Racconti, appunti di diario,
frammenti di vita di giovani che tentano di raccogliere i cocci delle loro
esistenze. Questo è “Storie d'amore inventato” di Loredana De Vitis.
Con un linguaggio diretto
racconta storie di Rossella, Andrea, Marco, Piero, Laura, Giorgio alla ricerca
disperata di un amore, o forse solo di se stesso. Si trovano maschi che si
dimostrano dei contenitori, vuoti a perdere, e donne che credono di sapere ciò
che vogliono, mentre si riscoprono fragili, sole.
Incapacità di comunicare e
soprattutto mancanza di volontà all'ascolto e alla comprensione è ciò che
Loredana De Vitis sembra far emergere nel mondo degli adulti. Semplici racconti
attraversano la quotidianità, la crisi generazionale.
Tradimenti, sofferenze dovute ad
amori finiti o “inventati” e mai esistiti come quello di Cecilia e Angelo.
Invade il libro una spiccata
ironia nel parlare in fondo di drammi, si tratta infatti di matrimoni sfioriti,
deturpati per via di tradimenti, amori cercati e mai trovati.
L'autrice tuttavia sembra divertirsi con gli stessi
protagonisti; così quando si legge in un dialogo tra amiche, Irene e
Giulia, affermando che nella vita di una donna ci sono tre uomini: uno per l’amore, uno
per il sesso e uno per il
matrimonio e si ha bisogno di questa “coincidenza”, unione che in realtà non
esiste. Perché si legge: «La vita è piena di
sfumature, gli equilibri si costruiscono nel tempo e sono sempre diversi, ognuno
sopravvive come può. Anche io ho accettato certi compromessi».
Eh sì,
perché “Storie d'amore inventato” è un libro che narra storie di vita
che a volte hanno bisogno di raggiungere un compromesso per sussistere, di
facili equilibri che spesso non si reggono su valori, su sentimenti, ma su
altro, su compromessi appunto.
Loredana
De Vitis traccia un profilo preciso di uomini e donne soli, fragili, persi,
distratti da effimere situazioni che allontanano da ciò che fondamentalmente si
è o meglio si cerca di essere. Sembrano uomini e donne “gettati nel mondo” alla
maniera heideggeriana, che ci sono e proprio per questo sono condannati
all'angoscia. E allora all'amore che richiede impegno, sacrificio, dono si
rinuncia e si ricorre alle volte a un escamotage: il sesso.
Si
evince un puzzle che si compone, ricompone, autodistrugge per delineare
chiaramente la mancanza di ruoli, di uomini in grado di assumere le proprie
responsabilità, e donne incapaci di essere donne, arrogandosi la pretesa di
doversi occupare di tutto, mentre si riscoprono immancabilmente nella loro
solitudine più tetra.
In
fondo oltre a sorrisi malinconici che si possono abbozzare leggendo le “Storie
d'amore inventato” di Loredana De Vitis, si comprende anche come sia
necessario parlare d'amore e amarsi. Occorre conoscersi, parlarsi, ascoltarsi.
Essere
grati a se stessi e all'altro e imparare ad amare l'altro. Solo amandosi si
troverà l'amore, senza nemmeno il bisogno di cercarlo.
In tal
senso, non ci sarà neanche il modo di parlare di “amori inventati”. E grazie
alla scrittrice salentina i lettori potranno cimentarsi in questa nuova sfida!
Nessun commento:
Posta un commento