandemia? È a questa domanda che vuole rispondere l’ultimo libro della storica dell’economia Vera Negri Zamagni, che nell’ultimo volume della collana “Storie di Imprese” da lei curata per Il Mulino si occupa del caso imprenditoriale della più longeva realtà italiana dell’Information Technology per il settore Risorse Umane. INAZ. INNOVAZIONE AZIENDALE – Un’azienda di persone per le persone traccia la storia della società, fondata nel 1948 a Milano da Valerio Gilli, che ha rivoluzionato gli uffici del personale delle aziende italiane introducendo innovazioni continue che danno forma al lavoro come lo conosciamo oggi: dai primi strumenti e tecnologie per organizzare il lavoro in modo razionale (come la busta paga, inventata proprio da Valerio Gilli), ai software per la gestione del personale, fino alle app che oggi supportano lo smartworking, la comunicazione, l’analisi dei dati e tanto altro.
Il volume è stato presentato durante il convegno intitolato “Le imprese di persone per le persone nell’economia sostenibile”, con Marco Vitale, Vera Negri Zamagni e Stefano Zamagni, in cui, oltre all’esempio di Inaz, si sono discussi altri casi virtuosi di imprese che applicano il paradigma dell’Economia Civile, fondando i propri successi di business sull’attenzione alle persone, alla green economy e allo sviluppo territoriale sostenibile.
«Essere impresa “di persone per le persone” vuol dire che nel perseguimento dei risultati economici le persone sono protagoniste, non un mezzo ma un fine» ha spiegato Linda Gilli, Cavaliere del Lavoro, presidente e AD di Inaz, nonché esponente della seconda generazione alla guida dell’azienda. «Persone – continua – preparate, qualificate e continuamente formate che condividono un’idea dell’azienda come bene comune per il raggiungimento di un Bene sociale. Queste sono le persone di Inaz e il libro è dedicato a loro, ai clienti e agli stakeholder che condividono con noi questa visione».
Nel corso del convegno Marco Vitale, economista e consulente per numerose aziende, ha spiegato che cosa significa applicare alla crescita di un’impresa i principi dell’Economia Civile, modelli virtuosi su cui si fondano le imprese d’eccellenza – spesso familiari, PMI – che costituiscono il tessuto vitale della nostra economia. «Far crescere le imprese – afferma Vitale – è una missione. Occorre mantenere la schiena dritta, fare un passo indietro all’occorrenza per fare emergere le giovani generazioni, e soprattutto avere ben chiaro che l’azienda è un bene comune che va rispettato da tutti, compresa la proprietà. Solo così è possibile gestire i cambiamenti e i passaggi più delicati».
Vera Negri Zamagni, docente di Storia Economica e autrice del libro su Inaz, ha parlato di cosa distingue Inaz nel panorama italiano, come illustrato nel suo libro («Inaz è un caso unico di azienda di servizi nel contesto del quarto capitalismo, che negli anni ha saputo portare avanti una cultura d’impresa diversa» ha spiegato), mentre Stefano Zamagni, economista e docente, si è focalizzato sulla necessità di una prosperità inclusiva, e sul ruolo giocato dalle medie imprese virtuose nel raggiungere questo obiettivo comune. «Oggi il modello taylorista di organizzazione del lavoro è superato – ha spiegato Zamagni –, la rivoluzione digitale richiede che le persone mettano in campo creatività, intelligenza emotiva ed espressione di sé. Servono nuovi modelli organizzativi e una nuova leadership e sono proprio le medie imprese, per le loro dimensioni e condizioni, a poter realizzare prima e meglio queste innovazioni».
A seguire, la tavola rotonda con i giovani imprenditori ha portato in primo piano il punto di vista della “next generation”, che non può più sottrarsi al tradurre in pratica gli orientamenti illustrati dagli accademici e, in particolare, è chiamata a trasformare l’apparente contrapposizione tra profitto e sostenibilità in un binomio inscindibile. La sostenibilità è infatti un fattore di competitività irrinunciabile in diversi ambiti. Uno di questi è l’attrarre e mantenere i talenti, come ha spiegato Ludovica Busnach (COO di Inaz e cofounder di Timeswapp) nel suo intervento sul di welfare aziendale. Sostenibilità vuol dire anche coinvolgere le comunità locali nelle iniziative di sviluppo dei territori, come nei progetti illustrati da Irene Falck (Falck Renewables S.p.A.) sulla realizzazione di parchi eolici in Scozia e agrivoltaici in Sicilia, basati sulla partecipazione delle imprese sociali locali. Infine, come ha sottolineato Massimiliano Marsiaj, (vicepresidente Sabelt S.p.A, eccellenza del Made in Italy nel settore automotive), la sostenibilità e un concetto dal quale devono partire oggi tutta la progettazione dei nuovi prodotti e l’ideazione di processi produttivi “green”.
