L’artista, scrittrice e attivista lakota Danielle SeeWalker presenta il saggio “Siamo ancora qui. Il passato e il presente dei nativi americani”, nato dalla collaborazione con la fotografa Carlotta Cardana (con la quale condivide il progetto “The Red Road Project”) e la ricercatrice Lorena Carbonara. Un’opera di fondamentale importanza che racconta del genocidio culturale ai danni dei nativi americani, e della resilienza di uomini e donne di diverse tribù che hanno combattuto e combattono pacificamente per riappropriarsi della loro identità, della loro cultura e della loro storia.
Titolo: Siamo
ancora qui. Il passato e il presente dei nativi americani
Autore: Danielle
SeeWalker
Genere: Saggistica
Casa
Editrice: DOTS Edizioni
Pagine: 88
Prezzo: 10,00 €
Codice
ISBN: 978-88-943-28-868
«Si è attesa a lungo una
revisione del modo in cui la storia dei nativi americani viene raccontata, e
ora non resta che sperare che un racconto più veritiero sia fonte di riscatto
per le popolazioni indigene, la loro cultura, la loro storia e per tutti gli Stati
Uniti, mentre ci si avventura insieme nel ventunesimo secolo […]».
Dalla prefazione all’opera Siamo
ancora qui. Il passato e il presente dei nativi americani: “Questo libro nasce
dall’incrocio di tre rette che per un istante hanno formato un triangolo, la
cui base poggia sulla certezza che non possiamo più permetterci di non
raccontare la storia della depredazione delle culture native […]”. Questo
triangolo è formato dalla scrittrice del saggio, l’artista e attivista lakota della
tribù Sioux di Standing Rock Danielle SeeWalker, dalla fotografa Carlotta
Cardana e
dall’autrice della prefazione e degli approfondimenti Lorena Carbonara.
Tre donne diverse, che abitano in differenti parti del mondo, hanno deciso di
unire i loro sforzi e le loro esperienze per dare voce ai nativi americani, che per più di
un secolo sono sopravvissuti allo sterminio sistematico delle loro tribù e ad
un genocidio culturale mirato a cancellare il loro prezioso e diversificato patrimonio
di credenze, spiritualità e lingue. Si è soliti pensare, quando si parla
di nativi americani, a quella manciata di etnie più conosciute, ma in realtà ci
sono oggi 573 tribù distribuite in 35 stati profondamente diverse per usi,
costumi e linguaggio, e ognuna di loro merita attenzione e rispetto. Nell’opera
si racconta della sanguinaria colonizzazione nordamericana e delle Guerre
Indiane del XVI secolo, concluse nel 1890 con il massacro di “Wounded Knee”
nella riserva indiana di Pine Ridge, in cui persero la vita 300 nativi lakota
Sioux. Una strage ignobile, che ha permesso “all’uomo bianco” di soffocare ogni
anelito di libertà di un popolo che voleva solo continuare a vivere nella terra
dei propri antenati, una terra che avevano sempre protetto e amato. Che non avevano
mai considerato di loro proprietà ma, al contrario, a cui sentivano di
appartenere profondamente: “La terra, l’acqua, le piante e gli animali, nonché
il cielo, i tuoni, i fulmini, la pioggia, il vento e il fuoco sono, per i
nativi, spiriti potenti che camminano al fianco di tutti noi”. Il confinamento
forzato nelle riserve è stato l’ennesimo atto brutale del governo americano,
avente lo scopo di sottomettere le tribù e di rivendicarne le terre per meri
fini economici. Lo sradicamento dai luoghi sacri, fondamento della loro
spiritualità, unito all’istituzione nel XVIII secolo delle scuole residenziali,
nate per riprogrammare i bambini indigeni e per cancellare la loro identità a
sostegno del folle progetto «Uccidi l’indiano, salva l’uomo», hanno creato “un
trauma storico nel sangue” che si è trasmesso di generazione in generazione.
