Storie di donne ribelli, di coraggio e di resistenza. Sullo sfondo
di una Sicilia che dalla Spagna passa ai Savoia, poi agli Asburgo e
quindi ai Borbone di Spagna, Maria Attanasio attraverso il racconto
storico si riappropria del passato e lo interpreta con sensibilità e
forza. Ci rende consapevoli di figure ai margini della storia,
rendendole protagoniste grazie anche alla sua scrittura poetica efficace
e assolutamente unica.
«Si nasce per caso in un luogo, che può
diventare scelta, destino. E destino di scrittura è stata per me
Caltagirone, l’immaginaria Calacte della maggior parte di questi
racconti. Storie soprattutto di donne – ribelli non rassegnate – di cui
spesso resta solo un gesto, un dettaglio, impigliato in vecchi libri o
nelle scritture di cronisti locali: frammenti dell’immemore genealogia
delle madri, che arrivano a me, si insediano in me, fino a quando non
restituisco loro parola e identità. Ricostruendo, tra immaginario
storico e tracce documentali, il pensare e l’operare di Catarina,
Francisca, Annarcangela, Ignazia, ma anche delle protagoniste degli
altri racconti, la mia vita si è fusa con la loro in una sorta di
transfert, di autobiografia traslata nel tempo dell’esclusione dal
linguaggio che ha caratterizzato l’identità di genere; dove però è
possibile ritrovare sorprendenti storie di coraggio e di resistenza alla
discriminazione e all’ingiustizia» (Maria Attanasio, dalla Nota
introduttiva). Raccogliere in un unico volume questi racconti,
variamente editi tra il 1994 e il 2014, corrisponde alla necessità di
dare più completa conoscenza ai lettori di una scrittrice appartata ma
la cui opera è accompagnata oggi da una crescente attenzione, da una
continua curiosità. Il volume mette assieme: la lunga novella, quasi un
breve romanzo, Correva l’anno 1698, che dissotterra la vicenda di
Francisca, uomo-femmina, «masculu fora e fimmina intra»; la bellissima
Lo splendore del niente – storia di potenza flaubertiana di Ignazia
Perremuto, di superba e nobile famiglia, che a lussi, amori e doveri
propri del suo stato preferisce contemplare il nulla, prefigurando le
ribellioni alla sottomissione femminile –, oltre a più rapide escursioni
attraverso destini di donne del Settecento. Recuperati, tutti, dalle
antiche cronache e riportati in vita da una scrittura che suscita
immagini a ogni rigo.
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