Dal 2 dicembre in libreria "Milano Moderna": una raccolta di testi e immagini sull'architettura di Milano, dalla ricostruzione del dopoguerra alla nuova città del XXI secolo | Edito da 24 ORE Cultura
Edito da 24 ORE Cultura, dal 2 dicembre è in libreria “Milano Moderna. Architettura, arte e città 1947-2021”, il volume di Fulvio Irace che riprende il nucleo dell’ormai storica e introvabile pubblicazione “Milano Moderna” (1996), allargando la pionieristica ricerca sull’architettura della ricostruzione nella Milano del secondo dopoguerra alla nuova città di inizio millennio, con un rigoroso approccio critico e interpretativo. In occasione dell’uscita in libreria il volume verrà presentato, in compagnia dell’autore, dell’Architetto Mario Botta e del giornalista del Corriere della Sera, Giangiacomo Schiavi, giovedì 2 dicembre alle ore 18.30 presso la Fondazione Memoriale della Shoah di Milano. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti. Pubblicato originariamente nel 1996 per Federico Motta Editore, grazie al decisivo contributo di Enrico Baleri che ne condivise l’entusiasmo e l’impianto, “Milano Moderna” voleva essere un omaggio alla forza di Milano, alla sua capacità di proporsi, nelle contingenze più difficili del suo sviluppo, come laboratorio di una cultura non convenzionale, pragmatica e anti-ideologica, che si apprezza sia nell’efficacia dei singoli edifici che nel carattere di una diffusa e colta coralità. Il successo del libro si può misurare dalla risposta degli studiosi e dall’interesse dei lettori, che in breve tempo videro esaurita la prima edizione, rendendolo inaccessibile sul mercato. 24 ORE Cultura ha deciso così di ripubblicare il volume in una versione rivista e allargata a comprendere l’intera portata delle trasformazioni che hanno caratterizzato il costruirsi di una nuova città negli ultimi due decenni. Appariva chiaro allora, infatti, ed è apparso ancora più evidente oggi, che il tema principale del libro sta nella definizione dei mutevoli concetti dell’idea stessa di modernità, un contributo – come afferma Fulvio Irace - “alla capacità della metropoli lombarda di proporsi come laboratorio di una cultura non convenzionale del cambiamento”. L’ossessione di “essere assolutamente moderni” è infatti il motore che caratterizza Milano già all’indomani dell’Unità d’Italia, a partire dalla costruzione della sua celebre Galleria, che rimise in moto il cuore di piazza Duomo e avviò la profonda ristrutturazione del centro. Nel 1881 l’Esposizione Nazionale ne consacrò il ruolo di capitale industriale, così come l’Expo del 2015 ne ha rilanciato il carisma di città mondo. “Non perdono tempo questi birboni – scriveva Emilio De Marchi nel romanzo “Demetrio Pianelli” – non hanno ancora il gas che già vogliono la luce elettrica; non hanno ancora finito una casa che già la buttano giù per farne una più grande e più bella”: era il lontano 1890, ma questa definizione sembra attagliarsi alla perfezione anche alla Milano di oggi, con il glamour delle sue nuove architetture e l’esuberanza delle sue nuove torri. Quando fu semidistrutta dai bombardamenti del 1943, Milano non tardò a sollevarsi dalle ceneri di guerre, pensando in grande a quella ricostruzione che doveva avere i caratteri quasi di una nuova costruzione: il vento della modernità era di nuovo cambiato e al posto della città di pietra del ventennio, cominciò a delinearsi un nuovo panorama di edifici leggeri e trasparenti. Era la modernità dei “costumi semplificati” auspicata da Gio Ponti: il preludio di una vita all’insegna della velocità, ma anche vetrina che mostrava al mondo la sorpresa di una città che si era completamente reinventata. Dopo il declino del ciclo industriale e la chiusura della cintura di fabbriche che ne avevano fatto la ricchezza, Milano ha dovuto confrontarsi ancora una volta con una serie di traumatici cambiamenti, da cui è uscita però rinnovata e pronta a competere nella sfida delle capitali del XXI secolo. All’interno del volume l’analisi storica e il racconto delle trasformazioni urbane in