Pagine

giovedì 2 febbraio 2017

Incantesimo d'amore, d'Angelo Mellone (Pellegrini Editore). Intervento di Nunzio Festa























Apprezzato già che avevamo Mellone poeta, scopriamo con gran piacere che Angelo Mellone ha buone doti di narratore; è doveroso ringraziare nuovamente, quindi, il buon Andrea Di Consoli. Allora, se Nicola Melchiorre Baldassarre Gaspare sono i protagonisti fantastici d'"Incantesimo d'amore", Maria e Giuseppe sono i 'protagonisti reali' di quella che lo stesso autore definisce: favola per adulti. Per campanilismo, 'stavolta, ricordiamo intanto che oltre ad angoli fascinosi della Puglia salutati dalla penna felice di Mellone, precisiamo che la parte forse più importante della storia sale e scende nelle viuzze marginali del bianco rione Dirupo di Pisticci e in pezzetti delle sponde da passeggio di Bernalda (Basilicata, certo): e la Lucania quindi dei munachicchi, delle masciare, dei trasfertisi e di studentesse e studenti fuorisede abbraccia addirittura un Babbo Natale e proprio quei tre magi in forma di pupazzo. La vicenda centrale dell'opera narrativa d'Angelo Mellone è scritta dalla quotidianità di Giuseppe e Maria, lavoratori semplici semplici, che però diventano, anche in un periodo per molte e molti davvero particolare, archepito. In sostanza son l'esempio del senso d'infelicità costante che può esser certamente superata. La buona prosa di Mellone, fra l'altro, che d'altronde gioca coi cammei in immagine di luogo, vedi in bel frangente posato nel grembo d'una Ginosa da visitare, mette in ombra alcune leggerezze sui piccoli mondi basilichi: Petrapertosa (sarebbe Pietrapertosa, ma il suono scelto da Mellone è perfino più incantato dell'originale), il teatro del Maggio (Accettura). Mellone prende dalle storie popolari lucane e pugliesi per fare un romanzo tanto surreale da apparirci possibile. Qualche sensazione porta a Lupo, ma Angelo Mellone scaraventa appunto nel tutto-reale il sogno d'una rosa per gli amori.

Nessun commento:

Posta un commento