Le cose invisibili e i segreti non perdonano mai la distrazione e la fretta.
"Ci
portiamo dietro il passato come le balene che nel grasso della pancia
conservano le ossa di quando camminavano. Mentre nuotano, enormi balene,
i pesci le guardano e non sospetterebbero mai che quei grandi animali
al loro fianco prima respiravano aria e camminavano sulla terra. Forse
neanche le balene lo ricordano, ma lo sanno dentro. Lo sa il loro corpo e
quel segreto lo custodiscono nella pancia, sedimentato nel grasso di
quella nuova vita. Anche Teresa si portava addosso i suoi segreti come
le balene"
Teresa custodisce da sempre un segreto di cui è ormai
l'unica depositaria. È vecchia, ostinata, e quando intuisce che la sua
mente e la sua memoria si sono fatte labili, decide di non mettere a
repentaglio ciò che ha tenuto nascosto per una vita intera. Così una
sera si sdraia nel letto e non si alza più: per dieci anni, "zitta e
immobile, fissava quello che gli altri chiamavano vuoto e che lei aveva
imparato a interpretare". La sua famiglia però, ostinata, porta il letto
al centro del salotto e dell'esuberante vita della casa, che è tutta al
femminile: oltre a Teresa, ci sono le figlie, Irene e Flora, la cugina
Rusì, la badante peruviana Pilar e Nina, la nipote. È lei a raccontare
la loro storia, che inizia nel momento in cui la nonna si sta spegnendo e
le cinque donne le si stringono intorno per vegliarla. Prima di
andarsene, Teresa regala loro quattro oracoli - uno portato dal vento
(come quello che indicò a Ulisse la via del ritorno), uno scritto sulla
sua pelle (come la tradizione tramanda sia avvenuto a Epimenide), uno
fatto di nebbia e di poesia (come al cospetto della Pizia di Delfi), uno
che diventa fulmine (secondo la tradizione della Sibilla Eritrea)...
Sono oracoli che sciolgono il nodo che blocca le loro esistenze,
liberandole dalle paure, dal senso di colpa, dal passato,
dall'incapacità di affacciarsi sul proprio futuro. E, liberando le loro
esistenze, Teresa libera finalmente se stessa.
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