tre quarti di secolo si svolge secondo un doppio piano di lettura, testuale e visivo. I testi firmati da Fulvio Irace, uno dei più autorevoli critici e studiosi italiani di architettura, sono accompagnati da un ricco atlante visivo con immagini di grande formato, affidato per la parte moderna alle fotografie di storici maestri come Gabriele Basilico e Paolo Rosselli e per quella contemporanea all’occhio di “paesaggisti” della nuova generazione come Marco Introini, Filippo Romano e Giovanna Silva. Suddiviso in sette capitoli il libro racconta il bisogno di Milano di ricostruire, ma ancora di più di costruire una nuova maniera di abitare, partendo dall’operato di Luigi Moretti e l’exploit di Corso Italia, passando per l’invenzione del condominio milanese come simbolo di ordine e modernità con i progetti architettonici di Asnago & Vender, di Ponti, di Magistretti e di tanti master builders che hanno configurato il suo ineguagliabile fascino di elegante modernità. Ad essa hanno contribuito anche numerosi e importanti artisti -Fontana, Somaini, Pomodoro, Dova, Ramous,etc.- che hanno impreziosito in maniera unica le facciate e gli interni delle case milanesi. Dopo la “stagione dell’inquietudine” tipica degli anni Settanta, l’attenzione si sposta sulla rigenerazione di vecchi quartieri e sulla creazione di nuove isole di urbanità , grazie anche al contributo di alcuni dei più brillanti talenti dell’architettura internazionale.
FULVIO IRACE - Tra i massimi studiosi di architettura in Italia, è ordinario di Storia dell’architettura al Politecnico di Milano. La sua attività di ricerca, concentrata soprattutto sull’architettura italiana, è sfociata in numerose monografie tra le quali si ricordano quelle dedicate a Gio Ponti, Carlo Mollino, Franco Albini, Luigi Caccia Dominioni e Vico Magistretti.
“Alise in città”: un regalo ai lettori e un modo innovativo per divulgare la cultura
«Sappiamo tutti quanto sia piacevole ed emozionante ricevere un libro in regalo. Ma, al di là del gesto, il nostro obiettivo è quello di divulgare la cultura in maniera innovativa. Ci piace pensare che i nostri libri possano essere trovati da lettrici o lettori che abbiano davvero bisogno di quella specifica storia in quel preciso momento della loro vita» spiega l’editore Alessandro Alise.
«Ogni libro – continua Alise - è accompagnato da una dedica per chi lo troverà. Sarebbe fantastico vedere lo stupore negli occhi di chi si trova davanti un libro lasciato lì proprio per lui. E, quando questi libri vengono trovati, spesso chi li ha presi ce lo racconta su Instagram. La cosa, ovviamente, non può che renderci felici».
Chi trova questi libri, dopo averli letti, ha poi una possibilità: tenerli per sé o lasciarli in qualche altra città, innescando il moto perpetuo di questa iniziativa.
“Alise in città”: una sorta di caccia al tesoro letteraria destinata a proseguire.
Anche se i luoghi specifici non sono ancora stati svelati, le prossime tappe di “Alise in città” saranno in Lombardia, Emilia Romagna e Lazio.
Non resta altro da fare che seguire le pagine Instagram di Alise Editore e di Gruppo Alise e attendere il post sul prossimo libro lasciato in qualche città, in attesa di un lettore o una lettrice pronto a prenderlo.
Alise Editore è la casa editrice fondata a Milano da Alessandro Alise, editore e manager con esperienza decennale in campo editoriale, il cui impegno è quello di pubblicare libri di qualità, titoli suddivisi in collane innovative che spaziano tra diverse tematiche. I suoi brand sono Eternity e Instapoeti.
(Diary) Valentina Biasetti (Vanilla Edizioni)
[…]
Per Valentina l’abitudine dello studio e la forma del diario –
dispositivi domestici e intimi – sono i mezzi per tentare gli
esperimenti molteplici delle personalità, simboli di stasi proiettati
nel tutto, in una polarità tra chiuso e aperto, privato e pubblico,
particolare e assoluto […].
Dalla “porta della stanza” in
cui Valentina Biasetti disegna entrano personaggi che hanno lo stesso
aspetto dell’autrice ma si atteggiano in maniera esibita e maliziosa.
