L’allodola.
È stata soprannominata così Fernanda Wittgens, per la sua grandezza
discreta, evidente soltanto quando le ali si aprono in volo. Creatura
umile, ma possente e sublime. Non poteva esistere definizione più
calzante per una donna che pur compiendo imprese titaniche ha evitato il
clamore delle cronache, lavorando giorno e notte al servizio dell’arte,
della bellezza e della libertà. Giovanna Ginex e Rosangela Percoco le
rendono giustizia ricostruendo il romanzo di una vita straordinaria.
Nata nel 1903 da una famiglia di origine austro-ungherese, Fernanda
inizia come insegnante di liceo, fa la giornalista e nel 1928 entra
nella Pinacoteca di Brera con la qualifica di ‘operaia avventiziaʼ. La
dedizione instancabile le permette di diventare assistente del
direttore, Ettore Modigliani, e di contribuire in maniera determinante
alla crescita del museo. Rileva l’incarico del suo maestro quando viene
rimosso per motivi razziali, e diventa così la prima donna a ricoprire
un ruolo tanto prestigioso. Nei giorni bui dei bombardamenti su Milano
fa di tutto per salvare le opere che le sono affidate, ma anche le vite
di tanti ebrei. L’arresto per antifascismo e la condanna a quattro anni
di carcere non soffocano il suo coraggio. Anzi, al termine del conflitto
le sue energie sembrano essersi moltiplicate: tornata a Brera, combatte
per ricostruire dalle macerie la Pinacoteca e renderla un ‘museo
viventeʼ, punto di riferimento per la cultura internazionale. Questo
romanzo è il ritratto di una donna vulcanica, ostinata, controcorrente. È
la storia vera di una combattente, un simbolo che non appartiene al
passato ma al futuro.
Giovanna Ginex
è una storica dell’arte e curatrice. Esperta di pittura, scultura,
fotografia e arti decorative del Diciannovesimo e Ventesimo secolo,
collabora con prestigiose istituzioni e musei in Italia e all’estero.
Rosangela Percoco
è stata un’insegnante e conduce laboratori di scrittura. Ha pubblicato
numerosi romanzi, tra cui, per Salani con grande successo, Nato da un
aquilone bianco.
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