A cavallo tra realtà e finzione, tra ossessioni private e accurate
ricostruzioni storiche, rievocando una genealogia che in più di un
secolo da Tacchi Venturi conduce al Capitano e poi a Giulia e Matteo, Sotto il radioso dominio di Dio mette in scena l’indagine su un passato scomodo e ingombrante.
Tra osservare il futuro e scandagliare il passato, alcuni scelgono di
percorrere il secondo sentiero. Così fa all’inizio degli anni Duemila
Matteo, figlio giovane e inquieto di una solida famiglia romana, tra i
cui avi di rilievo storico c’è padre Tacchi Venturi, il confessore del
duce, lo «strumento normale per i messaggi fra il papa e Mussolini».
Matteo, per appurare se il vecchio gesuita – zio di suo nonno, il
Capitano – sia stato o meno antisemita, intraprende un’avvincente
ricerca condotta tra carte, testimonianze, lettere e diari, affiancato
dalla cugina Giulia, più comprensiva e meno radicale di lui. Indagando
su parenti lontani che sono chiaroscuri di luci e ombre – Tacchi Venturi
ma anche il Capitano, impegnato sul fronte russo all’inizio degli anni
Quaranta –, Matteo vuole sapere, perché essere limpidi è sempre meglio
di non esserlo, e perché essere parte della Storia – quella grande,
quella di tutti – certe volte impone di tentare di capirla. E capendo,
forse, si può anche perdonare, soprattutto se l’opera di scavo riguarda
la propria famiglia, dove colpe e connivenze si mescolano agli affetti,
agli aneddoti dei pranzi della domenica e ai ricordi tramandati di padre
in figlio. A cavallo tra realtà e finzione, tra ossessioni private e
accurate ricostruzioni storiche, rievocando una genealogia che in più di
un secolo da Tacchi Venturi conduce al Capitano e poi a Giulia e
Matteo, Sotto il radioso dominio di Dio mette in scena l’indagine su un
passato scomodo e ingombrante. Per i due cugini, il peso dei propri
antenati è sempre lì: un’eredità di potere, fede e devozione che,
cogliendoli in una Roma abbagliante, li spinge a interrogare, tra amori,
lutti e aspettative disattese, una storia familiare sfuggente, dove non
mancano false piste e buchi neri.
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