Strizzano l’occhio alla camera da presa rappresentata dall’inquadratura
della tela e si mostrano, spesso svestite, appagando le aspettative di
uno sguardo maschile e oggettivante. Dietro quegli autoritratti in posa
c’è un lavoro allestitivo e attoriale che porta il soggetto fuori da sé a
calcare ipotetici percorsi identitari, cambiare la maschera
della normalità e divertirsi a recitare una parte, anche quella che
sulla carta apparirebbe la meno consona e “adeguata”. Se l’arte è
trascendere il quotidiano, nello spazio separato della stanza in cui ha
luogo la propria pratica, nel tempo sospeso del lavorio giornaliero,
Valentina si mette in posa, diventando qualcun altro per fare del sé
moltiplicato il modello di partenza dell’attività artistica.
Dal testo “Valentina Biasetti. Il viaggio dentro la testa (e dentro lo studio)” di Gabriele Salvaterra.
giovedì 18 novembre 2021
mercoledì 17 novembre 2021
martedì 16 novembre 2021
lunedì 15 novembre 2021
LE FIABE DELLA TERRA ADDORMENTATA di Nicolai Lilin (Electa Junior)
Nicolai Lilin è uno scrittore russo, di origini siberiane, nato nel 1980 a Bender, in Transnistria (oggi Repubblica Moldava, ma all’epoca facente parte dell’Unione Sovietica). Lilin è il suo pseudonimo, scelto in omaggio alla madre, Lilia. Il suo vero nome, così come riportato all’anagrafe italiana, è Nicolai Verjbitkii. Nel 2003, avendo studiato per tanti anni i tatuaggi della tradizione criminale siberiana e imparato le tecniche e i codici complessi che li regolano si è trasferito in provincia di Cuneo, dove ha fatto il tatuatore. Dal 2010 vive e lavora a Milano. Con Einaudi ha pubblicato tutti i suoi romanzi: Educazione siberiana (2009), tradotto in diciassette paesi, Caduta libera del 2010, Il respiro del buio e Storie sulla pelle, entrambi usciti nel 2012, Il serpente di Dio (2014), Spy story love story (2016) e Il marchio ribelle (2018). Del 2016 è anche il libro fotografico Un tappeto di boschi selvaggi. Il mondo in un cuore siberiano, pubblicato da Rizzoli. Per Piemme ha pubblicato il suo primo saggio Putin. L’ultimo zar (2020).
domenica 14 novembre 2021
CLANDESTINI: CLANDESTINOS di Donato Di Poce con la traduzione di Hiram Barrios (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Dall’introduzione di Hiram Barrios: ”L’antologia Clandestini /
Clandestinos presenta un’accurata selezione di poesie di 65 autori che
hanno indagato l’argomento, da diverse angolazioni e con differenti
approcci. I poeti qui riuniti si assumono il rischio di scrivere su un
tema così delicato: la scorrettezza politica, la posizione
discriminatoria o il pregiudizio sono a un passo. Ma i versi che
compongono questa antologia ci mostrano che, se c’è un atto di
rivendicazione con la parola, è solo a partire dalla poesia…”
Dalla nota dell’autore Donato Di Poce - “Ci
sono Clandestini per necessità storica e per violenza culturale o
politica, clandestini virtuali e uomini senza futuro, sans papiers e
disperati senza identità. Abbiamo assistito e continuiamo a vedere delle
vere mattanze di uomini che vagano nell’etere cosmico, uomini in fuga
da qualcosa, altri in cerca di un luogo interiore, quelli che cercano un
approdo e quelli che non sono mai arrivati, spesso nel silenzio
complice dei media o nella spettacolarizzazione che dura il tempo di un
TG o di una foto in prima pagina. Poi c’è la condizione culturale e
politica di chi si sente o vive da clandestino (poeti, scrittori,
emarginati, minoranze etniche, culturali o religiose). A tutte queste
voci sommerse questa Antologia di versi ha dato voce e ascolto, a tutti
quei desideri incompiuti che costituiscono l’anima del mondo e ci
aiutano a sopravvivere tra i fili della memoria…”
I poeti: Antonella
Anedda, Marco Annicchiarico, Simone Bandirali, Antonio Bassano, Diana
Battaggia, Maria Cristina Biggio, Monica Borettini, Alessio Brandolini,
Alessandro Broggi, Daniela Cabrini, Roberto Carifi, Alberto Casiraghy,
Fabrizio Cavallaro, Ennio Cavalli, Reinhard Christanell, Vittorio
Cozzoli, Stefania Crema, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Gianni
