Nell’intento di
rappresentare tutti i paesi dell’area balcani-caucaso, Gianluca Grossi tratta
una lista di artisti veramente formidabili. È la sua capacità di sintesi a
rendere la Guida maneggevole oltre che completa. Un vademecum veramente
imperdibile per l’appassionato delle melodie dell’Est, un libro che converrà
portare sotto braccio al negozio di dischi di fiducia. Vera e propria moda da
quando Goran Bregović e Emir Kusturica – questo recentemente proclamato Maestro
Concertatore durante la “Notte della Taranta”, massimo festival di world music
sul nostro territorio – hanno collaborato alla costruzione dell’immaginario
cinematografico (certo un po’ edulcorato) dei paesi dell’ex Jugolsalavia; la
musica balcanica è in realtà ben altro che canti melodiosi e frenetiche
sessioni di fiati. Per esempio il vitale
mix di generi (elettronica, ska, dub etc) del gruppo di Sarajevo Dubioza
Collective, qui definiti “geniali, roboanti, caleidoscopici, eccitanti”. Da
“fuorilegge” della musica noti con Free.Mp3 (The pirat bay song) a gruppo da
milioni di download, i Dubioza negli anni hanno attirato le collaborazioni di
Roi Paci, Manu Chao e Bill Gould dei Faith no more… In Croazia, anzi, per la
precisione in Dalmazia, è la musica klapa a riempire le arene di spettatori:
dagli anni duemila questo genere tradizionale è tornato di moda. Il festival
dedicato alla musica klapa, che si tiene ogni anno a Omiš, vicino a Split,
coinvolge ogni anno migliaia di giovani. Mica male per un genere che comprende
canto tenorile maschile e lo strumento classico croato a corde, la tamburica. Se
parlare di rebetiko greco (sì, c’è anche un folto capitolo dedicato alla
Grecia) dopo l’album di Capossela Rebetiko Gymnastas non è più una novità, ma
solo un approfondimento dovuto, è con Armenia, Georgia, Moldavia, Bulgaria e
Cipro che forse i più scafati troveranno primizie esotiche per le loro
discoteche. Basti pensare all’immortale fascino delle misteriose voci femminili
bulgare che con un coro di 24 elementi e l’album Le Mystère des Voix Bulgares:
Ritual arrivarono, grazie al produttore Marcel Cellier a vincere nel 1990
nientemeno che un Grammy! Ma se niente ancora vi ha impressionato, pensate che
molti di voi, nella fantastica Milano da bere del 1984, danzavano al ritmo di
People from Ibiza del croato naturalizzato Cecchetto Sandy Marton. Con l’ormai
famosa impaginazione delle guide alla pop culture Odoya, il lavoro di Grossi
(Osservatorio Balcani e Caucaso tra le altre testate su cui scrive) è completo
di corredo iconografico, per aiutare l’immaginazione nella scoperta di un mondo
spesso geograficamente vicino, ma abbastanza sconosciuto.
Gianluca Grossi lavora
come giornalista scientifico per i principali quotidiani e riviste nazionali.
Cura diversi blog, fra cui Spigolature Scientifiche, da lui creato nel 2008. Ha
scritto di musica per Buscadero e Rolling Stone e nel 2012 ha pubblicato La
musica dell’assenza (Arcana) e Guida alla musica francese (Odoya, 2014). Suoi
lavori di narrativa sono apparsi sulle riviste letterarie Inchiostro e
Prospektiva. Suona e canta nella band folk-rock Radio Corneliani.
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