Quando Anna rimane vedova di Euclide è ancora giovane, bella e,
all'indomani del funerale, incredibilmente decisa a non rimettere mai
più piede nel paesino della Toscana dove per anni il marito ha tenuto le
redini dell'azienda di famiglia. Anna vuole restare a Roma, ai Parioli,
ripensare all'uomo che ha amato, bere Martini in terrazza e dimenticare
i contadini con i quali Euclide lavorava e che lei disprezza,
considerandoli un inutile retaggio medievale. E quale modo migliore per
dimenticare di vendere tutto, castello, terre e poderi? Tuttavia, tra
Anna e la libertà si frappone la famiglia Rencinai, contadini da
duecento anni su un podere del quale, morto Euclide, reclamano la
proprietà. Comincia così, per una lite che finisce in tribunale, la
nuova vita di Anna che, costretta alla campagna, se ne innamora tanto da
prendere in mano l'azienda di famiglia e avvicinarsi ai detestati
contadini. In questo percorso di riconquista delle radici (non solo
metaforiche), Anna si troverà a essere oggetto del corteggiamento di
diversi uomini: un vecchio amico d'infanzia, il figlio ribelle della
famiglia Rencinai, un ricco aristocratico piemontese e addirittura un
piccolo malvivente romano. Chi sposerà Anna? E quanto tempo impiegherà a
lasciar andare il suo Euclide? Quello di Antonio Leotti è un romanzo
inglese ambientato in Toscana, ma più comico che tragico. Una commedia
che avanza per coincidenze ed equivoci, raccontando quanto le gioie
della campagna e quelle della città - così come i disagi dell'una e
dell'altra - non siano in fondo che luoghi comuni dei quali si può
ridere insieme.
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