D’Elia, Antonio Della Rocca, Donato Di Poce, Roberto Dossi, Anna Maria
Farabbi, Giuseppe Fida, Aldo Forbice, Tiziano Fratus, Sergio Gabriele,
Nausicaa Giannino, Federico Gismondi, Tomaso Kemeny, Sergio La Chiusa,
Vivian Lamarque, Anna Lauria, Paola Lazzarini, Franco Loi, Attilio
Lolini, Andrea Longega, Monica Maggi, Ivano Malcotti, Alberto Manzoli,
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sabato 13 novembre 2021
Abisso ed estasi ne Il cielo degli azzurri destini di Marcello Buttazzo. Intervento di Lidia Caputo
In questo tempo in cui la scrittura è spesso svuotata di senso e sclerotizzata dall’abuso tecnologico e mediatico, banalizzata dai messaggi pubblicitari, dai reality televisivi e dai post preconfezionati con cui chiediamo l’amicizia e il consenso degli altri, dove ritrovare ancora una parola inedita, vergine, che dischiuda nuovi orizzonti alla mente e all’anima? Forse tra scrittori outsider, con un mix esplosivo di idee, esperienze ed emozioni che mettano in fibrillazione la nostra mente? Personaggi scomodi, alternativi a mode e a correnti letterarie, a scuderie editoriali, a organizzazioni culturali o politiche, come Dino Campana, José Saramago, Colin Wilson, Alda Merini.
Anche oggi i nuovi autori sono trascurati dalla critica, la poesia, in primis, viene considerata marginale e inappetibile per il grande pubblico. Eppure vi sono poeti che sanno ancora scuotere, sconcertare, folgorare il nostro immaginario, per far riemergere ancestrali memorie, sensazioni, angosce e vivide emozioni. Tra questi poeti ancora sconosciuti alle vaste platee, nonostante abbiano al loro attivo un cospicuo numero di pubblicazioni, c’è il poeta salentino Marcello Buttazzo, che vive a Lequile nella Valle della Cupa.
Nell’ultima silloge poetica di Marcello Buttazzo, Il cielo degli azzurri destini, I Quaderni del Bardo Edizioni, Sannicola (Lecce), 2021, l’autore incontra la nostra anima per dialogare con lei del transito delle stagioni e degli amori, dell’abisso di solitudine in cui è naufragato, dello spleen esistenziale che lo ha condotto alla depressione, ammaliatrice degli spiriti inquieti. Mentre già iniziava il cammino verso il nulla, Marcello ha visto “uno squarcio di azzurro/ sulle cose, una trafittura diffusa/sul senso di ciò che sarà”.
Quest’apertura salvifica è la chiave di volta per riscoprire, insieme al poeta salentino, il senso della vita nello stupore dinanzi ai piccoli - grandi eventi naturali: il ritorno della primavera, “un tempo/ acceso di porpora/ nei tuoi lussureggianti giardini”, “il carro di grano/ a dirotto nei campi/ di maggio splendente”; la contemplazione dell’amata nel cielo notturno: “Ti vedrò/ in un balenio di stelle/ che frantumi le amarezze”; “Dimmi del senso,/del sentimento segreto/ che rende più lucenti le stelle”.
L’ulivo, in particolare, è elemento catalizzatore dei nodi e snodi esistenziali di Marcello: “C’è un ulivo/ di virenti piume/ nella mia terra assolata./ Un ulivo di stagioni trascorse/ di anni turbolenti./ Un ulivo/ che fiorisce/ nella mia terra./ C’è un amore/ tra gli ulivi/ della mia terra./ È cosa mia”.
L’opera poetica di Buttazzo è fondata su una Weltanschauug che dall’esperienza del dolore e dell’angoscia riceve una tensione ascensionale verso la rinascita e l’amore. In questa prospettiva sono proprio gli eventi negativi che conducono alla conoscenza dei propri errori o dei propri limiti. Al fine di illustrare questa cifra dell’esperienza, Il fondatore dell’ermeneutica letteraria, Hans-Georg Gadamer nel suo celebre saggio, Dichtug und Wahrheit,(Verità e metodo) del 1960, pubblicato in Italia nel 1983 dalla Bompiani, si ricollega ad Eschilo, e scrive: “Il drammaturgo greco ha trovato, o meglio riconosciuto nel suo senso metafisico, la formula che esprime l’intima storicità dell’esserci nel mondo: imparare attraverso la sofferenza (tõ páthei máthein).[…] Ciò che l’uomo apprende attraverso la sofferenza non è una nozione qualunque: è la presa di coscienza dei limiti dell’uomo, la comprensione dell’ insopprimibilità della sua distanza dal divino”.
