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martedì 24 novembre 2020

Poesismi cosmoteandrici di Donato Di Poce (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno). Intervento di Veronica Pellegrini

 Mi piace il formato del volume. Mi piace l’immagine di copertina. Una vetrina molto probabilmente. Un manichino femminile, rose dal colore tenue. Riflessi. Alberi, automobili. Penso ad una realtà difronte al vetro e ad una dietro lo stesso. Il manichino è un soggetto davvero interessante , può essere simbolo, metafora.

Il titolo contiene un termine per un pubblico di nicchia. Temo di accingermi a leggere un libro di poesie ermetiche, ridondanti ,  esattamente il genere che in questo periodo di vita  sto apprezzando meno. Decido di usare un mio metodo : aprirò il libro in quattro punti casuali e vedrò  l’effetto che ne ricaverò dalla lettura .

Prima apertura : pagina 67.

Aforisma di quattro righe , con una dedica.

 

Solo le stelle di latta

Rubate dal cuore dei poeti

Danzano nel cielo

Come silenzi colorati d’ arcobaleno.

 

Sono sorpresa. Mi sembra un sospiro, un’illustrazione dipinta con colori pastello. Sento questi versi romantici, dolcemente malinconici. Stelle di latta è un’espressione che mi conquista subito. A questo punto sono già curiosa.

 

Seconda apertura : pagina 23

Solo due versi, un’altra dedica.

 

L’artista è colui che diffida di tutto

Soprattutto delle sue limitazioni.

 

Frase pulita, dai contorni precisi.

Mi colpisce perché spesso mi sono chiesta chi sia un vero artista, quale temperamento dovrebbe avere. Mi viene detto che l’artista dubita, ha limiti, ne è consapevole, li può superare, l’artista estende, oltrepassa .

Impaziente chiudo e riapro il libro.

 

Terza apertura: pagina 72

Il mio occhio sceglie l’aforisma in basso.

Altra dedica . .. ed il fatto di dedicare verso per verso rappresenta una novità.

 

Vivere vorrei nel vuoto del vuoto

In un abisso di silenzio

E guardare il mondo

Dalle finestre del futuro.

 

Qui ci sono concetti profondi, come questi abissi, termine suggestivo.

Il vuoto del vuoto ...

Mi invita a riflettere sul mio modo di osservare. Sentire. Sentire anche il silenzio.

Esiste il silenzio assoluto ? E il vuoto assoluto? Penso .

 

Quarta apertura: pagina 53

 

I tuoi scarabocchi sono comete di sogni

Che illuminano l’infinito.

 

È luminoso. Mi viene spontaneo visualizzare la mano di un bambino che liberamente traccia i suoi scarabocchi. Che diventano code di comete. Scie luminose nel buio.

È delicato ma nello stesso tempo ha energia. Potenza.

 

Cadono tutti i miei pregiudizi iniziali, sono impaziente di leggere tutti gli altri poesismi ; ora so che ognuno di essi mi trasmetterà emozioni diverse, spunti di riflessione, immagini da ricreare nella mente. Lo spazio, il tempo, l’anima, la luce, la spinta creativa, la speranza umana.

Gocce di bellezza. Quindi ... esattamente il genere di libro che apprezzo ultimamente.

Lo potró aprire ogni volta che ho il desiderio di un pensiero che mi porti lontano, oppure dentro di me. Abissi , altezze. Sfumature emotive.

Ho il desiderio di abbinare a queste frasi alcune mie fotografie.

Mi permetterà di interiorizzare e nello stesso tempo esternare.

Con le parole più semplici che conosco posso affermare che ..,

questo libro mi farà bene.

Ringrazio davvero tanto l’autore.

 


 

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