Nell’opera si parla anche e soprattutto del presente dei nativi americani, che
sentono forte il dovere di proteggere la terra a cui appartengono; un intento
che unisce tutte le tribù, anche le più lontane. L’attivismo della settima generazione
di nativi americani, la cui importanza è stata profetizzata dai gradi capi
indiani del passato, è segno che il vento sta finalmente cambiando: non
avrebbero dovuto essere qui e invece ci sono, più decisi che mai ad affermare
la propria identità; hanno mantenuto saldo il legame con la terra, con gli antenati
e con il mondo degli spiriti, e stanno combattendo affinché non sia stato vano il
sacrificio di chi è venuto prima di loro.
TRAMA. Dalle parole
di Danielle SeeWalker: «In quanto nativa americana, spesso vengo
approcciata con curiosità e desiderio di approfondimento da non nativi,
americani e non, che sanno poco o nulla della storia americana e dei suoi
legami con le genti e le culture indigene che esistevano qui prima della
colonizzazione. Ho scoperto - ed è stato questo a spingermi a scrivere questo
libro - che perfino la maggior parte degli statunitensi non conosce la vera
storia degli indiani americani e alcuni di loro non sanno che esistiamo ancora!
Ho voluto scrivere un libro snello e di facile lettura che trattasse molti di
questi argomenti e che offrisse una panoramica sulla storia e la cultura dei
nativi americani negli Stati Uniti».
BIOGRAFIE.
Danielle
SeeWalker è hunkpapa lakota e membro della
riserva Sioux di Standing Rock in North Dakota, dove è nata e cresciuta. È
un’artista, attivista e madre di due figli e vive a Denver, in Colorado. È
autrice dei testi di “The Red Road Project”, lavoro che si occupa delle
popolazioni native americane nel 21° secolo. Danielle è componente dell’American
Indian Commission ed è impegnata a mettere in discussione le rappresentazioni
stereotipate delle popolazioni indigene e ad offrire una più accurata e
profonda narrazione dell’America nativa contemporanea.
Carlotta
Cardana lavora come fotografa da oltre dieci
anni. Dopo aver studiato in Italia, ha lavorato come freelance in Argentina e
Messico; dal 2011 vive a Londra. Nei suoi progetti personali si interessa alla
spiritualità indigena, alle relazioni fra le persone e l’ambiente e alle
modalità in cui l’identità è plasmata dagli spazi in cui si vive. Il suo lavoro
è stato premiato ed esposto in numerose gallerie e festival internazionali. Una
selezione di immagini di “The Red Road Project” è in mostra permanente
all’American Museum of National History a New York.
Lorena
Carbonara è ricercatrice all’Università della
Calabria e componente del gruppo di ricerca internazionale, con sede a Bari,
“S/Murare il Mediterraneo”. Si occupa dell’(auto)rappresentazione linguistica e
visuale di nativi americani e popolazioni migranti. È speaker del programma
radiofonico VoxFem Italy.
LA CASA EDITRICE. DOTS
è una casa editrice nata nella primavera del 2018 a Bari. Le storie di
DOTS sono idealmente collocate in un continuum che comprende narrativa (classica
e sperimentale) e saggistica divulgativa; ogni titolo è
contrassegnato da parole chiave che indicano la tipologia di pubblicazione, i
contenuti e gli spazi esplorati. Cerchiamo e pubblichiamo storie che siano
legate a un luogo
geografico (un
puntino: voi siete qui); libri di
viaggio (due
punti, spostamenti da un luogo all’altro); libri che esplorino gli spazi della contemporaneità (tre puntini, per riempire dei vuoti
nel racconto del presente). Ci piace costruire i nostri libri attraverso gli
incontri con persone che abbiano esperienze o idee in cui intravediamo un libro
potenziale: in questi casi, DOTS diventa un laboratorio di creazione, così le
storie prendono forma dall’incontro e dal lavoro condiviso. DOTS è un marchio
di Les Flâneurs Edizioni.
Contatti
Link di vendita
https://www.dotsedizioni.it/prodotto/siamo-ancora-qui-il-passato-e-il-presente-dei-nativi-americani/
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