Tuttavia Il poeta Marcello non rimane legato ad una visione fatalistica della realtà, come nella tragedia classica, ma è proteso verso una palingenesi della propria esistenza e dell’intera realtà sociale, fonte di nuovi incontri e di nuovi legami affettivi che sconfiggano l’indifferenza e il cinismo che connotano la nostra esperienza. Leggere le poesie di Buttazzo significa entrare in una nuova dimensione, rimodulare la nostra mente e il nostro tempo al ritmo della tenerezza, dell’innocenza ritrovata, dell’incanto estatico dinanzi al mistero dell’amore.
Le emozioni più intense sono quelle provate all’apparizione della fanciulla amata, che con la sua intangibile grazia, suscita lo stesso sgomento e stupore cantato dai poeti stilnovisti : “Ti vidi/ d’estate,/ avrei voluto/ parlarti di me./ M’accontentai/ più saggiamente/ del tuo sguardo di cielo/ che sapeva scardinare/ le porte dell’infinito”; “Nel sogno/ m’appari/vestita di bianco/ inghirlandata di sole/ e di parole”. […] Nel sogno/ ritorni/ come sposa/ arresa nei rosai/ di rose roventi”; “Tu fai fiorire/ la primavera/ e l’albero della vita/ dà i suoi pomi d’oro”; “Guardai/ quel tuo velo/ ricamato di bianco./ Il bianco/ nitore di giglio/ sempre presente/ nei tuoi giorni/ d’incontaminato ciclamino/ d’inverno”.
Talvolta il candore dei versi si accende di rosso porpora in un vagheggiamento sensuale dell’amata: “Tu sei donna/ rossa rossa/ come ciliegia di giugno,/ sei la mia pianta di amaranto messicano” ; “Nuda /verrai/ come anima velata/ di spudorati pensieri./ E sarai tu/ nuda,/ come la vita nuda”.; “Incontrai/ l’ardore/ lo scompiglio di un fiero pensamento/ le mani intrecciate/ che ti stringevano a me”. Le iterazioni, le metafore e le parole isolate denotano un intenso vissuto affettivo: talvolta pesano come pietre per ancorare il proprio destino a valori perenni, altre volte sono leggere come soffio di vento che scompiglia i pensieri e fa volare la fantasia.
In questa silloge, comunque, è la potenza rigeneratrice della parola il Leitmotiv che collega i vari componimenti in un unico poema d’amore per la vita, la natura in tutte le sue manifestazioni, il paese natio, la madre, la fanciulla agognata, gli amici.
La tensione verso il superamento del disagio interiore, nonché l’atteggiamento estatico dinanzi al mistero della creazione e dell’amore, nei versi di Marcello Buttazzo mi sembrano affini all’intensità tematica e musicale dei Canti orfici di Dino Campana, pubblicati nel 1914. In entrambi gli autori ho potuto riscontrare una ricomposizione su piani multipli dell’armonia spezzata dagli eventi negativi in un una nuova dimensione musicale e metafisica, che trasfigura gli elementi concreti in visioni soprannaturali.
Nella chiusa di Poesia semplice, nell’opera summenzionata di Campana, il poeta canta: “Sogno. La vita è triste ed io son solo/. O quando o quando in un mattino ardente/ l’anima mia si sveglierà nel sole/ nel sole eterno, libera e fremente.”
Questa tensione verso l’infinito, vibrante nella sofferta scrittura del poeta toscano, si attua soavemente, nel canzoniere di Marcello, attraverso il sublime dialogo con l’amata, che tocca il suo apice nel XXIX componimento: “Nella notte,/ per le rotte dell’amore/ ascolterò chetamente le tue parole,/ parole-incantamento/ parole seducenti/ che sono la più vera filosofia/ che vorrei praticare./ Ti ascolterò/ nella notte/ che narri il lucore del giorno/ la sorpresa delle albe./ Ti aspetterò per strada/ ancora una volta/ per vedere sfavillare il sole,/ il sole di notte”.
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