QUESTO LIBRO NON E' UNA
LETTURA LEGGERA, lo svago o il passatempo che magari cercate. Ci tengo a
precisarlo per non deludere i lettori di cose banali che possono
paradossalmente tendere a banalizzarne gli intenti. Zenith è un esperimento di
scrittura tridimensionale in cui il lettore è trascinato dentro la stessa
visione dell'autore e del protagonista. Ed è uno sguardo dentro se stessi e
verso la propria proiezione infinita. Naturalmente bisogna avere coscienza di
avere tale proiezione.
Sico viaggia attraverso
gli universi in una notte fatata in cui la morte è sospesa. Nove mondi, nove
anime da salvare, nove abissi di morte sempre più profondi da cui alzare lo
sguardo verso il punto più lontano in alto nel cielo, il punto di convergenza di
una intera vita, il limite di contatto tra la realtà e l'infinito. A Sico tocca
comportarsi da eroe, ma non lo è. E' un antieroe o il più crudele degli eroi,
non ha più un'anima, l'ha lasciata marcire nel buio e ora non vuole nient'altro
che il mondo si dimentichi per sempre di lui. Ma ha lasciato un segno, profondo
come un ferita e continua a lasciarne altri, sempre più sanguinosi e per questo
vivi. Sico diventa l'eroe che non vuole essere perché è nella sua natura,
nell'indole di chi vuole vivere davvero o morire pur di non sopravvivere
soltanto. Muore ancora, ogni ora, si rigenera alla morte per strapparle le nove
anime di cui è diventato, suo malgrado, responsabile. Sico è l'emblema della
scelta estrema della vita vissuta fino in fondo e oltre se stessa, della
proiezione della coscienza verso l'infinito. Attraversa la notte magica come
attraversando una vita intera e si spinge oltre l'impossibile per vincere la
morte. E' la volontà di espandere fino ai limiti estremi la propria coscienza e
Zenith è il suo scenario ideale. Un libro contorto, cupo, violento, strano e
visionario. Un libro che ha valore soltanto finché il lettore è disposto ad
abbandonarsi definitivamente a se stesso e a trasformarsi in coscienza del
tutto.
Info link -
Nessun commento:
Posta un commento